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lunedì, Ago 26

Caro Trump, ecco perché fermare gli uragani con le armi nucleari non è una buona idea


Secondo quanto riporta il sito Axios, il presidente Usa avrebbe suggerito di bloccare gli uragani con le armi nucleari. Secondo il Noaa è “inutile dire che questa non è una buona idea”

uragani
(foto: Nasa)

Servirsi delle armi nucleari per fermare gli uragani. È questa, secondo quanto riporta il sito di informazioni Axios, una delle proposte appena suggerite dal presidente americano Donald Trump che nei giorni scorsi avrebbe appunto chiesto (ma che Trump ha oggi smentito con un tweet) ai funzionari della sicurezza nazionale di valutare la possibilità di lanciare una bomba atomica nell’occhio degli uragani per impedire loro di raggiungere la terraferma. La risposta della comunità scientifica? “Inutile dire che questa non è una buona idea”, afferma l’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica, la Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), in una rigorosa spiegazione scientifica, pubblicata sul suo sito, del perché fermare gli uragani con le armi nucleari sarebbe del tutto inefficace.

Molto spesso, soprattutto a settembre, gli uragani colpiscono la costa orientale degli Stati Uniti, provocando gravi danni, e non è la prima volta che viene presa in considerazione l’idea si servirsi delle armi nucleari per tentare di fermarli e impedire loro di arrivare sulla terraferma. Basti pensare che l’idea di una bomba atomica contro gli uragani è stata proposta per la prima volta negli anni ’50, sotto la presidenza di Dwight Eisenhower. Tuttavia, secondo il Noaa una bomba atomica nell’occhio degli uragani non solo potrebbe essere del tutto inefficace a bloccare queste devastanti tempeste, ma le piogge radioattive rilasciate si potrebbero spostare molto rapidamente con i venti alisei, colpendo molte aree della terraferma e provocando devastanti problemi ambientali.

Ma non solo. “La principale difficoltà di usare esplosivi per fermare gli uragani”, spiega la Noaa, “è la quantità di energia che viene richiesta”. Basti pensare che “il rilascio di calore di un uragano equivale a una bomba nucleare da 10 megatoni che esplode ogni 20 minuti”. Inoltre, anche se l’energia di una bomba fosse più vicina a quella della tempesta, “riuscire a focalizzare anche metà dell’energia in un punto nel mezzo di un oceano sarebbe davvero formidabile”, aggiunge la Noaa. E anche attaccare deboli onde tropicali o depressioni prima che abbiano la possibilità di trasformarsi in uragani non è una strategia promettente. “Circa 80 di queste perturbazioni si formano ogni anno nel bacino dell’Atlantico, ma solamente cinque circa diventano uragani in un anno”, precisa il Noaa. “E non c’è modo di prevedere quali tra queste si svilupperanno”.

Nel frattempo, il presidente Trump ha smentito la notizia riportata da Axios con un tweet nel quale afferma di non aver mai dato un simile suggerimento.

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