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I migliori supporti per cellulare da auto a suzione per cruscotto e parabrezza

I migliori supporti per cellulare da auto a suzione per cruscotto e parabrezza



Da Wired.it :

I supporti per cellulare da auto a suzione sono diventati strumenti indispensabili per gli automobilisti moderni, consentendo di utilizzare in modo sicuro e pratico il proprio smartphone come navigatore durante i viaggi in auto. Questa categoria di gadget si distingue tra gli altri supporti per cellulare per la sua capacità di aderire perfettamente al cruscotto o al parabrezza del veicolo, garantendo che il dispositivo rimanga stabile e facilmente accessibile durante tutto il tragitto. Tra le numerose opzioni disponibili sul mercato, è essenziale scegliere il modello giusto che si adatti alle proprie esigenze specifiche. La decisione però non è per nulla facile, specialmente se si cerca una buona qualità. Iniziamo dunque dal capire quali sono le caratteristiche fondamentali per i supporti per cellulare da auto a suzione.

Come scegliere il supporto per smartphone da auto a suzione

Per individuare il supporto per cellulare da auto a suzione più adatto alle proprie esigenze di viaggio, è fondamentale tenere in considerazione una serie di importanti parametri. Prima di tutto, è sempre bene verificare che il supporto sia compatibile con la propria auto, in modo da avere una facile installazione e una salda presa sulla superficie desiderata, che sia il cruscotto o il parabrezza. Inoltre, è sempre bene considerare la compatibilità con il proprio smartphone, anche se molti di questi accessori sono ormai universali. A questa premessa si aggiunge:

  • La qualità dei materiali di costruzione. Meglio optare per supporti realizzati con materiali resistenti come plastica di alta qualità o lega di alluminio per una maggiore durata e affidabilità nel tempo, visto che la possibilità di cadute accidentali è sempre alta.
  • Un aspetto cruciale è il tipo di ventosa o attacco utilizzato. Alcuni supporti impiegano ventose a vuoto, mentre altri utilizzano ventose adesive o con gel. Ognuna ha i suoi vantaggi e svantaggi in termini di aderenza e rimovibilità. È importante assicurarsi che il sistema a ventosa sia adeguato alla superficie in cui si desidera posizionare il supporto e che consenta un fissaggio sicuro senza danneggiare l’auto.
  • Meglio considerare sempre anche il metodo di fissaggio al proprio dispositivo mobile. Questi supporti possono utilizzare morsetti regolabili, magneti, meccanismi di bloccaggio o supporti specifici per il modello di telefono. La scelta dipenderà dalle dimensioni e dal peso del proprio smartphone, nonché dalle preferenze personali. Ad esempio, i morsetti permettono una presa solida, mentre i magneti consentono una rapida rimozione.
  • Infine, possono avere un certo peso nella scelta le funzionalità extra di questi accessori. Alcuni supporti sono dotati di bracci flessibili per regolare l’angolazione e l’altezza, mentre altri possono offrire opzioni di ricarica wireless integrata o compatibilità con accessori aggiuntivi come telecomandi o supporti per tablet.

Le altre tipologie di supporti

Diversamente, ci sono altre tipologie di supporti per smartphone da auto che potrebbero risultare più idonee alle singole esigenze dell’utente. Oltre a quelli a suzione ne esistono molti altri, come quelli con morsetto da attaccare alle prese d’aria condizionata, quelli pensati per gli specchietti retrovisori, quelli da fissare al lettore cd e quelli che utilizzano il portabicchieri come sostegno. È importante notare che la scelta del supporto dipenderà dal tipo di veicolo e dalle preferenze personali. Per chiunque sia alla ricerca di una panoramica completa delle diverse opzioni disponibili, abbiamo selezionato anche i migliori modelli di supporto per smartphone da auto in tutte le categorie.




[Fonte Wired.it]

Google Play Store ora ci dice se le app sono sicure o meno

Google Play Store ora ci dice se le app sono sicure o meno



Da Wired.it :

Mantenere Google Play sicuro per utenti e sviluppatori rimane una priorità assoluta per Google”. Con queste parole Nataliya Stanetsky – Android Security and Privacy Team – ha annunciato la novità introdotta dal colosso tecnologico nel suo Play Store: un badge che certifica le applicazioni come sicure, dopo che sono state sottoposte a un controllo di sicurezza di terze parti. Per il momento, questa “etichettatura di sicurezza” è stata aggiunta soltanto alle app VPN, trattandosi di quelle più pericolose per i dati degli utenti, ma è molto probabile che a breve sarà integrata anche sulle altre proposte dello store di Google.

