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Le canzoni di Natale pop e rock più amate di sempre

Le canzoni di Natale pop e rock più amate di sempre



Da Wired.it :

Ascolteremo sempre le stesse canzoni: Jingle Bells, Bianco Natale e Mariah. Oh, se ascolteremo Mariah”. Lo dice un divertito e ironico Albertino nell’ultima canzone di Natale di Radio Deejay, e in qualche modo ha ragione. Sì, le canzoni di Natale sono sempre quelle, ogni tanto fa capolino qualche canzone nuova, ma lo status di “classici” è riservato alle solite canzoni. Ci sono però una serie di “classici moderni”, chiamiamoli così, che per una generazione cresciuta negli anni Ottanta si sono fissati nell’immaginario collettivo, delle canzoni che arrivano dal mondo del rock e del pop. Ormai hanno già dai quaranta ai cinquant’anni, eppure rispetto ai classiconi hanno qualcosa di diverso e di pop. Ecco allora i “classici moderni” delle canzoni di Natale.

Happy XMas (War Is Over), John Lennon

Happy XMas (War Is Over) di John Lennon, uscita nel dicembre del 1971, è diventata a tutti gli effetti uno standard natalizio. È allo stesso tempo una canzone di Natale e un inno di protesta contro la guerra, quella del Vietnam. Ed è quindi quanto mai attuale, la canzone da suonare più di ogni altra in questi giorni. Happy XMas (War Is Over) è il culmine dell’impegno pacifista di Lennon e Yoko Ono di quegli anni, delle manifestazioni come il famoso bed in (quando, in luna di miele, ricevettero dei giornalisti a letto, nella loro camera d’albergo) e di canzoni come Give Peace A Chance. La canzone segue la grande iniziativa mediatica del 1969, quando John e Yoko acquistarono degli spazi pubblicitari in 12 città di tutto il mondo per affiggere dei cartelloni con la scritta WAR IS OVER! If You Want It – Happy Christmas from John & Yoko. Nel frattempo, l’esperienza di Imagine, uscita nel 1971, che aveva avuto molto più successo delle sue altre canzoni post Beatles, gli aveva fatto capire che avrebbe dovuto “trasmettere il messaggio politico con un po’ di miele”. Così pensò di mettere il messaggio di quei cartelloni in una canzone di Natale, portando un messaggio di pace, di ottimismo, ma senza quel sentimentalismo di tante canzoni di Natale. Happy Xmas riprende in realtà Stewball, un vecchio brano folk tradizionale, interpretato, tra gli altri, da Woody Guthrie. Su una melodia dolce, con le chitarre che suonano come fossero mandolini, si innestano parole semplici e dirette, ma l’insieme di parole e musica è qualcosa di irresistibile. Il brano, prodotto da Phil Spector, vede la partecipazione dell’Harlem Community Choir, 30 bambini di età dai 4 ai 12 anni.

Last Christmas, Wham!

Michael Putland/Getty Images



[Fonte Wired.it]

Cina, il nuovo supercannone elettromagnetico

Cina, il nuovo supercannone elettromagnetico



Da Wired.it :

In Cina un team di ingegneri militari ha realizzato il cannone a rotaia elettromagnetico più avanzato del mondo. Nei test la nuova arma è riuscita a sparare diversi colpi consecutivamente senza intoppi, e il suo consolidamento farebbe del paese un leader nella tecnologia railgun, il termine inglese con cui sono conosciuti i cannoni a rotaia. Anche gli Stati Uniti avevano un progetto nel campo, che però hanno abbandonato qualche anno fa a causa dei costi di costruzione e sviluppo.

Il cannone a rotaia è un tipo di arma che sfrutta la forza elettromagnetica per scagliare proiettili a velocità superiori rispetto a quelle rese possibili dalla polvere da sparo e dalla combustione. Nonostante a livello teorico si parli della tecnologia già dall’inizio del ventesimo secolo, l’industria militare ha raggiunto risultati funzionali solo negli ultimi due decenni.

Il test di un cannone a rotaia in Giappone

Precisione e gittata da record

Il nuovo cannone sperimentale cinese si distingue per efficienza e velocità di fuoco. Secondo le informazioni raccolte dal South China Morning Post di Hong Kong, i proiettili lanciati dell’arma viaggiano a una velocità di due chilometri al secondo. Nei test, il cannone è riuscito a sparare 120 proiettili di fila senza errori, coprendo un raggio compreso tra i 100 e i 200 chilometri.

