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I migliori tablet economici da meno di 150 euro
| Wired Italia

I migliori tablet economici da meno di 150 euro | Wired Italia



Da Wired.it :

(Ultimo aggiornamento: luglio 2023)

I tablet economici sono la soluzione ideale per chi sta cercando un dispositivo capace di svolgere diverse mansioni base, senza spendere una fortuna. Si tratta di una tipologia di gadget che si inserisce alla perfezione tra gli smartphone e i notebook, e che vanta caratteristiche strutturali che gli permettono di adattarsi con assoluta naturalezza a diversi utilizzi.

Grazie al loro peso estremamente contenuto e alle dimensioni dello schermo che consentono una comoda visione, i tablet sono perfetti compagni di viaggio durante gli spostamenti di lavoro o le vacanze. Al tempo stesso risultano altrettanto a loro agio anche in un contesto domestico, pronti a passare senza impedimenti di sorta da un locale all’altro per diventare fedeli assistenti in cucina o un supporto per vedere l’ultima puntata della propria serie preferita sotto le coperte, prima di andare a dormire. Tutto questo mantenendo la spesa entro cifre davvero abbordabili, considerando che il mercato propone un’ampia gamma di modelli acquistabili con meno di 150 euro.

Tablet sotto i 150 euro: questione di compromessi

Chi non vuole avventurarsi nelle fasce di prezzo più elevate, e non è intenzionato a spendere svariate centinaia di euro per un tablet, può stare tranquillo. Sotto i 150 euro sono disponibili numerosi modelli che non rientrano nella categoria dei “giocattolini costosi”, ma che sono veri e propri dispositivi dalle indubbie qualità. Ovviamente sono presenti delle limitazioni rispetto ai fratelli maggiori che riguardano sia i materiali che la componente hardware, con processori meno performanti, un quantitativo di memoria ridotto, uno schermo con una risoluzione inferiore e un design che rinuncia ai bordi ultrasottili a vantaggio di soluzioni estetiche meno all’avanguardia, ma questo non impedisce alle tavolette economiche di svolgere alla perfezione i compiti per cui sono state progettate. Quali sono questi compiti? Innanzitutto la navigazione online, con un caricamento delle pagine che avviene in tempi ridotti e lo scorrimento dei contenuti che si mantiene sempre su livelli di fluidità più che accettabili. Discorso analogo per la gestione della comunicazioni, sia essa tramite applicazioni di messaggistica istantanea che mediante posta elettronica. Bene anche la visione di contenuti in streaming, con la possibilità di utilizzare le principali piattaforme (Netflx, Amazon Prime, YouTube, giusto per citare alcune tra le più celebri) per seguire i propri programmi e le proprie serie preferite. La qualità della riproduzione non raggiungerà livelli di eccellenza assoluta, ma gli schermi con risoluzione hd e full hd restituiscono un’immagine che si mantiene su standard più che apprezzabili. Infine i social network: tutti i più importanti dispongono di applicazioni dedicate, piuttosto snelle e pronte all’uso senza particolari intoppi.

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I tablet economici segnano invece il passo, mostrando alcune incertezze, quando si avventurano in ambito gaming. Nessun particolare problema con i titoli più semplici, i classici rompicapi che tengono compagnia durante gli spostamenti in metropolitana, mentre per i giochi più complessi potrebbero verificarsi rallentamenti più o meno evidenti. Allo stesso modo tutti i programmi che richiedono parecchie risorse di calcolo, come possono essere ad esempio quelli dedicati alla modifica e al montaggio di immagini e video, rischiano di risentire dei limiti derivanti dalla potenza del processore e dal quantitativo di memoria.

I migliori tablet economici del 2023

Nello scegliere i migliori tablet economici del 2023 ci siamo concentrati su modelli che, rimanendo all’interno del nostro budget di 150 euro, riunissero in un unico dispositivo tutte le caratteristiche necessarie a garantire una buona funzionalità e un’adeguata resistenza. Per chi invece sta cercando qualcosa di diverso, e vuole spendere qualcosina in più, abbiamo preparato una galleria dedicata ai tablet da meno di 400 euro, e una per chi invece cerca i migliori modelli in assoluto, senza porsi limiti di spesa. Infine, per chi pensa di trascorrere molto tempo a disegnare o a prendere appunti, abbiamo anche selezionato i migliori tablet con penna.




