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Intelligenza artificiale, decifrare il futuro del lavoro
| Wired Italia

Intelligenza artificiale, decifrare il futuro del lavoro | Wired Italia



Da Wired.it :

Se dovessi quindi discutere con un giovane oggi delle sue scelte rispetto al futuro mercato del lavoro gli direi di acquisire le competenze necessarie a un ricercatore. Ma oggi sono pochissimi coloro che hanno quel tipo di competenze e approccio al lavoro. Bisogna studiare, avere curiosità, tolleranza agli errori, determinazione. Bisogna considerare le novità, il cambiamento, come il proprio lavoro.

Per questi motivi temo che per la prima volta nella storia dell’umanità i neo-luddisti ci prenderanno. Vedremo a breve una crisi occupazionale e salariale nei paesi sviluppati. E contestualmente vedremo ampliarsi il numero di posti di lavoro molto ben pagati non occupati per mancanza di persone competenti in quel ruolo. Vedremo quindi un innalzamento della forbice di ricchezza, tra chi fa “ricerca” e chi non ne è capace. L’Ai sta per cambiare il mondo e non siamo preparati.

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La rubrica

L’obiettivo di Basta che funzioni è esplorare una filosofia di cambiamento del mondo. Foresti ha osservato l’importanza di ricette che funzionino davvero, anziché opinioni preconcette, pregiudizi o ideologie. Questo approccio richiede l’ancoraggio ai dati di realtà, una propensione al rischio calcolata, un focus sul raggiungimento degli obiettivi e una brutale onestà intellettuale con sé stessi e gli altri. Serve una capacità di decision making, soprattutto in tempi di crisi e incertezza, in cui bisogna accettare che non sempre avremo tutte le informazioni che desideriamo per prendere decisioni.

Questo richiede un approccio agile, dove siamo pronti a scegliere, ma anche disposti a correggere il tiro in base a nuove informazioni che emergono, senza mai innamorarsi troppo delle proprie idee. Questo significa essere realistici nelle aspettative e prendere in considerazione scenari differenti, compreso e soprattutto il peggiore. Questo permette di essere preparati e resilienti di fronte alle avversità. Nell’incertezza, la chiave è essere flessibili, reattivi, etici e informati, essere pronti a imparare rapidamente e ad adattare le nostre strategie in base a come si sviluppa la situazione.

Foresti applicherà questa mentalità pragmatica e orientata ai risultati in una varietà di settori, tra cui politica, tecnologia, sanità, benessere delle persone, scuola. In breve, Basta che funzioni vuole essere una lente attraverso la quale osserviamo diversi aspetti della società con un occhio critico e pratico. Invece di accettare le cose come sono, o di lasciarci guidare da pregiudizi o presupposizioni, vogliamo porci una domanda semplice ma potente: funziona?



[Fonte Wired.it]

Spagna, il risultato incerto delle elezioni
| Wired Italia

Spagna, il risultato incerto delle elezioni | Wired Italia



Da Wired.it :

Le elezioni generali in Spagna non hanno dato il risultato sperato dalla destra nazionale ed europea. Anche assieme, gli estremisti di Vox, alleati di Fratelli d’Italia, e i conservatori di centrodestra del Partito popolare (Pp) non hanno ottenuto i numeri necessari per formare un governo. Un fallimento dovuto in parte alla sonora sconfitta elettorale di Vox, che ha perso 20 seggi rispetto a quelli ottenuti alle elezioni del 2019, e in parte ai commenti sessisti e altre esternazioni imbarazzanti di Alberto Nunez Feijoo, leader del Pp.

Con il 100% dei voti scrutinati, agli osservatori è stato fornito un quadro politico molto diverso da quanto ipotizzato dai sondaggi fino a questo momento. Invece di una vittoria schiacciante, le formazioni di destra si sono trovate a dover affrontare un testa a testa con i partiti di sinistra, in particolare con il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe), che ha ottenuto più voti e seggi rispetto al 2019.

Le speranze dei conservatori si sono infrante sulle pareti del Congresso, la Camera dei deputati spagnola, dove il Pp è riuscito a crescere, arrivando a essere il primo partito in termini di voti e di seggi, ottenendone 136. Allo stesso modo, è però cresciuto anche il Psoe, conquistando 122 seggi e il 31,70% dei voti, miglior risultato dal 2008. Ad essere crollata è invece l’estrema destra di Vox, con soli 33 seggi rispetto ai 52 raggiunti nel 2019. Mentre la sinistra di Sumar, dove è confluito Podemos, ha ottenuto 31 seggi, 5 in più del 2019.

