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Morbillo, cosa sappiamo della nuova variante che sta circolando in Italia

Morbillo, cosa sappiamo della nuova variante che sta circolando in Italia



Da Wired.it :

In Italia sta circolando una nuova variante di morbillo. Da gennaio scorso, infatti, sono stati confermati 5 casi di morbillo (MeV) classificati come genotipo D8 nella città metropolitana di Milano e nelle zone circostanti. A riferirlo è un nuovo studio coordinato dall’Università di Milano e dall’Istituto superiore di sanità (Iss), secondo cui questa nuova variante renderebbe leggermente meno sensibili i test molecolari. I risultati, pubblicati su Eurosurveillance, sono di particolare interesse per la sorveglianza molecolare, dato che i test diagnostici potrebbero non rilevare correttamente il virus, e sottolineano l’importanza di monitorare l’arrivo di nuovi ceppi, la loro diffusione, le catene di trasmissione e l’importazione dei casi. Per quanto riguarda la salute del singolo paziente, invece, non c’è da allarmarsi: le varianti del virus non comportano ulteriori rischi per chi è immune e il vaccino in uso continua ad essere efficace.

I casi di morbillo

Dei 5 casi diagnosticati, tre hanno una storia recente di viaggio. I pazienti, infatti, sono stati in Uzbekistan, Thailandia e sud Italia. Più nel dettaglio, i pazienti che hanno viaggiato nel Sud Italia e in Thailandia sono stati contagiati da ceppi di MeV caratterizzati da tre mutazioni descritte a febbraio in una ricerca di team svizzero, guidato da Francisco José Pérez-Rodríguez, e pubblicata Eurosurveillance. E proprio da quei dati, l’Università di Milano e il Dipartimento di malattie infettive dell’Iss hanno cominciato la ricerca delle stesse mutazioni, identificandole anche in Italia, proprio al confine con la Svizzera.

La nuova variante

La nuova variante del morbillo presenta delle mutazioni genetiche in una specifica porzione della nucleoproteina, il bersaglio dei test molecolari comunemente utilizzati dai laboratori di sorveglianza. “Ciò si traduce in una leggera perdita di sensibilità del test”, scrivono gli autori del nuovo studio. “Nessuno degli altri 614 ceppi (453 D8 e 161 B3) rilevati dal nostro laboratorio tra il 2017 (inizio delle attività di sorveglianza) e il 2023 possedeva queste mutazioni. I nostri risultati suggeriscono che i virus del morbillo con le mutazioni rilevate attraverso la sorveglianza molecolare svizzera, stanno già circolando in Italia, in linea con i risultati ottenuti da Pérez-Rodríguez e colleghi, che hanno segnalato un caso locale con storia di viaggio in Italia”.

Test meno sensibili

A causa di queste mutazioni, quindi, la nuova variante avrebbe più probabilità di sfuggire ai test diagnostici ed è proprio per questo che, come sottolineano gli autori, è necessario aggiornare i test attualmente utilizzati. “La nostra comunicazione conferma la loro scoperta (quella dei ricercatori svizzeri, ndr), comunicata tempestivamente per aumentare la consapevolezza sulla circolazione di una variante del MeV che può essere rilevata con sensibilità ridotta da molti test diagnostici”, concludono i ricercatori. “E segnala che questa variante si sta diffondendo. E’ importante aggiornare tempestivamente i test per rilevare tutti i ceppi di MeV attualmente circolanti”.

Diagnosi e vaccino

Ricordiamo che per il morbillo la diagnosi si fa principalmente per osservazione clinica. Dopo aver informato il proprio medico curante ed aver effettuato un visita, infatti, il medico conferma o meno la presenza della malattia e, obbligatoriamente, segnala il sospetto di morbillo alla Asl che condurrà l’indagine epidemiologica sia per confermare la malattia, sia per valutare se la persona sia stata a contatto con persone a rischio (chi non è vaccinato con due dosi o chi non ha mai avuto la malattia). “Per confermare la presenza del morbillo”, precisano dall’Iss, “è necessario ricorrere a un esame del sangue per la ricerca degli anticorpi specifici. Inoltre, può essere effettuato un esame sui fluidi respiratori, urine e/o sangue per la ricerca di particelle (antigeni) virali”.

