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martedì, Mar 10

“Capire gli affanni del cuore di qualcuno è l’unico modo per smettere di giudicarlo”. Intervista a Lisa Taddeo, autrice di Tre Donne



Da Wired.it :

Il “reportage letterario” sul desiderio femminile è stato da poco pubblicato in ma è già un cult. E presto diventerà una serie tv. A Wired chi l’ha scritto racconta perché non si è accontentato di inventare delle storie

tre donne
(Foto: J. Waite)

Maggie è una diciassettenne figlia di alcolisti al centro di un processo per stupro contro un suo insegnante, in cui da vittima si ritrova messa alla gogna da tutta la cittadina; Lisa è una donna di mezza età, madre e moglie, religiosa e repressa, che riaccende una fiamma del passato per ritrovare se stessa; la bella e ricca Sloane è sposata a un uomo potente che gode nel vederla a letto con altri, noncurante delle ferite antiche che questo apre in lei.

Sono loro le Tre donne protagoniste del libro già culto dell’americana Lisa Taddeo, pubblicato in Italia da Mondadori: considerato un capolavoro della cosiddetta narrative non fiction (romanzo, quindi, ma basato su vite reali), è stato a lungo al primo posto fra i bestseller del New York Times e ha scatenato un tan tan mediatico, soprattutto sui social, che dura ormai da mesi. Taddeo ha girato per otto anni gli Stati Uniti non accontentandosi di inventare delle storie femminili, ma cercando di assorbirle dalla viva voce delle protagoniste: ha parlato con loro, ha vissuto con loro, le ha seguite, ha conosciuto ogni dettaglio della loro esistenza più intima.

L’obiettivo: tracciare una mappa emotiva e corporea del desiderio femminile. Ne risulta una narrazione che è davvero autentica, ma talvolta anche fin troppo calcolata, che denuncia le storture della concezione dell’emotività e della sessualità femminile, senza mai emettere un giudizio. Si parla di infedeltà, di violenza sessuale, di relazioni illecite, di incomunicabilità. Ci sono anche scene torride, altre torbide: eppure quel che resta è la sensazione di una testimonianza lucida e al contempo insondabile, con confini fra vittime e carnefici, desideranti e desiderati che si fanno labilissimi. Ora che il libro diventerà anche una serie tv per Showtime, di cui Taddeo sarà creatrice e produttrice esecutiva (“Sono terrorizzata ma anche molto grata”, dice), l’abbiamo intervistata per capire meglio com’è nato questo ambizioso progetto.

Quanto è stato complesso scrivere Tre donne?

“Ho iniziato attraversando gli Stati Uniti in auto sei volte, ho usato ogni strumento possibile, dal più analogico al più moderno: ho postato su Craiglist e su Facebook; ho chiamato giornalisti, avvocati, terapisti, poliziotti; ho sparso bigliettini da visita e poster in città grandi e piccole, alcune che avevano un mercato di frutta e verdura e basta… Del processo di Maggie ho letto su un giornale quando ero a Medora (North Dakota), Lisa ha iniziato a raccontarsi a me dopo un gruppo di discussione femminile vicino al Kinsey Institute in Indiana, mentre a Sloane sono arrivata per conoscenze comuni”.

Viene da dire un bel daffare…

“Con tutte e tre volevo che s’instaurasse un’amicizia, evitando così di trattarle come oggetti di studio. In due casi mi sono trasferita poco distante dalle loro abitazioni per circa un anno ciascuno: desideravo un’esperienza il più profonda possibile. Mi sono impegnata così tanto, perché credo fermamente che comprendere gli affanni del cuore di qualcuno sia l’unico modo per smettere di giudicarlo. Maggie, Sloane e Lisa volevano amare ed essere amate, hanno avuto i loro momenti di euforia e per questo hanno rinunciato a molto. Volevano vivere la vita, anche se andava contro la religione, la famiglia o la società”.

