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La creatura di Gyeongseong, quando la guerra genera mostri

La creatura di Gyeongseong, quando la guerra genera mostri



Da Wired.it :

Sulla carta, La creatura di Gyeongseong(in originale Gyeongseong Creature) sembra la risposta asiatica ai film horror sulle armate zombie create da scienziati pazzi nazisti. È molto, molto di più: un mostro generato dagli esperimenti dagli alleati dell’Asse durante il secondo conflitto mondiale, in effetti, c’è, ma la serie coreana dal 22 dicembre su Netflix, oltre a essere anche e soprattutto una storia dell’orrore agghiacciante, è anche una spy story, un dramma storico, un racconto bellico, un romanzo di formazione, un romance e un action. “Sono stata troppo ambiziosa nel girare da sola le coreografie più pericolose e mi sono ferita” ha ammesso la protagonista femminile Han So-hee, che aveva già dimostrato una propensione per i ruoli tosti nei panni della poliziotta pugile di My Name, anticipando una presenza massiccia di scene d’azione. So-hee interpreta Yoon Chae-ok, una giovane alla ricerca della madre scomparsa che dalla Manciuria giunge a Gyeongseong (Seul) nel 1945 durante l’occupazione giapponese, proprio mentre la guerra è agli sgoccioli. Il suo destino si incrocia con quello di Jang Tae-sang (Park Seo-joon), imprenditore egoista e invidiato, proprietario di un lussuoso banco dei pegni, la cui unità priorità è la propria incolumità. Assieme a Chae-ok è costretto a cercare una persona rinchiusa in un ospedale dove si svolgono esperimenti disumani, organizzando un’incursione molto più pericolosa di quanto possano immaginare.



[Fonte Wired.it]

Nutella vegana, sta arrivando? | Wired Italia

Nutella vegana, sta arrivando? | Wired Italia



Da Wired.it :

Accompagna colazioni e merende dei cittadini del mondo dal 1964 e presto potrà essere spalmata o raccolta con il cucchiaino anche da chi ha fatto scelte alimentari che la escludono dalla loro dieta: le persone vegane potranno trovare in commercio nei prossimi mesi una versione della Nutella senza tracce di ingredienti a origine animale.

Come riporta il Corriere della Sera, lo scorso 1 dicembre la multinazionale di Alba ha infatti depositato il marchio “Nutella plant based” presso l’ufficio brevetti (Uibm) del ministero delle Imprese e del made in italy. Una denominazione che esclude fraintendimenti, considerato che la dieta plant based si basa su materie prime vegetali.

Che la crema spalmabile alla nocciola ideata da Michele Ferrero sia stata concepita con l’idea di farla piacere a tutti è evidente da più dettagli, non ultimi quelli che nel tempo hanno riguardato la comunicazione della società dolciaria rispetto al proprio prodotto. Ne è un esempio la campagna con cui nel 2022 Nutella ha raccontato la storia d’Italia attraverso 59 edizioni limitate del proprio barattolo, una per anno dal 1964 in poi. Anche le iniziative dei suoi estimatori hanno fatto sì che la crema diventasse una vera e propria icona non soltanto nel suo settore. Prova ne sia, per esempio, l’istituzione del World Nutella Day del 5 febbraio 2007 da parte di Sara Rosso, una blogger americana appassionata del prodotto.

Adesso il marchio Nutella plant based dovrà affrontare il classico iter da cui sono attesi tutti i marchi dal momento della loro registrazione in poi. Dopodiché è davvero facile immaginare che il prodotto della Ferrero possa riuscire a raggiungere una fetta di mercato che finora, per scelta, per allergie o per intolleranze, l’aveva evitata.

In tutto, il mercato plant based ha raggiunto quota 5,8 miliardi di vendite in Europa, come attestano i dati Nielsen riportati dal Corriere. Nel nostro paese il settore pesa invece per circa 680 milioni. Tra tutti i prodotti, è proprio il latte vegetale quello che ottiene il maggior successo: la sua vendita è costante e conta incassi per circa 310,4 milioni di euro.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, l’Onu ha pubblicato le prime linee guida

Intelligenza artificiale, l’Onu ha pubblicato le prime linee guida



Da Wired.it :

Il nuovo comitato di esperti sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite ha pubblicato le sue prime raccomandazioni per una gestione condivisa, equa e responsabile di queste nuove tecnologie. Il rapporto intermedio è arrivato appena due mesi dopo l’insediamento ufficiale dell’AI Advisory body e chiunque può inviare le proprie considerazioni sul documento, dal sito del Comitato, entro il 31 marzo 2024. Il rapporto finale, che terrà conto dei commenti inviati, verrà invece presentato a settembre 2024, durante il Vertice del futuro.