[Fonte Wired.it]

Mattel dopo Barbie ha in progetto 45 film basati sui suoi giocattoli

Mattel dopo Barbie ha in progetto 45 film basati sui suoi giocattoli



Da Wired.it :

Sicuramente uno dei film più attesi dell’estate, Barbie segnerà anche uno spartiacque importante: è la prima volta, in effetti, che una produzione di grandissimo budget, che coinvolge una regista in auge come Greta Gerwig e attori di grido come Margot Robbie e Ryan Gosling, prende spunto da un giocattolo, anzi dalla bambola più famosa al mondo. In precedenza solo film d’animazione o progetti più piccoli e per famiglie. Questa è una scommetta nel senso che se la pellicola su Barbie dovesse funzionare al botteghino (com’è probabile date le previsioni e anche i grandi sforzi promozionali delle ultime settimane), Mattel – l’azienda che produce la bambola rosa shocking – avrebbe già in cantiere ben 45 film basati sui suoi altri giochi.

A rivelarlo è un lungo articolo del New Yorker, in cui si ripercorre la strada – a dire il vero travagliata e piena di attese – che ha portato Barbie dagli scaffali agli schermi. Un passaggio fondamentale è stata la nascita nel 2018 di Mattel Films, che ha assorbito divisioni simili create in precedenza e si dedica proprio alle produzioni cinematografiche derivate dalle properties dell’azienda. Tra i progetti già annunciati che arriveranno nel prossimo futuro ci sono sicuramente un live-action tratto da He-Man, un adattamento delle macchinine Hot Wheels affidato alla creatività di J.J. Abrams e un film per famiglie con protagonista il jack russell Whisbone. Ci sono poi progetti per portare sul grande schermo il dinosauro Barney (con una storia dalle tinte horror che avrà come protagonista il premio Oscar Daniel Kaluuya), le Polly Pocket, il gioco di carte Uno e i robottini duellanti Rock ‘Em Sock ‘Em Robots, in un progetto che vede coinvolto nientemeno che Vin Diesel.

Ma appunto i progetti sono ancora più numerosi e la loro realizzazione dipenderà dal successo di Barbie e dei suoi successori. In realtà ci potrebbe anche essere l’ipotesi di creare una specie di universo cinematografico alla Marvel, con le varie storie di questi giocattoli che prendono vita e si collegano le une alle altre. Tutto dipenderà però anche dalla piaga narrativa che ciascuna trama prenderà e dai diversi toni che ogni film adotterà. Nel frattempo prepariamoci a una nuova stagione cinematografica all’insegna dell’intrattenimento ludico.



[Fonte Wired.it]

Salmo vs Luchè, il dissing tra i due rapper è meglio di una soap opera
| Wired Italia

Salmo vs Luchè, il dissing tra i due rapper è meglio di una soap opera | Wired Italia



Da Wired.it :

Nel suo rap, Luché accusa Salmo di fare pezzi commerciali (“Che hit hardcore, fra’, Il cielo in una stanza / Che, quando l’ho sentita, fra’, ho rivalutato Plaza“, in riferimento a un altro rapper, Plaza, con cui ha avuto uno scontro), di insultare le sue stesse fan (“Che razza di uomo dissa le bambine che lo ascoltano?“) e di aver regalato dei biglietti per ottenere un sold out a San Siro (“Diecimila biglietti regalati per San Siro“). In conclusione del brano c’è anche un inserto in cui si sente lo stesso Salmo lodare Luché introducendolo in un live di qualche tempo fa (“Sono veramente contento di poter condividere il palco con uno dei miei rapper preferiti, un mostro sacro“).