Per quanto riguarda il vaccino, esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr) e dal 2017 è obbligatorio per i minori da zero a 16 anni. “Si consiglia una prima dose del Mpr prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni”, si legge sul sito dell’Iss, in cui si precisa che come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata in chi ha un deficit immunitario o è sotto terapia immunosoppressiva, né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. È, invece, consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids.



[Fonte Wired.it]

Per Apple è in arrivo una multa di 500 milioni dall’Ue

Per Apple è in arrivo una multa di 500 milioni dall’Ue



Da Wired.it :

Apple avrebbe nascosto a chi possiede un iPhone l’esistenza di alternative più economiche per gli abbonamenti musicali senza passare dall’App Store. Per questo motivo, stando a quanto riporta il Financial Times, l’Unione europea sarebbe pronta a multare il colosso di Cupertino per una cifra che si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro.

La sanzione, che secondo il quotidiano britannico dovrebbe essere ufficializzata a inizio marzo, rappresenta il culmine di un’indagine messa in atto dall’antitrust della commissione per verificare se la società californiana abbia o meno utilizzato la propria piattaforma per favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti. Un’ipotesi che rappresenterebbe una violazione delle normative comunitarie e confermerebbe la convinzione di Spotify: era stata proprio l’azienda svedese a presentare nel 2019 un reclamo formale sulla vicenda alle autorità di regolamentazione.

Cosa potrebbe succedere

Se le voci fossero confermate, l’accusa da Bruxelles ad Apple sarebbe quella di abusare della propria posizione di potere e di imporre pratiche commerciali anticoncorrenziali ai rivali. Le pratiche di Apple si configurerebbero dunque come illegali e contrarie alle regole comunitarie sulla concorrenza nel mercato unico.

La sanzione in arrivo sarebbe la prima per il colosso di Cupertino stabilita dall’Unione europea. In passato, all’azienda di Tim Cook ne era arrivata una dalla Francia. Quest’ultima aveva multato la società statunitense per presunto comportamento anticoncorrenziale per 1,1 miliardi di euro, cifra ridotta a 372 milioni dopo il ricorso di Apple.

Anche in questo caso lo staff legale della società potrà percorrere tutte le strade previste dall’Ue per rispondere all’eventuale decisione di Bruxelles. Intanto dalla California non è arrivato alcun commento sulla vicenda, ma una puntualizzazione precisa sì: “L’App Store – hanno affermato – ha aiutato Spotify a diventare il principale servizio di streaming musicale in tutta Europa e speriamo che la Commissione europea metta fine al perseguimento di un reclamo privo di merito”.



[Fonte Wired.it]

Come l’IA generativa ha dato vita a chatbot pedopornografici

Come l’IA generativa ha dato vita a chatbot pedopornografici



Da Wired.it :

ChubAI è una piattaforma di intelligenza artificiale che fornisce chat erotiche create per soddisfare le perversioni degli utenti. Offre la possibilità di chattare con centinaia di personaggi fittizi, alcuni dei quali non sarebbero legali in contesti offline, come i minori. Nella bacheca del sito ci sono uomini (pochi) e donne (la maggior parte, spesso adolescenti). L’immaginario più diffuso, a livello visivo, è quello degli anime giapponesi, o meglio dei seinen, un sottogenere tradizionalmente creato per adulti maschi, con contenuti violenti e a sfondo sessuale. Ma nonostante l’aspetto da fumetto delle immagini di profilo degli avatar, su ChubAI il linguaggio e le situazioni descritte sono spesso disturbanti.

