Seleziona una pagina
Euclid, tutto pronto per il telescopio che cercherà la materia oscura
| Wired Italia

Euclid, tutto pronto per il telescopio che cercherà la materia oscura | Wired Italia



Da Wired.it :

In particolare Laureijs e i suoi colleghi vogliono indagare w, ovvero il rapporto tra la pressione dell’energia oscura nell’universo e la sua densità. Einstein ipotizzò l’esistenza una “costante cosmologica“, ovvero l’idea che l’universo sia pieno di spazio vuoto, che tuttavia possiede una propria energia e si combina alla gravità. Se questa teoria fosse corretta, allora la pressione dell’energia oscura dovrebbe essere uguale al valore negativo della densità di energia. In altre parole, se l’energia oscura fosse la costante cosmologica, allora w dovrebbe essere uguale a -1.

Finora sembra essere così, ma gli studi condotti in passato con altri telescopi presentano grandi incertezze nelle loro misurazioni. I dati di Euclid mostreranno se la costante cosmologica è la risposta giusta per spiegare l’accelerazione dell’universo. “Stiamo affrontando alcune delle questioni più fondamentali della cosmologia – spiega Carole Mundell, direttrice scientifica dell’Esa –. Questa missione ci consentirà di tracciare con incredibile precisione la struttura cosmica e la storia dell’espansione dell’universo“.

Tappe e strumenti

Dopo il decollo, Euclid si dirigerà verso il punto di Lagrange 2, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, dove il telescopio avrà una visione chiara dello spazio profondo e potrà comunicare con gli astronomi sfruttando l’afflusso continuo di luce solare ai suoi pannelli. Il telescopio è dotato di due strumenti che verranno utilizzati simultaneamente: Vis (Visible Instrument), dotato di 36 rivelatori chiamati dispositivi ad accoppiamento di carica, che misureranno la forma di miliardi di galassie, e Nisp (Near Infrared Spectrometer and Photometer), con 16 rivelatori che forniranno il campo visivo a infrarossi più ampio mai ottenuto da un telescopio spaziale. Euclid inizierà la sua missione scientifica alla fine di quest’anno, dopo alcuni mesi di test e la calibrazione degli strumenti.

Anche se una volta arrivato al punto di Lagrange 2 stazionerà vicino al James Webb Space Telescope (Jwst) della Nasa, Euclid rappresenta “una specie di anti-Jwst. Invece di concentrarsi su una parte di cielo molto piccola, l’obiettivo di Euclid è quello di allargarsi e osservare un’enorme porzione di cielo“, afferma Mark McCaughrean, consulente senior dell’Esa per la scienza e l’esplorazione. A differenza dei telescopi Jwst e Hubble, Euclid non si concentrerà su singoli corpi, cercando invece di ottenere una visione panoramica: “È una missione statistica. L’obiettivo è quello di annegare in così tanti dati e in così tante galassie, per poi iniziare a individuare i segnali più sottili“, aggiunge McCaughrean.

Cosa farà Euclid

Gli astrofisici del team di Euclid hanno in programma di effettuare due tipi di misurazioni fondamentali, che in entrambi i casi coinvolgeranno da vicino la statistica. La prima sarà una misurazione della cosiddetta lente gravitazionale debole (weak gravitational lensing), un effetto che si verifica quando la gravità degli oggetti massicci – per lo più materia oscura – piega leggermente la luce proveniente dalle galassie più lontane, distorcendone le immagini. Si tratta di un fenomeno che può essere studiato solo avendo a disposizione cataloghi con dati di moltissime galassie.



[Fonte Wired.it]

Film horror, 7 titoli da non perdere al cinema quest’estate

Film horror, 7 titoli da non perdere al cinema quest’estate



Da Wired.it :

Il sequel dell’esilarante horror appartenente al filone degli animaloni assassini che viene ricordato per essere uno dei pochi ad aver alzato il budget – e l’asticella del prestigio della produzione, grazie alla presenza di attori di serie A come Jason Statham – di pellicole tipicamente realizzate con spese risibili da geni dell’artigianato e dell’orrore di serie B come i tipi di** The Asylum**. Dal 3 agosto in sala distribuito da Warner, Shark 2 è diretto dal britannico Ben Wheatley (High-Rise – La rivolta). Statham, ex tuffatore (quasi) olimpionico, torna a immergersi in acque gelide popolate da fameliche creature preistoriche nei panni di Jonas Taylor, alla guida di un gruppo di ricerca in immersione esplorativa nelle profondità dell’oceano. Nel cast anche l’attore cinese Jacky Wu Jing (Legend of Zu, Shaolin Basket) e Li Bingbing (Resident Evil: Retribution, Transformers 4 – L’era dell’estinzione) già vista nel primo capitolo.

