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Britney Spears, il film Crossroads arriva per la prima volta in streaming

Britney Spears, il film Crossroads arriva per la prima volta in streaming



Da Wired.it :

Nell’ultimo periodo Britney Spears ha inaugurato la sua carriera di scrittrice e ha annunciato il suo abbandono definitivo al mondo della musica. Ma ci sono vari modi in cui il suo nome continuerà a rimanere rilevante. Per esempio rinverdendo i suoi fasti da attrice. Capita a fagiolo un annuncio che farà felicissimi tutti i suoi fan: dal 15 febbraio, infatti il suo film cult Crossroads sarà disponibile su Netflix. È la prima volta nella storia che questa pellicola viene diffusa in streaming e la speranza è che replichi il successo di quando uscì, sempre il 15 febbraio, nel 2002. All’epoca guadagnò oltre 61 milioni di dollari al botteghino di tutto il mondo, cementando lo status di star internazionale di Spears, anche se non furono pochi i critici che stroncarono la sua interpretazione.

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All’epoca la cantante veniva dal successo di hit come Oops… I Did It Again e Baby One More Time, ma si preparava anche ad abbandonare la sua immagine da teenager tenera e innocente per abbracciare un’estetica più matura e risqué (quella che verrà espressa, per esempio, nel celeberrimo video di I’m a Slave for You). Questo periodo di transizione è riassunto nel brano che fa da colonna sonora, I’m Not a Girl, Not Yet a Woman, dal suo album del 2001 Britney. La trama del film si concentra su tre amiche, Lucy (Spears), Kit (Zoe Saldana) e Mimi (Taryn Manning), che partono per un road trip per cementare la loro amicizia e affrontare delle svolte nella loro vita: in particolare Lucy è alla ricerca della madre che l’ha abbandonata da piccola.





[Fonte Wired.it]

Expats è una storia al femminile intensa e tragica

Expats è una storia al femminile intensa e tragica



Da Wired.it :

La Wang, cinese di Pechino naturalizzata statunitense, e la Lee, nata e cresciuta a Hong Kong (ma di origini coreane) e poi trasferitasi a New York, hanno sperimentato in prima persona la posizione di “expat” e riescono in modo valido a trasmettere la sensazione di alienazione e scollamento che permea la serie. Una sensazione che Jack Huston (anche lui di doppia nazionalità, è di madre britannica e padre americano) ha descritto nella video-intervista in testa all’articolo come: “Una percezione che aumenta e diminuisce a seconda dello stato d’animo”. Lo stato d’animo di Margaret e Clarke (Brian Tee), trasferiti a Hong Kong per il lavoro di lui, è distrutto dopo la scomparsa di uno dei loro tre figli, scomparso durante un viaggio in Corea. Expats è volta a sconvolgere emotivamente il pubblico e la Wang non teme di immergere lo spettatore nella disperazione e nel senso di immobilità soffocante in cui versa la protagonista Margaret, interpretata dalla Kidman. Le co-protagoniste, Sarayu Blue e Ji-young Yoo, attraverso performance attoriale potenti (specialmente la Blue) condividono con lei una storia profonda sul dolore, la perdita e lo sforzo soverchiante di “andare avanti”.



[Fonte Wired.it]

Bitcoin, perché il valore sta scendendo

Bitcoin, perché il valore sta scendendo



Da Wired.it :

Il bitcoin sta vivendo giorni sull’ottovolante. Il 22 gennaio, per la prima volta dal lancio di undici Etf avvenuto lo scorso 11 gennaio, il valore della criptovaluta è sceso sotto i 40mila dollari. In particolare, come riporta l’agenzia Reuters, in tale data la principale valuta digitale mondiale ha perso il 3,98% del suo valore, scambiando ai minimi dal 4 dicembre.

Per la creatura di Satoshi Nakamoto si tratta di fatto della prima battuta d’arresto da agosto 2023, quando era iniziato a montare l’entusiasmo legato alla sentenza con cui la corte d’appello federale degli Stati Uniti aveva costretto la Securities and Exchange Commission (Sec), l’autorità che sorveglia i mercati finanziari negli Stati Uniti, a tornare sui suoi passi rispetto alla bocciatura della richiesta di Etf presentata da Grayscale. Da quel momento, il valore dei bitcoin era aumentato più o meno del 70%.

