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Vodafone-Fastweb: il confronto su servizi, copertura e reti

Vodafone-Fastweb: il confronto su servizi, copertura e reti



Da Wired.it :

Il recente annuncio di fusione Vodafone-Fastweb per 8 miliardi è un importante sviluppo nel panorama delle telecomunicazioni italiane. Negli ultimi anni l’ex monopolista di Stato,Tim, si trova in una posizione meno dominante: detiene il 38,4% nel mercato della telefonia fissa e solo il 27,9% in quella mobile. E del 2018 è l’entrata di Iliad nel mercato, che ha innescato un’importante competizione. Oggi la società francese detiene il 13,3% del mercato delle sim human (cioè quelle usate da persone fisiche) e cresce a ritmo sostenuto (+1,4% su base annua). Questo aumento della concorrenza ha portato benefici tangibili ai consumatori italiani, con tariffe più accessibili sia per le comunicazioni mobili che per le reti fisse. Tuttavia, ha anche rappresentato una sfida per le aziende del settore, costrette a confrontarsi con margini di guadagno ridotti e a ridimensionare gli investimenti futuri. La fusione tra Vodafone e Fastweb, invece, segna una svolta in questa tendenza, poiché punta al consolidamento dei principali attori del settore, che si uniscono per affermarsi sul mercato.

Presenza sul mercato

Guardando alle quote di mercato nel settore delle telecomunicazioni, secondo i dati dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) del quarto trimestre del 2023, Vodafone Italia ha una quota di mercato più ampia rispetto a Fastweb in tutte le categorie chiave. Vodafone detiene 27,4% nella telefonia mobile (per le sim human), mentre del 16,2% nella telefonia fissa. Inoltre dal 2016 è il principale fornitore di servizi internet alla pubblica amministrazione e dal 2023 è l’unico fornitore dei servizi di telefonia mobile. Tuttavia, Fastweb mantiene una posizione significativa, specialmente nel settore della telefonia fissa e dell’internet fissa dove detiene il 13,2% del mercato italiano con un totale di 3,25 milioni di linee fisse totali al 31 dicembre 2023, di cui 2,3 milioni in banda ultralarga.

Punti vendita e personale

Attualmente, Vodafone Italia impiega circa 6.700 dipendenti e opera con 8 competence center, gestendo una rete di oltre 7.000 punti vendita in tutto il paese. Fastweb, invece, conta più di 1.800 punti vendita in Italia, di cui oltre 200 sono negozi monomarca e più di 150 sono presenti nella grande distribuzione. Fastweb ha 17 uffici, di cui 16 in Italia e una a Bruxelles, con un totale di circa 2.500 dipendenti.

Servizi offerti e copertura di rete

Vodafone Italia si distingue per la sua ampia gamma di servizi, che comprendono telefonia mobile (con opzioni prepagate e abbonamento), internet mobile (con tecnologie 4G e 5G), telefonia fissa, internet fissa (attraverso fibra ottica e Adsl), pay tv e servizi Iot. Dall’altra parte, Fastweb Italia si concentra principalmente sulla rete fissa, offrendo telefonia fissa (con offerte di chiamate illimitate), internet fissa (tramite fibra ottica e Adsl) a prezzi competitivi. Fastweb si distingue per i suoi servizi innovativi, investendo in tecnologie come la fibra ottica Ftth (una tecnologia di connessione a internet che consente di portare la fibra ottica direttamente fino alla casa dell’utente finale) e i servizi cloud. Inoltre, ha una buona reputazione per la soddisfazione dei clienti, grazie a un servizio clienti efficiente.

Mentre Vodafone offre una copertura mobile del 99,7% e internet mobile del 98%, Fastweb raggiunge rispettivamente il 95% e il 94% della popolazione. Per la telefonia e l’internet fissi, entrambe offrono una copertura simile, raggiungendo l’85% e il 70% della popolazione.

Il commento

Sulla fusione Vodafone-Fastweb, Gabriel Debach, analista del mercato italiano per conto della piattaforma di investimenti eToro, osserva che “il settore delle telecomunicazioni in Europa si trova attualmente in un periodo di cambiamento. La frammentazione del mercato e la concorrenza intensa tra vari operatori, in aggiunta a mercati locali di dimensioni ridotte, rendono difficile per le aziende mantenere la redditività e investire in nuove tecnologie. Tutto questo mentre il debito continua ad ingessare i bilanci. È utile inoltre ricordare che l’Europa si trova al momento in un ritardo significativo rispetto a paesi come Cina e Stati Uniti per quanto riguarda l’implementazione e lo sviluppo della tecnologia 5G”.