7. They Listen

They ListenEagle Pictures

Non si sa di cosa parlerà questa pellicola diretta dal versatile Chris Weitz di American Pie, About a Boy – Un ragazzo, La bussola d’oro e The Twilight Saga: New Moon e prodotta dalla sua casa di Depth of Field, ma il fatto che sia realizzata in collaborazione con la Blumhouse di Jason Blum basterebbe da solo per attrarci. They Listen arriva al cinema il 23 agosto distribuito da Eagle Pictures e nel cast si distinguono John Cho (Searching, Cowboy Bebop) e Katherine Waterston (Alien: Covenant). Weitz e Cho sono alla loro undicesima collaborazione. Nel cast anche Greg Hill, Riki Lindhome, Lukita Maxwell, Keith Carradine, Havana Rose Liu, Ben Youcef.



[Fonte Wired.it]

per perdere peso funziona tanto quanto le diete ipocaloriche
| Wired Italia

per perdere peso funziona tanto quanto le diete ipocaloriche | Wired Italia



Da Wired.it :

Digiuno intermittente o restrizione calorica: qual è il metodo più efficace per perdere peso? Secondo i risultati di uno studio appena pubblicato su Annals of Internal Medicine e condotto da un gruppo di ricercatori della University of Illinois Chicago (Stati Uniti), i due metodi possono essere considerati equivalenti dal punto di vista del dimagrimento.

Lo studio

Alla ricerca hanno partecipato 90 persone di età media pari a 40 anni e affette da obesità, che sono state suddivise in modo casuale in tre gruppi. Ai partecipanti del primo gruppo, quello del digiuno intermittente, è stato chiesto di consumare i propri pasti soltanto fra le 12 e le 20, ovvero entro una finestra temporale di 8 ore, senza applicare alcun conteggio calorico. Al secondo gruppo di partecipanti è stato invece chiesto di ridurre del 25% le calorie consumate giornalmente: i membri di entrambi questi gruppi hanno effettuato incontri regolari con un dietologo. Infine, i partecipanti dell’ultimo gruppo, quello di controllo, hanno continuato a seguire le proprie abitudini alimentari. Dei 90 partecipanti di partenza, 77 hanno portato a termine lo studio, e a tutti è stato richiesto di compilare, per i 12 mesi di durata dello studio e con cadenza regolare, una sorta di diario alimentare.

I risultati

Dalle analisi è emerso che i partecipanti del gruppo di digiuno intermittente e quelli del gruppo di restrizione calorica hanno assunto in media circa 400 chilocalorie in meno al giorno rispetto al gruppo di controllo (425 e 405 in meno, rispettivamente). Questo ha fatto sì che al termine dei 12 mesi i partecipanti dei primi due gruppi avessero perso circa cinque chilogrammi in più rispetto ai membri del gruppo di controllo. Con una minima differenza fra il gruppo di digiuno intermittente e quello di restrizione calorica, che, sottolineano gli autori, non è risultata statisticamente rilevante. In pratica, si legge nelle conclusioni, i due metodi sono paragonabili dal punto di vista dell’efficacia per la perita di peso. Allo stesso tempo, vista la variabilità individuale osservata, si legge in un editoriale di accompagnamento alla pubblicazione, sarebbe interessante verificare se persone distinte possano beneficiare maggiormente, per vari motivi, di uno o dell’altro intervento.

Come riporta New Scientist, secondo Krista Varady, ultima autrice della pubblicazione, il digiuno intermittente potrebbe essere diventato così popolare proprio perché è più semplice da attuare rispetto ad altri metodi: chi lo mette in pratica non ha bisogno di calcolare le calorie assunte giornalmente, è sufficiente che tenga d’occhio l’orologio. Naturalmente è sempre bene ricordare che il cibo non è solo fonte di energia ma anche di nutrienti essenziali per il mantenimento della nostra salute: due alimenti equivalenti dal punto di vista dell’apporto calorico potrebbero non esserlo dal punto di vista del valore nutrizionale.



