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Bicchieri di carta, inquinano quanto quelli di plastica

Bicchieri di carta, inquinano quanto quelli di plastica



Da Wired.it :

Anche se talvolta le analisi chimiche possono far luce sulla composizione delle sostanze presenti in un bicchiere di plastica o di carta, non sempre questi test sono in grado di identificare il contenuto, spiega Jane Muncke, tossicologa ambientale di formazione e ora direttrice del Food Packaging Forum, un’organizzazione che si occupa di comunicazione scientifica con sede in Svizzera. Le sostanze precise sono “sconosciute non solo agli scienziati che effettuano queste analisi, ma anche alle persone che producono e vendono gli imballaggi. Durante la fabbricazione di prodotti contenenti plastica, tra i materiali utilizzati per creare nuove sostanze possono verificarsi reazioni chimiche impreviste.

Le sostanze chimiche possono essere dannose anche a causa delle specifiche combinazioni in cui vengono utilizzate, la cosiddetta “mixture toxicity”, o “tossicità delle miscele”. Pertanto ha poco senso regolamentare le quantità di singole sostanze presenti nei bicchieri, perché non si può ancora essere sicuri dell’impatto che avranno.

Migliorare le pratiche di riciclaggio sarebbe un passo logico per evitare che le sostanze chimiche nocive finiscano in natura, ma i ricercatori sostengono che la cosa migliore è abbandonare del tutto i bicchieri di carta usa e getta. Per la maggior parte dei centri di riciclaggio, separare il rivestimento in plastica dalla carta del bicchiere è difficile. Nel Regno Unito, per esempio, solo poche strutture accettano i bicchieri di carta. Molte caffetterie li raccolgono per riciclarli, ma il fatto di doverli consegnare elimina la comodità di un prodotto monouso. Oggi, nel Regno Unito, solo quattro bicchieri di carta su cento vengono riciclati.

Il problema della perdita di sostanze chimiche non riguarda solo il momento in cui i bicchieri di carta vengono buttati via, ma può iniziare già durante l’utilizzo. Nel 2019, un gruppo di ricerca indiano ha riempito dei bicchieri di carta con acqua calda per verificare se venissero rilasciate particelle di plastica o sostanze chimiche. “Ciò che ci ha sorpreso è stato il numero di particelle di microplastica che si sono liberate nell’acqua calda nel giro 15 minuti“, ha scritto in un’email Anuja Joseph, ricercatrice presso l’Indian Institute of Technology di Kharagpur. In media, un contenitore da 100 ml presenteva 25mila particelle . I ricercatori hanno anche trovato tracce di sostanze chimiche nocive e di metalli pesanti rispettivamente nell’acqua e nel rivestimento in plastica.

I pro e i contro delle alternative

I bicchieri “riutilizzabili” non sono necessariamente migliori per quanto riguarda la perdita di sostanze nocive, poiché sono spesso fatti di plastica; il calore e l’usura accelerano il processo e le bevande acide come il caffè assorbono più facilmente le sostanze chimiche. Anche l’impronta ecologica dei bicchieri di plastica riutilizzabili è discutibile: secondo alcune stime, un bicchiere riutilizzabile deve essere utilizzato dalle 20 alle 100 volte per compensare le emissioni di gas serra rispetto a un contenitore monouso. La colpa in questo caso è dell’elevata quantità di energia necessaria per rendere il bicchiere riutilizzabile durevole e dell’acqua calda necessaria per lavarlo. Detto questo, un bicchiere di plastica riutilizzabile ha almeno il potenziale per durare più a lungo ed è più facile da riciclare.



[Fonte Wired.it]

Prima classe, perché le compagnie aeree la stanno eliminando

Prima classe, perché le compagnie aeree la stanno eliminando



Da Wired.it :

Sarà la crisi economica, la guerra in corso, l’effetto lungo della pandemia. In ogni caso, è l’inizio della fine di un’epoca. Qatar Airways, la compagnia dell’omonimo stato tra i Paesi più ricchi al mondo grazie soprattutto al petrolio, ha annunciato che non offrirà più il servizio di prima classe nei suoi voli intercontinentale a partire dal 2024, e sostituirà le suite extra-lusso con “normali” poltrone di business class.