La cadenza di tiro raggiunta dalla railgun cinese eguaglia il record fatto segnare dagli attuali sistemi di artiglieria navale convenzionali, che però supera in termini di gittata (un cannone sparato da una nave da guerra pesante ha una gittata effettiva di circa 30 chilometri).

Uno dei principali fattori che ostacolano lo sviluppo dei cannoni a rotaia è l’usura. L’attrito, la temperatura e la potenza a cui vengono scagliati i proiettili tendono infatti a consumare rapidamente l’interno della camera dell’arma. Gli ingegneri militari hanno dedicato decenni di ricerca per fare in modo che le railgun fossero in grado di fare fuoco ripetutamente senza intaccare il ciclo di vita del sistema, analizzando per esempio i materiali di costruzione, l’energia necessaria per sparare, il controllo del rinculo e i sistemi di puntamento automatico.

Il contributo dell’AI

In un rapporto pubblicato dall’Università navale di ingegneria di Wuhan, i responsabili del progetto cinese hanno dichiarato di essere riusciti a correggere gli errori di calcolo e il problema del surriscaldamento del cannone grazie all’intelligenza artificiale. Il documento sostiene che l’AI è in grado di controllare contemporaneamente 100mila punti dati dell’arma: quando l’intelligenza artificiale rileva un problema, ne diagnostica l’origine e interviene per risolverlo. La collaborazione tra l’AI e la nuova railgun ha già evitato un errore critico del sistema in tre occasioni, ha riportato il team.

Il rapporto non rivela ulteriori informazioni sullo stato attuale del cannone a rotaia. Negli scorsi mesi però, la Marina della Cina si è vantata della potenza della sua tecnologia elettromagnetica di difesa. Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno invece deciso di rallentare i loro sforzi nel settore. Secondo un articolo di The Defense Post, in 15 anni il Dipartimento della difesa americano ha investito quasi 500 milioni di dollari in un solo progetto, ribattezzato Emrg (“Electromagnetic Railgun”), senza però raggiungere risultati soddisfacenti. Nel 2021, l’esercito statunitense ha quindi deciso di destinare i finanziamenti verso sistemi bellici più efficaci, come i missili ipersonici o gli sciami di droni guidati dall’intelligenza artificiale.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.



[Fonte Wired.it]

Frank Rosenblatt, chi era l’inventore della prima intelligenza artificiale

Frank Rosenblatt, chi era l’inventore della prima intelligenza artificiale



Da Wired.it :

“La creazione di macchine dotate di qualità umane rappresenta da molto tempo un’affascinante area della fantascienza. Eppure, stiamo per assistere alla nascita di una macchina proprio di questo tipo: capace di percepire, riconoscere e identificare ciò che la circonda senza alcun addestramento o controllo da parte dell’essere umano”.

A pronunciare queste parole non è uno degli imprenditori o scienziati informatici protagonisti del successo ottenuto da ChatGPT e dagli altri più recenti sistemi di intelligenza artificiale. Al contrario, queste parole risalgono al 1958 e furono scritte dallo psicologo e ingegnere Frank Rosenblatt per raccontare le potenzialità della macchina che stava all’epoca finendo di progettare: il Mark I Perceptron.

La Marina militare statunitense fu talmente colpita dalle promesse di Rosenblatt che decise di finanziare il suo lavoro, mentre sulla stampa iniziava a montare un’enorme aspettativa. “È il primo rivale del cervello umano che sia mai stato concepito”, scrisse per esempio il New Yorker. Un’altra prestigiosa testata come il New York Times non fu da meno, titolando: “Ecco il cervello elettronico che insegna a se stesso”.

Le aspettative sul Perceptron

Le attese, insomma, erano molto elevate. Quando finalmente il Perceptron fu svelato, nel luglio 1958, riuscì però a portare a termine un solo compito: riconoscere autonomamente – dopo cinquanta tentativi – quale scheda perforata fosse marchiata sulla sinistra e quale sulla destra. Un po’ poco per giustificare gli enormi investimenti riversati in un progetto che, sempre secondo Rosenblatt, avrebbe dovuto dare vita alla “prima macchina in grado di avere un’idea originale”.