[Fonte Wired.it]

per perdere peso funziona tanto quanto le diete ipocaloriche | Wired Italia



Da Wired.it :

Digiuno intermittente o restrizione calorica: qual è il metodo più efficace per perdere peso? Secondo i risultati di uno studio appena pubblicato su Annals of Internal Medicine e condotto da un gruppo di ricercatori della University of Illinois Chicago (Stati Uniti), i due metodi possono essere considerati equivalenti dal punto di vista del dimagrimento.

Lo studio

Alla ricerca hanno partecipato 90 persone di età media pari a 40 anni e affette da obesità, che sono state suddivise in modo casuale in tre gruppi. Ai partecipanti del primo gruppo, quello del digiuno intermittente, è stato chiesto di consumare i propri pasti soltanto fra le 12 e le 20, ovvero entro una finestra temporale di 8 ore, senza applicare alcun conteggio calorico. Al secondo gruppo di partecipanti è stato invece chiesto di ridurre del 25% le calorie consumate giornalmente: i membri di entrambi questi gruppi hanno effettuato incontri regolari con un dietologo. Infine, i partecipanti dell’ultimo gruppo, quello di controllo, hanno continuato a seguire le proprie abitudini alimentari. Dei 90 partecipanti di partenza, 77 hanno portato a termine lo studio, e a tutti è stato richiesto di compilare, per i 12 mesi di durata dello studio e con cadenza regolare, una sorta di diario alimentare.

I risultati

Dalle analisi è emerso che i partecipanti del gruppo di digiuno intermittente e quelli del gruppo di restrizione calorica hanno assunto in media circa 400 chilocalorie in meno al giorno rispetto al gruppo di controllo (425 e 405 in meno, rispettivamente). Questo ha fatto sì che al termine dei 12 mesi i partecipanti dei primi due gruppi avessero perso circa cinque chilogrammi in più rispetto ai membri del gruppo di controllo. Con una minima differenza fra il gruppo di digiuno intermittente e quello di restrizione calorica, che, sottolineano gli autori, non è risultata statisticamente rilevante. In pratica, si legge nelle conclusioni, i due metodi sono paragonabili dal punto di vista dell’efficacia per la perita di peso. Allo stesso tempo, vista la variabilità individuale osservata, si legge in un editoriale di accompagnamento alla pubblicazione, sarebbe interessante verificare se persone distinte possano beneficiare maggiormente, per vari motivi, di uno o dell’altro intervento.

Come riporta New Scientist, secondo Krista Varady, ultima autrice della pubblicazione, il digiuno intermittente potrebbe essere diventato così popolare proprio perché è più semplice da attuare rispetto ad altri metodi: chi lo mette in pratica non ha bisogno di calcolare le calorie assunte giornalmente, è sufficiente che tenga d’occhio l’orologio. Naturalmente è sempre bene ricordare che il cibo non è solo fonte di energia ma anche di nutrienti essenziali per il mantenimento della nostra salute: due alimenti equivalenti dal punto di vista dell’apporto calorico potrebbero non esserlo dal punto di vista del valore nutrizionale.



[Fonte Wired.it]

Zanzare, come tenerle alla larga secondo la scienza
| Wired Italia

Zanzare, come tenerle alla larga secondo la scienza | Wired Italia



Da Wired.it :

Le zanzare sono sempre un tema caldo in estate. Un fastidio destinato ad accompagnarci per i prossimi mesi, e contro cui non possiamo fare poi molto. Spray repellenti, zanzariere, maniche e pantaloni lunghi aiutano a limitare al minimo le punture, è vero. Ma per lo più, è questione di gusti: alcune persone sembrano autentici magneti per le zanzare; altri, più fortunati, vengono ignorati per la maggior parte del tempo. Tutta colpa dell’odore, perché è con l’olfatto che questi insetti si orientano alla ricerca delle prede più succulente. In larga parte, si tratta di genetica, perché è da alcune caratteristiche scritte nel nostro Dna che inizia a determinarsi l’odore della nostra pelle. Ma anche le abitudini, alimentari, igieniche e non solo, possono modificare il nostro “profumo” rendendoci meno appetibili per le zanzare. Qualche esempio? Ci aiuta a trovarli Maisie Vollans, una ricercatrice dell’Università di Oxford specializzata in ecologia delle zanzare, che di recente ha deciso di condividere alcuni dei risultati delle ricerche più recenti in questo campo in un articolo pubblicato su The Conversation.