Qatar Airways non è certamente l’unica: anche American Airlines ha già annunciato alcuni mesi fa una mossa analoga, e pian piano molte compagnie aree in tutto il mondo che offrono servizi di lungo raggio stanno rimettendo in discussione il modello su quattro classi: un’economy per la “pancia” dell’aereo (gli americani la chiamano “coach class”, con l’eco degli scomodi viaggi in diligenza del Vecchio west), un’economy premium, nata come effetto della crisi del 2008, per tutti i manager che non possono giustificare un biglietto “di lusso” in business. E poi la coppia di alto livello.

Da un lato la tradizionale business class che, come indica il nome, è rivolta a chi viaggia per lavoro con tutte le comodità di un viaggio che si suppone breve e che richiede ai top executive di essere riposati per performare appena scesi dall’aereo. Dall’altro, per i ricconi, i membri del jet-set, le stelle di Hollywood, gli ereditieri di enormi fortune, la prima classe. La nostra ex compagnia di bandiera Alitalia la chiamava Magnifica. A Parigi, invece, Air France la chiama La Première, e tra l’altro ha deciso di rilanciarla proprio l’anno prossimo con nuovi allestimenti.

La maggior parte delle compagnie aree invece sta abbandonando il servizio extra lusso, con cabine riservate, veri e propri salottini, personale di bordo dedicato, bagno dedicato, massimo comfort sia a terra durante l’attesa che a bordo perché da dopo la pandemia non piace più.

Nonostante la “prima” sia il servizio che offre di gran lunga i margini di guadagno maggiori (un posto in prima classe può costare quanto l’anticipo per il mutuo di una piccola casa, anche se generalmente parte da circa 15mila euro), in realtà viene usato sempre meno. Chi cerca una esperienza di viaggio super-esclusiva si rivolge invece ai servizi di noleggio di jet privati, con allestimenti ultra-lusso, la comodità di un piano di volo con rotta e orario fatti su misura, terminal riservato e soprattutto la privacy totale.

La storia

La storia della prima classe è relativamente recente. Mentre i voli prima della Seconda guerra mondiale offrivano sostanzialmente una sola classe, poi lentamente diversificata in due, è stata la compagnia aerea Twa la prima a lanciare nel 1955 un servizio “di lusso” sui suoi nuovi aerei Super Constellation. Sui jet di linea è stata la prima classe ad aver definito il concetto di jet-set: il posto preferito per le rockstar degli anni Sessanta e settanta, gli attori di Hollywood, gli eredi di favolosi imperi economici.



[Fonte Wired.it]

Ustica, perché si parla della strage

Ustica, perché si parla della strage



Da Wired.it :

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare della strage di Ustica, uno dei più grandi “misteri italiani”.
Il 27 giugno 1980 un aereo civile con a bordo 81 persone partito da Bologna e diretto a Palermo precipita nel Mar Tirreno. Nessun sopravvissuto, solo una lunga scia di dubbi e depistaggi su una vicenda per la quale, oggi, l’ex presidente del Consiglio e giudice della Corte costituzionale Giuliano Amato invita il presidente francese Emmanuel Macron a dire la verità sulle responsabilità della Francia nella vicenda e chiedere scusa all’Italia.

Il caso:

  1. Perché si torna a parlare della strage di Ustica
  2. La ricostruzione di Amato
  3. Le ricadute sul governo

Perché si torna a parlare della strage di Ustica

A far tornare al centro del dibattito il tragico evento – in cui sono morti 64 adulti e due bambini, si legge sul sito del ministero della Cultura – è un’intervista rilasciata da Giuliano Amato al quotidiano Repubblica. Nelle dichiarazioni pubblicate sabato 2 settembre, Amato ha esplicitamente attribuito la responsabilità della Strage di Ustica all’Alleanza atlantica e, in particolare, a Francia e Stati Uniti.La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani”, ha detto Amato.

I due Paesi volevano eliminare l’allora presidente della Libia Muammar Gheddafi, che il 27 giugno 1980 avrebbe dovuto trovarsi in volo su un Mig dell’esercito di Tripoli. Gheddafi in quel periodo era impegnato in un conflitto contro il Ciad e Parigi e Washington sostenevano Hissène Habré, allora presidente del Ciad, considerato “il baluardo contro le mire espansionistiche di Muammar Gheddafi nel Ciad settentrionale”, come spiega Africa rivista.

