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giovedì, Ago 27

Care e cari prof, fate i test sierologici e fateli subito



Da Wired.it :

Dopo mascherine, scuolabus, banchi e spazi anche la campagna di screening per docenti e operatori rischia di aggiungere caos a una ripresa già critica. Anche perché molti rifiuterebbero di sottoporsi al sierologico

(Foto: Getty)

La scuola non si avvia a una semplice ripresa, lo sapevamo. Volendo tener fuori il solito, pericoloso tira e molla fra governo e regioni praticamente su tutti gli aspetti dell’operazione (mascherine, scuolabus, spazi che continuano a mancare per 150mila studenti, i famigerati banchi che arriveranno ad anno abbondantemente iniziato), la ciliegina sulla torta rischiano di mettercela maestri, professori e operatori. Sì, proprio loro che dovranno lavorare in prima linea e che dovrebbero avere tutto l’interesse a sottoporsi a uno screening preventivo. E che invece, stando ai primi conteggi, in un caso su tre si starebbero rifiutando di sottoporsi all’esame sierologico. Un test banale, veloce, semplice come misurarsi la glicemia.

Il 30% dei lavoratori della scuola, tra insegnanti e operatori, “rifiuta l’appuntamento per il test sierologico dal medico di famiglia” per la campagna di screening cominciata nei giorni scorsi. Lo ha riferito il segretario nazionale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti, all’AdnKronos Salute. Quanto questa cifra possa in seguito essere confermata rimane da verificare nelle prossime settimane: senza dubbio il sindacato di riferimento dei medici di base, che sono incaricati di effettuarli, gode di un punto d’osservazione privilegiato.

E d’altronde anche l’implementazione dell’operazione non appare delle più lineari: se il commissario Domenico Arcuri garantisce di aver consegnato alle Regioni, o alle Asl delegate, i due milioni di kit utili allo screening di massa, molti medici e Aziende sanitarie ne lamentano la mancanza, così come di dispositivi di protezione per proteggersi nel corso degli appuntamenti. In certi altri casi, documenta per esempio Orizzonte scuola, ci sono camici bianchi che hanno chiesto anche fino a 70 euro per una prestazione che invece dev’essere assolutamente gratuita. Insomma, senza dubbio gli intoppi nelle procedure – in certi casi sono appunto i medici a occuparsene, a volte sollecitando i propri assistiti, in altri appunto le Asl – contribuiscono alla deludente adesione di questa prima fase.

Eppure c’è dell’altro. Primo: solo la metà dei medici di base ha aderito all’iniziativa. Anche questo rimane un elemento da chiarire: in che modo e misura è stato consentito a chi presta un servizio di salute pubblica territoriale, per certi versi il più importante visto che è quello di fiducia, rifiutare di effettuare prestazioni del genere? Non uno spettacolo confortante, da parte dei medici, che pure in questi mesi hanno affrontato in prima linea lo tsunami dell’emergenza spesso a mani nude e pagandone un prezzo altissimo. Chissà che non si tratti di un modo per mandare un messaggio al governo da parte di associazioni e sigle sindacali. Il ministro della Salute dovrebbe vederci chiaro, e subito.

Il secondo punto è che ci si sarebbe aspettati un’adesione di massa, a prescindere dal senso che possa avere una campagna di questo tipo. Anche sui social network molte discussioni si incastrano intorno all’effettiva utilità di un sierologico (che ci dice se si è entrati in contatto col virus ma nulla può certificare sulla condizione specifica in un dato momento), sul fatto che in questo modo i docenti sarebbero in qualche modo controllati ma l’esercito degli alunni per nulla o che sarebbe meglio una campagna di tamponi periodici e così via. In molti casi si tratta di osservazioni più che fondate. Eppure rimane un dubbio di fondo: il test sierologico si svolge con una goccia di sangue ottenuta per digitopuntura ed è questione di un minuto. Forse non darà un’informazione dirimente in termini di contagiosità immediata ma certo, come stanno dimostrando i numeri di questi giorni (12 docenti con presenza di immunoglobuline IgM o IgG in Veneto, 16 in Lombardia, 20 in Umbria, 4 in Trentino, numeri senz’altro da aggiornare di ora in ora), costituisce una maglia ulteriore di sicurezza per sé stessi e per gli studenti.

Perché, dunque, rifiutare un filtro in più rispetto alla propria condizione di salute, specialmente in chi sa che nel giro di pochi giorni tornerà a contatto con decine di minori? E perché, specialmente in questo periodo in cui ci vorrebbe davvero tanta concretezza, ci perdiamo sempre in questioni di principio? Il punto di fondo è che questi test, che costituirebbero anche un’indagine sierologica di una certa rilevanza, sono volontari: forse ha ragione chi dice che sarebbe (stato) necessario renderli obbligatori? La situazione della ripresa scolastica è già talmente caotica che dovremmo evitare di metterci del nostro con le battaglie di principio dei docenti. Care e cari insegnanti, fate i test e fateli subito.

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[Fonte Wired.it]