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venerdì, Gen 27

Cancro: le formiche possono riconoscerlo con l’olfatto



Da Wired.it :

Non smettiamo mai di imparare dagli insetti. In questo caso dalle formiche, nella veste di “detective” del cancro. Sono infatti protagoniste di uno studio pubblicato il 25 gennaio sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B: secondo i risultati sarebbero in grado di percepire la presenza di certe sostanze volatili – prodotte a causa dell’alterato metabolismo cellulare che i tumori inducono – nell’urina di topi ammalati di cancro

Lo studio

Gli autori hanno trapiantato nei topi un tipo particolarmente aggressivo di tumore umano che colpisce il seno e hanno lasciato che crescesse. Dopodiché hanno “chiesto” alle formiche di distinguere campioni di urina prelevata da topi sani (come controllo negativo) da quella derivante dai topi affetti da cancro. Ma come si addestrano le formiche ad “annusare” le sostanze, o meglio, a distinguerne l’odore e poi a comunicarcelo? Semplice, con acqua e zucchero. I ricercatori hanno infatti posizionato delle goccioline di acqua e zucchero in corrispondenza dei campioni di urina dei topi malati in modo che le formiche li associassero a questa piccola ricompensa. In gergo tecnico si chiamano prove di condizionamento e sono delle vere e proprie sessioni di training, che sono state riproposte per tre volte ad ogni animale coinvolto nell’esperimento. Successivamente, gli scienziati hanno esposto le stesse formiche ai due diversi campioni di urina (quello di controllo e quello “alterato” dal tumore), questa volta senza aggiungere l’acqua zuccherata. Le formiche avrebbero sostato in media circa il 20% in più del tempo di fronte al campione derivante dal topo ammalato, in cerca della ricompensa. Grazie a specifiche analisi chimiche, gli scienziati hanno poi confermato la presenza delle sostanze che conferiscono l’odore caratteristico nei campioni che le formiche hanno (inconsapevolmente) riconosciuto come positivi al tumore.

Cosa sapevamo fino a oggi

Già nel 2022 lo stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato che le formiche fossero in grado di distinguere, sempre dall’odore, cellule tumorali da cellule sane. In quel caso si trattava però di cellule cresciute in vitro, e non di campioni derivanti da animali vivi, ammalati di cancro, come nel presente studio. Questo è il modo in cui la scienza avanza, a “piccoli”, instancabili passi, un po’ come le protagoniste di questa storia. E, ricordano gli autori nelle conclusioni del loro articolo, ne saranno necessari altri – di passi – prima di poter utilizzare questo metodo nella pratica clinica: nelle vita reale, infatti, ci sono molte più variabili da tenere in considerazione, rispetto a quelle di cui si è tenuto conto in questo studio. Primo fra tutti, sarà necessario validare questo tipo di screening utilizzando campioni di origine umana derivanti da pazienti di età diverse, affetti da diversi tipi di tumore, che conducano diversi stili di vita, eccetera. Allo stesso tempo, a detta degli autori, questi insetti sembrano avere il potenziale per diventare un utile ed economico strumento di screening non invasivo. Sono infatti relativamente semplici da mantenere e imparano anche in fretta: circa 10 minuti sarebbero stati sufficienti per allenare ciascuna formica a diventare un efficiente “detective”.



[Fonte Wired.it]