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Da Wired.it :

A sinistra Nuova VW ID.3 – a destra VW ID.3 MY2019.

Tecnologia e innovazione: arrivano le FOD

La ID.3 è equipaggiata con il software di nuova concezione che migliora le performance del sistema e permette aggiornamenti over-the-air. Come la generazione uno, la due volumi rimane intuitiva e user-friendly. Anche questa nuova ID.3 offre tecnologie come l’EV Route Planner, l’head-up display con realtà aumentata e il sistema di comando vocale basato su cloud; il tutto con l’obiettivo di semplificare le attività quotidiane. Tra questi, il Park Assist Plus con funzione di memorizzazione. In pratica, questa funzionalità permette a ID.3 di effettuare in autonomia manovre di parcheggio all’interno di spazi riconosciuti.

Per orientarsi sulle strade extraurbane con una sola linea di demarcazione della corsia, ID.3 utilizza il Travel Assist con swarm data opzionale: ciò significa che per orientarsi, la vettura connessa trova nel cloud le informazioni stradali inviate da tutte le altre vetture abilitate che hanno percorso o stanno percorrendo quella strada; ecco il perché della denominazione swarm cioè sciame. In autostrada il Travel Assist può fornire anche assistenza attiva per il cambio di corsia, a condizione che la zona adiacente al veicolo sia libera. Nuove funzioni che rappresentano un ulteriore passo verso una guida altamente automatizzata. Inoltre, funzioni aggiuntive, come il sistema di navigazione e il climatizzatore automatico comfort a due zone, possono essere attivate successivamente grazie al sistema FOD (Functions on-demand).

Performance: ricarica in DC fino a 170 kW

Nuova VW ID.3 è attualmente disponibile in due versioni definite dal pacco batteria. La Pro Performance con batteria da 58 kWh per un’autonomia che può arrivare fino a 429 km. Superiore negli allestimenti e nell’autonomia la Pro S con batteria da 77 kWh per 558 km di autonomia. Ovviamente in entrambi i casi si parla di chilometri WLTP cioè Worldwide harmonized Light-Duty vehicles Test Procedure: rappresenta un metodo di misurazione standardizzato per il rilevamento dei consumi e delle emissioni di gas di scarico valida in tutto il mondo. Il motore elettrico della nuova VW ID.3 si trova nella zona posteriore e genera una potenza di 150 kW cioè 204 CV e una coppia di 310 Nm. La trazione posteriore, già collaudata nella prima generazione, garantisce una grande maneggevolezza e un’ottima trazione. Inoltre, consente un ridotto diametro di sterzata di 10,3 metri; particolarmente utile nelle viuzze di Sommacampagna.

Ovviamente ID.3 è già attrezzata con la tecnologia Plug&Charge che permette di collegare l’auto alla presa della stazione di rifornimento pubblica e iniziare la ricarica senza doverla attivare con app o tessere magnetiche. Inoltre, Volkswagen migliora la velocità di ricarica in corrente continua DC per entrambi i modelli. Collegando il veicolo a una colonnina di ricarica rapida è possibile caricare la batteria della ID.3 Pro S dal cinque all’80% in 30 minuti con una potenza massima di 170 kW. Si parla invece di massimo 120 kW per la ID.3 Pro Performance che impiega invece fino a 35 minuti per arrivare alla soglia dell’ottanta.

Prezzi e formule

La nuova Volkswagen ID.3 Pro Performance da 58 kWh ha un prezzo di listino di 41.900 euro e può beneficiare degli ecoincentivi statali. La versione Pro S da 77 kWh costa 50.000 euro. Per incentivare gli acquisti, Volkswagen ha ideato la formula finanziaria Progetto Valore Volkswagen (PVV). Insieme all’ Ecobonus, è possibile avere la Nuova ID.3 Pro Performance con un anticipo di 4900 euro e 23 rate mensili da 199 euro per un plafond di ventimila chilometri.



[Fonte Wired.it]

Stranger Things, cosa sappiamo dell’ultima stagione
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Stranger Things, cosa sappiamo dell’ultima stagione | Wired Italia



Da Wired.it :

I fan di Stranger Things dovranno attendere ancora un po’ per vedere sullo schermo la quinta e ultima stagione della loro serie preferita. Gli episodi più recenti, quelli della quarta stagione, risalgono infatti al luglio 2022 e, nonostante fosse chiaro fin da subito che si sarebbe dovuto attendere più di un anno per vedere i successivi, l’attesa è destinata a farsi ancora più lunga per via dello sciopero di sceneggiatori e attori che ha messo in pausa tutti i set e tutte le produzioni di Hollywood. Anche la serie cult dei fratelli Duffer è dunque in stand-by, con una data di uscita che potrebbe slittare addirittura al 2025. Ciò non toglie però che i protagonisti dello show abbiano già iniziato a prepararsi a congedare un universo narrativo che li ha accompagnati negli ultimi sette anni.

