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A Milano il primo punto di presenza continentale del cavo sottomarino Ionian
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A Milano il primo punto di presenza continentale del cavo sottomarino Ionian | Wired Italia



Da Wired.it :

Il primo punto di presenza (PoP) continentale del nuovo cavo sottomarinoIoniandi Islalink è stato attivato a Milano nella Carrier Hotel di Milan Internet Exchange (Mix), il principale punto di interscambio pubblico di internet in Italia. Lo ha annunciato in una nota lo stesso provider indipendente e neutrale di infrastrutture in fibra ottica con sede a Madrid.

Lo storico campus telco Caldera Park della città meneghina, l’area privata in cui insiste la più alta concentrazione di reti del paese, in cui Mix ha sede dal 2000, è stato dunque individuato dalla società spagnola come luogo ideale in cui posizionare il PoP wavelength division multiplexing (Wdm) chiamato a fornire servizi di telecomunicazione tra l’Italia e la Grecia. Il sistema raggiunge infatti Atene e Salonicco attraverso un nuovo sistema di trasmissione dati all’avanguardia, su una rotta completamente diversificata rispetto a quelle attuali definita nella nota “sicura e robusta”.

Per l’amministratore delegato di Milan Internet Exchange Alessandro Talotta, la scelta di Islalink “conferma il ruolo di Mix come principale punto di interconnessione internet”. La soddisfazione dell’ad riguarda soprattutto la possibilità di “apportare un valore significativo ai nostri clienti e soci”, nonché quella che “molte reti, ubicate in Italia e in Grecia ma non solo, siano collegate attraverso questa nuova via in fibra ad alte prestazioni”, rappresentando “una grande opportunità di sviluppo per entrambi i paesi“.

L’ad di Islalink Esther Garcés sottolinea invece che “avere Mix come partner è fondamentale per il progetto Ionian: Mix a Milano è il punto di interconnessione più importante, che riunisce carrier, OTT e provider italiani e stranieri” e dunque “l’attivazione di un PoP presso Mix per Ionian è un passo naturale per fornire i nostri servizi al mercato”.



[Fonte Wired.it]

Ucraina, il disastro umano e ambientale della diga di Nova Kakhovka
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Ucraina, il disastro umano e ambientale della diga di Nova Kakhovka | Wired Italia



Da Wired.it :

La diga della riserva naturale di Nova Kakhovka, nella regione occupata di Kherson in Ucraina, è stata distrutta nella notte del 6 giugno 2023. La diga tratteneva circa 18 miliardi di metri cubi d’acqua del fiume Dnipro, che ora stanno scorrendo a valle, verso la città di Kherson e il mar Nero, allagando tutto ciò che si trova sulle due rive del corso d’acqua. Quasi 40 mila persone vivono nella zona dell’inondazione, che ha messo anche in pericolo l’approvvigionamento idrico della Crimea e i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Gli effetti della distruzione

Le prime conseguenze sono di carattere ambientale. Già ben 150 tonnellate di petrolio si sono riversate in acqua e sono finite nei terreni circostanti, fuoriuscendo dai serbatoi della diga, e ce ne sono altre 300 che potrebbero defluire in acqua da un momento all’altro. Kherson è un importante polo agricolo e l’inondazione rischia di spargere in tutta l’area sostanze e componenti chimici delle varie imprese, tra cui diserbanti e concimi.

In base a quanto riporta Associated Press, sono 20 mila gli ettari di terreni agricoli andati distrutti e si prevede che la produzione agricola della zona sarà interrotta per i prossimi 5 anni. C’è poi il problema delle malattie, come il tetano, che rischiano di proliferare nella zona, già a corto di infrastrutture e capacità logistiche medica a causa dell’invasione della Russia.

La distruzione della diga ha poi distrutto completamente il sistema di approvvigionamento idrico principale di gran parte della regione, lasciando decine di migliaia di persone in carenza di acqua potabile, per l’irrigazione dei campi e per il funzionamento delle industrie. Lo stesso discorso vale per la penisola di Crimea annessa illegalmente dalla Russia, che dipende per la maggior parte dai rifornimenti d’acqua in arrivo dal Dnipro.

Il canale della Crimea settentrionale (Immagine: elaborazione Kevin Carboni/Google Maps)



[Fonte Wired.it]

Il robot da cucina (o meglio la cucina robot) che costa 58mila euro
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Il robot da cucina (o meglio la cucina robot) che costa 58mila euro | Wired Italia



Da Wired.it :

Altro che robot da cucina. La società Moley Robotics ha presentato un nuovo evoluto modello di cucina robotizzata di natura modulare chiamata Chef’s Kitchen che può essere espansa e personalizzata secondo le esigenze: rispetto al passato, l’obiettivo è quello di garantire la massima velocità d’azione e al contempo sfornare piatti di alta qualità, come un vero e proprio chef. Progettato in versioni professionali e domestiche, questo sistema robotizzato può utilizzare i normali utensili che si trovano in cucina e può operare 24 ore su 24, con una sorta di tablet per le configurazioni e per la scelta del menu.

