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giovedì, Mar 30

Carne coltivata in laboratorio: le risposte alle domande più frequenti



Da Wired.it :

Per lo stesso motivo, i prodotti di laboratorio possono essere arricchiti con sostanze – nutrienti e non – di vario genere, adeguando il cibo finale alle richieste specifiche del consumatore.

È utile per risolvere il problema degli allevamenti intensivi?

Negli ultimi vent’anni il consumo di carne tradizionale è aumentato di oltre il 50% a livello globale: ogni anno vengono macellati circa 50 miliardi di polli, un miliardo e mezzo di maiali, mezzo miliardo di pecore e 300 milioni di mucche. Questi numeri, a causa dell’aumento della popolazione mondiale, sono destinati ad aumentare ulteriormente, con conseguenze negative sul consumo di suolo e sulle emissioni nocive indotte degli allevamenti intensivi. La produzione di carne sintetica, di sicuro, rappresenta in questo senso una possibile soluzione al problema, e può contribuire alla transizione energetica verso la produzione di alimenti a basso impatto ambientale.

Quali svantaggi ha la carne coltivata in laboratorio?

Per prima cosa, è molto difficile potere riprodurre esattamente tutte le caratteristiche organolettiche – come gusto, odore, consistenza – della carne tradizionale, anche se con il tempo si potrà giungere a un risultato così simile all’originale da essere sostanzialmente indistinguibile. Un discorso simile vale per i valori nutrizionali: alcuni composti come la vitamina B12 non potranno essere forniti direttamente, ma dovranno essere integrati come elemento a parte. Inoltre, permangono alcuni dubbi sulla salute a lungo termine: pur non essendoci studi scientifici che mettono in luce possibili rischi concreti sul benessere dell’organismo di una dieta particolarmente ricca di carne sintetica, saranno necessarie ulteriori indagini prima di farlo diventare un cibo di utilizzo quotidiano.

Inoltre, la mancanza di tessuti di scarto (come le ossa) può rappresentare un limite per le applicazioni culinarie, rendendo impossibile la preparazione di cibi che riproducano specifiche parti anatomiche (per esempio le cosce di pollo). Infine, non si può ignorare il potenziale impatto della carne sintetica sugli allevamenti tradizionali (specialmente non intensivi), grazie a cui oggi avviene la conservazione di razze autoctone e la pulizia delle foreste.

Che differenza c’è tra carne sintetica e vegetale?

La carne sintetica deriva da cellule animali, mentre quella vegetale viene prodotta a partire da legumi o altri prodotti di origine vegetale. Nel secondo caso l’obiettivo principale è di creare un prodotto ricco di proteine che – attraverso la combinazione di aromi e altri ingredienti – ricordi il sapore e la consistenza della carne animale, senza una eccessiva pretesa di somiglianza. Chi segue dieta vegana o vegetariana può di norma mangiare la carne vegetale, ma non quella sintetica.

Quanto costa un hamburger sintetico?

È molto difficile stabilire un prezzo preciso per la carne coltivata in laboratorio, in quanto le variabili in gioco sono davvero numerose: materiale di partenza, costi di manodopera, ingredienti e reagenti associati alla produzione, strumentazione utilizzata per la cottura, eccetera.

Di sicuro, il prezzo è sceso notevolmente nel corso degli anni ed è destinato a continuare a diminuire grazie all’innovazione tecnologia e allo sviluppo di tecniche di produzione sempre più efficienti ed economiche. Nel 2008 produrre 250 grammi di carne sintetica costava circa 1 milione di dollari, nel 2015 circa 250mila dollari, mentre ora la cifra si aggira su poco più di una decina di dollari. Un prezzo che, in prospettiva, potrebbe scendere anche al di sotto di quello della carne tradizionale.



[Fonte Wired.it]