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La Ps5 in edizione speciale Spider-Man
| Wired Italia

La Ps5 in edizione speciale Spider-Man | Wired Italia



Da Wired.it :

Sony ha presentato una nuova edizione limitata della Ps5 dedicata a Spider-Man con uno speciale bundle che prevede una variante cosmetica rosso-nera della console e anche del controller DualSense. Inoltre, in confezione è incluso l’ultimo titolo della saga videoludica dell’Uomo Ragno, ovvero Marvel’s Spider-Man 2, un’esclusiva molto importante della PlayStation 5 in questo momento storico di grande incertezza dovuto alla chiusura dell’accordo tra Microsoft e Activision Blizzard.

Per celebrare al meglio l’uscita di Marvel’s Spider-Man 2, Sony ha pubblicato sul blog ufficiale PlayStation un nuovo trailer che racconta la storia del nuovo capitolo con Peter Parker e Miles Morales e ha svelato anche la chicca della versione speciale in bundle, la cui grafica di console e controller si rifà proprio alla trama e alla sfida al centro del gioco, con il colore nero e le appendici tentacolari di Venom sembra si stiano inesorabilmente impossessando del rosso dell’Uomo Ragno. Il bundle in edizione limitata uscirà il prossimo 28 luglio sullo store ufficiale e il il gioco non sarà presente in confezione edizione fisica, ma con un codice per scaricarne la copia digitale direttamente su memoria interna della console.

Se non si fosse interessati al bundle rimane naturalmente la possibilità di acquistare soltanto il gioco, così come optare solo le coperture laterali personalizzate per la Ps5 già in possesso oppure solo per il controller DualSense. Il codice per la copia digitale includerà anche alcuni piccoli bonus come il costume aracno-cavaliere per Parker e quello Shadow Spider Morales entrambi in tre colorazioni, tre punti di abilità per il personaggio e il gadget Ragnatela Traente con sblocco anticipato da utilizzare durante il gioco.

Il prezzo non è stato ancora comunicato, ma potrebbe essere nell’ordine di 649 euro, visti precedenti bundle. Una possibile conseguenza di questa presentazione è lo slittamento di una potenziale Ps5 Slim a lungo rumoreggiata e, finora, mai ufficializzata da parte di Sony.



[Fonte Wired.it]

Caldo, luglio è il mese più caldo da migliaia di anni
| Wired Italia

Caldo, luglio è il mese più caldo da migliaia di anni | Wired Italia



Da Wired.it :

Dopo le temperature record di giugno, gli esperti della Nasa sostengono che luglio 2023 potrebbe essere il mese più caldo mai registrato da migliaia di anni. Ma il 2024 sarà anche peggio. A dirlo, come riporta il Guardian, è stato Gavin Schmidt, climatologo e direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, nel corso di un incontro che si è tenuto nella sede di Washington, a cui hanno partecipato altri vertici dell’organizzazione e scienziati per discutere sui fenomeni atmosferici legati alla crisi climatica che stanno interessando tutto il pianeta. Dopo il mese di giugno 2023, anch’esso il più caldo mai rilevato, le previsioni degli esperti dicono che il 2024 sarà ancora più caldo dell’anno corrente.

Questo è dovuto principalmente a el Niño, il fenomeno climatico responsabile dell’innalzamento delle temperature, che vedrà, secondo gli esperti, il picco verso la fine di quest’anno. I cambiamenti che vengono riscontrati dagli esperti, anche se eccezionali, non hanno sorpreso gli scienziati, in quanto completamente in linea con le previsioni che sono state fatte nel corso degli ultimi anni. Le emissioni di gas serra dovute all’utilizzo di combustibili fossili sono alla base del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature, che sta interessando tutto il pianeta. Bell Nelson, amministratore della Nasa, anche lui presente all’incontro che si è tenuto a Washington, ha inoltre posto l’accento su alcune iniziative che la Nasa ha avviato per il monitoraggio della crisi climatica, come l’Earth Information Center, che si basa sui dati provenienti da 25 satelliti.

Gli effetti devastanti della crisi climatica sono stati anche registrati negli oceani, come nel caso di quello Atlantico, che ha registrato un aumento delle temperature. Un problema che ha ricadute anche sul resto del pianeta e non solo sui mari e oceani, secondo Carlo Del Castillo, alla guida dell’Ocean Ecology Laboratory della Nasa, come riporta la Cnn.