Sulla base delle regole e dei principi delle Nazioni Unite, come la Carta, la Dichiarazione universale dei diritti umani o il diritto internazionale, gli esperti hanno chiesto un maggiore allineamento tra queste norme e le modalità di sviluppo e utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI). Perché ciò accada, hanno delineato cinque principi guida che dovranno dirigere la formazione e il lavoro delle nuove istituzioni di controllo di questo settore.

Il primo è quello dell’inclusione, per garantire a tutti e tutte un accesso equo alle potenzialità offerte dall’AI. Il secondo riguarda la tutela dell’interesse pubblico, per rendere responsabili sia le aziende che distribuiscono e controllano l’AI, sia gli utenti, rispetto a metodi di sviluppo impropri o un uso dannoso di questi strumenti. Il terzo mette al centro la necessita di proteggere i dati personali e il quarto la partecipazione universale di paesi e parti interessate nelle attività di regolamentazione. Infine, il quinto specifica come il controllo dell’AI debba essere ancorato alla Carta delle Nazioni Unite, al diritto internazionale e agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Oltre a questi principi cardine, il rapporto delinea le sette funzioni fondamentali che dovranno essere svolte dagli organi chiamati a gestire l’AI. In particolare, dovranno valutare periodicamente lo stato dell’AI e quale direzione stia prendendo il suo sviluppo, garantire l’armonizzazione internazionale degli standard di sicurezza e dei metodi di gestione dei rischi, promuovere la collaborazione internazionale per assicurare l’integrazione dei paesi del Sud del mondo, monitorare i pericoli, coordinare la risposta alle emergenze e sviluppare norme vincolanti sulla responsabilità.

Essendo ancora un lavoro preliminare, gli esperti non hanno ancora formulato una proposta unitaria e definita che porti alla creazione di un organo di controllo. Per ora, il documento lascia aperta la possibilità che le funzioni elencate possano essere svolte o da una nuova istituzione internazionale o da un network di istituzioni già esistenti. Le forme istituzionali che potrà assumere l’organo di controllo verranno proposte nel rapporto finale. È importante sottolineare che, almeno per ora, queste raccomandazioni non hanno carattere vincolante.



[Fonte Wired.it]

Addio Hyperloop One, chiude il progetto di trasporto ultraveloce

Addio Hyperloop One, chiude il progetto di trasporto ultraveloce



Da Wired.it :

È arrivata la conferma ufficiale della chiusura di Hyperloop One, la società principale che ha perseguito l’idea originale di Elon Musk di creare un treno supersonico in grado di rivoluzionare il sistema di trasporti via terra. La promessa era quella di spostare passeggeri o merce all’interno di un network di giganteschi tubi a bassa pressione per viaggiare più velocemente degli aerei di linea rimanendo a pochi metri dal suolo. Tuttavia, i costi ingenti e un progressivo rallentamento di test e ricerca hanno portato a chiudere la serranda.

L’idea era molto simile alla posta pneumatica, seppur in versione extralarge: invece che per spostare capsule contenenti documenti, Hyperloop One puntava a creare una sorta di ferrovia 2.0 con i vagoni a spostarsi nel comfort ad altissima velocità in un tubo quasi senza attrito. Sulla carta, l’ipotesi era quella di superare la velocità del suono e garantire viaggi rapidissimi anche a grandi distanze, come per esempio Milano-Roma in 30 minuti, oppure collegare nazioni lontanissime come Usa e Cina in modo più efficiente rispetto ai voli intercontinentali. Ipotizzata per la prima volta a inizio 20esimo secolo dal pioniere della missilistica moderna Robert Goddard, l’idea dei treni supersonici che viaggiano nel quasi-vuoto era tornata in auge nel 2013 grazie a un paper pubblicato da Elon Musk che concepiva una tratta da Los Angeles a San Francisco. Una delle prime sperimentazioni avvenne nel 2016 grazie all’interesse di Virgin con un test nel deserto del Nevada, lasciando intendere un’evoluzione rapida del progetto, anche grazie a diversi progetti paralleli (come vi abbiamo raccontato qui). Così non è stato.

