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Monte Bianco, traforo: i lavori slittano al 2024

Monte Bianco, traforo: i lavori slittano al 2024



Da Wired.it :

Servirà un ulteriore anno di attesa prima dell’inizio dei lavori di manutenzione al traforo del Monte Bianco. Come riporta l’agenzia Ansa, la commissione intergovernativa (Cig) formata da rappresentanti dei ministeri di Italia e Francia ha infatti stabilito di far slittare a settembre 2024 l’avvio dei cantieri sulla volta del tunnel, che inizialmente prevedevano la chiusura di quest’ultimo fino a dicembre.

La Cig ha inoltre disposto la chiusura del traforo per un periodo di circa sei settimane da individuare nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2023, utile a consentire interventi di messa in sicurezza dell’intera infrastruttura. Per la stessa ragione dovrebbero inoltre essere previste delle chiusure notturne del traforo, salva la possibilità di interrompere i lavori e riaprire i luoghi alla normale viabilità nel caso in cui la situazione dovesse in questo senso diventare critica.

La Conferenza intergovernativa Italia Francia”, ha confermato nella serata del 7 settembre il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani con un post su X, “che con la collega ministra Catherine Colonna avevo fatto convocare per oggi, ha appena concluso i lavori con successo: deciso il rinvio di un anno della chiusura del Monte Bianco, portando avanti al tempo stesso i lavori necessari alla sicurezza”.

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La conferma al rinvio dei lavori è arrivata anche dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. “Da parte italiana – hanno affermato fonti interne al Mit al Sole 24 Oreè stata ribadita la richiesta di individuare le soluzioni tecniche più efficaci e opportune per rendere la galleria del Bianco in linea con i più moderni standard di sicurezza, valutando anche l’ipotesi di aprire una seconda canna”.

A sbilanciarsi maggiormente sull’inizio degli interventi di manutenzione è stato invece, come riporta sempre l’agenzia Ansa, il ministro dei Trasporti francese Clément Beaune, certo che essi potranno partire già “fra qualche giorno” e avranno una “durata senza dubbio abbreviata”.





[Fonte Wired.it]

Covid-19, cosa ci dicono i primi casi della variante Pirola

Covid-19, cosa ci dicono i primi casi della variante Pirola



Da Wired.it :

Dalla Danimarca arriva la prima descrizione clinica di casi Covid-19 dovuti alla variante BA.2.86, soprannominata Pirola. Fino al 21 agosto, il sistema di monitoraggio danese ha individuato 10 casi e i sintomi riportati dalle persone colpite sono simili a quelli dovuti ad altre varianti e includono tosse, mancanza di fiato e febbre. Nessun caso è stato classificato come grave.

Pirola

Il 17 agosto l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato BA.2.86 una “variant under monitoring”. Una versione di Sars-Cov-2 da tenere d’occhio, insomma, per via delle sue numerose mutazioni (oltre 30) che interessano la proteina spike del virus.

Per questo motivo gli scienziati, dalla Cina alla Svezia, si sono affrettati a studiarla, per avere indizi sulla sua capacità di trasmettersi e di fare danni all’organismo. I primi risultati sono tranquillizzanti: BA.2.86 sembra meno contagiosa di altre varianti come XBB.1.5 e EG.5 e sembra sfuggire meno del previsto all’immunità da vaccino e da infezioni precedenti.

I primi 10 casi

Il report pubblicato su Eurosurveillance descrive i primi casi identificati di infezione dovuti a Pirola identificati in Danimarca. Le osservazioni sembrano confermare quanto visto in laboratorio.

Dal 26 luglio al 21 agosto in Danimarca sono stati identificati 876 casi di infezione da Covid-19. 418 campioni sono stati sequenziati e in 10 di questi è stata riscontrata la variante BA.2.86. La maggior parte degli altri casi, invece, è da attribuire alle varianti EG.5.1 e XBB.1.16.

