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Biocarburanti, ecco come possono accompagnare l’elettrico nel progresso della mobilità

Biocarburanti, ecco come possono accompagnare l’elettrico nel progresso della mobilità



Da Wired.it :

L’elettrificazione, da sola, non è in grado di garantire la completa decarbonizzazione del settore dei trasporti, ma è necessario adottare ulteriori soluzioni innovative utili a ridurre le emissioni nocive. A fronte anche dell’aumento della domanda di energia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo e nei mercati emergenti, dire addio ai combustibili fossili è (almeno nel breve periodo) una sfida improponibile. In questo contesto sembra già avere un ruolo decisivo l’utilizzo diffuso dei biocarburanti, il cui impiego è – non a caso – inserito nel piano strategico della Commissione Europea REPowerEU, volto a promuovere l’economia circolare e la riduzione delle emissioni nette di anidride carbonica.

Gli scarti agricoli come risorsa energetica

I biocarburanti sono carburanti ricavati dalla lavorazione di materie prime di origine biologica, prodotti dalla valorizzazione delle biomasse da scarti e rifiuti, come per esempio gli oli alimentari esausti. Grazie all’impiego di nuove tecnologie, oggi costituiscono delle risorse potenzialmente utili anche altri resti organici, come le piante arboree croton e hevea, o una componente dei rifiuti solidi urbani.

La possibilità di utilizzare materiali di scarto, ça va sans dire, favorisce la creazione di un modello di economia circolare, migliorando la gestione dei rifiuti e riducendo il consumo di materie prime. Così i biocarburanti, in linea con il raggiungimento della carbon neutrality nel 2050, diventano una valida alternativa ai carburanti tradizionali per il settore dei trasporti. Ma potenzialmente sono utili anche per lo sviluppo di progetti ad alto impatto sociale e allo sviluppo energetico dei paesi con economie emergenti: oltre a supportare lo sviluppo delle comunità agricole e a promuovere la formazione di nuovi posti di lavoro, la creazione di agri-hub energetici permette infatti di riqualificare territori abbandonati e di coinvolgere le rispettive comunità locali.

Questi sono alcuni degli obiettivi, per esempio, del progetto di Eni per l’avvio di una filiera per la produzione di materie prime per i bio-fuel in Kenya. In particolare, è stata avviata una collaborazione con oltre 50mila agricoltori per la creazione di carburanti a ridotto impatto ambientale a partire dall’olio di ricino, che è una delle principali coltivazioni della zona.

Sviluppo sociale e rivalorizzazione dell’agricolo

Negli ultimi anni, a livello mondiale, numerose raffinerie di petrolio sono state trasformate in centri per la produzione di biocarburanti. In Italia questo è accaduto per esempio a Gela e a Porto Marghera (Venezia), dove allo scopo vengono utilizzate materie prime di origine biogenica per produrre HVO diesel, bio-GPL, bio-jet e bio-nafta destinata alla filiera della chimica. Per la loro lavorazione, Eni ha sviluppato le tecnologie necessarie per rendere sempre più efficiente il processo di trasformazione delle materie prime di origine biologica in biocarburanti. Un esempio è Ecofining, un processo costituito da due fasi: idrodeossigenazione, ossia l’aggiunta di idrogeno con l’eliminazione di ossigeno, e la successiva isomerizzazione per migliorare le proprietà a freddo del biocombustibile. Grazie alla grande flessibilità e versatilità della tecnologia, è possibile adattare la produzione in base alle richieste del mercato.

Del resto, i biocarburanti sono già presenti nelle stazioni di servizi Enilive: per esempio, quando alla pompa troviamo la scritta HVOlution significa che quel carburante è un diesel prodotto con 100% di materie prime rinnovabili. E dal punto di vista pratico non cambia alcunché per chi fa rifornimento, in quanto – per i veicoli compatibili – il funzionamento sia del distributore sia del veicolo resta invariato.