[Fonte Wired.it]

Piggy e altre storie che raccontano il bullismo
| Wired Italia

Piggy e altre storie che raccontano il bullismo | Wired Italia



Da Wired.it :

Girato nell’estate del 2022, presentato in anteprima a gennaio dell’anno successivo al Sundance Film Festival, e qualche mese dopo a quello di San Sebastián, l’horror spagnolo Piggy ha debuttato in patria lo scorso ottobre e ora esce al cinema, il 20 luglio, per I Wonder Pictures. Una delle pellicole dell’orrore più attese della nostra classifica, Piggy è un potente, intenso, vivido revenge movie di denuncia del bullismo. In un’epoca dove tutti parlano di cyberbullismo e del suo legame col bullismo scolastico, il racconto anacronistico e analogico di Carlota Pereda è ambientato nelle campagne circostanti un paesino nell’Estremadura, durante un’estate torbida, teatro delle raccapriccianti persecuzioni di alcune bulle ai danni di una giovane obesa timida e insicura. Accanto a Piggy coesistono tantissimi horror che nell’ultimo decennio hanno immortalato il bullismo – per lo più digitale – accomunati da due tematiche prevalenti: sono quasi tutti teen horror e revenge movie al contempo. Eccone alcuni.



[Fonte Wired.it]

All’asta un paio di rarissime scarpe Apple
| Wired Italia

All’asta un paio di rarissime scarpe Apple | Wired Italia



Da Wired.it :

Sono nientemeno che un paio di sneaker le protagoniste della nuova asta dedicata a fan di Apple e, nemmeno a dirla, si tratta di un pezzo da collezione quasi irreperibile. Forse non tutti sanno infatti che a metà degli anni ‘90 si è registrata una piccola produzione di abbigliamento e accessori destinati solo a una ristretta cerchia di dipendenti: circa trent’anni dopo, qualcuno è pronto a battere cassa e infatti il paio di scarpe in condizioni immacolate, taglia 44, parte da un prezzo di ben 50.000 dollari, pari a 45.000 euro.

E così, dopo il primo iPhone 2G nella rara versione da 4 GB battuta a una cifra record di 170.000 euro e ai sandali (usati) da Steve Jobs a oltre 50.000 euro, ecco un altro cimelio quasi unico che è in palio al miglior offerente presso la celebre casa di aste Sotheby’s di Londra. Da circa metà degli anni ‘80 e per tutto il decennio sucessivo, Apple aveva confezionato una serie di accessori di abbigliamento vario tipo che andavano dalle magliette alle felpe, dai cappelli alle borse di tela fino alle calzature, così da applicare il celebre logo della mela morsicata a prodotti ben lontani dall’informatica e la tecnologia.

Le sneaker Apple (Sotheby’s)

Di solito questi gadget apparivano nel corso delle conferenze interne sulle vendite e queste sneaker erano state regalate nel corso di un’iniziativa singola e mai più ripetuta, così da conferire a questi prodotti un’aura di esclusività destinata a crescere esponenzialmente nel tempo. Denominate Omega Sports Apple Computer Sneakers e di colore bianco, con una suola ben rialzata e il logo Apple arcobaleno sul lato e sulla linguetta, le sneaker taglia 10,5 americana ovvero 44 europea non sono mai state indossate e sono del tutto simili a quelle apparse in un’altra asta del 2020, per la cronaca terminata ben sotto i 10.000 dollari. A quanto arriveranno i rilanci questa volta?



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, un bollino per identificare i contenuti prodotti dall’Ai
| Wired Italia

Intelligenza artificiale, un bollino per identificare i contenuti prodotti dall’Ai | Wired Italia



Da Wired.it :

Le sette sorelle dell’intelligenza artificiale (Ia), cioè le più importanti aziende del settore, si sono impegnate con la presidenza degli Stati Uniti a etichettare con una filigrana digitale, o watermark, immagini, contenuti audio e video prodotti dai loro software Ia. Lo ha annunciato la Casa Bianca assieme ad altri impegni per contenere la disinformazione e gli altri pericoli posti dalla diffusione degli strumenti a intelligenza artificiale generativa.

È una buona notizia solo in parte, perché purtroppo non si tratta di accordi vincolanti, leggi o di un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Ma di accordi volontari che non comportano alcuna vera conseguenza se non dovessero venire rispettati.

Come riporta il sito della Casa Bianca, gli impegni assunti si basano su tre principi fondamentali: sicurezza, protezione e fiducia. Sul lato della sicurezza, le sette sorelle – cioè OpenAi, Microsoft, Google, Meta, Anthropic, Amazon e Inflection – si sono impegnate a testare esternamente e con terze parti ogni nuovo prodotto a intelligenza artificiale prima di rilasciarlo, a condividere e diffondere informazioni e tecniche su come ridurre i rischi posti dalle Ia con l’industria, il governo e la società civile.