Chef’s Kitchen è la versione più semplice della nostra gamma di cucine commerciali modulari che trasformerà il modo in cui i pasti appena cucinati vengono preparati in porzioni individuali basate sulle ricette dei migliori chef ed eliminerà la necessità di lavorare in turni notturni antisociali“, ha commentato Mark Oleynik, il fondatore e ceo di Moley Robotics. E infatti questo sistema non è pensato per sostituire in toto il personale umano, quanto di affiancarlo e assisterlo soprattutto in incarichi gravosi come appunto durante i turni notturni, senza dover rinunciare all’alta qualità delle preparazioni. Inoltre, può tornare molto utile in determinati ambiti come case di riposo, hotel e mense dove può abbinare efficienza e rapidità d’azione.

Tutto molto bello e interessante, ma quanto bisogna sborsare per potersi godere questo prodigio culinario-tecnologico? I prezzi, giusto per rimanere in tema, sono assai salati visto che si parte da una versione base da 50.000 sterline (58.000 euro circa) per poi salire a seconda di accessori e funzionalità. Le vendite partiranno dal prossimo 1 luglio direttamente tramite il produttore dal sito ufficiale.



[Fonte Wired.it]

i ruoli memorabili della protagonista di Funny Woman
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i ruoli memorabili della protagonista di Funny Woman | Wired Italia



Da Wired.it :

Funny Woman, miniserie britannica in sei episodi con Gemma Arterton e una manciata di veterani del piccolo schermo britannico come Tom Bateman, Ruper Everett e David Threlfall è appena sbarcata su Sky e Now. Tratta dal romanzo Funny Girl del Nick Hornby di Alta Feldeltà e About A Boy, segue la carriera e la vita privata di una intraprendente fanciulla, la deliziosa Sophie Straw, in cerca di fama come star televisiva negli anni ‘60. La Arterton torna a interpretare una giovane donna bella e intelligente, forte e fragile, sexy e incredibilmente accattivante come in uno dei suoi ruoli più impegnativi, quello del dramedy del 2010 Tamara Drewe. Per l’occasione, ripercorriamo i ruoli più significativi dell’interprete nata nel Kent nel 1986 che nessuno voleva ingaggiare a causa del suo accento “proletario e che oggi è una delle attrici più note del Regno Unito.



[Fonte Wired.it]

I migliori topper da mettere sul materasso per schiacciare pisolini da sogno
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I migliori topper da mettere sul materasso per schiacciare pisolini da sogno | Wired Italia



Da Wired.it :

Diciamoci la verità: c’è una buona probabilità che, se siete in cerca dei migliori topper sul mercato, sia perché avete visto Bruno Barbieri cercarlo spasmodicamente nei letti che lo hanno ospitato nella trasmissione 4 hotel. Secondo lo chef, esperto anche di ospitalità, per fare sonni tranquilli abbiamo bisogno non solo di un materasso di qualità, ma anche di un topper capace di far impennare il livello di comfort.

Ma perché aspettare di dormire in un albergo di lusso per dotarsi di tutte le comodità? Dopo aver scelto il materasso giusto è il momento di partire alla ricerca anche dei migliori topper. Prima però di sfogliare la nostra selezione, è meglio avere una leggera infarinatura sul tema a cominciare dalle basi.

Cos’è un topper

I topper sono dei veri e propri materassini ad altezza ridotta, prodotti per essere sovrapposti ai materassi tradizionali. Devono quindi avere le stesse dimensioni del materasso sul quale appoggeranno e possono avere un’altezza che solitamente va dai 3 agli 8 cm. Come i materassi, possono essere costituiti da diversi materiali e vantare differenti gradi di rigidità e traspirabilità. Oltre a rendere più confortevole il riposo, i topper sono utili anche a preservare l’igiene del materasso sottostante, poiché gli impediscono di assorbire e immagazzinare l’umidità prodotta dal nostro corpo. Per godere di benefici effettivi nell’uso di un topper occorre però scegliere un prodotto di qualità uguale o superiore a quella del materasso.

Come scegliere il topper giusto

  • Spessore: abbiamo detto che i topper hanno un’altezza che può variare in media dai 3 agli 8 cm. Tendenzialmente, uno spessore che si avvicina agli 8 cm è un segnale di alta qualità. Ma il topper più spesso, non è necessariamente il migliore per noi. Se ad esempio abbiamo un materasso già molto alto, dovremo stare sui 5 massimo 6 cm di spessore per evitare che le lenzuola con gli angoli non si adattino al nostro giaciglio. Anche in caso di persone molto leggere o adolescenti, un topper alto 5 cm può essere la soluzione ideale.
  • Materiale: allo stesso modo dei materassi, i topper possono avere composizioni molto diverse tra loro, ma la qualità è un punto che non si può trascurare. Scegliere un topper composto di materiali traspiranti e anallergici, dotato di una fodera removibile e lavabile renderà il nostro acquisto più sicuro. Pensando anche al rapporto qualità-prezzo, dal momento che su questo segmento di mercato non si registrano oscillazioni fortissime, vale la pena puntare su un topper ben fabbricato.
  • Rigidità: qui si entra nel campo delle preferenze personali poiché troviamo topper di qualità sia morbidi, sia semirigidi o rigidi. L’importante è che il produttore dichiari questa caratteristica in modo da permetterci di andare sul sicuro. Nel caso di topper rigidi poi, la raccomandazione è la stessa dei materassi: meglio puntare su dispositivi medici ortopedici per evitare di incappare su un topper banalmente “duro” anziché rigido.