Nonostante il risultato deludente, Rosenblatt continuò a giustificare il suo lavoro – per il quale utilizzava un IBM 704 pesante cinque tonnellate e che occupava un’intera stanza – spiegando come quello fosse stato solo l’inizio e come, “facendo un passo in avanti”, questo stesso sistema sarebbe stato in grado, per esempio, di ascoltare una lingua e tradurre istantaneamente in un’altra.

Le cose non andarono come previsto: i risultati attesi da Rosenblatt non si realizzarono e i finanziamenti si prosciugarono. Anzi, oggi l’ascesa e la caduta del Perceptron vengono considerati la causa del primo “AI Winter” (inverno dell’intelligenza artificiale): una fase durante la quale l’entusiasmo verso questo settore si raffredda e la ricerca praticamente si arresta.

Gloria postuma

A distanza di 65 anni dalla presentazione del Perceptron, possiamo però dire che Frank Rosenblatt è stato vendicato. “Ispirato dal modo in cui i neuroni lavorano assieme nel cervello umano, il Perceptron è una rete neurale a un solo strato: un algoritmo che classifica gli input in due possibili categorie – si legge sul sito della Cornell University, dove Rosenblatt ha insegnato -. “La rete neurale esegue una previsione – per esempio, destra o sinistra oppure cane o gatto – e se è sbagliata, aggiusta da sola i suoi collegamenti al fine di fare una previsione più corretta la prossima volta. Dopo migliaia o anche milioni di ripetizioni, diventa accurata”.



[Fonte Wired.it]

La storia di Tim Cook, il leader invisibile che ha proiettato Apple in un’altra dimensione

La storia di Tim Cook, il leader invisibile che ha proiettato Apple in un’altra dimensione



Da Wired.it :

È andata molto diversamente. Perché Cook ha creato una leadership corale, dopo aver semplificato fortemente il gruppo alla guida dell’azienda (sono usciti Scott Forstall, il delfino di Jobs, e il designer britannico Jony Ive, oltre a molti altri dirigenti) e ha identificato dei collaboratori di livello, dopo qualche passo falso soprattutto con John Browett, assunto per guidare gli Apple Retail Store e licenziato dopo sei mesi, e con Angela Ahrendts, che è durata invece tre anni. Tra l’altro, Cook ha imparato che le soluzioni migliori sono quelle che nascono ascoltando il gradimento e il consenso interno, e oggi i negozi sono sotto l’ala di Deirdre O’Brien, veterana di Apple molto stimata dai collaboratori e responsabile anche di molte altre aree di gestione dell’azienda, dalle vendite al personale.

Soprattutto, Cook è riuscito a creare una strategia nuova, basata su valori. Tre, per la precisione: privacy, ambiente e inclusione. Affermando che la privacy è un diritto umano universale, alzando l’asticella in maniera notevole per il rispetto dell’ambiente (nel 2013 ha assunto Lisa Jackson, già a capo dell’Agenzia Usa per la protezione dell’ambiente, che si sta rivelando una delle sue scelte più azzeccate di sempre) e dimostrando sulla sua pelle che l’inclusione e la diversità sono un valore “vero” sia all’interno di Apple che nel modo con il quale vengono pensati i suoi prodotti. La tecnologia è lo strumento per rendere il mondo un posto migliore e consentire alle persone di esprimere tutto il loro potenziale.

Forse l’ottimismo filosofico di Cook è esagerato, ma il risultato in termini finanziari ha dato ragione alla scelta di Jobs: Cook era la migliore persona possibile da mettere alla guida di Apple. Con il tempo anche la sua mancanza di visione “tech” in realtà si è dimostrata relativa. Prendendo sempre più confidenza con il suo ruolo di guida dell’azienda, e lavorando sui tempi lunghi con l’approccio che preferisce, cioè per successive iterazioni anziché per “strappi”, Cook ha lentamente costruito la sua visione tecnologica di lungo periodo. Una visione che ruota attorno a una tecnologia: la realtà aumentata. E, in attesa di avere occhiali o lenti a contatto digitali, per adesso il futuro di Apple è nella realtà virtuale dell’Apple Vision, il visore in corso di lancio sul mercato. E poi, come sempre, la visione di lunghissimo periodo: l’altra grande scommessa sulla quale l’azienda sta continuando, con ferma lentezza, a costruire: l’auto elettrica di Apple.