Il calo del 22 gennaio era atteso da alcuni analisti di mercato. In particolare, la loro convinzione è che la criptovaluta abbia avuto difficoltà a competere con i titoli tradizionali nel momento in cui lo Standard and Poor’s 500, l’indice benchmark più importante di Wall Street, ha raggiunto il suo massimo storico, trainato dai semiconduttori e da altri titoli del settore tecnologico.

Secondo Antoni Trenchev, cofondatore della piattaforma di intermediazione di criptovalute Nexo, la situazione vissuta dal bitcoin richiama importanti precedenti del comparto, tra cui l’offerta pubblica iniziale dell’exchange di criptovalute Coinbase e il lancio dei futures bitcoin, tutti seguiti da crolli simili della principale valuta digitale.

A mettere sotto pressione quest’ultima, secondo Trenchev, sarebbero stati anche gli ingenti deflussi fatti registrare dal fondo d’investimento Grayscale, che a inizio gennaio ha convertito il proprio bitcoin trust in un Etf. Non solo il bitcoin, però: anche Ether, la seconda criptovaluta al mondo, ha vissuto giorni più felici. Mentre scendeva il valore della moneta digitale creata da Satoshi Nakamoto, essa ha infatti perso il 6,37%, scendendo a quota 2328,30 dollari.



[Fonte Wired.it]

Il progetto Apple Car esiste ancora, ma la realizzazione è slittata al 2028

Il progetto Apple Car esiste ancora, ma la realizzazione è slittata al 2028



Da Wired.it :

Apple ha rivisto in modo significativo il progetto Titan per la realizzazione dell’Apple Car, abbandonando l’idea di un’auto completamente autonoma a favore di un veicolo elettrico meno avanzato. Questo ridimensionamento, tuttavia, ha portato l’azienda di Cupertino ha fissare una data di lancio, attualmente programmata per il 2028, con funzionalità di guida autonoma ridotte rispetto alle ambiziose origini del progetto.

La tecnologia di guida autonoma della vettura a inizio progetto – ormai dieci anni fa – prevedevano un sistema di Livello 5 (automazione completa), poi è stata limitata a un sistema di Livello 4 (automazione completa in alcune circostanze), ma anche questa versione ha incontrato ostacoli legati alle attuali limitazioni tecnologiche e possibili vincoli normativi. Di conseguenza, il progetto di Cupertino ha subito ottimizzazioni, passando attraverso cambi di dirigenza e continue modifiche, per renderlo più realizzabile. Ora si è passati ad un sistema di Livello 2+ (automazione parziale). Ciò significa che offrirà funzionalità di guida semi-autonoma, come il mantenimento della corsia e il supporto per frenare/accelerare, richiedendo comunque l’attenzione completa del conducente. Il sistema Autopilot di Tesla è classificato come di Livello 2: il Livello 2+ non è una designazione ufficiale, ma viene talvolta utilizzato informalmente per descrivere una versione più avanzata del Livello 2.

Secondo Bloomberg, testata che per prima ha riportato la notizia, Apple considera il ridimensionamento del progetto come “un momento cruciale“. Le spinte verso un approccio più conservativo sembrano essere state accentuate da pressioni interne. Il consiglio di amministrazione, infatti, avrebbe richiesto al Ceo Tim Cook di presentare un piano concreto per portare il “progetto Titan” sul mercato, minacciando l’arresto definitivo in caso di mancato riscontro. Di conseguenza, è stato presentato un concept rivisto con l’obiettivo di lanciare il veicolo entro cinque anni, sotto la guida di Kevin Lynch, dopo l’addio nel 2021 di Doug Field, ex di Tesla. Attualmente, però non è ancora del tutto chiaro quali ulteriori caratteristiche e innovazioni saranno presenti nel veicolo Apple, e sorgono dubbi anche tra i dipendenti aziendali in merito.