Collegandosi ad un Llm open source come Llama 2, si può chattare con una sorella minore, studenti dominatrici, o sottomesse, e chiedere loro di dire quello che le chat di OpenAI e altri chatbot non permettono. Da luglio, quando Chub ha iniziato ad utilizzare il modello linguistico di Meta, chiede una quota mensile di cinque dollari per i nuovi personaggi e ha incassato più di un milione. Gli utenti possono anche attivare una serie di funzionalità, come inserire la foto di una persona reale, personalizzare i chatbot esistenti e creare una versione della chat Sfw (Safe for work), ovvero che non mostri nulla di esplicito nel caso in cui ci si connetta durante l’orario lavorativo. Si può creare avatar totalmente personalizzati, sia a livello grafico che narrativo; le uniche informazioni richieste sono un’email per confermare l’account e la dichiarazione spontanea di essere maggiorenni.

La piattaforma non modera le chat – la maggior parte permettono il role playing con avatar di minorenni –, ma il fondatore dice di tenere sotto controllo le immagini per evitare che vengano utilizzate foto di persone reali. La piattaforma al momento usa l’AI generativa solo per le chat, ma il fondatore vuole estenderne l’utilizzo alla creazione di immagini. Secondo un report di Fortune, lo stesso servizio lo offre già oggi Civitai – una piattaforma per “Stable diffusion art models” finanziata da Andreessen Horowitz – che dà accesso ad un marketplace di generatori di immagini AI, alcuni dei quali progettati per produrre contenuti pedopornografici. Dopo l’esposizione del caso da parte dei media, sono stati introdotti dei limiti. Sullo stesso tema, lo scorso dicembre, un gruppo di ricercatori di Stanford ha mostrato come un popolare dataset open-source utilizzato per addestrare generatori di immagini basati sull’AI includesse più di tremila voci di sospetta pornografia infantile.

Per certi versi, ChubAI è una versione senza censura di Character.AI, un’app lanciata nel settembre del 2022 che dava la possibilità di chattare con qualsiasi tipo di personaggio, da Socrate ad Elon Musk. Lo stesso nome “Chub” è l’abbreviazione di “Characters hub”. Le potenzialità di business sono enormi e la compagnia starebbe attualmente cercando di raccogliere investimenti che ne alzerebbero il valore a cinque miliardi di dollari.



[Fonte Wired.it]

Donald Trump lancia un sito web che vende sneakers

Donald Trump lancia un sito web che vende sneakers



Da Wired.it :

Donald Trump torna a stupirci, ma questa volta non in ambito politico. In occasione dello Sneaker Con di Filadelfia, l’evento dedicato agli appassionati di sneakers e street culture, l’ex presidente degli Stati Uniti ha annunciato la sua prima collezione di scarpe da ginnastica, disponibile sul sito GetTrumpSneakers.com. Un annuncio che si è conquistato sin da subito l’interesse del pubblico, tanto da mandare sold out nel giro di poche ore il modello “The Never Surrender High-Tops”, definito nella descrizione “audace, dorato e resistente, proprio come il presidente Trump”. Una scarpa in edizione limitata – soltanto 1000 pezzi -, in vendita a ben 399 dollari. Eppure, il prezzo elevato sembra non aver impedito ai fan più accaniti di Trump di preordinare le sneakers, che saranno spedite a partire da luglio 2024.

In ogni caso, per tutti coloro che sono intenzionati a spendere cifre più ragionevoli, il sito mette a disposizione le cosiddette “POTUS 45”, il modello decorato con il numero 45, che celebra il fatto che Trump sia stato il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. In alternativa, è possibile acquistare acqua di colonia e profumi alla modica cifra di 100 dollari. Ma indipendentemente dai prodotti disponibili sull’e-commerce, quello che ci ha stupiti è il disclaimer che riguarda il ruolo di Trump nel progetto. “Trump e il design associato sono marchi registrati e/o marchi di CIC Ventures LLC – si legge in caratteri minuscoli ai piedi della home page del sito -. Le scarpe da ginnastica Trump non sono progettate, prodotte, distribuite o vendute da Donald J. Trump, The Trump Organization o da qualsiasi delle rispettive affiliate o principali”.