Una risposta così animosa deriva appunto dal freestyle di Salmo, in cui cantava: “L’inferno lo conosco bene, ci tornerei per farci un mese, una vita di promesse spese, drin… squilla il telefono inglese”. Difficile cogliere il riferimento se non si ripercorrono le tappe di questo dissing iniziato nel 2019: all’epoca Salmo aveva ribadito come gli album in cui era coinvolto all’epoca, Machete Mixtape 4 e Playlist, fossero i migliori dischi rap dell’anno, sottolineando anche che è “Facile raggiungere la prima posizione, difficile restarci”; al che Luchè, sentitosi chiamato in causa, gli aveva risposto che non erano affatto i migliori album e che Marylean di Salmo era copiata dalla sua Je ce credevo. Definito “rapperino invidioso” da Salmo, Luchè aveva poi dichiarato di avere salvato su un telefonino inglese – eccolo! – dei messaggi in cui Salmo si complimentava con lui per il suo talento.

Non è un caso, quindi, che anche Estate dimmerda 2 si conclude con un messaggio di ammissione dello stesso Salmo: “Certo, è vero, fra’, è verissimo il messaggio che t’ho mandato / Perché quel disco era figo / Una volta l’ho ascoltato, bro, una volta / Perché io rap italiano non ne ascolto, immagina se posso ascoltare Luchè”. Di sicuro non sarà l’ultima tappa di una disfida che continuerà a colpi di barre e freestyle.



[Fonte Wired.it]

Corea del Nord, andare su internet è un incubo
| Wired Italia

Corea del Nord, andare su internet è un incubo | Wired Italia



Da Wired.it :

La rete interna – conosciuta come Kwangmyong – permette di accedere solo a una manciata di siti web. “I cittadini possono accedere [all’intranet] dai loro telefoni o dai computer – riferisce Williams –. Sembra che molti settori importanti del governo abbiano i loro siti con informazioni ufficiali”. Stando ad alcune ricostruzioni, recentemente sull’intranet nordcoreana è stata introdotta la possibilità di fare alcuni acquisti online.

I disertori hanno raccontato a Pscore che di solito il costo dell’accesso all’intranet è troppo alto per la maggior parte delle persone, e che quindi molti accessi avvengono da edifici ufficiali, come università e biblioteche, dove i livelli di sorveglianza sono elevati. Le persone disposte a rischiare possono cercare di aggirare il sistema: “Ho giocato di nascosto a Dota con persone in un’altra regione due volte attraverso l’intranet – ha ammesso un disertore indicato con lo pseudonimo Jung Woo-Jin –. Ho giocato solo tre volte. Se giochi di più, riveli il tuo ip […] e la tua posizione viene registrata“. La maggior parte delle persone incluse nello studio dichiara che usare l’intranet nordcoreana non è pratico.

Verso un’internet più libera

Per aumentare la libertà di internet, Pscore indica una ventina di raccomandazioni, rivolte sia alla Corea del Nord che agli altri paesi. Il rapporto dell’organizzazione pone l’accento sulla necessità di una maggiore connettività all’interno della Corea del Nord, invitando il paese a smettere di monitorare i suoi cittadini e a collegare la rete intranet all’internet globale. Nel caso in cui non fosse possibile fornire una connessione internet in piena regole, il modello di rete censurata adottato per esempio dalla Cina rappresenterebbe comunque un’opzione migliore.

Il rapporto aggiunge che i paesi dovrebbero adoperarsi per creare un quadro giuridico internazionale e sancire che l’accesso a internet è un diritto umano garantito dalla legge. Nam, segretario generale del Pscore, sottolinea che un maggiore accesso alla rete potrebbe favorire l’assistenza sanitaria e l’istruzione e migliorare la situazione legata ai diritti umani, come la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica.

A livello globale, internet viene utilizzato regolarmente da 5,3 miliardi di persone, una quota pari a circa il 66 per cento della popolazione del pianeta.