Da qualche giorno a questa parte, quindi, quando cercate un’app VPN sul Play Store potete vedere il badge “Controllo della sicurezza indipendente” all’interno della sezione Sicurezza dei dati dell’applicazione stessa. Un’indicazione utile per farvi sapere che “una terza parte indipendente ha convalidato che gli sviluppatori hanno progettato le loro app per soddisfare queste migliori pratiche minime di sicurezza mobile e privacy del settore”. Insomma, il badge vi segnala che l’applicazione in questione è sicura, anche se questo non significa che sia davvero priva di vulnerabilità. In ogni caso, la nuova opzione del Play Store è una buona garanzia del fatto che lo sviluppatore dell’app in questione stia facendo di tutto per garantire la vostra sicurezza e quella del vostri dati.

Inoltre, come se non bastasse, ora Google vi offre anche la possibilità di accedere a ulteriori informazioni sulle app presenti nello store, reindirizzandoli alla cosiddetta “Directory di convalida delle app”, dove è possibile visualizzare tutte le applicazioni che sono state sottoposte a controlli di sicurezza indipendenti. Chiaramente, app come Google One, NordVPN ed ExpressVPN sono già presenti nell’elenco, ma è molto probabile che a breve saranno affiancate da tante altre applicazioni simili. “Incoraggiamo e prevediamo che altri sviluppatori di app VPN si sottopongano a test di sicurezza indipendenti, offrendo ancora più trasparenza agli utenti”, ha dichiarato Google, lasciando intendere che ben presto sarà difficile non trovare un’app contrassegnata dal badge di sicurezza sul suo Play Store.



[Fonte Wired.it]

Aurora boreale in Italia: le app e i siti per le previsioni

Aurora boreale in Italia: le app e i siti per le previsioni



Da Wired.it :

Per le previsioni delle Aurore Boreali (e il contraltare delle Aurore Australi) ci sono due risorse da consigliare, sono perfette da visualizzare da desktop o, in alternativa, da browser mobile:

  • Space Weather Predicion Centeril punto di riferimento è una pagina del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) che mostra con previsione a 30 minuti l’attività con le mappe boreali e australi e la scala dell’indice kp.
  • Space Weather Live – sfruttando i numerosi dati del già citato NOAA, questa pagina mostra in modo testuale (non visivo) non solo la probabilità di aurora con gli indici kp ma anche lo storico e le stime per i giorni a venire.

In alternativa, ci sono app ottimizzate per una consultazione più rapida e confortevole da smartphone. Anche in questo caso i dati arrivano dalle fonti già citate:

  • Aurora Alerts: app disponibile sia su Android sia su iPhone con mappe, storici, dati, previsioni su lungo e breve termine, condizioni meteo locali e sul vento solare.
  • Aurora Labs: altra app per Android e iPhone che include tutto ciò che serve per le previsioni e per le condizioni meteo della zona di osservazione.
  • Aurora Forecast: app tuttofare pensata per gli iPhone.
  • Space Weather Live: app tuttofare per Android, include anche alcune webcam delle zone più propizie per l’osservazione.

Data la nostra latitudine, in Italia le aurore sono visibili in modo tenue molto basse sull’orizzonte, quindi il consiglio è quello di recarsi in zone con scarso inquinamento luminoso e puntare lo sguardo verso nord.



[Fonte Wired.it]

South Park: Joining the Panderverse o della cinematografia ruffiana

South Park: Joining the Panderverse o della cinematografia ruffiana



Da Wired.it :

Nel 326o episodio della serie a cartoni, ci imbattiamo in quattro adolescenti di varie etnie e orientamenti sessuali diversi, che aspettano il bus per andare a scuola. Si chiamano Cartman, Stanley, Kyle e Kenny e sì, sono gli eroi dell’irriverente cartone, ma in un universo alternativo. Solo Carter si accorge che qualcosa non va, e poco dopo verrà a conoscenza dell’esistenza dell’Universo 216-B, abitato interamente da donne di differenti etnie. La colpa è di Kathleen Kennedy (sì, la produttrice Re Mida dei successi di Spielberg, nonché membro del consiglio di amministrazione di Disney presieduto da Bob Iger). La Kennedy è ossessionata dall’inserire membri “diversi” ovunque, anche se questo vuol dire sostituire Bambi con una gallina lesbica. Grazie alla portentosa Gemma Inclusiva – un’Ai superpotente – è in grado di arruffianarsi qualsiasi pubblico e usa questo espediente per produrre all’infinito lo stesso film ripetuto che piace a tutti infarcendolo di “personaggi inclusivi”. Questo abuso ha dato vita al Diversiverso, una storpiatura della realtà che rischia di far collassare i mondi l’uno sull’altro.



[Fonte Wired.it]

Stelle marine: hanno una testa, ma non è dove pensate

Stelle marine: hanno una testa, ma non è dove pensate



Da Wired.it :

Un’analisi genetica delle stelle marine ha messo fine a uno dei misteri più longevi per i biologi. Queste creature dotate di cinque braccia, occhi posti alle estremità e una bocca al centro non presentano tronco e coda perché sono essenzialmente un’unica testa.

