Seleziona una pagina
domenica, Feb 26

Buona educazione: perché è di moda sui social



Da Wired.it :

La buona educazione è di tendenza sui social e non si tratta della netiquette. Messo per un momento da parte il neologismo che indica le regole da seguire per essere un utente esemplare sul web, sui social sono tornate di moda le buone maniere e il bon ton nella vita reale. Dai comportamenti da tenere a tavola a quelli che riguardano il primo appuntamento, esperti di usi e costumi sociali stanno ottenendo un inaspettato successo online. Un’esperta italiana di buona educazione ci ha svelato i motivi del rinnovato interesse, rivelando anche quali siano i dubbi che ancora attanagliano gli italiani.

Il bon ton sui social

Video e gallery di foto ben si prestano a mostrare i giusti comportamenti da tenere nelle varie fasi di una giornata. Per questo, le brevi clip dei social come i reels e le storie di Instagram possono rappresentare delle mini-lezioni di buona educazione da cui apprendere i corretti modi di fare. Elisa Motterle, unica specialista italiana ad aver conseguito la certificazione di Etiquette Trainer presso la prestigiosa International Protocol and Etiquette Academy di Londra, è specializzata in galateo internazionale ed è membro dell’Ancep, Associazione Nazionale dei Cerimonialisti degli Enti Pubblici. Con oltre 79mila followers su Instagram e un gruppo Telegram altrettanto seguito, si è fatta conoscere come l’insegnante del galateo sui social in Italia. “Penso che nel mondo di oggi, tutti soffriamo la maleducazione degli altri. E forse cominciamo ad accorgerci pian piano che, come diceva una vecchia canzonetta, gli altri siamo noi. Spero anche che sia un po’ merito mio” racconta l’esperta. Dopo le norme sulla netiquette, si ritorna ad interessarsi al bon ton per la vita di tutti i giorni. I followers ora sono più interessati a come comportarsi dal vivo piuttosto che online? “Credo che lo siano sempre stati. Certo durante i vari lockdown il tema della tecnologia ha preso molto spazio, perché è emersa velocemente un’etiquette anche per lo smart working e per le zoom call. Ma anche nei momenti più restrittivi della pandemia, la maggior parte delle domande che ricevo ha sempre riguardato la vita offline”.





[Fonte Wired.it]