Come è arrivata a scegliere proprio queste tre storie?

“Una delle mie speranze per il libro era che fosse vario dal punto di vista geografico, socioeconomico ed etnico, e che rappresentasse diversi orientamenti sessuali. Però, alla fine, sono state le vicende di queste tre donne a risultare quelle in cui ci si poteva rispecchiare maggiormente. Erano anche le più lunghe, perché loro si erano raccontate molto. Erano le più chiare, le più crude e le più pungenti. Senza contare che il modo in cui la comunità le ha trattate dice parecchio di come la società si relazioni con gli ultimi e con gli emarginati”.

tre donne

Ha lasciato fuori qualche storia interessante?

“C’erano tutti questi segmenti più piccoli, che però non erano così potenti come i tre finali: includerli li avrebbe annacquati. Fra gli esclusi, anzi, le escluse: una bellissima donna dominicana con un passato terribile che affronta il desiderio come una guerra, poi una life coach omosessuale di 21 anni e una vedova anziana che si mette a cercare l’amore online”.

Dopo aver viaggiato e raccontato tanto, dunque, come definisce il desiderio femminile?

“Da quel che ho osservato, il primo desiderio delle donne è di essere viste e amate per quello che sono. Ci sono diverse sfumature, ma questa è una costante”.

Le protagoniste di Tre donne attraversano temi delicati e ancora divisivi, come il consenso o la promiscuità. Eppure, ma sembra che nel libro ogni giudizio sia sospeso.

“Non era il mio compito quello di giudicare. Il concetto di dire agli altri che cosa fare o non fare con il proprio corpo è ridicolo, e penso che sia lo stesso con l’infedeltà e tutto il resto. È qualcosa di sbagliato? Forse sì, non lo so. Ma spenderci in grandi proclami, ergerci a giudici della vita altrui… per me non ha senso. Io volevo solo ascoltare le persone e riportare le loro storie. In questo senso definirei il mio libro femminista: ogni testo che si mette davvero in ascolto delle donne lo è”.

In effetti, il suo linguaggio sembra rispettare fedelmente le voci di queste tre figure: quanto c’è di loro e quanto stile letterario?

“Desideravo raccontare ogni donna con la propria voce finché possibile: è stato di grande aiuto scrivermi a lungo con loro, via sms oppure via mail o ancora su Facebook, vedere le loro parole per iscritto. Non volevo scimmiottarle, ma cercare di fare in modo che ogni capitolo assomigliasse loro: spero, per esempio, che la voce di Maggie suoni più giovane, quella di Lina più da middle-of-America, Sloane leggermente più internazionale. Allo stesso tempo, volevo che il libro avesse un tono uniforme: sono tre protagoniste distinte, però ci sono io a raccontarle, quindi la sfida era essere multiforme e uniforme allo stesso tempo”.

Ci sono tante scene di sesso: di solito lo spauracchio di ogni autore. Qui, invece, risultano piuttosto naturali: qual è il segreto?

“Mi piace concentrarmi sui movimenti dei corpi e sulle sensazioni dietro quei movimenti. Lina può anche ricevere del sesso orale da Aidan, ma non sarà mai tutto quello che sta facendo: magari, al contempo, sta pensando che sulla via di casa deve fermarsi al mercato a prendere un pezzo di carne”.

Tre donne è stato un successo commerciale e ha avuto parecchi apprezzamenti dalla critica, ma è stato anche additato per una certa ambiguità o mancanza di autenticità: come ha reagito?

“Non avrei mai immaginato che potesse essere considerato controverso, la cosa mi ha piuttosto stupita. Volevo scrivere un testo sommesso, ma magari, in alcuni ambienti, non ha aiutato il fatto che fosse lanciato come il libro sul desiderio femminile. Per me non lo è mai stato: si tratta di tre persone, tre persone e la loro vita più intima”.

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[Fonte Wired.it]