La ricostruzione di Amato

Per Amato, il piano “prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario“. Ma sul suo Mig Gheddafi non c’era perché, secondo la ricostruzione dell’ex presidente, sarebbe stato avvertito dall’allora segretario nazionale del Partito socialista italiano Bettino Craxi. Ed ecco che, scrive oggi La Stampa, per sfuggire ai missili il Mig libico “si nasconde dietro al Dc9 dell’Itavia in volo sui cieli siciliani” che venne disintegrato, dice Amato, da un velivolo francese.

L’impatto dell’intervista non si è fatto attendere. Forte indignazione è stata espressa dai figli di Bettino Craxi, Stefania e Bobo, che ammettono una chiamata da parte del socialista a Gheddafi per farlo sfuggire a un attacco. Tuttavia, la conversazione sarebbe avvenuta nel 1986. Molti anni dopo.

Le ricadute sul governo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha provato a smarcarsi affermando che, al momento, non vi sia alcun segreto di Stato attorno alla strage di Ustica, invitando però Amato ad andare fino in fondo. “Se sa, parli”, ha detto in sintesi. Nel frattempo, sui social circolavano gli screenshot di quando, nel 2020, Meloni esortava il governo Conte a desecretare gli atti su Ustica. Anche il vicepresidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Giovanni Donzelli, in quota Fratelli d’Italia, ha chiesto di approfondire le dichiarazioni di Amato, arrivate dopo che “in passato ha detto l’esatto opposto”.

L’Eliseo non è rimasto in silenzio, ma la risposta è a metà tra la levata di scudi e le frasi di circostanza: “Non commentiamo”; “la Francia ha sempre fornito tutti gli elementi in suo possesso”; “restiamo a disposizione”. La stampa francese, poi, oggi, fa trasparire irritazione. Le Monde parla di “Francia presa di mira” nell’ambito della strage di Ustica, definita evento “inspiegabile”. Non sembra, dunque, che qualcosa possa emergere a breve. Giuliano Amato ha provato a far leva sulla giovane età di Macron, che con i suoi 45 anni non dovrebbe sentirsi coinvolto nella rivelazione di eventuali informazioni sulla vicenda. Ammesso che l’Eliseo ne sappia davvero qualcosa.



[Fonte Wired.it]

Lo specchietto retrovisore digitale con la visione notturna amplificata

Lo specchietto retrovisore digitale con la visione notturna amplificata



Da Wired.it :

Lo specchietto retrovisore digitale è una soluzione sempre più comune per sostituire la versione classica con un display che di solito aggiunge anche funzioni extra come la registrazione e altre amenità smart, tuttavia Night Vision System 2.0 aggiunge un tassello in più perché monta speciali sensori fotografici in grado di migliorare notevolmente la visuale notturna, soprattutto sul retro della vettura. Il progetto realizzato dalla nipponica Akeeyo è attualmente nei trend di Kickstarter.

Montabile al posto dello specchietto classico oppure anche sul cruscotto come una sorta di display aggiuntivo, la proposta di Akeeyo punta su sensori Sony da 1/1.18 pollice con un’apertura molto spinta del diaframma ovvero f/1.0 così da permettere a quanta più luce possibile di entrare, anche quando l’illuminazione naturale o artificiale è scarsa se non quasi del tutto assente. La visuale sul retro raggiunge un angolo di 134 gradi così da coprire anche gli angoli nascosti e include sistemi di sicurezza che avvertono immediatamente di un’imminente collisione oppure di un avvicinamento pericoloso a altre vetture, moto, bici, pedoni o oggetti. Con una diagonale ultrapanoramica da 11″, questo specchietto retrovisore digitale è dotato di doppia videocamera per fronte e retro, include una memoria interna da 64 GB su scheda di memoria per registrare i video e può fungere anche da monitor di sicurezza durante il parcheggio.

Il video del dispositivo in azione in una galleria

Grazie al sensore di grandi dimensioni e alle lenti con apertura spinta, può triplicare la visuale in distanza e può anche registrare più facilmente informazioni molto preziose come targhe o altri dettagli cruciali in caso di sinistro. Il display può mostrare a piena risoluzione solo una visuale oppure dividersi tra fronte e retro e il set conta naturalmente anche su una videocamera da montare sul retro. Si può ancora finanziare il progetto su Kickstarter e riceverlo a un prezzo scontato rispetto al futuro prezzo di listino (-41%) per un totale di 205 euro circa con spedizioni pressoché immediate dato che partiranno proprio in questo mese di settembre verso tutti i paesi.