Perché, allora, l’ex presidente degli Stati Uniti ha deciso di prendere parte al lancio di queste sneakers? Secondo quanto riportato dal Pennsylvania Capital-Star il presidente di Sneaker Con, Alan Vinogradov, ha scelto di supportare la campagna elettorale di Donald Trump con una donazione, il che spiegherebbe la sua presenza all’evento. Al tempo stesso, però, l’intervento dell’ex presidente sembrerebbe essere stato di natura politica, considerando che è salito sul palco accompagnato dalla canzone “God Bless the Usa” di Lee Greenwood, che solitamente viene usata nei suoi comizi elettorali. Insomma, Trump non ha chiesto chiaramente agli appassionati di sneakers di votarlo, ma è abbastanza evidente il perché abbia scelto di diventare il volto di una collezione di scarpe da ginnastica proprio in questo momento.



[Fonte Wired.it]

Qualità dell’aria: le app da scaricare per monitorarla in tempo reale

Qualità dell’aria: le app da scaricare per monitorarla in tempo reale



Da Wired.it :

La crescente popolarità delle applicazioni per monitorare la qualità dell’aria in tempo reale è una delle evidenze dell’attenzione sempre più alta verso le criticità dell’inquinamento in Europa e in Italia in modo particolare. La Pianura Padana con Torino e Milano in primo piano, ma anche Bologna e le grandi città della Penisola come Roma e Napoli sono spesso tra i centri abitati con la peggiore qualità dell’aria in tutto il continente e così può essere utile controllare i valori sui servizi messi a disposizione gratuitamente.

Le mappe visualizzate nelle app mostrano la concentrazione di elementi inquinanti e pericolosi per la salute come soprattutto il particolato (PM 10) oppure il particolato fine (PM 2.5), ma anche i livelli di ozono (O3), biossido di azoto (NO2 e anidride solforosa (SO2). Le colorazioni vanno dall’azzurro e verde che indicano una situazione ideale e salubre virando verso il giallo, rosso e infine viola per gradi pericolosità crescente.

Le app integrate sugli smartphone

Forse non tutti sanno che Google Maps e Apple Mappe o Meteo integrano già una visualizzazione della qualità dell’aria attraverso un apposito layer (strato arricchito informativo) che si basa sulle informazioni sulla qualità dell’aria fornite dalla società israeliana BreezoMeter acquisita di recente proprio da Google, che visualizza i dati tramite l’indice EAQI, European Air Quality Index dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Per visualizzare i dati:

  • Google Maps – basta fare tap sull’icona dei layer in alto a destra con i due piani sovrapposti e selezionare qualità dell’aria.
  • Apple Mappe o Meteo – fare tap sulle opzioni sempre in alto a destra e selezionare l’opzione relativa alla qualità dell’aria per attivare il layer sulle mappe oppure nell’app delle previsioni meteo.

Se il layer non appare è necessario aggiornare le applicazioni alle ultime versioni disponibili sui rispettivi store.

L’app dell’Agenzia Europea per l’Ambiente

Il già citato indice EAQI dell’Agenzia Europea per l’Ambiente che fa da riferimento per Google e Apple ha anche una sua applicazione dedicata scaricabile su Android e su iPhone con la possibilità di visualizzare la concentrazione dei vari inquinanti sulle mappe, sfruttando i dati in tempo reale da circa 3500 stazioni di rilevamento. Le città non sono moltissime, però è una fonte autorevole e più che attendibile, quindi spesso potrebbe non essere presente la propria località e ci si deve basare su quella più vicina disponibile.