Nell’ottica di un approccio alla transizione energetica basato sulla neutralità tecnologica, i biocarburanti rappresentano una soluzione irrinunciabile e complementare ad altre per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Per esempio, nell’aviazione costituiscono l’unica alternativa concreta per la decarbonizzazione del trasporto aereo, un settore che peraltro è in forte espansione negli ultimi anni.

Carbon Neutral

Una sezione dedicata alle innovazioni in ambito energia, powered by Eni

Arrow



[Fonte Wired.it]

The Mandalorian (con Baby Yoda) sbarcherà al cinema

The Mandalorian (con Baby Yoda) sbarcherà al cinema



Da Wired.it :

L’indiscrezione circolava da tempo, ma nella galassia lontana, lontana si attendeva la conferma ufficiale, arrivata nelle ultime ore: The Mandalorian arriverà al cinema. È stato appunto annunciato che Jon Favreau, già creatore della serie Disney+ ambientata nel mondo di Star Wars, dirigerà un nuovo film dal titolo The Mandalorian & Grogu, che inizierà le riprese entro la fine dell’anni. La pellicola vedrà riuniti sul grande schermo, dunque, il cacciatore di taglie mascherato Djn Djarin interpretato da Pedro Pascal, e il piccolo Grogu, la pucciosa creatura aliena più conosciuta come Baby Yoda. Non ci sono ancora dettagli ufficiali sulla trama, quindi non è dato sapere in che modo si collegheranno alle vicende già narrate nelle serie e soprattutto alla quarta stagione che si sta girando attualmente. Probabile anche che nel film confluiranno le vicende e i personaggi introdotti in altre estensioni seriali come The Book of Boba Fett e Ahsoka.

Un mondo in espansione

The Mandalorian & Grogu sarà il primo film della galassia di Star Wars a entrare in produzione dopo L’ascesa di Skywalker del 2019, e dopo che negli ultimi anni diversi progetti (come quelli di Patty Jenkins e Kevin Feige) sono stati abbandonati. Questa nuova fatica di Favreau inaugurerà una nuova fase cinematografica per il franchise, che dovrebbe secondo gli ultimi piani prevedere anche nuovi film firmati da Sharmeen Obaid-Chinoy (col ritorno della Rey di Daisy Ridley), James Mangold e Davi Filoni. Per ora non si certezza sulla data di uscita, anche se il calendario Disney al momento prevede due uscite legate a Star Wars nel maggio e nel dicembre 2026, e poi un’altra ancora nel dicembre 2027. I tanti eventi inaspettati degli ultimi anni, comunque, hanno dimostrato che queste programmazioni possono cambiare più e più volte.

Questa non è comunque l’unica novità sul mondo di Guerre stellari arrivata nelle ultime ore: come speravano molti fan e come del resto c’era da aspettarsi, Disney+ ha finalmente ordinato ufficialmente una seconda stagione di Ahsoka, la saga dedicata alla combattente Jedi Ahsoka Tano interpretata da Rosario Dawson. La prima stagione, sbarcata in streaming nell’autunno 2023, si era conclusa con il ritorno nella galassia conosciuta del temibile Grande ammiraglio Thrawn, intenzionato a rifondare l’Impero, mentre Ahsoka è rimasta esiliata nel lontano pianeta di Peridea. Probabile che l’annuncio in concomitanza di questa nuova stagione e del film The Mandalorian & Grogu faccia parte di un piano organico che porterà tutte queste storyline a un compimento comune, su cui avremo prima o poi un’idea più completa.



[Fonte Wired.it]

Islanda, l’isola vuole sfruttare il magma per produrre energia pulita

Islanda, l’isola vuole sfruttare il magma per produrre energia pulita



Da Wired.it :

In Islanda un gruppo di scienziati e ingegneri vuole scavare un tunnel per raggiungere una camera magmatica e generare energia geotermica sfruttando le sue altissime temperature. Nei prossimi anni, il team inizierà a perforare nei pressi di un deposito di roccia fusa vicino al vulcano Krafla. L’obiettivo è trasformare il paese in un leader nel campo dell’energia pulita e degli studi sismici.