Le persone colpite da Pirola hanno un’età media di 57 e 5 anni e hanno almeno una condizione cronica preesistente. Tutti i maggiorenni avevano ricevuto almeno tre dosi di vaccino, l’ultima somministrata tra 299 e 616 giorni prima dell’infezione da parte di Pirola. Alcuni avevano anche ricevuto un vaccino aggiornato come quarta dose e in 5 avevano alle spalle un’infezione da Sars-Cov-2 confermata.

I sintomi

I sintomi riportati dai pazienti e constatati dai medici – si legge nel report – non sono significativamente diversi da quelli che si manifestano con altre varianti, e includono tosse, mancanza di fiato e febbre. Nessun caso è stato classificato come grave. Tuttavia, sottolineano gli autori, si tratta di una valutazione preliminare sui primi casi identificati e necessita di essere confermata.

Cosa fare

Stando all’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità del 30 agosto, l’incidenza di casi di Covid-19 in Italia è in aumento in tutte le fasce d’età, in particolare tra quelle più anziane, mentre i tassi di malattia grave sono stabili o in lieve aumento. La variante Pirola non è ancora stata individuata nel nostro paese, dove circolano in prevalenza varianti ricombinanti di Omicron (in particolare XBB.1.9, mentre è in crescita EG.5 e il suo sottolignaggio EG.5.1), “senza rischi addizionali per la salute pubblica”.

Pertanto la regola d’oro in caso di infezione è sempre quella di rivolgersi al proprio medico che consiglierà il protocollo di trattamento più adatto. In generale le persone vaccinate che non presentano fattori di rischio e manifestano i sintomi tipici di Covid possono assumere paracetamolo o ibuprofene e all’occorrenza altri farmaci da banco per alleviare i sintomi dell’infezione virale. Negli altri casi sarà il medico a decidere se opportuno procedere con l’antivirale paxlovid o, se insorge una polmonite, con cortisone. Fondamentale per le persone a rischio è evitare l’automedicazione.



[Fonte Wired.it]

Il corvo: il reboot del film di culto arriverà nel 2024

Il corvo: il reboot del film di culto arriverà nel 2024



Da Wired.it :

Lionsgate ha acquistato i diritti per gli Stati Uniti del reboot di The Crow durante il Toronto International Film Festival: “Apprezziamo il significato che il personaggio di Il corvo e il film originale hanno per legioni di fan e crediamo che questo nuovo film offrirà al pubblico una reinterpretazione autentica e viscerale della sua potenza emotiva e della sua mitologia”, ha dichiarato Charlotte Koh, EVP Acquisitions and Co-Productions della Lionsgate, a proposito del progetto. “Lavorare con un team creativo guidato dall’impareggiabile stile visivo e narrativo di Rupert e con un team di produttori che hanno realizzato alcuni dei film più popolari e d’impatto degli ultimi decenni è un vero privilegio” ha continuato, citando il regista Rupert Sanders.

I produttori, che comprendono Victor Hadida (Resident Evil), Molly Hassell (Terminal) e John Jencks hanno dichiarato: “Il film originale ha lasciato un segno indelebile nella nostra cultura che continua a vivere. Siamo entusiasti di proporre un nuovo adattamento per il pubblico di oggi che rispetti questa eredità. Rupert ha magistralmente apportato nuove dimensioni per creare un universo contemporaneo per questa saga senza tempo di amore imperituro, e non vediamo l’ora di condividere questa visione con il pubblico cinematografico”.

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Sui social imperversano già le fanart che riproducono Bill nei panni di Eric. Nel cast oltre all’attore svedese anche FKA Twigs nei panni di Shelly Webster Il resto del cast include Danny Huston di X-Men – Le origini: Wolverine, Laura Birn (Foundation), Sami Bouajila (A Son), Jordan Bolger (The Woman King) e Isabella Wei (1899). Come anticipato, la regia è del Rupert Sanders di Biancaneve e il cacciatore e Ghost in the Shell, il quale lavora su una sceneggiatura scritta dal candidato all’Oscar Zach Baylin (King Richard, Creed III) e da Will Schneider. Un reboot era in cantiere da molto tempo: il progetto è stato sviluppato per la prima volta nel 2008. Da allora, per il ruolo di protagonista si era parlato di Bradley Cooper, Luke Evans e Jason Momoa, con quest’ultimo che aveva persino mostrato il costume nel 2021.





