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martedì, Feb 04

Buone notizie: lo spreco alimentare diminuisce del 25%


I dati della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare segnano un miglioramento nelle abitudini degli italiani

(foto: Getty Images)

Gli italiani buttano meno cibo. La buona notizia (per le tasche e per l’ambiente) arriva alle soglie della settima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che cade il 5 febbraio. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, nella case si registra un calo di circa il 25 per cento degli sprechi alimentari.

Basta qualche numero a illustrare l’inversione di tendenza: se nel 2019 il cibo andato perso nel nostro Paese (lungo la filiera o durante il consumo) valeva oltre 15 miliardi di euro l’anno, nel 2020 la cifra scende a 11,5 miliardi di euro. E il risparmio arriva non tanto da produzione e filiera (in questo caso la cifra, poco più di tre miliardi di euro, è addirittura cresciuta), ma dalle buone abitudini degli italiani.

“Ancora una volta abbiamo misurato la temperatura ecologica del Paese: perché lo spreco alimentare è una questione centrale nelle abitudini quotidiane, a casa come nelle fasi di acquisto e conservazione del cibo”, spiega il promotore della giornata nazionale Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market. “La nuova indagine Waste Watcher stima uno spreco settimanale medio di 4,90 euro per nucleo familiare. Lo spreco totale causato dalle famiglie italiane è di circa 8,4 miliardi di euro l’anno: nel 2019 erano quasi 12 miliardi.

Insomma, cresce l’attenzione per la sostenibilità ambientale, come dimostrano altri dati che arrivano dalla giornata promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri. Sette italiani su 10 si dichiarano infatti in linea con il green new deal e il 40 per cento degli intervistati dichiara di sentirsi vigile e sensibile rispetto alle esigenze dell’ambiente anche senza le sollecitazioni di movimenti come i Fridays for future. Non mancano, però, i fan di Donald Trump che negano l’emergenza climatica e non concordano con le richieste dei movimenti ambientalisti. Secondo i dati della ricerca, sono il nove per cento: un italiano su 10.

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