[Fonte Wired.it]

Google Chrome avrà una nuova opzione per difendere gli utenti da malware e phishing

Google Chrome avrà una nuova opzione per difendere gli utenti da malware e phishing



Da Wired.it :

Google Chrome diventa più sicuro. Alla fine del mese, infatti, il colosso tecnologico distribuirà un aggiornamento di Safe Browsingun’opzione lanciata nel 2005 per assicurare un’esperienza di navigazione sicura – che garantirà una protezione in tempo reale da malware e phishing a tutti gli utenti di Chrome. Allo stato attuale, l’opzione scansiona e controlla i siti, i download e le eventuali estensioni del browser, mettendoli a confronto con un elenco locale di URL dannosi scaricati dai server di Google ogni 30/60 minuti circa.

“Safe Browsing protegge già oltre 5 miliardi di dispositivi in tutto il mondo, difendendo da phishing, malware, software indesiderati e altro ancora”, hanno dichiarato Jasika Bawa e Jonathan Li di Google, precisando che lo strumento “valuta ogni giorno più di 10 miliardi di url e file, mostrando a più di 3 milioni di utenti avvisi di potenziali minacce”. Ora, però, per ottimizzare il funzionamento di Safe Browsing, Big G promette di passare a controlli in tempo reale, così da tenere il passo con i siti malevoli effimeri, che compaiono e scompaiono in rete in meno di 10 minuti. “Controllando i siti in tempo reale, ci aspettiamo di bloccare il 25% in più di tentativi di phishing”, hanno chiosato Bawa e Li.

Inoltre, secondo quanto riportato dal colosso tencologico, questo aggiornamento garantirà anche la privacy degli utenti nel corso della navigazione, grazie a una nuova API che utilizza per offuscare gli url dei siti visitati. Questo permette a Safe Browsing di controllare l’attività degli utenti, senza che Google entri in possesso dei “potenziali identificatori dell’utente (compresi l’indirizzo IP e l’User Agent)”. In questo modo Google si assicura non solo che gli utenti di Chrome non finiscano nella trappola di cybercriminali e malintenzionati, ma anche di navigare in totale sicurezza, senza che i loro dati personali vengano esposti.



[Fonte Wired.it]

Putin: tutte le persone che si sospetta siano state uccise su suo ordine

Putin: tutte le persone che si sospetta siano state uccise su suo ordine



Da Wired.it :

Secondo il Committee to Protect Journalists, il suo assassinio sarebbe stato commissionato dall’oligarca Boris Berezovsky, alleato politico di Putin e cofondatore del suo partito Russia unita, definito “il padrino del Cremlino” da Klebnikov, in collaborazione con i servizi segreti dell’Fsb, all’epoca ancora conosciuti come Fss.

Anna Politkovskaya

Uccisa a ottobre del 2006 da alcuni sicari, Anna Politkovskaya era una giornalista russa con cittadinanza statunitense. Il suo lavoro si è sempre incentrato sui diritti umani, con lunghi reportage sulla seconda guerra cecena ricchi di critiche contro le forze armate e i governi russi sotto la presidenza di Putin, accusato di commettere crimini di guerra e non rispettare lo stato di diritto.

Per il suo omicidio, avvenuto a Mosca mentre si trovava nell’ascensore del palazzo in cui viveva, tantissimi hanno accusato Putin, anche perché avvenuto proprio il giorno del compleanno dell’autocrate, ma alla fine sono stati condannati cinque ceceni ritenuti gli esecutori di un assassinio pagato 150 mila dollari da una persona sconosciuta.

Alexander Litvinenko

Con l’omicidio di Alexander Litvinenko, gli omicidi brutali in stile regolamento di conti mafioso diminuiscono, lasciando il posto a metodi più sottili e simili a quelli da film sullo spionaggio. Ex agente dei servizi segreti sovietici Kgb e dissidente del regime instaurato da Putin, venne ucciso nel novembre del 2006 a Londra, esattamente tre settimane dopo aver bevuto una tazza di tè contaminata con un isotopo radioattivo, il Polonio 210.