A parlare negli ultimi giorni, per esempio, è stata la giovane attrice Millie Bobby Brown, che proprio grazie all’interpretazione della mitica Eleven ha lanciato in modo folgorante la sua carriera: “Penso di essere pronta [a dire addio al personaggio, ndr]. È stato una parte enorme della mia vita, ma è come diplomarsi, come essere all’ultimo anno – ha raccontato Brown in un’intervista recente: Si è pronti ad andarsene, sbocciare e fiorire e si è grati per il tempo avuto, ma è anche il momento di creare il proprio messaggio e vivere la propria vita”. Gratitudine e commozione, dunque, per la serie che l’ha resa nota al grande pubblico, ma anche la volontà di esplorare nuove avventure. La giovane interprete, oggi 19enne, del resto non è rimasta con le mani in mano in questi anni: accanto al ruolo della ragazza dagli incontenibili poteri psichici, infatti, ha recitato nella saga di Godzilla e nei due film di Enola Holmes sempre su Netflix, mentre è in attesa di comparire nel film Damsel, da lei stessa co-prodotto.

Anche David Harbour, che in Stranger Things interpreta il “padre adottivo” di Eleven, è pronto a separarsi dal personaggio dello sceriffo Hopper che lo ha fatto amare a così tanti spettatori. Nelle sue ultime dichiarazioni, però, Harbour si è lasciato andare a qualche anticipazione sul finale della serie, soprattutto dopo aver avuto la possibilità di visionare gli script degli ultimi episodi: “Sono eccezionali. Quegli sceneggiatori ora in sciopero, noti come i fratelli Duffer, continuano a superarsi ogni volta”. L’attore invita gli appassionati a prepararsi: “Sarà una vera impresa. La scenografia e gli elementi della sceneggiatura che abbiamo visto sono più grandi di quanto abbiamo mai fatto in passato – ha dichiarato –. Quando alla fine della stagione 4 ci vedete in cima alla collina mentre guardiamo la cenere, il fumo e gli incendi, ecco, partiremo da qualche parte dopo quella scena. Bisogna immaginare il mondo come un posto del tutto diverso”.

Lo stesso Harbour dice però che ci vorrà pazienza prima di vedere in onda la stagione conclusiva: “Ci metteremo un po’ a girarla, il che è dura perché non possiamo ancora iniziare, ma così è – ha aggiunto –. Sono davvero emozionato di ritornare sul set, di chiudere tutto in modo fantastico e audace. Tutti i personaggi saranno congedati nel modo che meritano”. L’attore fa anche intendere di conoscere quale sarà l’epilogo definitivo della storia: “Conosco il finale. So dove andiamo a parare ed è qualcosa di molto, molto commovente. Penso sia la parola giusta da usare”. Ovviamente impossibile scucirgli altri dettagli, ma in fondo è meglio così: chi davvero ama le avventure di Hawkins e del Sottosopra è disposto ad attendere fino all’ultimo per conoscere come la storia arriverà alla sua conclusione.



[Fonte Wired.it]

cos’è, come funziona, prezzo e a cosa serve
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cos’è, come funziona, prezzo e a cosa serve | Wired Italia



Da Wired.it :

Airtag è il tracker di Apple, presentato nel 2021, come piccolo ed efficiente sistema di localizzazione di qualsiasi oggetto al quale viene associato. Tra i prodotti più economici del listino Apple, AirTag è sempre più utilizzato per una grande varietà di scopi che vanno dalla localizzazione di oggetti come portafogli, chiavi e altri accessori della vita quotidiana fino alle valigie quando si è in viaggio. Ma è anche una buona soluzione per avere sempre sotto controllo la posizione degli animali domestici o dei bambini e non manca un lato oscuro, legato allo stalking, che però Apple sta prendendo di petto. Ecco dunque una guida completa per scoprire come funziona nel dettaglio il piccolo tracker, quanto costa e tutte le sue funzionalità.

La scheda tecnica di AirTag

AirTag è un piccolo dischetto con un diametro di 31,9 mm, uno spessore di 8 mm e un peso di appena 11 grammi, con un colore grigio metallizzato impreziosito dal logo della mela morsicata. Il dispositivo ha ottenuto il rating ip67 che certifica la capacità di resistere in immersione in acqua fino a una profondità massima di un metro per 30 minuti. Inoltre non teme schizzi e polvere, quindi può essere utilizzato senza problemi anche in outdoor. All’interno del piccolo dischetto c’è il modulo bluetooth e il chip u1 prodotto da Apple per la connessione in ultra wideband, oltre che il modulo nfc, un piccolo altoparlante, un accelerometro e l’alloggiamento per la batteria bottone (inclusa quando lo si acquista).