Sul lato della protezione, hanno promesso di investire maggiormente nella sicurezza informatica, per proteggere i dati personali degli utenti, tutelarsi da minacce interne, e di impegnarsi a sostenere le terze parti nella scoperta e nella segnalazione delle possibili vulnerabilità dei proprio sistemi. Infine, per quanto riguarda la fiducia, le aziende hanno accettato di sviluppare dei sistemi per creare una filigrana non cancellabile, che venga automaticamente impressa su tutti i contenuti appena generati, e altri strumenti per rendere chiaro quali contenuti sono prodotti tramite intelligenza artificiale e quali no.

Resta però il problema della forza legale di questi accordi, che è inesistente, e del vuoto in cui vengono lasciate centinaia e presto migliaia di altre piccole aziende che offrono strumenti a intelligenza artificiale. Gli impegni assunti oggi tra le sette sorelle e la Casa Bianca non le riguardano e lasciano campo libero a qualunque comportamento. La speranza che questo primo passo da parte dei giganti del settore possa incoraggiare gli altri a fare lo stesso, come sostenuto da Washington, non è abbastanza per affrontare seriamente i pericoli posti dalla diffusione dell’intelligenza artificiale.



[Fonte Wired.it]

chi è e cosa ha fatto
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Da Wired.it :

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Per 27 ore nessuno ha più avuto sue notizie. Quattro anni prima una cosa simile era successa a un altro universitario, un ricercatore italiano, Giulio Regeni. Solo che Regeni scomparve per un mese, poi a essere trovato fu solo il suo corpo senza vita segnato dalle torture. Per Zaki molti hanno temuto la stessa sorte. Ha subito le torture, con l’elettricità, e il carcere.

Il suo impegno da attivista

L’accanimento del regime di Abdel Fattah al-Sisi contro il giovane è dipeso dal suo impegno civile. Studente interessato ai diritti umani, attivista nell’associazione umanitaria Egyptian initiative for personal rights e animatore della campagna elettorale per Khaled Ali, avvocato e attivista che voleva sfidare al-Sisi alle elezioni presidenziali del 2018, poi costretto a ritirarsi per le molte minacce e gli arresti che hanno subito i sui collaboratori. Un membro dell’opposizione, una persona scomoda, ancora di più per i suoi legami con l’Italia.

Zaki è arrivato per la prima volta nel nostro paese nel 2019, per seguire un corso magistrale in Women’s gender studies all’università di Bologna (Unibo). Un percorso interrotto dall’arresto ma coronato ottenendo il massimo dei voti alla laurea, dopo la discussione della sua tesi online dall’Egitto solo lo scorso 5 luglio. E l’Unibo è stata l’istituzione italiana che più si è stretta attorno al giovane, che più ha spinto per la sua liberazione, dandogli la forza di resistere e continuare a lottare.

Il lungo processo

In totale, dal primo arresto a oggi, sono passate 18 udienze e nove slittamenti usati per prolungare la custodia cautelare, durata 22 mesi. Poi poco tempo in libertà prima della condanna definitiva a 3 anni di carcere e, infine, la grazia. Nel mentre, per lui sono proliferate le petizioni online per chiedere di concedergli la cittadinanza italiana, Amnesty International Italia non ha mai smesso di chiedere giustizia e al suo fianco si sono schierati anche i partiti politici come il Movimento 5 stelle e il Partito democratico.

Ma l’appoggio istituzionale, a parte quello incrollabile dell’Unibo, non è sempre stato scontato. Il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione per esortare gli stati membri a imporre sanzioni contro l’Egitto per i casi di Zaki e Regeni, finita in un nulla di fatto e disertata dai rappresentanti della destra. Stesso discorso durante il governo Draghi, quando la mozione per la cittadinanza è stata approvata da Camera e Senato e poi lasciata nel dimenticatoio.

Ora, ciò che si teme, è che la grazia concessa da Al-Sisi, possa essere una sponda al governo Meloni per far cadere le indagini sul rapimento, sulle torture e sull’omicidio di Giulio Regeni. Caso in cui l’Egitto non solo si rifiuta di collaborare, ma si è attivamente impegnato nella diffusione di materiali propagandistico per infangare la sua memoria. Ipotesi non così irreale, vista la poca attenzione data al caso Zaki da Meloni, mentre era all’opposizione, il suo silenzio sul caso Regeni alla Cop27 e il rifiuto di testimoniare durante l’ultima udienza del caso Regeni dato da Meloni al Gip lo scorso 9 marzo, come riporta Repubblica.





[Fonte Wired.it]