La nostra selezione

Nella gallery qui sotto trovate la nostra selezione dei migliori topper scelti per la qualità dei materiali, per l’affidabilità dei brand e per alcune caratteristiche che li rendono particolarmente interessanti. La proposta di Eight Sleep ad esempio, è una delle più tech sul mercato, mentre quella di Dorian Home si fa notare per la cura nei dettagli. Alcuni dei topper che vedremo hanno caratteristiche ortopediche e correttive che potranno interessare chi è alla ricerca di una soluzione per il mal di schiena. Per tenerli sempre immacolati abbiamo scelto anche i migliori battimaterasso del circondario, mentre per un dolce risveglio abbiamo radunato 15 sveglie smart e altre soluzioni hi tech che evitano traumi di prima mattina.




[Fonte Wired.it]

cosa sappiamo del software italiano di polizia predittiva
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cosa sappiamo del software italiano di polizia predittiva | Wired Italia



Da Wired.it :

Giove è il nuovo sistema di polizia predittiva che il ministero dell’Interno vorrebbe dare in dotazione alle questure di tutta Italia. Secondo le autorità, il software sarebbe in grado di indicare dove e quando è probabile si verifichino determinati tipi di reato, in base ai dati del passato, così da prevenire e reprimere i reati di maggior impatto sociale. Tuttavia, molte ricerche hanno dimostrato come questi sistemi non funzionino, non siano in grado di trovare corrispondenze con la realtà e operino sulla base di forti pregiudizi.

Tecnicamente, Giove è descritto come “un sistema di elaborazione e analisi automatizzata per l’ausilio delle attività di polizia”, si legge sul Sole 24 ore. In termini più diretti, non è altro che un software basato su un algoritmo di intelligenza artificiale, che utilizza le banche dati delle forze dell’ordine relative ai reati, per provare a predire dove e quando reati simili potrebbero verificarsi nuovamente.

Il sistema Giove nasce nel Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno nel 2020, sulla base delle sperimentazioni portate avanti dalla questura di Milano, a partire dal 2008, con il software KeyCrime, ideato dall’ex assistente capo dello stesso comando, Mario Venturi. E il suo meccanismo sembra essere più o meno lo stesso.

Come funziona Giove

I due sistemi dovrebbero essere in grado di analizzare migliaia di dati come dove sono stati compiuti i reati, a che ora, in che modo, il comportamento e i mezzi usati dai responsabili e altro ancora, per mettere in correlazione diversi crimini e determinare quali sono stati compiuti dagli stessi soggetti o dallo stesso soggetto.

Questo funzionamento è chiamato crime linking, cioè collegamento di crimini. Diversamente dalla cosiddetta hotspot analysis, non va a segnalare aree con alta incidenza di reati andando a criminalizzare le zone stesse senza risolvere il problema, ma punta alla ricerca di comportamenti ripetuti che possano condurre ai responsabili.

Tuttavia, il sistema KeyCrime era stato ideato per rispondere alle rapine in ambito commerciale, mentre a quanto si legge nelle dichiarazioni di Francesco Messina direttore centrale Anticrimine della polizia di Stato intervistato da Il Giornale, Giove sarebbe usato anche per molestie e violenze sessuali, furti in abitazione, truffe e raggiri.

I rischi e i dubbi

Ambiti in cui risulta più difficile individuare con certezza modus operandi che possano effettivamente collegare un reato a un altro senza il rischio di cadere in errori dovuti ai pregiudizi algoritmici legati in particolare all’etnia e alla provenienza geografica delle persone. Inoltre, l’uso di un sistema del genere potrebbe comportare una violazione del rispetto alla privacy e alle libertà personali degli individui. Per questo il Garante della privacy è al lavoro per esprimere il suo parere sul tema, senza il quale Giove non potrà essere usato.

Infine, non risultano essere stati diffusi comunicati stampa ufficiali dal Dipartimento di pubblica sicurezza che chiariscano quali banche dati e dati vengono usati per addestrare l’algoritmo, se le vittime di reato saranno obbligate o meno a rispondere ai set di domande usati per l’addestramento e chi è il responsabile del trattamento dei dati.

Non si sa nemmeno se Giove dialogherà con il sistema di riconoscimento facciale Sari, quali siano le misure di sicurezza informatica implementate per proteggere dati e sistema, se saranno create unità operative speciali per l’utilizzo del sistema e la verifica dei risultati e se l’uso del sistema comporterà o meno arresti preventivi o solo azioni dissuasive da parte delle forze dell’ordine.



[Fonte Wired.it]