Come riporta il New York Times, un’inchiesta britannica ha stabilito che Litvinenko è stato avvelenato dagli agenti dell’Fsb Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun, su ordini “probabilmente approvati dal presidente Putin”. Sembra quindi si sia trattata di una vendetta e di un modo per mettere a tacere un influente esponente dei servizi segreti, che aveva accusato Putin di essere dietro alle esplosioni che distrussero gli appartamenti a Mosca, Volgodonsk e Buynaksk di cui abbiamo già parlato e di aver ordinato l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.

Stanislav Markelov e Anastasia Baburova

Uccisi entrambi nel 2009, erano due collaboratori di Anna Politkovskaya. Stanislav Markelov, avvocato per i diritti umani, rappresentava la Politkovskaya e altri giornalisti critici nei confronti di Putin, mentre Anastasia Baburova era una collega della giornalista. Sono stati assassinati vicino al Cremlino da un individuo mascherato mai riconosciuto, lui perché avvocato di Politkovskaya, lei perché tentò di aiutarlo dopo il primo colpo di pistola. Anche in questo caso, secondo il Telegraph, il mandante sarebbe sempre Putin.

Natalia Estemirova

Prima rapita e poi trovata morta nel luglio 2009 in un bosco, Natalia Estemirova era una giornalista e attivista russa, che collaborava con Politkovskaya. Il suo lavoro si incentrò nel documentare le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Russia guidata da Putin in Cecenia e per questo è stata uccisa. Nessuno è mai stato indagato o condannato per il suo omicidio.

Boris Berezovsky

Trovato morto nel 2013, chiuso nel bagno della sua casa in Regno unito, nel Berkshire, con un laccio attorno al collo, Boris Berezovsky era un oligarca russo fuggito dalla Russia dopo uno scontro con Putin. Durante il suo esilio si era espresso in maniera molto critica contro l’autocrate, arrivando a minacciare di volerlo togliere dal potere con la forza. Putin pare non abbia gradito. Nessuno è mai stato incriminato o indagato per il suo omicidio.

Boris Nemtsov

Ucciso nel 2015 con quattro colpi di pistola alla schina, a due passi dal Cremlino, Boris Nemtsov era un leader politico di successo, considerato all’epoca come il più quotato rivale di Putin. Forte critico di tutte le posizioni dell’autocrate, si schierò anche contro la prima invasione russa dell’Ucraina nel 2014, scrivendo una lettera aperta alle forze armate e definendo illegali le loro attività.

Mikhail Lesin

Ucciso a Washington nel novembre 2015 con un colpo alla testa, Mikhail Lesin è stato ministro della Comunicazione e consigliere di Putin. Tuttavia, quanto nel 2014 si è rivolto all’Fbi, l’agenzia di sicurezza statunitense, per cercare un accordo e far cadere pesanti accuse internazionali di corruzione che pesavano contro di lui sembra sia diventato un pericolo per la sicurezza di Putin, che avrebbe, anche in questo caso, ordinato l’omicidio. A oggi, nessuno è stato indagato o condannato per la sua morte.

Dan Rapoport

Nell’ultimo anno, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, gli omicidi misteriosi ai danni di manager collegati alla Russia si sono moltiplicati. Tra questi, in esilio negli Stati Uniti dal 1980, forte critico di Vladimir Putin e della sua invasione dell’Ucraina che ha condannato pubblicamente, è Dan Rapoport, trovato morto ad agosto 2022 davanti a un edificio a Washington.

Ravil Maganov

Come Rapoport, anche Ravil Maganov aveva criticato apertamente l’invasione dell’Ucraina e come lui è morto in circostanze misteriose. Presidente della più grande compagnia petrolifera privata della Russia, la Lukoil, Maganov ha chiesto “la più rapida cessazione del conflitto armato” poco dopo l’inizio dell’invasione, come riporta la Cnbc. A settembre 2022 è morto cadendo dalla finestra di un ospedale di Mosca. Non si conoscono i dettagli dell’incidente.

Pavel Antov

Morto anche lui a seguito di una caduta, questa volta dalla finestra di un hotel a Rayagada, in India, Pavel Antov era un politico e oligarca russo che aveva criticato l’invasione dell’Ucraina a seguito di un attacco missilistico contro Kyiv. Le sue posizioni erano però state espresse solo in un messaggio tramite WhatsApp, non pubblicamente, ma sembra siano comunque arrivate alle orecchie dei servizi segreti russi e di Putin.