Attenzione al sapone

Il metodo forse più ovvio per cambiare il proprio odore è lavarsi. Attenzione però, perché i saponi che utilizziamo non si limitano a rimuovere lo sporco e i batteri dalla nostra pelle. Contengono infatti profumi e altre sostanze chimiche che aggiungono il loro profilo olfattivo al nostro, e che possono sia incoraggiare, sia scoraggiare, l’attacco da parte delle zanzare. La relazione tra saponi e odore corporeo però non è semplice da prevedere, e quindi non è possibile, almeno per ora, fornire una ricetta perfetta per prevenire le punture. Uno studio recente, ad esempio, ha testato in che modo l’utilizzo dei saponi di diverse note marche di prodotti per l’igiene modificassero le chance di essere punti dalle zanzare, chiedendo l’aiuto di un gruppo di volontari che hanno utilizzato i saponi, e fornito poi dei campioni del loro odore corporeo per le analisi. I risultati hanno rivelato che i prodotti contenenti essenze floreali tendono ad attrarre maggiormente le zanzare, mentre l’unico tra quelli testati con un aroma al cocco si è dimostrato in alcuni casi capace di repellerle. In alcuni casi, ma non in tutti: il risultato dipende infatti non solo dal sapone usato, ma anche dal mix che si crea nell’interazione con l’odore corporeo naturale di chi lo utilizza.

La frutta che piace alle zanzare (e quella che odiano)

L’alimentazione, lo dicevamo, può modificare l’odore dei nostri corpi. E il consumo di frutta, in particolare, sembra in alcuni casi influenzare in modo diretto le probabilità di essere punti da una zanzara. Uno studio della University of Wisconsin di qualche anno fa ha testato una delle teorie popolari più diffuse, e cioè che le banane siano in qualche modo capaci di renderci più appetibili per questi insetti. In effetti, l’esperimento svolto dai ricercatori americani ha confermato che il consumo di banane aumenta le probabilità che le zanzare del genere Anopheles (quelle che trasmettono la malaria) siano attratte dall’odore corporeo umano, anche se come nel caso dei saponi, i risultati non sono stati gli stessi per tutti i partecipanti. Di contro, mangiare uva sembra offrire in qualche modo una certa protezione. I risultati non sono affidabili al 100%, lo dicevamo, ma trattandosi di frutta, se siete in cerca di un metodo veloce per tenere lontane le zanzare, tentar non nuoce.

Ad Homer Simpson non piace questo elemento

I danni dell’alcol e quelli legati alla malaria sono due dei principali problemi di salute pubblica in molte zone del continente africano. Per questo, uno studio del 2010 ha voluto indagare se fossero in qualche modo collegati: se bere, insomma, aumenti le probabilità di essere morsi dalle zanzare, e quindi di essere infettati dalla malaria nelle aree in cui la malattia è endemica. La ricerca ha coinvolto 43 volontari, a cui è stato chiesto di bere birra o acqua prima che il loro odore corporeo fosse testato per verificare quanto risultasse appetibile per gli insetti. Il risultato ha confermato che dopo circa 15 minuti dall’ingestione di un alcolico come la birra l’odore corporeo di molti esseri umani sembra attrarre maggiormente le zanzare. Mentre il consumo di acqua non altera in alcun modo le probabilità di essere punti. In paesi in cui la malaria è diffusa – concludono gli autori dello studio – il consumo di birra potrebbe quindi essere considerato un fattore di rischio per l’infezione. Dove la malattia non è un problema, invece, una birra ghiacciata in estate potrebbe semplicemente essere un piacere da concedersi consapevoli dei pericoli che comporta, non ultimo quello di qualche puntura in più.

I deodoranti sono nostri amici

Quanto spesso capita che una zanzara ci punga sotto le ascelle? Piuttosto di rado, e forse non è solamente per una questione di accessibilità. Uno studio pubblicato su Nature ha infatti evidenziato che l’odore delle ascelle umane è meno attrattivo per le zanzare rispetto a quello delle manie e dei piedi, e che le differenze svaniscono però se non si utilizzano prodotti per la cura personale per alcuni giorni. Secondo i suoi autori, la spiegazione più probabile è che a tenere lontane le zanzare siano alcuni composti comunemente contenuti nei deodoranti, la cui azione andrebbe a sparire dopo circa cinque giorni di mancato utilizzo di questi prodotti.