Come riporta Forbes diversi dirigenti di case automobilistiche, tra cui il Ceo di Ford, Jim Farley, e quello di Tesla, Elon Musk, hanno recentemente sollevato dubbi sulla redditività e sulla sicurezza dei veicoli completamente autonomi. Secondo Engadget, dopo un inizio promettente, le auto a guida autonoma non hanno avuto un buon andamento nel 2023. Per esempio Cruise, la divisione robotaxi di Gm, ha licenziato il 24% del suo personale a dicembre. Ciò è accaduto dopo che uno dei veicoli dell’azienda ha travolto e trascinato un pedone colpito da un’altra auto. L’episodio ha avuto conseguenze immediate, con il dipartimento dei motoveicoli della California (Dmv) che ha sospeso le licenze senza conducente di Cruise a causa di preoccupazioni sulla sicurezza. D’altra parte, però sembra che Waymo – il robotaxi di Google – stia procedendo meglio, e secondo l’agenzia Reuters punta a espandere il suo servizio senza conducente, dopo San Francisco, anche a Los Angeles.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, i supercomputer dell’Europa non sono pronti

Intelligenza artificiale, i supercomputer dell’Europa non sono pronti



Da Wired.it :

E qui vengono le dolenti note. Primo: nell’immediato usare i supercomputer anche per l’addestramento dell’AI significa scegliere a chi destinare la potenza di calcolo. La Commissione dovrà dare ordini di priorità e decidere come allocare le risorse al momento scarse.

Secondo: nel frattempo, spiega il funzionario, bisogna mettere mano al portafoglio e comprare un gran numero di rack, gli scaffali dove si collocano gli apparati hardware, e schede grafiche (graphics processing unit, gpu), cambiare l’architettura dei componenti e le connessioni per ridurre i tempi di collegamento tra le unità di calcolo. Tuttavia il mercato delle gpu è un collo di bottiglia. Il leader del settore è il colosso dei chip Nvidia, subissata dalla richieste, e secondo Tsmc, la principale azienda globale di produzione di microprocessori, la scarsità di offerta durerà almeno per tutto il 2024. Peraltro proprio Nvidia deve fornire l’hardware per il nono supercomputer della rete europea (di cui fa parte anche l’italiano Leonardo, impiantato a Bologna). È Jupiter e dovrebbe vedere la luce entro fine anno nel centro tedesco di supercalcolo a Jülich. Valore dell’appalto complessivo: 237 milioni. Il funzionario spiega che, con questi chiari di luna, non ci sono garanzie che Nvidia mandi in tempo i suoi chip, benché siano previste penalità per i ritardi.

La sfida del chip made in Europe

Terzo: Bruxelles potrebbe replicare con un chip made in Europe. La tecnologia, in questo caso, non manca: la società olandese Asml è il più importante produttore al mondo di macchine per la stampa dei chip. Non è cosa, però, che si fa con uno schiocco di dita. Il funzionario spiega che ci vorranno tre anni almeno per vedere i primi componenti e fino a 7 per un prodotto completo. Insomma, per realizzare un supercomputer con unità locali occorre aspettare il 2030. Tempo che l’Unione non ha, non solo per la corsa sfrenata dei suoi concorrenti. Ma anche perché già oggi i supercomputer della rete hanno una richiesta di poter accedere ai loro servizi che è il doppio della potenza installata. E decine di startup attendono di poter mettere piede nei centri di supercalcolo. Peraltro sotto questa iniziativa dedicata all’AI, le piccole imprese avrebbero accesso gratis ai supercomputer nella fase di sviluppo (non in quella di commercializzazione).

L’Hpc Ju ha in dote un miliardo, più 400 milioni di partner privati. Altri 2 miliardi sono in arrivo con il pacchetto AI. Di questi, dai 200 ai 400 milioni andranno solo in hardware, a seconda di quanta potenza di calcolo si vuole aggiungere negli otto centri in Italia, Spagna, Repubblica ceca, Finlandia, Lussemburgo, Bulgaria, Slovenia, Portogallo e, dal 2025, Germania. La Commissione esclude di appoggiarsi ai supercomputer privati, come quello di Eni a Pavia, perché l’alleanza andrebbe in conflitto con le regole sugli aiuti di Stato. A tendere la creazione delle fabbriche dell’AI può aiutare l’Europa a mettere a sistema le grandi moli di dati raccolte, agevolare le startup e compensare l’assenza di colossi tech con potenza di calcolo da sfruttare. Il progetto prevede anche la creazione di un programma di gemelli digitali delle città per pianificare lo sviluppo urbanistico futuri, dai consumi di energia alla difesa ambientale. Il problema, però, è al momento mancano i fondamentali. Senza i quali il piano della Commissione rischia di essere un gigante dai piedi d’argilla.