Conteggiando anche gli altri partiti minori, nessuno dei due schieramenti è in grado di raggiungere la maggioranza assoluta, fissata a 176 seggi su 350. Pp, Vox e le altre formazioni di destra ed estrema destra raggiungono insieme solo 171 seggi, mentre la sinistra arriva a 172. In questa situazione di stallo, a fare da ago della bilancia saranno i 7 eletti del Partito indipendentista della Catalogna, guidato da Carles Puidgemont, che potrebbero riportare al potere il leader del Psoe e primo ministro uscente, Pedro Sanchez, se dovessero decidere di schierarsi con la sinistra.



[Fonte Wired.it]

10 Pokémon che nessuno conosce
| Wired Italia

10 Pokémon che nessuno conosce | Wired Italia



Da Wired.it :

Facile stilare una classifica dei Pokémon più amati e popolari, ma quali sono i mostriciattoli meno conosciuti tra i fan stessi della saga? A rispondere alla curiosa domanda ci ha pensato il portale World of Card Games, che si è basato sulle ricerche globali su Google di ognuna delle 1010 creature apparse nei vari giochi di Nintendo, così da fugare ogni dubbio e scoprire qual è il più dimenticabile di tutti. Il risultato è una flop ten, che non si fa mancare qualche sorpresa inaspettata.

Il metodo utilizzato da World of Card Games ha consentito anche di ribaltare un sondaggio indetto dalla stessa The Pokémon Company nel 2020, che premiava come “Pokémon dell’anno” Greninja, ripristinando la leadership di Pikachu come più amato di tutti, con 4,5 milioni di ricerche mensili. Per un rapido confronto, l’ultimo della lista si è fermato ad appena 6557 ricerche.



[Fonte Wired.it]

secondo il creatore della serie cult Mark Gatiss “è la cosa più naturale da fare”
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secondo il creatore della serie cult Mark Gatiss “è la cosa più naturale da fare” | Wired Italia



Da Wired.it :

Sherlock fa parte delle serie più seguite, commentate, sostenute e influenzate dal fandom dell’era di Internet. La versione contemporanea dei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle trasposta nello show di Bbc creato dagli sceneggiatori Steven Moffat e Mark Gatiss è diventato sin dal 2010, data del suo debutto, un vero e proprio fenomeno di culto oggetto di discussioni concitate e il proliferare di fanfiction, fan art e ogni tipo di espressione artistica personale. La quarta stagione, tuttavia, non aveva esaltato gli spettatori quanto le annata precedenti e in particolare, la prima fenomenale miniserie e oggi, a distanza di sei anni dalla fine, Gatiss torna a parlare – come accade ormai ciclicamente – di un possibile seguito.

In una nuova intervista con i lettori del Guardian, Gatiss è stato interrogato sul perché lui e il co-creatore Steven Moffat abbiano portato Sherlock in televisione invece di farne un progetto per il grande schermo fin dall’inizio, e la sua risposta è stata: “La gente pensa che basti un colpo di bacchetta. È incredibilmente difficile far interessare le persone e far sì che i film vengano realizzati. Ricordo di aver parlato con Edgar Wright di Ant-Man, film al quale ha dedicato otto anni della sua vita e che poi non ha realizzato. Otto anni non sono pochi. Se ne aggiungi un po’, sei morto o hai fatto quattro film. Ma, inoltre, eravamo sinceramente interessati a realizzarli per la Tv perché amiamo la Tv. Detto questo, ci piacerebbe fare un film su Sherlock. È la cosa più naturale da fare.

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[Fonte Wired.it]

Apple sta già utilizzando il suo chatbot per gestire il lavoro interno
| Wired Italia

Apple sta già utilizzando il suo chatbot per gestire il lavoro interno | Wired Italia



Da Wired.it :

Negli ultimi giorni si è parlato molto della volontà di Apple di sviluppare un progetto di intelligenza artificiale generativa simile a ChatGpt, e ora sembrerebbe che la compagnia di Cupertino stia già testando una tecnologia simile per i suoi dipendenti, supportandoli nel “prototipare funzionalità future, riassumere il testo e rispondere alle domande in base ai dati con cui è stato addestrato. A riferirlo è Mark Gurman di Bloomberg, che nella sua newsletter Power On fa luce sul potenziale uso interno che Apple può fare del suo nuovo chatbot. A cominciare dalla possibilità di mettere l’AI a disposizione del personale di supporto AppleCare, così da migliorare il servizio di assistenza rivolto ai clienti.

Ma nonostante i progetti della compagnia siano ambizioso, è molto probabile che l’integrazione ufficiale del chatbot all’interno della sua organizzazione non avverrà nell’immediato. La propensione dell’AI a commettere errori, infatti, è ben nota ad Apple e al suo CEO Tim Cook, che ha già dichiarato che ci sono “una serie di problemi che devono essere risolti” prima di vedere la nuova tecnologia disponibile a livello globale. Eppure, nonostante questo, alcune fonti vicine alla compagnia avrebbero riferito a Bloomberg la volontà di fare un “annuncio significativo relativo all’AI” il prossimo anno. In fondo, non è certo un segreto che Apple voglia utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni di Siri, così da “rendere l’assistente più colloquiale e aggiungere la possibilità di gestire più attività per conto dell’utente”.