[Fonte Wired.it]

Ifa, le cose più strane viste

Ifa, le cose più strane viste



Da Wired.it :

Berlino – L’elettronica di consumo prova, come sempre, strade nuove per sorprendere il consumatore ma il più delle volte i tentativi più originali sono destinati a fallire o a scomparire rapidamente. Tuttavia la passione per la tecnologia ci porta ad avere una irrefrenabile curiosità per i gadget più strani e anche all’Ifa di Berlino non sono mancati bizzarri esercizi di stile.

Curiosando per i padiglioni della kermesse tedesca abbiamo individuato qualche prodotto dalle caratteristiche originali. È ancora troppo presto per bocciali o promuoverli, intanto li sottoponiamo anche al vostro giudizio. Voi che ne dite?



[Fonte Wired.it]

Mantide religiosa: cosa c’è da sapere e perché non dovete preoccuparvi se ne incontrate una

Mantide religiosa: cosa c’è da sapere e perché non dovete preoccuparvi se ne incontrate una



Da Wired.it :

Se non ti ha scelto come partner, non c’è nulla di cui avere paura. Parliamo della mantide religiosa, un insetto conosciuto molto spesso per il suo particolare, e a tratti terrificante, rituale di accoppiamento caratterizzato dal cannibalismo. Ma di che animale si tratta e perché per l’essere umano è assolutamente innocuo?

Il nome: Mantis religiosa

Partiamo dal nome. La mantide religiosa viene chiamata così perché la sua postura ricorda quella di chi è in un atteggiamento di preghiera. “Mantis”, infatti, in greco significa profeta e fa proprio riferimento alla posizione di riposo che assumono le zampe anteriori dell’insetto che, evolute per predare, sembrano delle pinze. Sono anche dette “reptanti”, conformate, appunto, per facilitare la cattura e il trattenimento delle prede, anche grazie a una serie di spine.

Dove vive

Denominata anche mantide europea, rappresenta una delle specie più comuni dei mantoidei, ordine di insetti essenzialmente tropicali e diffusi perciò principalmente nelle regioni con temperature più alte. Originarie dell’Africa, si sono largamente diffuse in Europa meridionale e Asia, arrivando poi in Nord America dove sono state identificate come specie aliene. La mantide religiosa è presente in tutto il nostro territorio, dove tuttavia si sta affermando, soprattutto nella Pianura padana, anche la Hierodula tenuidentata, una mantide gigante che arriva dall’Asia ma che, anche in questo caso, non è pericolosa per noi.

L’accoppiamento

Nelle regioni settentrionali della sua distribuzione, come spiega l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la mantide religiosa raggiunge solitamente lo stadio adulto in estate, mentre in quelle meridionali gli adulti, dalla livrea verde, si possono individuare in quasi tutti i mesi dell’anno, ovviamente a seconda della latitudine. L’accoppiamento, come vi abbiamo già detto, è piuttosto particolare: la femmina, dopo essere stata fecondata, comincia a mangiare il maschio partendo dalla testa. Il cannibalismo è dovuto al bisogno della femmina di proteine necessarie alla produzione di uova.

Nessuna minaccia per noi

Le mantidi religiose sono predatori con un’elevata diversità di specie, tra cui mosche, cavallette, grilli, falene, vespe, ma anche rettili e anfibi. Mimetizzandosi tra le foglie, prediligono ambienti soleggiati e principalmente con erba alta e cespugli, ma anche giardini, tollerando una moderata urbanizzazione. In particolare, questi insetti predano rimanendo immobili e, con scatti veloci, arpionano le prede, utilizzando le zampe raptatorie. Sebbene sia considerata una abile cacciatrice, la mantide religiosa non risulta assolutamente pericolosa per gli essere umani. Se infastidita può provocare leggerissimi morsi, che tuttavia non provocano né dolore né prurito e non è provvista di alcun veleno che potrebbe iniettare. È, quindi, per la nostra salute un animale assolutamente innocuo.



[Fonte Wired.it]