Seleziona una pagina
venerdì, Ott 23

Casaleggio ha espulso l’iscritto grazie al quale abbiamo votato due volte su Rousseau



Da Wired.it :

Fabio Pietrosanti, iscritto al M5s da due anni, si è visto recapitare la decisione dei probiviri per aver partecipato alla nostra inchiesta che ha svelato le carenze nella certificazione degli iscritti della piattaforma

Rousseau
(foto: rousseau.movimento5stelle.it)

Svelare i pasticci della piattaforma Rousseau può causare l’espulsione dal Movimento 5 stelle: è la radicale decisione presa dal partito nei confronti di Fabio Pietrosanti, imprenditore italiano e da due anni iscritto all’organizzazione, che è stato giudicato colpevole di aver collaborato alla realizzazione di un’inchiesta giornalistica pubblicata da Wired ad agosto. Pietrosanti aveva prestato le credenziali per l’accesso al suo profilo su Rousseau, grazie al quale Wired ha potuto rivelare i gravi errori di configurazione della piattaforma, che hanno portato alla creazione di più account falsi e abili al voto, evidenziando così le carenze nella certificazione degli iscritti (con tanto di atti notarili). 

Un account clonato e quindi due voti per ciascuno dei due quesiti di agosto: sul terzo mandato e sulla possibilità di stringere alleanze con quelli che i 5 stelle definiscono partiti tradizionali. Questo l’epilogo della vicenda che ha coinvolto le due utenze intestate a Pietrosanti – entrambe modificate in modo da riportare nomi fittizi e ironici – con le quali Wired aveva potuto votare, passati i sei mesi di rito richiesti dalla piattaforma per assegnare il rango di membro effettivo, un “” e un “no” per ciascuna delle materie sottoposte a scrutinio, così da non modificare nella sostanza l’esito del voto. Eppure, a un anno dalla prima alterazione dei profili, nessuno se n’era accorto: non i tecnici, né il notaio che alla fine della consultazione di agosto aveva certificato che “a detta votazione hanno avuto accesso tutti i soggetti regolarmente iscritti”.

Antani

Naturalmente il notaio non deve averli letti tutti manualmente, sennò avrebbe notato che uno di questi recava il nome “Naif” (nickname con il quale l’imprenditore è noto nel mondo informatico), mentre l’altro ha cambiato vari nomi tra i quali “Antani”, in sincero omaggio al capolavoro di Mario Monicelli, Amici miei

Nonostante i provati problemi di voto, il movimento non ha ritenuto di mettere in discussione la consultazione, eventualmente prevedendone una nuova e garantendo così la certa rappresentanza della volontà degli iscritti. Ma con maggiore solerzia si è occupato di apostrofare l’inchiesta di Wired – contro cui ha espresso l’intenzione di rivalersi in sede legale – e di punire il sostenitore dissidente, che il 19 ottobre si è visto recapitare la decisione dei probiviri. In calce i nomi di Raffaella Andreola, Jacopo Berti e della ministra per la Funzione pubblica, Fabiana Dadone: i decisori chiamati a stabilire chi può restare nel movimento e chi deve andarsene. Finora i tre si sono perlopiù occupati dei deputati morosi che hanno mancato di pagare all’organizzazione di Casaleggio la pigione mensile, ma alcuni dei provvedimenti hanno riguardato anche le prese di posizione fuori dal coro di altri esponenti del partito. 

Il profilo di Fabio Pietrosanti modificato da Wired a ottobre del 2019 (foto: Raffaele Angius)

Il cugino hacker di Rousseau

“La fattispecie per cui è stato espulso il mio assistito non è prevista dal codice etico né dallo statuto e le stesse motivazioni addotte sono, di fatto, delle non motivazioni”, ha commentato a Wired Lorenzo Borrè, legale di Pietrosanti e da tempo punto di riferimento dei “dissidenti” del Movimento 5 stelle: “Il mio assistito ha di fatto reso un servizio gratuito [a Rousseau, ndr] per la verifica della tenuta della piattaforma: la decisione dei probiviri si limita a ribadire quanto sostenuto nel capo d’imputazione”

“Peraltro la logica della decisione manca di equità: ferma restando la presunzione d’innocenza, la sindaca Appendino ha una condanna in primo grado e a norma di codice etico si trova in una situazione di incompatibilità”, osserva Borré: “Eppure oggi si agisce in modo più tempestivo e severo nei confronti del mio assistito, la cui posizione è chiaramente meno rilevante”.  

A rendere Pietrosanti ancora più inviso al partito delle stelle potrebbe aver contribuito la sua partecipazione al progetto Open Rousseau, con il quale un gruppo di esperti informatici ha invitato i parlamentari grillini ad aderire a una versione alternativa del “sistema operativo” del Movimento 5 stelle, che renderebbe sostanzialmente impossibile manipolare le consultazioni interne dell’organizzazione. Lanciata il 2 ottobre dall’esperto informatico Denis Jaromil Roio, l’iniziativa è stata presentata con una mail direttamente indirizzata a tutti i parlamentari del M5S, nella quale si legge: “Come strumento principale avete adottato un dispositivo calato dall’alto che, seppur concesso da un Prometeo con nobili intenti, resta una scatola nera che gestisce il dibattito politico senza fornire alcuna trasparenza sui processi tecnologici”. Il riferimento è proprio a Rousseau, che dal 2016 governa le principali decisioni del movimento e che tuttavia rimane inaccessibile a qualunque verifica esterna, come già evidenziato anche dall’ex Garante privacy, Antonello Soro. “Con il lancio di Open Rousseau, ma soprattutto con la creazione della community Decidiamo! oggi intendo proporvi una soluzione a questo problema”, conclude l’hacker, il cui progetto è di promuovere “un modo di fare diverso, che rispecchi il carattere di iniziativa dal basso proprio del Movimento 5 stelle: il modo di fare del software libero ed open source coniugato alla sovranità digitale”.

Con l’assottigliarsi delle entrate che i parlamentari sarebbero tenuti a pagare ogni mese per mantenere Rousseau – 300 euro al mese – Casaleggio ha già più volte minacciato la necessità di “ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento non risultano ovviamente più sostenibili”, come scriveva lui stesso in una lettera a loro rivolta all’inizio di ottobre. Oggi spunta l’opportunità di risolvere il problema alla radice, con un progetto la cui natura aperta (che offre la possibilità di leggerne il codice sorgente e dunque ogni sua caratteristica in modo trasparente) lo rende un valido sostituto della vecchia Rousseau di Casaleggio. Cosa sceglieranno i parlamentari? Il voto di Naif e di Antani già lo conosciamo.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]