I rimedi casalinghi

Tra i più diffusi rimedi fai da te contro le punture di zanzara troviamo certamente il consumo di aglio e di vitamina B, considerate da molti sostanze capaci di tenere lontani questi insetti. Una strategia semplice, quanto purtroppo inefficace. Uno studio del 2005 ha testato la probabilità di essere morsi da una zanzare dopo aver consumato aglio, mettendola a confronto con un placebo, e dimostrando che non esistono differenze apprezzabili. Stesso risultato anche da uno studio dello stesso anno che ha valutato l’efficacia repellente degli integratori di vitamina B.

Le maniere forti

Una delle sostanze più sicure ed efficaci per tenere lontani gli insetti si chiama dietiltoluamide (o DEET). Può essere applicata direttamente sulla pelle, è incolore e più o meno inodore per gli esseri umani, mentre negli insetti il suo profumo provoca una potente reazione di allontanamento. Dove trovarlo? Fortunatamente, un po’ dappertutto: è infatti l’ingrediente principale della maggior parte dei repellenti spray in commercio.

Per chi non ama applicare il repellente direttamente sulla propria pelle, una delle soluzioni possibili è quella di spruzzare un insetticida (come la permetrina) sui vestiti. È una strategia utilizzata anche dai soldati che operano in zone infestate di zanzare e altri insetti dannosi, e offre un’ottima protezione, impedendo inoltre alle zanzare di pungere attraverso i vestiti, cosa che capita molto più spesso di quanto non si pensi quando i vestiti non sono trattati con sostanze repellenti.



[Fonte Wired.it]

Città più care del mondo, le prime 10 nel 2023

Città più care del mondo, le prime 10 nel 2023



Da Wired.it :

Quali sono le città in cui si spende di più per vivere bene (e quindi, in definitiva, le più care)? Per il secondo anno se lo è chiesto The Julius Bear Global Wealth & Lifestyle Report, che ha messo a confronto venti voci di spesa (dalle cene all’assicurazione sanitaria, dall’auto alle borsette) stilando una lista delle venticinque città più costose nel 2023. A trainare i consumi c’è l’Asia, che si porta a casa tutto il podio: al primo posto, metropoli più cara tra le care, c’è infatti Singapore.

Dalla lista delle prime dieci città per facoltosi restano fuori l’Italia (Milano si piazza al sedicesimo posto, mentre nel 2022 era al tredicesimo) e interi continenti, come l’Africa e l’Australia (per trovare Johannesburg e Sydney bisogna scorrere rispettivamente fino al numero 25 e al numero 17). Anche Parigi dice adieu alla top ten, scivolando dalla decima alla tredicesima posizione.

L’unità di misura

Ma come funziona il Lifestyle Index messo a punto dalla banca svizzera The Julius Bear? L’indice si basa su un paniere di dodici beni di consumo e otto servizi che rappresentano un esempio degli acquisti che potrebbero essere fatti da un HNWI, ovvero High Net Worth Individual (individuo ad alto patrimonio netto). Ci sono quindi gioielli, macchine, borsette e scarpe da donna, completi da uomo, cene in ristoranti di alto livello. Ma anche biciclette, tapis roulant, orologi, whisky, vino, case, prodotti tecnologici, scuole private, Master in Business Administration (MBA), assicurazione sanitaria. E ancora voli in business class, suite d’hotel, avvocati e Lasik, la tecnologia chirurgica per correggere i difetti della vista.

Insomma: tendenzialmente a venire analizzati sono i consumi dei ricchi nelle città per i ricchi, i cui dati sono stati raccolti tra novembre 2022 e marzo 2023. In generale, spiega il report, rispetto al 2022 il prezzo complessivo di beni e servizi è aumentato in media del 13 per cento nelle valute locali e del 6 per cento in dollari. Il documento, che si può consultare online, sottolinea anche come dopo la pandemia da Covid-19 si sia registrata una maggiore tendenza a spendere e a godere delle proprie ricchezze, nonostante le incertezze dovute per esempio alla guerra della Russia in Ucraina.



[Fonte Wired.it]