Da anni gli organismi ufficiali sostengono che l’accesso a internet è un diritto umano, mentre le Nazioni Unite affermano che la piena connettività dovrebbe essere raggiunta entro il 2030. “Il vero problema è come tradurre questi impegni in realtà”, commenta Barbora Bukovská dell’organizzazione per i diritti umani Article 19. Secondo Bukovská, vista la precarietà dei diritti umani in Corea del Nord, imporre il diritto all’accesso a internet a livello globale probabilmente non cambierebbe di molto le cose: prima servirebbero importanti cambiamenti all’interno dei confini del paese.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired UK.



[Fonte Wired.it]

Università, i 20 migliori atenei del mondo

Università, i 20 migliori atenei del mondo



Da Wired.it :

Sono 1.500 le università inserite nella classifica Qs World University Rankings 2024: Top Global Universities, giunta alla sua ventesima edizione. Si tratta della lista dei migliori atenei sparsi per 104 località nel mondo secondo alcuni criteri, a cui quest’anno si sono anche aggiunti quelli della sostenibilità, del tasso di assunzione e della rete nazionale di ricerca. Per il dodicesimo anno consecutivo il Massachusetts Institute of Technology (Mit) si trova al primo posto della classifica. Insieme all’ateneo, sul podio, ci sono due università britanniche: la University of Cambridge e la University of Oxford.

Per quanto riguarda gli atenei italiani, il primo si trova alla 123esima posizione: il Politecnico di Milano è la migliore università del paese, seguito dalla Sapienza di Roma e dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.



[Fonte Wired.it]

come sta riscrivendo le regole dell’informatica
| Wired Italia

come sta riscrivendo le regole dell’informatica | Wired Italia



Da Wired.it :

L’intelligenza artificiale, come la tecnologia in generale, è in grado di attivare i nostri più profondi desideri e le nostre più profonde paure. Sa distruggere e creare, mettere in contatto o isolare, creare ricchezza o povertà, e non c’è dubbio che la tecnologia sulla quale oggi proiettiamo maggiormente tutto ciò sia l’Ai. È il principio di Amara, secondo cui tendiamo a sopravvalutare gli effetti a breve termine di una innovazione, e a sottovalutarne quelli a lungo termine. Per provare quindi a immaginare come l’Ai potrà cambiare le nostre società in futuro, un buon punto di partenza potrebbe essere quello di provare a vedere come oggi sta cambiando le nostre aziende.

Nella programmazione

Una rivoluzione silenziosa si sta svolgendo nel mondo della programmazione, e il suo nome è GitHub Copilot. È stato addestrato su una vasta gamma di codice pubblico disponibile su GitHub ed è in grado di generare nuove linee di codice, suggerire completamenti per le linee di codice parzialmente scritte, e persino creare intere funzioni da zero.

Per quanto GitHub Copilot potrebbe forse un giorno sostituirsi interamente a uno sviluppatore umano, ad oggi è uno strumento che consente agli umani di velocizzare i compiti più semplici e ripetitivi oppure la fase di ricerca nella documentazione tecnica con risultati strabilianti: tempi di scrittura del codice dimezzati, capacità di eseguire in autonomia il 35% dei task e un grado di soddisfazione complessiva pari a circa il 70%.

È quello che in gergo si chiama “l’ippogrifo”, ovvero l’applicazione combinata di intelligenza umana e intelligenza artificiale, ed è il metodo che ad oggi ottiene i risultati migliori – ovvero superiori all’uso della sola intelligenza umana o della sola intelligenza artificiale – in una grandissima varietà di campi, uno su tutti la diagnostica in campo medico.

Un lavoro simile a quello di GitHub Copilot lo svolge anche Snyk di Deepcode, un tool basato su Ai che sa analizzare un codice già esistente per segnalare la presenza di eventuali vulnerabilità e dunque evitare attacchi informatici o malfunzionamenti gravi di sistemi già esistenti. Ma ancor più interessante è forse Zapier, uno dei task manager più utilizzati che ha integrato da poco l’Ai per consentire agli utenti di automatizzare le task partendo da un prompt (cioè da un breve comando di testo) come ad esempio “aggiornami questo foglio Excel ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo su questo determinato argomento“.



[Fonte Wired.it]