Le app di produttori di purificatori d’aria

Sono molto più dense di dati e diffuse le app di produttori di purificatori e rilevatori della qualità dell’aria, visto che sfruttano spesso anche le informazioni che vengono raccolte in modo anonimo dalle centraline montate dai privati. Quelle più popolari sono:

  • PlumeLabs – l’app di monitoraggio e visualizzazione dei livelli di inquinanti nell’aria realizzata dal produttore del piccolo purificatore d’aria portatile.
  • IQAir AirVisual | Air Quality – disponibile per Android e per iPhone, ha dalla sua un ampio database di rilevatori disseminati in tutto il mondo. C’è anche una previsione della situazione nei giorni a venire.

Tutte le app sono gratuite, mentre è raggiungibile dal browser dello smartphone senza un’app dedicata la risorsa Moniqua, realizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e il Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI con i dati che vengono raccolti dalle sedi italiane di ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente). Infine, non si deve dimenticare la qualità dell’aria negli ambienti interni e infatti è bene pensare all’uso di un purificatore d’aria, qui la nostra selezione dei migliori.



[Fonte Wired.it]

Alexei Navalny, in Russia sono state arrestate 400 persone per aver manifestato in ricordo dell’attivista

Alexei Navalny, in Russia sono state arrestate 400 persone per aver manifestato in ricordo dell’attivista



Da Wired.it :

La morte di Alexei Navalny in carcere aggiunge un nuovo nome alla lunga lista di politici e giornalisti uccisi in circostanze misteriose dopo aver criticato o sfidato Vladimir Putin, presidente della Russia, da quando è salito al potere nel 2000. I familiari di Navalny, assieme ad alcuni capi di stato dell’Unione europea, hanno accusato direttamente Putin della sua morte, considerata un omicidio politico, e diversi sostenitori hanno organizzato manifestazioni in 39 città russe, culminate in circa 400 arresti.

I numeri di chi è sceso in piazza per commemorare il politico di opposizione, portando fiori e cantando canzoni, sono molto bassi se paragonati al seguito che era riuscito a raccogliere Navalny negli anni precedenti all’invasione russa dell’Ucraina o rispetto al numero di abitanti della Russia. Secondo Reuters si tratterebbe di alcune centinaia di persone, su una popolazione totale di 140 milioni di cittadini.

La bassa partecipazione è confermata anche dai numeri degli arresti. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Odv-info, che monitora lo stato della repressione politica e civile in Russia, su 400 persone arrestate in 39 città, 200 sono state arrestate solo a San Pietroburgo, una delle più grandi metropoli russe che conta più di 5 milioni di abitanti totali. Cifre molto basse che mostrano, da un lato, quanto sia alto il livello di terrore imposto alla popolazione dalle autorità del Cremlino e, dall’altro, quanta poca opposizione al governo di Putin esista nella realtà in Russia.

Sempre Odv-info riporta come dal 24 febbraio 2022, giorno dell’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, a oggi siano state arrestate meno di 20 mila persone per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra in ucraina, di cui 1.300 a settembre 2022, quando Putin ordinò la mobilitazione dei riservisti, costringendo molte persone ad andare al fronte.

Come riporta Il Post, ai media e ai parlamentari russi è stato vietato di dare informazioni diverse da quelle fornite dal governo in merito alla morte di Alexei Navalny, il cui annuncio è stato dato in ritardo, sbrigativamente e senza contesto dai media di stato, mentre ad altre reti televisive sarebbe stato addirittura vietato di parlarne e nessuno ha raccontato le manifestazioni per ricordare il politico.

In Unione europea, le reazioni sono state generalmente uniformi nel condannare il Cremlino, tranne che per alcuni ex o attuali alleati di Putin, come il leader ungherese Viktor Orban. La Germania, come si legge su Reuters, ha chiesto nuove sanzioni contro Mosca in risposta alla morte di Navalny.





[Fonte Wired.it]