[Fonte Wired.it]

8 settembre 1943, cosa è successo

8 settembre 1943, cosa è successo



Da Wired.it :

L’8 settembre 1943 è una delle date più significative della storia contemporanea dell’Italia. In quel giorno, considerato cruciale per l’esito della Seconda guerra mondiale, è stata annunciata via radio la firma dell’armistizio, avvenuta il 3 settembre, tra il paese e gli Alleati. L’atto, chiamato armistizio di Cassibile, dal nome della cittadina siciliana in provincia di Siracusa dove è stato siglato, viene definito anche armistizio breve o corto. Nel giorno dell’8 di settembre 2023 cade l’80esimo anniversario da questo avvenimento. L’accordo, in vigore dopo l’annuncio, prevede la resa incondizionata dell’Italia nei confronti delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale ed è stato siglato dal generale Giuseppe Castellano, a nome del generale Pietro Badoglio, e dal generale Walter Bedell Smith, a nome del generale Dwight D. Eisenhower. Bedell Smith è poi diventato direttore della Cia tra il 1950 e il 1953.

L’annuncio di Badoglio

Cinque giorni dopo la firma, il generale Pietro Badoglio, a capo del governo dal 25 luglio 1943, data in cui è avvenuto l’arresto di Benito Mussolini e in cui convenzionalmente è fissata la caduta del fascismo, annuncia via radio la firma dell’armistizio con gli Alleati e la resa dell’Italia. La proclamazione avviene anche un’ora prima su radio Algeri da parte degli Alleati.

Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Sono queste le parole con cui Badoglio annuncia la fine dell’alleanza con la Germania nazista ai microfoni dell’Eiar, intorno alle 19.45 dell’8 settembre 1943.

Gli sviluppi successivi

Dopo la proclamazione della resa del paese alle forze alleate, le truppe naziste danno inizio all’occupazione del Nord Italia. Contro l’occupazione si muovono i partigiani, impegnati nella Resistenza. Tra le rappresaglie più cruente avvenute sul territorio italiano da parte dei tedeschi, ricordiamo quella delle Fosse ardeatine, in cui sono uccisi ben 335 italiani. Inoltre, il 16 ottobre 1943, poche settimane dopo l’annuncio dell’armistizio, le truppe tedesche prelevano circa un migliaio di ebrei dal ghetto di Roma per deportarli nei campi di concentramento.

Le truppe anglo-americane sbarcano a Salerno da dove ha inizio la liberazione del Sud del paese. A Nord, invece, il Partito fascista repubblicano fonda la Repubblica sociale italiana di Salò, controllata dalla Germania nazista e guidata da Mussolini, nel frattempo liberato. Questa situazione porta allo sviluppo di una guerra civile italiana, culminata poi nella ritirata delle truppe naziste e fasciste nell’aprile 1945 da Torino e Milano in seguito all’azione dei partigiani. Nel frattempo Mussolini fugge dal capoluogo lombardo alla volta della Svizzera, ma viene catturato e fucilato a Dongo.



[Fonte Wired.it]

Star Trek: 6 tecnologie della saga a confronto con la realtà

Star Trek: 6 tecnologie della saga a confronto con la realtà



Da Wired.it :

Spazio, ultima frontiera. Sono le prime tre iconiche parole che aprono gli episodi della serie classica di Star Trek, franchise nato nel 1966 dalla mente di Gene Roddenberry. Da quelle prime stagioni dall’atmosfera sci-fi decisamente vintage, il franchise si è espanso enormemente, arrivando a contare oggi 13 film, 11 serie tv di cui quattro ancora in corso e un numero incalcolabile di opere derivate, dai videogiochi ai giochi da tavolo. Pur nei limiti delle necessità narrative, uno degli aspetti che ha da sempre caratterizzato questo franchise è quello di ricercare una plausibilità scientifica per ogni suo aspetto. Non è un caso se alcune delle tecnologie che vediamo oggi nella realtà sono proprio state ispirate dalle tecnologie trekkiane o perlomeno gli somigliano. Altre, invece, nonostante gli sforzi, faticano a divenire realtà.