Apple

Come funziona AirTag

Il funzionamento di AirTag si basa sull’ecosistema di Apple, ovvero su centinaia di milioni di dispositivi come iPhone oppure iPad e Mac che formano una rete capillare che copre in modo massivo una buona fetta della parte popolata del pianeta. L’idea alla base è quella del riconoscimento di un tracker nelle vicinanze attraverso una triangolazione che mantiene naturalmente anonimi i dispositivi che hanno fatto da sponda, così da garantire una localizzazione piuttosto precisa a livello geografico e pressoché in tempo reale. Come ci riesce? Grazie alla tecnologia bluetooth, che invia un segnale privato che può essere captato da tutti quei dispositivi Apple collegati all’applicazione Dov’è nelle vicinanze. L’nfc permette di poter ricavare informazioni semplicemente avvicinando uno smartphone compatibile a un AirTag trovato in giro, così da recuperare dati preziosi per poter restituire l’oggetto legittimo proprietario che l’ha dichiarato smarrito.



[Fonte Wired.it]

Ucraina, gli Stati Uniti invieranno i caccia F-16
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Ucraina, gli Stati Uniti invieranno i caccia F-16 | Wired Italia



Da Wired.it :

Gli Stati Uniti hanno finalmente autorizzato il dispiegamento dei jet da combattimento F-16 in Ucraina. Gli aerei, necessari a Kyiv per riprendere il controllo sul proprio spazio aereo e bloccare le incursioni della Russia, verranno trasferiti dalla Danimarca e dai Paesi Bassi, non appena i piloti ucraini avranno completato l’addestramento con i militari della Nato. Bisognerà quindi aspettare ancora diversi mesi prima di vederli in azione.

L’Ucraina sta chiedendo gli F-16 all’Occidente già dai primi giorni dell’invasione, per contrastare la superiorità aerea russa. Infatti, se Mosca ha investito pesantemente nel settore militare anche dopo il crollo dell’Unione Sovietica, prima dell’invasione del Donbas e della Crimea del 2014 l’Ucraina non aveva impiegato troppi fondi nella difesa e a oggi si trova ancora a dover volare solo con i vecchi mezzi sovietici rimasti nel paese dopo l’indipendenza del 1991.

Ovviamente, i Mig-29 e Su-27 di Kyiv non possono competere con i loro eredi Mig-31s e Su-25s impiegati dall’aviazione russa. Così questa inferiorità tecnologica, unita all’uso degli elicotteri da guerra Ka-52, ha dato alla Russia un consistente vantaggio nei cieli ucraini. Vantaggio non offensivo – dato che l’Ucraina può contare su una potente contraerea mista, formata da un mosaico di sistemi occidentali e ucraini, per contrastare i bombardamenti russi – ma prettamente difensivo, in grado di rallentare ogni operazione di attacco delle forze di Kyiv.

Lo squilibrio di forze ha frustrato profondamente i soldati ucraini, che senza una vera e propria copertura aerea faticano a sfondare le linee difensive russe, rivelatesi altamente efficaci durante la seconda controffensiva ucraina dell’estate 2023. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno opposto molte resistenze verso l’impiego di F-16 nella zona e anche il recente via libera arrivato dal segretario di Stato degli Stati Uniti, Anony Blinken, non porterà i caccia in Ucraina prima dell’estate 2024, si legge su Reuters. Prima di allora, i piloti ucraini dovranno completare l’addestramento sui nuovi mezzi forniti dalla Nato in Danimarca e nei Paesi Bassi, già incominciato all’inizio di agosto 2023. Mentre altri verranno inviati in un nuovo centro che sta venendo realizzato in Romania.



[Fonte Wired.it]

Bitcoin, Elon Musk lo ha fatto crollare?
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Bitcoin, Elon Musk lo ha fatto crollare? | Wired Italia



Da Wired.it :

La notizia che Elon Musk ha fatto fuori molte delle suoi bitcoin ha scatenato una liquidazione di massa della criptovaluta, pari a 1 miliardo di dollari in circa 24 ore. L’ampia svendita ha fatto calare il bitcoin da un controvalore di 29mila dollari a 2 mila, innescando la discesa settimanale più rapida degli ultimi tre mesi. Il singolo ordine di liquidazione più imponente è avvenuto su Binance, riporta Coinglass, per un valore di 55,92 milioni di dollari.

Chiaramente non sono solo le azioni del nuovo proprietario di Twitter, da lui rinominato X, ad aver causato la svendita del 17 e 18 agosto 2023, su cui hanno pesato le previsioni di tassi di interesse più alti e per lunghi periodi di tempo. Tuttavia, la rivelazione del Wall Street Journal di come Musk abbia ridotto la sua partecipazione in bitcoin di ulteriori 373 milioni di dollari ha avuto un ruolo determinante.

