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Caso De Martino, quello che è capitato al conduttore con le telecamere di sorveglianza può succedere a chiunque. Ecco alcuni consigli su come proteggersi

da | Ago 22, 2025 | Tecnologia


La cybersecurity è un tema cruciale anche per la vita privata dei cittadini. Come dimostra l’attenzione per il caso del conduttore Stefano De Martino e dei video diffusi dalle videocamere di sorveglianza, sebbene gli ultimi dettagli delle indagini facciano propendere per la diffusione a opera di un tecnico infedele.

Il caso De Martino

Lo scorso 9 agosto il noto conduttore televisivo ha scoperto che in rete circolavano video sull’interno della propria abitazione che lo ritraevano insieme alla compagna, Caroline Tronelli. A metterlo al corrente sarebbe stato un messaggio inviato da un suo follower. I video erano riprese delle telecamere di videosorveglianza.

L’impianto è stato sequestrato e gli investigatori stanno approfondendo la dinamica dietro alla sottrazione delle immagini, se a causa di un attacco informatico o dell’intrusione di un tecnico infedele. Il filmato, dopo essere stato caricato su un sito straniero poi oscurato, ha iniziato a circolare rapidamente sulle principali piattaforme di messaggistica e social, tra cui WhatsApp e Telegram, dove è stato condiviso a più riprese.

L’episodio mette al centro il tema della fragilità dei sistemi digitali, anche quando applicati alla sfera domestica, poiché la violazione della privacy non colpisce soltanto personaggi pubblici ma rappresenta un rischio concreto per chiunque utilizzi dispositivi connessi alla rete.

I consigli dell’ACN

Sul tema si apre però una duplice sfida che riguarda: da un lato la responsabilità dei produttori chiamati a garantire sistemi più sicuri e dall’altro un richiamo alla consapevolezza degli utenti che devono adottare buone pratiche digitali per proteggere davvero ciò che vogliono difendere. È l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) ad aver condiviso di recente un elenco di buone pratiche da applicare, sia in ambito domestico che aziendale, per tutelarsi da eventuali accessi indesiderati da parte di sconosciuti in sistemi di videosorveglianza o dispositivi IoT installati in ambienti privati.

Un dato allarmante giunge da un articolo pubblicato lo scorso giugno da Bitsight in cui si evidenzia la scoperta di oltre 40 mila telecamere di sicurezza liberamente accessibili su internet, e che consentono a chiunque di visualizzare i filmati in diretta proprio a causa di password predefinite mai modificate o di firmware obsoleti e non aggiornati.

Il parere dell’esperto

Ma i motivi che renderebbero appetibili le telecamere di video sorveglianza ai malintenzionati sono tanti e diversi. È Alessandro Curioni, esperto di cybersecurity e fondatore della DI.GI. Academy, a fare un’osservazione interessante a riguardo: “Il Grande Fratello, quando è nato, faceva 20 milioni di ascoltatori perché noi amiamo guardare dal buco della serratura e quindi fondamentalmente c’è un mercato di gente interessata a questo tipo di intrattenimento, pertanto questo produce il fatto che ci sia – su canali Telegram o sul darkweb – chi vende video o, ancora meglio, l’accesso diretto alla videocamera. In secondo luogo, come recenti fatti di cronaca ci insegnano, è possibile immaginarsi nello scenario di un ricatto oppure potrebbero esserci ragioni legate allo spionaggio industriale o statuale, sebbene se ne parli poco in merito. Inoltre possono essere utilizzate per creare una botnet sfruttata per generare attacchi DDos. A tutto questo aggiungiamo che la webcam è un bersaglio facile poiché la maggior parte di quelle attive non sono protette da password e utilizzano dei firmware non aggiornati o vulnerabili”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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