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Cartoni animati degli anni Settanta e Ottanta, i falsi miti dal talco di Pollon alla mira di Jigen

da | Apr 20, 2025 | Tecnologia


I falsi miti nascono e si diffondono su tutti i temi più popolari: i cartoni animati non potevano esserne esenti, anzi. Proprio perché la loro diffusione è ampia e radicata, gli anime sono stati e sono tuttora oggetto di elaborazioni e teorie fantastiche, spesso alimentate proprio dalla volontà di approfondire e di sapere di più. Si tratta ovviamente di costruzioni elaborate dagli adulti: così moltissime fake news sul mondo dell’animazione riguardano cartoni animati degli anni Settanta e Ottanta. Il bambino di allora li riguarda adesso con più distacco, con più consapevolezza, con una voglia di analisi che a volte porta a conclusioni sbagliate. Ci sono dubbi che tuttora attanagliano gli appassionati, nonostante le smentite. Un esempio? È stato o meno Piero Pelù a cantare la sigla originale di Jeeg Robot d’acciaio? No, ma… E a proposito di sigle, molti ancora oggi si interrogano sul reale significato dei versi di quella di Jenny la tennista: “destra sinistra, sinistra destra, si svita il collo, si stacca la testa!”. Si tratta di una macabra allusione a quanto avviene al pubblico che si gira da un lato all’altro per seguire l’incontro? O di un criptico riferimento a parti della racchetta? Il dibattito è aperto. Ancora, la mitologia legata agli anime è costellata di seconde stagioni annunciate e mai realizzate, di falsi spoiler circolati per breve tempo (Lady Oscar non sarebbe dovuta morire, dicono alcuni), di affermazioni e smentite che si rincorrono rendendo difficile mettere un punto fermo su questioni delicate come quale sia il vero finale di Daitarn 3. Ma ci sono dei falsi miti che vale la pena sfatare.

Non è talco, ma non è niente di male

Così una delle teorie più diffuse tra i quaranta-cinquantenni di oggi è quella che identifica la polverina magica di Pollon con una droga. Sbagliato. Certo, la canzoncina, che tutti ricordiamo, lascia ampio spazio al pensar male: “Sembra talco ma non è…serve a darti l’allegria, se lo mangi o lo respiri, ti dà subito l’allegria!”. Ma si tratta solo della traduzione italiana: nell’originale giapponese la canzoncina è un semplice nonsense onomatopeico per bambini, che richiama il nome dello Scienziato Cha Cha Cha (Nahaha) e il “rumore” del sorriso di Pollon, quel “din” che in versione originale suona “chon!”. Il risultato è “Orso, orso, Nahaha. Chon!”. A spiegarlo, qualche mese fa, è stata la content creator Sayaka, “una.nipporomana”.

Solo sogni?

Altra leggenda dura a morire è che tutta la storia di Doraemon non sia altro che il sogno del povero Nobita in coma, e che lo si scoprirebbe solo nell’ultimo episodio. Falso. Il padroncino pigrone del gatto con una tasca in pancia sta benone. Anzi, nel manga si vede il ragazzino, diventato grande, sposare finalmente l’amata Shizuka, mentre Doraemon torna nel futuro.

Anche i Puffi secondo una leggenda metropolitana sarebbero tutto un sogno di Gargamella che, caduto in coma (anche lui!) in seguito a un incidente, si sveglierebbe nell’ultima puntata e scoprirebbe di essersi immaginato tutto. Anche il malvagio mago gode in realtà di ottima salute, e questo finale forse è un tentativo di dare una conclusione a una storia che conclusione non ha: come molti cartoni animati, i Puffi non si chiudono con una puntata risolutiva, ma semplicemente finiscono. E basta.

Grandi speranze

Le speranze dei fans sono probabilmente all’origine delle voci che avrebbero visto una seconda stagione di Candy Candy in programma, come pure una seconda stagione di Lady Oscar. Anzi, addirittura la seconda stagione di Lady Oscar era stata annunciata su Italia 1 come certa, ma mai è arrivata. Di qui forse l’idea balzana che il tulipano nero fosse un seguito dell’amatissimo cartone, o che raccontasse le imprese segrete dell’eroina, o ancora che Simone, la stella della Senna, fosse la sorellina di Oscar.

Leggende ufficiali

Una parentela dichiarata e resa pubblica per bocca degli stessi protagonisti è quella tra Mila e Mimì. Ma è un legame che nell’originale giapponese non esiste: nell’adattamento italiano è stato inserito il “dettaglio” che Mila sia la cugina della grande Mimì Ayuara, probabilmente per creare una connessione con un cartone animato che aveva già avuto grande successo. Una parentela talmente convincente da diffondersi anche in altri Paesi europei, dalla Francia alla Spagna, che hanno basato le loro traduzioni a partire dal nostro adattamento.

Un mito che si alimenta

Tra tanti personaggi dei cartoni animati circondati da un’aura di leggenda, il Jigen di Lupin III è uno dei più amati. Si vocifera che il tenebroso pistolero non sappia sparare senza il suo cappello. Una convinzione nutrita dallo stesso anime (in un episodio Jigen viene messo fuori combattimento perché privato del suo ornamento) e da una storia non canonica, riportata anche da Wikipedia, in cui si dice che l’amico di Lupin usa la tesa del cappello come punto di riferimento per prendere la mira. In realtà in molti episodi si vede Jigen sparare con la solita precisione infallibile anche a capo scoperto.





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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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