[Fonte Wired.it]

L’orologio dell’Apocalisse segna ancora 90 secondi alla fine del mondo

L’orologio dell’Apocalisse segna ancora 90 secondi alla fine del mondo



Da Wired.it :

Stessa data e stessi secondi. Proprio come lo scorso anno, infatti, il Doomsday Clock, l’orologio dell’apocalisse, torna a ricordarci quanto è vicina la fine del mondo. E il tempo che ci rimane, purtroppo, è lo stesso: 90 secondi alla mezzanotte, ovvero il giorno del giudizio. A riferirlo è stato il Bulletin of the Atomic Scientists’ Science and Security Board (Sabs), il consiglio di esperti formato anche da Nobel che ogni anno, appunto, sono chiamati ad aggiornare le lancette dell’orologio dell’apocalisse.

L’orologio dell’apocalisse

Ricordiamo brevemente che il Doomsday Clock è una metafora ideata da un comitato di esperti nel 1947, durante la Guerra Fredda, quando segnava 7 minuti alla mezzanotte. Questo orologio, infatti, viene usato per quantificare il rischio di un’ipotetica fine del mondo, quando l’umanità non riuscirà più a porre rimedio alle minacce create proprio dagli stessi esseri umani. Nel corso degli ultimi 76 anni le lancette dell’orologio si sono via via sempre più dirette verso la mezzanotte, ovvero verso l’ora del giudizio, raggiungendo lo scorso anno il minimo storico di 90 secondi.

A un passo dalla fine

Proprio come lo scorso anno, le principali minacce che continuano a guidare il mondo verso la catastrofe sono: la guerra tra Russia e Ucraina e la crescente dipendenza dalle armi nucleari, la disinformazione. I cambiamenti climatici, inoltre, hanno reso il 2023 l’anno più caldo mai registrato, con inondazioni, incendi e catastrofi ambientali legate al caldo che hanno avuto effetti dannosi su tutta l’umanità. “Oggi, impostiamo ancora una volta l’orologio a 90 secondi alla mezzanotte perché l’umanità continua ad affrontare un livello di pericolo senza precedenti”, spiegano gli esperti. “La nostra decisione non dovrebbe essere interpretata come un segnale che la situazione della sicurezza internazionale si sia allentata. I leader e i cittadini di tutto il mondo, invece, dovrebbero considerarla come un duro avvertimento e rispondere con urgenza, come se oggi fosse il momento più pericoloso della storia moderna”.

Guerre, armi nucleari e cambiamenti climatici

Mentre una fine alla guerra tra Russia e Ucraina sembra essere ancora lontana, e l’uso di armi nucleari rimane una seria possibilità, il conflitto a Gaza tra Israele e Hamas ha il potenziale per degenerare in un più ampio scontro mediorientale che potrebbe porre minacce imprevedibili, a livello regionale e globale. Per quanto riguarda il clima, il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre, con temperature record e con le emissioni di gas serra che hanno continuato ad aumentare. “Gli attuali sforzi per ridurre le emissioni di gas serra sono assolutamente insufficienti per evitare pericolosi impatti umani ed economici derivanti dai cambiamenti climatici, che colpiscono in modo sproporzionato le persone più povere del mondo”, spiegano dal Bulletin of the Atomic Scientists’ Science and Security Board. “Se non ci sarà un marcato aumento degli sforzi, il prezzo delle sofferenze umane dovute allo sconvolgimento climatico aumenterà inesorabilmente”.

Ai e minacce biologiche

Accanto alle guerre e i cambiamenti climatici, gli esperti evidenziano un’altra criticità: la convergenza degli strumenti di intelligenza artificiale (Ai) e delle tecnologie dell’ingegneria genetica potrebbe portare a degli abusi. L’Ai, come precisano gli esperti, è una tecnologia dirompente e gli sforzi per regolamentarla dovrebbero essere ampliati. Ha, infatti, anche il potenziale per amplificare la disinformazione, impedendoci così di affrontare in modo efficace i rischi nucleari, le pandemie e i cambiamenti climatici. “Come primo passo, e nonostante i loro profondi disaccordi, tre delle principali potenze mondiali (Stati Uniti, Cina e Russia) dovrebbero avviare un dialogo serio su ciascuna delle minacce globali qui delineate”, avvertono gli esperti. “Questi tre Paesi devono assumersi la responsabilità del pericolo che il mondo si trova ad affrontare. Hanno la capacità di salvare il mondo dall’orlo della catastrofe. Dovrebbero farlo, con chiarezza e coraggio, e senza indugi”.



[Fonte Wired.it]