Eppure, l’atteggiamento prudente della compagnia sta rallentando non poco il suo ingresso nel settore dell’AI generativa. E questo, a lungo andare, potrebbe rivelarsi un problema. Prima o poi Apple dovrà fare i conti con il fatto che Meta ha da poco lanciato la nuova generazione del suo modello linguistico Llama, e che Samsung sta lentamente integrando l’intelligenza artificiale nei suoi dispositivi. Insomma, il settore sta lentamente progredendo, e Apple sembra essere rimasta indietro, almeno per il momento. Pertanto, il fatto che stia testando il chatbot all’interno dell’organizzazione ci fa ben sperare su uno sviluppo futuro.



[Fonte Wired.it]

La meraviglia del corallo nero nei fondali di Marettimo
| Wired Italia

La meraviglia del corallo nero nei fondali di Marettimo | Wired Italia



Da Wired.it :

Dopo una ricerca durata alcuni anni, finalmente la conferma: i fondali dell’Isola di Marettimo, nell’Arcipelago delle Egadi, sono ricchi di corallo nero. Le foreste di questo invertebrato crescono a profondità elevate, tra i 50 e i 300 metri, dove corrono impetuose le correnti marine: la struttura elastica di cui sono composti – dal riconoscibile scheletro nero – consente loro di resistere all’irruenza degli agenti marini, fungendo da rifugio per moltissime specie che popolano i mari nei quali proliferano.

È stata proprio la biodiversità delle coste marettimiane a spingere il biologo marino Giovanni Chimenti, riceratore e professore di biologia marina all’Università di Bari, a cercare qui le foreste di corallo: “Una tale varietà di specie marine poteva essere giustificata solo dalla presenza di coralli neri come quelli che in passato sono stati scoperti nei fondali di Favignana“, ci ha raccontato, “Ero certo di trovarli anche a Marettimo. Bisognava solo capire dove”.

Il viaggio e la scoperta

Per individuarli, Chimenti ha condotto ben tre campagne di ricerca, grazie al supporto di National Geographic prima, e Gruppo Prada e Unesco poi. Proprio Gruppo Prada è intervenuto con il progetto Sea Beyond: alle attività educative condotte in passato in diversi paesi del mondo per sensibilizzare i più giovani all’educazione agli oceani, si è aggiunto così il supporto alla ricerca scientifica, con quella che diventa a tutti gli effetti una “piattaforma aperta”, in grado di supportare progetti proposti da terze parti incentrati sulla conservazione del mare e validati da Unesco, a garanzia del loro valore.

I finanziamenti di Gruppo Prada, come annunciato a giugno di quest’anno, continueranno grazie alla donazione dell’1% dei proventi della collezione Prada Re-Nylon, un tessuto realizzato con nylon ottenuto dal riciclo di materiali plastici recuperati negli oceani, come reti da pesca. Un circolo virtuoso che vede la raccolta di rifiuti, la loro rigenerazione, per poi passare alla vendita e al successivo investimento in progetti di ricerca scientifica destinati alla tutela dei mari. Win win, è proprio il caso di dire.

Oggi è necessario credere ai progetti di sostenibilità, ci ha raccontato Lorenzo Bertelli, Head of Corporate Social Responsability di Gruppo Prada, “Quando uno ci crede, poi si capisce l’impatto che ha una scelta, un certo tipo di comportamento, senza guardare il ritorno nel breve, ma nel lungo periodo. Bisogna avere una visione a lungo termine affinchè gli stakeholder di un’azienda credano a un certo tipo di percorso”. È questo, secondo Bertelli, ciò che distingue una buona campagna di social responsability dal mero green washing aziendale.

Una campagna a tutto tondo che ha nella realizzazione di un documentario presentato proprio a Marettimo lo scorso 18 luglio, il suo acme: diretta da Igor D’India, la pellicola ha l’obiettivo di restituire alla popolazione locale le conoscenze sul corallo nero autoctono, affinché sia la comunità stessa, senza imposizioni, a decidere cosa fare di un patrimonio naturalistico e biologico tanto valido. “Questo capitale non può essere disperso”, ha affermato Francesca Santoro di Unesco durante la presentazione, “E soprattutto non deve essere vanificata l’ottima interlocuzione tra privato, territorio e un’istituzione come Unesco, che in questa circostanza hanno dimostrato come la collaborazione tra le parti sia la strada maestra per affrontare i temi legati alla sostenibilità e al cambiamento climatico nel futuro prossimo. Tutti insieme“.



[Fonte Wired.it]