Alcuni dei dirigenti di Hyperloop One hanno avuto grane con la giustizia tra accuse di molestie e truffe, sono sopraggiunti problemi finanziari per sostenere gli alti costi di ricerca e sviluppo e così il progetto si è rapidamente sgonfiato. Se già nel 2022 un tunnel di test costruito da Elon Musk in California era stato convertito in un parcheggio, oggi Bloomberg racconta come i circa 200 dipendenti siano stati licenziati, gli uffici a Los Angeles risultano abbandonati e gli asset saranno ceduti gradualmente. Le proprietà intellettuali di Hyperloop rimanenti finiranno in mano alla società DP World di stanza a Dubai e proseguiranno alcuni progetti paralleli, ma al momento non si è andati oltre a prototipi e studi preliminari di fattibilità.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, l’AI che prevede quando le persone muoiono

Intelligenza artificiale, l’AI che prevede quando le persone muoiono



Da Wired.it :

Life2vec è un modello di intelligenza artificiale in grado di prevedere i decessi precoci con un’accuratezza del 78 per cento. La nuova AI è frutto di una ricerca della Technical University of Denmark, pubblicata su Nature Computational Science.

Come funziona Life2vec

Il sistema utilizza un’architettura simile a quella di ChatGPT. È stato addestrato usando un database contenente le informazioni personali e socio-demografiche di sei milioni di danesi, fornito dalle autorità governative del paese. Attraverso una rete neurale di deep learning basata su un modello linguistico di grandi dimensioni, Life2vec analizza parametri come l’istruzione, la salute, il reddito e l’occupazione per fornire previsioni sugli eventi futuri di singoli individui.

I dati utilizzati per la fase di addestramento si riferiscono al periodo compreso tra il 2008 e il 2016. Ma gli scienziati disponevano di informazioni sui decessi fino al 2020, che hanno usato per confrontare le loro ipotesi con dati reali. L’esperimento ha dimostrato che le previsioni del modello AI risultavano precise quasi otto volte su dieci. La maggior parte degli errori era legata a infarti e incidenti. Life2vec ha stabilito che tra i fattori che aumentano il rischio di morte prematura rientrano l’essere maschio, aver ricevuto una diagnosi di un disturbo mentale e il basso reddito.

La metodologia utilizzata dal team danese ha permesso a Life2vec di ottenere un tasso di accuratezza superiore dell’11 per cento rispetto a quello di sistemi simili. I ricercatori affermano che la scoperta rappresenta un significativo balzo in avanti nell’analisi di dati complessi e offre potenziali applicazioni in campi quali la salute pubblica, la pianificazione sociale e la comprensione dei modelli socio-demografici.

La questione etica

Per quanto il ricorso a tecniche di modellazione per prevedere future malattie o migliorare le condizioni di vita sia lodevole, gli analisti sottolineano che questo tipo di tecnologia solleva anche problemi etici e apre alla possibilità di possibili abusi.

Youyou Wu, psicologa dell’University College di Londra, avverte che gli algoritmi possono avere un impatto negativo se sfruttati per scopi discriminatori o per prendere decisioni che influiscono sulla sicurezza sociale, personale e professionale delle persone.

Al momento sono in atto diversi sforzi per moderare l’avanzata dei sistemi di intelligenza artificiale. All’inizio di dicembre l’Unione europea ha approvato l’AI Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, che il blocco utilizzerà per regolamentare lo sviluppo e l’uso della tecnologia. Nel suo messaggio in vista della Giornata mondiale della pace, anche Papa Francesco si è espresso a favore della creazione di un quadro normativo, invitando i leader mondiali a definire un trattato internazionale giuridicamente vincolante sull’AI e facendo eco alle posizioni di aziende nel settore come Google e OpenAI.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.



[Fonte Wired.it]