Una notizia che era già nell’aria da luglio 2023, quando l’ultimo rapporto sugli utili di Tesla ha reso pubblico come la disponibilità di bitcoin della compagnia di auto elettriche di Musk fosse stata ridotta ad appena 184 milioni di dollari, rispetto agli 1,5 miliardi del primo investimento e ai 2 miliardi di apice. Ora il miliardario sta tagliando anche le scorte possedute da SpaceX, la sua azienda spaziale.

Mentre le informazioni sugli utili di Tesla sono pubbliche e trasparenti, dato che la compagnia è quotata in borsa, quelle di Space X lo sono meno, non essendo quotata. Così, il rapporto del Wall Street Journal non è stato in grado di indicare né la quantità esatta di bitcoin inizialmente posseduta da Space X, né quando li abbia venduti e perché, ma pare siano stati comunque liquidati tra il 2021 e il 2022.

La mancanza di queste informazioni ha forse innescato ancora più panico e ha contribuito alla grande liquidazione. Una svendita che ha fatto calare l’indicatore delle prime 100 criptovalute del 5%, come si legge su Coinglass, con bitcoin sotto del 4,5%, ether del 2,3%, mentre Cardano e Solana del 4,4%.



[Fonte Wired.it]

Suits, la seconda vita della serie che lanciò Meghan Markle
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Suits, la seconda vita della serie che lanciò Meghan Markle | Wired Italia



Da Wired.it :

È difficile credere, però, che il recente tan tan intorno alla serie sia legato alla curiosità di vedere come Markle se la cavasse in quello che in sostanza è stato il ruolo più importante della sua carriera da attrice. Piuttosto vien da pensare che sia la formula stessa di Suits – il suo sapiente mix di battute taglienti, intriganti battaglie legali e complesse dinamiche tra personaggi – ad aver catturato il pubblico che finalmente ha una piattaforma su cui seguirlo. Del resto questa produzione è perfetta per un servizio come Netflix che, accanto alle sue ambiziose serie originali, ha bisogno anche di prodotti di più ampio respiro, che possano generare un’abitudine di visione continuativa (in totale qui ci sono 134 episodi in totale) e richiedano una fruizione non troppo impegnativa: nonostante abbia parecchie storie orizzontali (tra cui le storie d’amore tra Mike e Rachel e tra Harvey e la segretaria Donna), ci si può calare nella visione in diversi punti, senza eccessivo bisogno di orientarsi.

Un po’ erede di Ally McBeal e di tante altre serie procedural, ma anche workplace drama che affonda le radici nelle dinamiche del posto di lavoro, Suits sembra insomma il compendio perfetto per accontentare tutti i gusti, anche grazie anche all’equilibrata fusione tra intrallazzi romantici e situazioni comiche. Senza dimenticare, poi, che è una serie che si presta moltissimo a essere trasposta in gif e meme, e a originare trend sui social.

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Era quindi solo questione di tempo – e di sbarco nel mondo dello streaming – prima che il mondo si accorgesse di Suits. Ne è convinto anche Gene Klein, storico produttore esecutivo della serie, interpellato dal sito americano TvLine su questo rinnovato successo: “Penso che dipenda da due fattori: da una parte credo che sia una serie che si fa guardare molto facilmente, e anche riguardare, perché conosco moltissime persone che mi hanno detto di averlo visto quando era in onda e poi rivisto altre volte – spiega Klein –. Dall’altra dipende dalla piattaforma su cui è distribuito”. In effetti, non è la prima volta che una serie precedentemente passata in sordina susciti un nuovo clamore una volta sbarcata sul servizio streaming: in passato è accaduto per esempio con Arrested Development o Manifest, due show di cui Netflix ha ordinato stagioni aggiuntive dopo il ritrovato successo online.

A questo punto, l’ipotesi sporge spontanea: dato questo exploit, ci sarà la possibilità di un revival anche per Suits? Difficile dirlo, soprattutto considerando che in origine la serie era arrivata a fatica alla sua nona stagione, dopo che molti dei suoi protagonisti (Adams, Markle e Gina Torres) avevano lasciato il cast già alla settima. Mai dire mai, però: “Ho menzionato la cosa ad Aaron [Korsh] e in questa epoca di reboot e reunion mi aspetto prima o poi una telefonata. Ma al momento non ci sono trattative serie a riguardo –ha dichiarato Klein –. Era già allora un balletto molto delicato tenere tutti gli attori coinvolti nonostante i loro impegni e i loro contratti. Ma sarebbe stupendo se una reunion avvenisse davvero”. Escluso il ritorno di Meghan Markle, ipotesi davvero improbabile, resta da capire se questa seconda vita di Suits su Netflix porterà davvero a nuovi episodi. Nel frattempo il binge watching nostalgico è assicurato.



[Fonte Wired.it]