Yevgeny Prigozhin

L’ultimo a essere, probabilmente, epurato per aver sfidato Putin è l’ormai ex capo dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. Anche lui per anni fedele alleato dell’autocrate, sembra sia morto il 23 agosto 2023 dopo che un suo aereo privato è stato abbattuto nei pressi di Mosca, presumibilmente con un colpo di anti aerea. Il cosiddetto incidente è avvenuto esattamente due mesi dopo che con le sue truppe era arrivato a pochi chilometri dalla capitale, in un ammutinamento presumibilmente organizzato per chiedere un cambio ai vertici militari e diventare lui stesso ministro della difesa.

Alexei Navalny

Alexei Navalny è morto il 16 febbraio 2024. Il leader dell’opposizione a Vladimir Putin in Russia si trovava in carcere dal 2021, per scontare una condanna a 30 anni per estremismo politico. La sua scomparsa è arrivata alla vigilia delle elezioni presidenziali russe. Tra i più esposti e insistenti critici di Putin, tra il 2010 e il 2020 Navalny è diventato la principale figura di opposizione. Leader del Partito del progresso, nazionalista e di centrodestra, ha sempre attaccato l’uso strumentale del potere politico da parte dell’attuale classe dirigente russa.



[Fonte Wired.it]

Black Mirror, la settima stagione arriva su Netflix nel 2025

Black Mirror, la settima stagione arriva su Netflix nel 2025



Da Wired.it :

Black Mirror tornerà con una settima stagione su Netflix nel 2025. La notizia arriva dall’evento Next che si tenuto a Londra. Il nuovo ciclo di episodi della serie fantascientifica antologica di Charlie Brooker sarà composta di sei episodi e includerà un sequel delle avventure “alla Star Trek” della quarta stagione: “Robert Daly è morto, ma per l’equipaggio della Uss Callister i problemi sono solo all’inizio“, ha spiegato il comunicato dedicato alla produzione e pubblicato dal colosso di streaming. La puntata è il sequel del primo episodio della quarta stagione, incentrato su Daly, un programmatore solitario che ha creato e co-fondato un popolare gioco online. Il frustrato Daly simulava un’avventura spaziale simile a Star Trek all’interno del gioco, utilizzando il dna dei suoi colleghi per crearne cloni digitali e guidarli in missioni da space opera nei panni del capitano dell’astronave Uss Callister.

Quando all’equipaggio si univa l’ultima arrivata Nanette Cole, questa finiva per incoraggiare gli altri membri della plancia a ribellarsi al loro capitano. Jesse Plemons interpretava Daly. Cristin Milioti (Nanette Cole), Jimmi Simpson (Walton), Michaela Coel (Shania) e Billy Magnussen (Valdack) facevano parte del talentuoso equipaggio dell’astronave. Netflix non ha confermato chi di loro tornerà nel cast della puntata sequel ma è prevedibile che torneranno tutti. Nell’episodio originale della serie distopica britannica del 2017 era presente anche la voce di Aaron Paul (nel ruolo di Gamer691) e un cameo non accreditato di Kirsten Dunst, nei panni di un’anonima impiegata. Questa bizzarra avventura era stata scritta dal creatore della serie Brooker e da William Bridges e diretta da Toby Haynes.



[Fonte Wired.it]

Nomadi digitali in Italia, come funziona il visto

Nomadi digitali in Italia, come funziona il visto



Da Wired.it :

In un contesto sempre più globale e interconnesso, l’Italia decide di attrarre i nomadi digitali con un visto ad hoc, di pari passo con la lungimiranza di altri paesi che hanno implementato programmi di successo per questa tipologia di lavoratori qualificati. Fino ad oggi, tra le mete più ambite dai lavoratori extra-comunitari vi erano Stati membri quali il Portogallo, la Spagna e la Germania ma, la recente notizia della firma del decreto attuativo di una nomad visa tutto italiano, renderà l’Italia ancora più attrattiva contribuendo a cristallizzare il suo successo competitivo. Si stima infatti che i cosiddetti nomadi digitali siano oltre 35 milioni in tutto il mondo.

Dopo quasi due anni, è stato approvato il tanto atteso decreto attuativo del c.d. Digital Nomad Visa a firma di quattro ministeri: dell’Interno, del Lavoro, del Turismo e degli Affari Esteri. Il testo del decreto attuativo non è ancora disponibile alla consultazione, ma la notizia rimbalza già su tutte le principali testate giornalistiche italiane e straniere. Il decreto attuativo definisce le categorie di lavoratori altamente qualificati che possono avanzare la richiesta di visto per nomadi digitali, i limiti minimi di reddito del richiedente nonché le modalità necessarie per la verifica dell’attività lavorativa da svolgere.

