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lunedì, Giu 08

Camici e querele, l’annus horribilis del governatore Fontana



Da Wired.it :

Un servizio di Report getta ombra su un mandato senza gara d’appalto che la Regione avrebbe fornito alla Dama spa per la fornitura di camici di cui la moglie e il cognato di Fontana sono soci

Da qualche mese, quando c’è qualcosa di nuovo dall’Italia sulle prime pagine dei giornali, le certezze sono quasi sempre due: avrà a che fare con la Lombardia e in qualche modo sarà coinvolto il suo governatore Attilio Fontana, o i suoi assessori. È successo anche nelle ultime ore, quando è stato anticipato un servizio di Report su un presunto camici-gate: l’azienda Dama spa avrebbe ottenuto mandato senza gara d’appalto per fornire camici e altri dispositivi di protezione alla regione. Il problema sta nel fatto che la moglie del governatore Fontana è socia per il 10% dell’azienda, mentre la quota maggioritaria è nelle mani del Ceo Andrea Dini, cognato del presidente leghista. La questione riguarderebbe in particolare 75mila camici e 7mila tra cappellini e calzari, per un valore complessivo di 513 mila euro.

Si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste”, ha dichiarato Fontana. La sua versione, concordata dal Ceo della Dama spa, è che si sarebbe trattato di una semplice donazione e che la regione non avrebbe dunque sborsato un solo euro per aggiudicarsi quella partita di dispositivi di protezione. Nelle prossime ore si saprà meglio come stanno le cose, certo è che se realmente si fosse trattata di donazione Fontana non avrebbe nulla da temere, anzi la messa in onda di Report si trasformerebbe in una bella vetrina per l’azienda dei suoi familiari. Non si capisce allora perché il governatore abbia chiesto a gran voce di bloccare la trasmissione, invocando una sorta di censura che stona con la libertà di inchiesta giornalistica.

Ma la questione è diventata anche il pretesto per uno sfogo più ad ampio raggio del presidente: “Sono stufo di dovermi difendere da accuse inconsistenti. Peggio, frutto di menzogne. Cercano sempre una sfumatura negativa, una zona d’ombra nella gestione della giunta Fontana, qualche colpa da scontare”. Un’idea condivisa anche dai parlamentari della Lega nella commissione di Vigilanza Rai, che hanno detto di augurarsi “che la Rai non si renda megafono dell’ormai evidente disegno politico studiato a tavolino per colpire il governatore della Lombardia e destabilizzare la guida di un’intera regione”. Insomma, se è vero che da tempo più o meno ogni notizia italiana ha a che fare con la Lombardia e la sua giunta, è anche vero che quest’ultima affronta ognuno di questi temi nello stesso modo: con il vittimismo.

Eppure, quella dei camici sarebbe solo la ciliegina sulla torta dell’annus horribilis lombardo. La regione locomotiva è stata uno dei territori a livello globale più martoriati dalla pandemia Covid-19 e oggi il paese in via di guarigione è ancora appeso ai dati lombardi su decessi e contagi che non accennano ad avvicinarsi allo zero. La cronaca ha dimostrato che tante cose sono state sbagliate in regione, dalle delibere sulle Rsa alla totale assenza di trasparenza sui dati, passando per le errate politiche sui tamponi e alla privatizzazione dei test sierologici. Una malagestione dell’epidemia che se da un lato non può essere indicata come causa ultima di quest’ultima, dall’altro è molto probabile non sia stata in grado di frenarne la violenza. Eppure, dalla giunta regionale hanno sempre cercato di difendersi, a volte puntando il dito contro Roma, altre lodando il proprio stesso lavoro e affermando che “rifaremo tutto uguale”, altre volte ancora invocando un presunto sentimento anti-lombardo che si sarebbe diffuso nel resto del paese. Un mix di auto-elogio e vittimismo che non poteva che emergere anche ora, con la storia dei camici.

Il problema però è che in un contesto di questo tipo i camici sono l’ultima cosa che interessa sulla Lombardia. Nella peggiore delle ipotesi, si tratterebbe dell’ennesima vergogna di una giunta che ha fatto tutto quello che non doveva fare negli ultimi mesi. Nel migliore dei casi invece – se le accuse di Report dovessero rivelarsi infondate – la storia non cancellerebbe gli altri e più gravi disastri precedenti. Insomma, comunque vada, il modo in cui Fontana ha già reagito allo spoiler dell’inchiesta di report non è accettabile, perché cambia poco in un senso o nell’altro il giudizio sulla sua amministrazione recente.

Camici o meno, non esiste alcun piano nazionale per affossare il lavoro della giunta lombarda. Anche perchè non ce ne sarebbe bisogno, dal momento che ci hanno già pensato da loro.

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[Fonte Wired.it]