Tuttavia, la prudenza, la timidezza di chi non ama esporsi su un palco sposata però con la capacità di recitare con un premio Oscar senza problemi, il passo lungo da maratoneta, la quantità di lavoro monumentale che riesce a mettere a terra, ancora non scioglie il punto centrale: chi è veramente Tim Cook? Un algido robot aziendale? Una persona intensa e molto riservata o un leader che, dietro il velo della privacy, nasconde una vita vuota, priva di colori e affetti? Non lo sapremo davvero mai, a meno che non voglia essere lui stesso a spiegarcelo.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired 107, in edicola ora



[Fonte Wired.it]

Mobius-78, la tastiera che si può controllare coi comandi gestuali

Mobius-78, la tastiera che si può controllare coi comandi gestuali



Da Wired.it :

Soprattutto, si può assegnare a un determinato movimento della mano o delle dita un’azione precisa scelta ad hoc dall’utente così da sostituire la sequenza di comandi su tasti, mouse o trackpad con una singola rapida gesture. Compatibile con Windows e Mac e realizzata in versione sia cablata sia wireless, Mobius-78 si connette via bluetooth fino a tre dispositivi contemporaneamente così come usb type-c anche per caricare la batteria. Oltre all’alluminio, verrà prodotta anche in policarbonato e supporta cappucci di tipo pbt per la massima compatibilità con i pezzi in commercio. A bordo c’è una piccola memoria per salvare configurazioni e personalizzazioni, mentre con l’app companion si può scegliere tutto ciò da customizzare.

Mobius-78 è prodotta dall’azienda cinese Eclipse Team e ha debuttato molto bene su Kickstarter raccogliendo già la somma minima per la produzione dopo pochi giorni dalla messa online del progetto. Si può ancora finanziare l’idea e portarsi a casa un’unità a partire dal prossimo maggio a un prezzo di 182 euro ovvero di circa 60 euro inferiore rispetto a quello ufficiale una volta uscita sui mercati. Volendo, c’è anche la versione barebone ossia senza cappucci per i tasti, a circa 20 euro in meno.



[Fonte Wired.it]

Il mini termosifone grande come uno smartphone

Il mini termosifone grande come uno smartphone



Da Wired.it :

CozyPod è un mini termosifone grande circa quanto uno smartphone, che si inserisce direttamente nella presa di corrente per riscaldare stanze in modo efficiente grazie alla struttura interna in ceramica. Questo radiatore elettrico compatto può infilarsi comodamente in zaini e borse ed è subito pronto all’uso per creare il giusto tepore in ambienti di circa 20 metri quadrati. È attualmente uno dei progetti più finanziati su Kickstarter, la popolare piattaforma di crowdfunding e strizza l’occhio ai freddolosi che vogliono combattere il freddo inverno ovunque si trovino.

Bastano due secondi collegato alla presa di corrente e CozyPod può subito accendersi e scaldare stanze irradiando calore tramite la struttura interna in ceramica ad alta efficienza e bassi consumi. Nonostante l’ingombro limitato può lavorare a 800 watt così da regolare la temperatura di stanze fino a 18,5 metri quadrati circa fino a un massimo di 31 gradi centigradi. Può essere orientato in verticale oppure orizzontale per adattarsi alla parete o alla presa disponibile e include anche un display che informa della modalità d’uso in corso e che si può staccare per utilizzarlo come telecomando senza fili fino a circa 10 metri di distanza, grazie alla piccola batteria integrata. Completa il quadro una luce led per creare la giusta atmosfera, insomma un’alternativa portatile e smart a sistemi di riscaldamento moderni.

Il mini termosifone può essere collegato a prese di corrente di tutto il mondo grazie agli adattatori interscambiabili e può essere regolato su unità di misura internazionali e infatti strizza l’occhio a chi è spesso in giro e vuole sempre crearsi la giusta temperatura ovunque, senza dover dipendere da sistemi di riscaldamento integrati. Si può ancora finanziare l’idea su Kickstarter e ottenere un’unità di CozyPod a prezzo speciale di 63 euro (-30% rispetto al listino) con consegne dal prossimo marzo 2024. C’è anche la possibilità di ordinare l’apposita custodia da viaggio rigida e progettata ad hoc per 10 euro in più.



[Fonte Wired.it]