Chi può richiedere il visto per nomadi digitali?

Tutti gli smart workers che non possiedono un passaporto europeo e che svolgono attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici possono rivolgersi al consolato italiano per ottenere un visto per nomadi digitali. Possono ottenere un visto per nomadi digitali sia i lavoratori dipendenti, di società italiane o estere, che gli autonomi.

Quali requisiti dimostrare per ottenere il visto?

Il nomade digitale ottiene il visto dimostrando al consolato italiano:

  • La sua qualifica di lavoratore altamente specializzato, dipendente o autonomo, che svolge la propria attività lavorativa da remoto da almeno 6 mesi;
  • La disponibilità di un reddito annuo minimo (circa 28.000 euro l’anno);
  • Un’assicurazione sanitaria valida sul territorio italiano per almeno un anno;
  • La disponibilità di un alloggio in Italia;
  • Una dichiarazione del proprio datore di lavoro o un’autodichiarazione dove si attesti l’assenza di carichi penali negli ultimi cinque anni.

Come chiedere il permesso di soggiorno?

Una volta ottenuto il visto, il nomade digitale può entrare in Italia e chiedere in questura il permesso di soggiorno. Il permesso di soggiorno per nomadi digitali sarà valido per un anno e sarà rinnovabile direttamente in Italia alla sua scadenza. I familiari del nomade digitale potranno ottenere un permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare.

Quali benefici fiscali può ottenere un digital nomad visa?

I nomadi digitali possono beneficiare dello speciale regime fiscale previsto per i c.d. lavoratori impatriati. Il regime prevede una detassazione pari al 50% del reddito di lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia per cinque anni in presenza di determinati requisiti. L’agevolazione fiscale è applicata direttamente dal datore di lavoro italiano in busta paga oppure direttamente dal lavoratore nella propria dichiarazione dei redditi.



[Fonte Wired.it]

Europa, una persona su 4 non crede alla teoria dell’evoluzione

Europa, una persona su 4 non crede alla teoria dell’evoluzione



Da Wired.it :

La maggioranza dei cittadini di Europa, Stati Uniti, Israele e Turchia considera la scienza una fonte affidabile di conoscenza e una risorsa per affrontare le sfide del nostro tempo. A quanto pare però il 26% degli europei non crede alla teoria dell’evoluzione, e la percentuale sale addirittura al 32% tra la popolazione statunitense. Una larga maggioranza dei residenti in entrambe le aree geografiche è infatti convinta dell’idea che “Dio ha creato gli esseri umani sostanzialmente nella loro forma attuale”.

Queste sono le conclusioni di un recente studio della Bbva Foundation. La ricerca ha interpellato 1500 maggiorenni per paese, con età, sesso, livello socio-economico e grado di istruzione diversi. Nel continente europeo, la ricerca ha coinvolto Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Bulgaria, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Romania.

La ricerca

Pur rilevando che nel complesso la fiducia nelle scoperte e nei dati è molto diffusa, l’esperimento mette in evidenza come fattori socio-demografici, cognitivi e ideologici possano alterare la percezione e la ricezione delle prove scientifiche.

I livelli più alti di interesse e di accesso alle informazioni scientifiche sono stati registrati negli Stati Uniti, rispettivamente con 6,1 e 5,6 punti su una scala da 0 a 10, mentre i tassi più bassi sono stati documentati in Turchia (5,6 e 5,4) e Israele (5,1 e 4,7). Negli Stati Uniti e in Europa, oltre il 40% degli intervistati afferma di parlare di scienza abbastanza o molto spesso.

Il team di ricerca dell’istituto finanziario è giunto a queste conclusioni dopo aver interrogato i partecipanti su 12 concetti o nozioni di base sulla scienza. Il gruppo ha valutato la comprensione di queste informazioni e ha scoperto che in Europa e negli Stati Uniti il livello medio di comprensione era rispettivamente di 7,9 e 7,8 risposte corrette. In Israele la media scende a 6,4 e in Turchia a 5,2.

Lo scetticismo nei confronti della teoria evolutiva

A fronte di risultati nel complesso incoraggianti, dallo studio emerge sorprendentemente che oltre un europeo su quattro respinga la teoria dell’evoluzione umana. Se in Italia il 71% dei cittadini interpellati ritiene che l’uomo si sia evoluto attraverso un processo biologico naturale, il tasso scende drasticamente in Turchia, dove solo il 28% degli intervistati sostiene l’ipotesi.



[Fonte Wired.it]