Da un punto di vista morfologico, la maggior parte degli animali ha una struttura composta da testa, tronco e coda. Questa conformazione del corpo, identificata come simmetria bilaterale, è determinata dalle istruzioni fornite dal dna. Anche nelle specie marine più bizzarre, come le meduse o i polpi, gli zoologi possono generalmente individuare un inizio e una fine del corpo.

Come è fatta una stella marina

Nel caso degli echinodermi, la categoria che oltre alle stelle marine comprende anche cetrioli e ricci di mare, le cose però stanno diversamente. Le stelle marine presentano infatti una simmetria pentaradiale. In altre parole, il loro corpo è diviso in cinque parti uguali che si collegano a una bocca centrale. Non sono dotate di coda, busto o testa perché tutto il loro corpo confluisce in un’unica massa tentacolare.

A infittire il mistero, i reperti fossili degli antenati delle stelle marine hanno dimostrato che questi organismi non sono sempre stati caratterizzati da una simmetria pentaradiale. Una ricostruzione del 2012 ha infatti rivelato che i primi antenati degli echinodermi avevano testa, torso e coda. A un certo punto questi organismi marini si sono evoluti sviluppando una massa a cinque braccia, che ha garantito la loro sopravvivenza per milioni di anni.

A seguito della scoperta, gli scienziati hanno cercato di determinare le cause dell’evoluzione e del cambiamento nella forma degli echinodermi, ma anche di definire cosa siano esattamente le stelle marine da un punto di vista genetico. E se la maggior parte dei ricercatori aveva accettato l’idea che gli echinodermi fossero composti da un torso e da una bocca, una recente analisi dei geni di queste creature pubblicata su Nature rivela il contrario.

Dove si trova la testa di una stella marina?

Secondo la ricerca, nelle stelle marine l’espressione genica che definisce la testa negli esseri umani e in altri animali si trova nella parte centrale di ogni braccio, mentre quelle che danno origine al tronco si trovano ai bordi delle appendici, su scala più piccola. Nelle stelle marine ci sono in proporzione “più geni della testa“. Lo studio, quindi, afferma che la testa gli echinodermi sono privi di tronco e che la loro testa è distribuita.

Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno eseguito una tomografia sul degli esemplari di Patiria miniata, una specie nota anche come stella pipistrello. Queste stelle marine possono misurare fino a 20 centimetri di diametro e vivono a 290 metri di profondità nei mari della regione nordamericana che si estende da Sitka in Alaska alla Bassa California, in Messico. Sono così chiamate perché gli occhi sulla punta sono in grado di percepire la “firma” chimica della preda, con un meccanismo simile a quello del sonar nei pipistrelli.



[Fonte Wired.it]

Tesla vuole realizzare un’auto da 25mila euro in Germania

Tesla vuole realizzare un’auto da 25mila euro in Germania



Da Wired.it :

Tesla sta pensando di fabbricare auto da 25mila euro nella sua fabbrica di Grünheide. Lo riporta l’agenzia Reuters, specificando che dalla cittadina a 37 chilometri da Berlino, che conta poco più di novemila abitanti, la società di Elon Musk sarebbe pronta a sviluppare un piano industriale che punta all’acquisizione delle proprie vetture elettriche da parte del pubblico di massa.

Secondo una ricerca della Jato Dynamics ripresa dall’agenzia stampa britannica, nella prima metà del 2023 il prezzo media al dettaglio delle automobili elettriche vendute in Europa è stato di circa 65mila euro, oltre il doppio dei 31mila della Cina. Tale discrepanza era già nota da tempo al magnate sudafricano, convinto della necessità di realizzare veicoli più economici per poter davvero sfondare nel mercato del vecchio continente.

In questo senso, ad aiutare la sua casa automobilistica potrebbe essere stata un’innovazione attraverso la quale essa sarebbe riuscita, attraverso la pressofusione, a realizzare quasi tutto il sotto-scocca delle automobili in un unico pezzo, accelerando la produzione e abbassandone i costi. Il risultato avvicinerebbe peraltro Tesla all’obiettivo di raggiungere le 20 milioni di consegne di veicoli entro il 2030, distinguendosi da competitor come Volkswagen, che hanno invece privilegiato a tali numeri i margini di profitto.

Lo scorso 3 novembre Elon Musk ha visitato lo stabilimento di Grünheide, in cui viene prodotto il modello Y, quello più venduto in Europa. Proprio per l’occasione, l’ad avrebbe annunciato ai dipendenti sia il progetto di costruire un veicolo da 25mila euro, sia l’aumento salariale del 4% a partire dal mese di novembre, considerando la previsione da parte della casa texana di raddoppiare la capacità produttiva dello stabilimento tedesco e portarla a un milione di veicoli all’anno.

Lo scorso ottobre le autorità tedesche avevano chiesto a Tesla di fornire informazioni sui suoi piani di espansione e sulle modalità attraverso le quali essi avrebbero aderito alle leggi in tema ambientale del paese.



[Fonte Wired.it]