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lunedì, Gen 25

Cashback, perché sul app Io non si vedono alcuni pagamenti validi



Da Wired.it :

Utenti preoccupati di non vedere le transazioni ma PagoPa rassicura: il ritardo non compromette il rimborso, ma in alcuni casi l’operazione non viene registrata. Ecco quali

Pagamenti contactless (Getty Images)

I ritardi nel visualizzare le transazioni valide sull’app Io non intaccano i rimborsi a cui si ha diritto nel programma cashback. Ad affermarlo è la società PagoPa, responsabile del progetto. Il disguido ha sollecitato alcuni partecipanti, preoccupati di non veder la spesa registrata ai fini del programma rimborsi di Stato sul proprio cellulare, a scrivere o chiedere assistenza al team di Io. Talvolta ricevendo anche, come risposta, l’invito conservare lo scontrino degli acquisti via Pos.

Ora PagoPa, responsabile del Centro Stella dei pagamenti elettronici, l’infrastruttura tecnologica alla base del programma, assicura che i ritardi, possibili anche per cause non inerenti l’app Io, non intaccano i rimborsi. Ma restano possibili alcuni casi in cui le transazioni non vengano affatto registrate.

Innanzitutto, per quanto automatizzato, il sistema di acquisizione delle transazioni ha una sua tempistica e prima che un acquisto sia visualizzato su Io, deve essere contabilizzato dalla banca. “In media, possono passare tre giorni lavorativi dalla sua contabilizzazione, ma in alcuni casi possono occorrere tempi più lunghi (per esempio, se l’acquisto avviene a ridosso del weekend o durante festività)”, spiega l’ente pubblico. In altri casi, possono esserci rallentamenti nell’effettiva ricezione nel sistema cashback delle transazioni inviate dagli acquirer a PagoPa.

“Si tratta di tempistiche tecniche indipendenti dall’app Io e che in nessun modo inficiano sull’eventuale diritto al rimborso. In questi casi, le transazioni valide per il cashback potranno essere recuperate dal sistema fino allo scadere dei termini per l’accredito dei rimborsi in ciascuno dei periodi in cui si articola il programma”, prosegue la nota.

In effetti, però, alcune transazioni possono non essere del tutto conteggiate. Come quelle effettuate tramite acquirer non convenzionati con il programma (sono 13 al momento quelli che partecipano). Non è detto quindi che tutti i negozi dispongano di Pos gestiti da soggetti che provvedono all’autorizzazione delle transazioni (“acquirer” appunto), aderenti al cashback. “L’adesione al cashback è volontaria non solo per i cittadini ma anche per gli operatori del settore dei pagamenti”, sottolinea PagoPa, benché “già alla partenza del programma la copertura del mercato si è attestata attorno al 90%”.

L’altro possibile motivo è che lo strumento di pagamento utilizzato dall’utente non permetta di registrare la transazione. È il caso di una carta valida sia come Pagobancomat sia come carta di debito sul secondo circuito, benché la stessa PagoPa abbia annunciato per gennaio una nuova versione dell’applicazione per una registrazione più semplice di quel tipo di carte. Oppure, ancora, è il caso di app come Apple Pay, Google Pay, PayPal, Samsung Pay.

“L’indicazione di fornire copia dello scontrino Pos è una soluzione temporanea, adottata con un obiettivo specifico”, precisa PagoPa: “Consentire nella fase sperimentale di effettuare verifiche ad hoc e poter rassicurare gli utenti sull’opportunità di indagare possibili casi residuali, in attesa di poter vedere implementata l’intera funzionalità dei pagamenti sull’app.

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[Fonte Wired.it]