L’azienda Krafla Magma Testbed (Kmt) ha studiato la superficie dell’Islanda per un decennio alla ricerca di un sito ottimale per il suo progetto, che punta a utilizzare l’abbondante magma del territorio per coprire il fabbisogno energetico islandese senza fare affidamento sui combustibili fossili.

Il magma come fonte energetica

Non è un caso che l’Islanda sia uno dei paesi più avanzati nella tecnologia geotermica. La posizione al confine tra la placca nordamericana e quella eurasiatica, attualmente in fase di separazione, fa sì che l’isola debba fare costantemente i conti con la forza della natura che si sprigiona dalla crosta terrestre. L’ultimo episodio risale alla fine del 2023, quando l’eruzione di un sistema vulcanico nei pressi dalla cittadina di Grindavík ha portato all’evacuazione di quasi quattromila persone.

Secondo le informazioni fornite da Kmt, la fonte di energia per il progetto sarà una camera magmatica vicino al vulcano Krafla. I ricercatori perforeranno la superficie terrestre fino a due chilometri di profondità, fermandosi appena sopra un letto di roccia fusa. Una volta raggiunto il loro obiettivo, la temperatura emanata dai condotti magmatici toccherà quota mille gradi.

Dopo un decennio di studi, i responsabili dell’iniziativa sono pronti a iniziare le trivellazioni nel 2026. I lavori di scavo richiederanno due mesi e dopodiché, il team analizzerà l’ambiente circostante per valutare la fattibilità del progetto. Se tutto andrà secondo i piani, un primo centro di ricerca sul magma sarà pronto nel 2027.

Questo progetto innovativo aumenterà la nostra conoscenza del magma per proteggere milioni di persone, paesi e città in tutto il mondo dai disastri vulcanici, esplorando i metodi per ottenere energia geotermica in modo più efficiente“, si legge sul sito di Kmt.

Le sfide del progetto

Sfruttare il magma terrestre può sembrare un’idea promettente, ma per ammissione degli stessi scienziati non sarà facile da realizzare. Attualmente non esistono rilevatori dei depositi di roccia fusa o metodi affidabili per raggiungerli. Anche la produzione di energia geotermica ha davanti a sé sfide notevoli, come la disponibilità di fonti di calore adatte, gli alti costi operativi e i rischi inerenti al settore, tra cui l’alta probabilità di terremoti, eruzioni ed emissioni di gas tossici.

L’Islanda dispone già di alcune turbine che funzionano con il calore delle emanazioni terrestri. Ora Ktm ha intenzione di fare il passo successivo e sfruttare temperature ancore più elevate per soddisfare il fabbisogno energetico dell’Islanda.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired en español.



[Fonte Wired.it]

Cookie più semplici e chiari: il piano europeo

Cookie più semplici e chiari: il piano europeo



Da Wired.it :

La novità più importante proposta, però, è che i siti, giornali e social dovranno offrire, oltre alla versione a pagamento e a quella con la profilazione pubblicitaria attiva, anche una terza via che preveda una pubblicità meno invasiva. Per la Commissione, infatti, visti i tanti siti internet che l’utente medio visita, chiedergli di pagare per ogni sito non può essere considerata una valida alternativa alla profilazione attraverso i cookie.

Su questi punti è intervenuto il comitato dei garanti europei della privacy (Edpb) che, in una lettera indirizzata alla Commissione, ha proposto di indicare come alternativa l’uso della pubblicità contestuale. Il contextual advertising è una forma pubblicitaria legata al contesto in cui è fruita. Per esempio, consiste nel mostrare annunci di articoli sportivi a chi legge contenuti sullo sport. Si tratta di un livello intermedio tra la pubblicità mirata (tipica dei social media) e quella generalista (tipica della Tv o dei quotidiani). Per fare un paragone con i media classici, si può associare alla pubblicità che si trova sui magazine di moda o arredamento, che punta a un pubblico definito, ma senza averne i dati. Online viene usata anche dai motori di ricerca che forniscono pubblicità relativa all’oggetto delle ricerche dell’utente. La differenza è che questo sistema non profila in modo invasivo l’utente come succede con la pubblicità mirata.