On the set of the TV series Star Trek (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)Sunset Boulevard/Getty Images

Comunicatori

Nel 1973 un dipendente della Motorola, Martin Cooper presentò al mondo il primo prototipo di telefono cellulare della storia. Era il Motorola DynaTAC 8000X, pesava 2 chilogrammi e di certo era uno strumento un po’ poco pratico rispetto agli smartphone di oggi. Eppure era il primo e avrebbe cambiato per sempre il modo in cui avviene la comunicazione tra gli esseri umani. Non è un mistero che Martin Cooper abbia avuto questa idea proprio guardando Star Trek, a quel tempo uscito da pochi anni, e il comunicatore usato dal Capitano Kirk per mantenersi in contatto con l’Enterprise quando arrivava sul suolo del pianeta di turno.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, gli Emirati arabi dicono gli aver sviluppato la più avanzata del mondo

Intelligenza artificiale, gli Emirati arabi dicono gli aver sviluppato la più avanzata del mondo



Da Wired.it :

Quando si parla di intelligenza artificiale, ormai la mente corre sempre agli stessi nomi: ChatGPT, al massimo Bard di Google. Nonostante gli Stati Uniti siano il perno globale del settore e la Cina la diretta concorrente, anche il resto del mondo prova a restare all’avanguardia. È il caso degli Emirati arabi uniti, dove un gruppo legato alla famiglia regnante di Abu Dhabi ha lanciato quello che ha descritto come il software di intelligenza artificiale araba più avanzato al mondo. Un primato da dimostrare. Certo è che gli Emirati hanno infatti intenzione di guidare l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa nel Golfo.

Il prodotto si chiama Jais ed è un modello open-source disponibile per l’uso da parte delle oltre quattrocento milioni di persone che parlano arabo nel mondo, costruito su una serie di dati in lingua araba e inglese.

La storia:

  1. Un modello regionale
  2. La sfida globale

Un modello regionale

Presentato a fine agosto, il modello è frutto della collaborazione tra G42, una società di intelligenza artificiale presieduta dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati arabi uUniti, lo sceicco Tahnoon bin Zayed al-Nahyan, l’Università di intelligenza artificiale Mohamed bin Zayed di Abu Dhabi (Mbzuai) e Cerebras, una società californiana del settore.

Il lancio arriva mentre gli Emirati arabi uniti e l’Arabia saudita hanno acquistato migliaia di chip Nvidia ad alte prestazioni, necessari per sviluppare l’intelligenza artificiale, nell’ambito di una corsa globale per assicurarsi le forniture necessarie ad alimentare il settore. In precedenza, gli Emirati arabi uUniti avevano sviluppato un modello linguistico di grandi dimensioni (Llm) open-source, noto come Falcon, presso il Technology innovation institute di Masdar City, ad Abu Dhabi, utilizzando più di trecento chip Nvidia. All’inizio di quest’anno, Cerebras ha firmato un accordo da cento milioni di dollari per fornire nove supercomputer a G42, uno dei maggiori contratti di questo tipo.

Gli Emirati arabi uniti sono stati pionieri in questo settore, siamo in anticipo sui tempi, si spera. La vediamo come una gara globale – ha dichiarato Andrew Jackson, amministratore delegato di Inception, l’unità di ricerca applicata all’AI di G42 -. La maggior parte dei corsi di laurea magistrale è incentrata sull’inglese. L’arabo è una delle lingue più diffuse al mondo. Perché la comunità di lingua araba non dovrebbe avere un Llm?“.

La sfida globale

Tra gli Llm più avanzati di oggi c’è (ovviamente) il GPT-4 che alimenta ChatGPT di OpenAI, ma anche il PaLM di Google che sostiene il chatbot Bard e il modello open-source LLaMA di Meta. Tutti sono in grado di comprendere e generare testo in arabo, ma secondo gli esperti l’arabo all’interno di questi modelli, che possono funzionare in un massimo di 100 lingue, sarebbe poco efficace.



[Fonte Wired.it]