Più chiarezza e meno sforzi nella gestione dei cookie

La Commissione contesta la modalità di dare all’utente la possibilità di deselezionare ogni singolo cookie, ritenendo che si tratti di una finta trasparenza che, al contrario, spinge l’utente a cliccare sempre i pulsanti “accetta tutto” o “rifiuta tutto”. Questo dovrebbe essere possibile solo nel secondo livello di informazioni, per coloro che sono davvero interessati ad un tale grado di approfondimento.

Per evitare la cookie fatigue, inoltre, non si potrà riproporre uno stesso banner più di una volta l’anno (come già richiesto dal Digital markets act) e sarà lecito usare applicazioni terze che permettano di dare istruzioni sulle proprie preferenze di trattamento dei dati (browser inclusi).

Questo intervento è ancora più necessario considerando che il regolamento e-Privacy dell’Ue, originariamente previsto per aggiornare le normative sui cookie, probabilmente non sarà mai approvato, data l’incapacità di raggiungere un accordo a causa di molteplici interessi in gioco. Anche se questa nuova proposta, basata su un approccio volontario, sembra essere una misura tampone piuttosto che una soluzione definitiva. Intanto il risultato è che ogni stato membro dell’Ue va per conto suo, così come ogni Autorità garante della privacy ha le sue linee guida, che, seppur simili, non sono uguali nei 27 paesi. E questo contribuisce alla frammentazione e a creare confusione negli utenti e nelle aziende.

I prossimi passi del progetto della Commissione prevedono un continuo confronto con le aziende, tenendo in considerazione i suggerimenti dei garanti della privacy in vista della prossima versione di gennaio e della presentazione del testo finale al Consumer summit di aprile 2024.



[Fonte Wired.it]

Peregrine, niente allunaggio per il lander

Peregrine, niente allunaggio per il lander



Da Wired.it :

Peregrine, il lander privato costruito da Astrobotic per la Nasa, con tutta probabilità non arriverà a toccare la superficie della Luna. Solo qualche ora dopo il lancio (avvenuto alle 8.18 italiane di lunedì 8 gennaio) i tecnici hanno riscontrato un problema al sistema di propulsione, con una perdita “critica” di carburante.

La missione

Peregrine è il lander che Astrobotic Technology, compagnia di Pittsburgh, ha progettato e costruito per la Nasa, dopo che l’Agenzia aveva lanciato ai privati la sfida per il contenimento dei costi per le missioni spaziali.

La missione è partita lunedì 8 gennaio alle 8.18 italiane dalla Florida, a bordo del nuovo razzo Vulcan Centaur. Durante il lancio non ci sono stati problemi e il lander si è separato dal secondo stadio del razzo a circa 50 minuti dalla partenza. Il viaggio di Peregrine per la Luna sarebbe proseguito in solitaria: in 5 giorni avrebbe dovuto inserirsi nell’orbita del nostro satellite e il 23 febbraio avrebbe dovuto toccare il suolo lunare. Ma l’allunaggio non avverrà.

I problemi

Peregrine era in viaggio da poche ore, quando i tecnici hanno riscontrato un’avaria al sistema di propulsione del lander: un’importante perdita di carburante stava impedendo di posizionare il lander correttamente verso il Sole, così da caricare le sue batterie.

Anche l’immagine condivisa sui social, ottenuta dalla telecamera posizionata sul lander, restituisce indizi del danno subito: sono evidenti ammaccature e accartocciamenti degli strati esterni del veicolo.

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[Fonte Wired.it]