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Star Wars Day, il nuovo corto animato con Maggie Simpson
| Wired Italia

Star Wars Day, il nuovo corto animato con Maggie Simpson | Wired Italia



Da Wired.it :

Oggi è il 4 maggio, e come da tradizione: May the Force Be With You! Si celebra infatti oggi lo Star Wars Day, la giornata in cui tutti i fan della galassia lontana, lontana gioiscono e festeggiano. Per l’occasione anche Disney+ ha voluto contribuire ai festeggiamenti con un contenuto inedito: si tratta di Maggie Simpson e il ritorno nella Galassia lontana lontana, un nuovo cortometraggio che nasce dalla collaborazione tra I Simpson e appunto la saga di Guerre stellari. Nel corto disponibile proprio da oggi sulla piattaforma streaming, Homer perde le tracce di Maggie che sale sull’ovetto volante di Grogu per un’avventura nell’iperspazio attraverso la galassia.

Affrontando uno squadrone di caccia TIE imperiali, Maggie porta la battaglia a Springfield in questa avventura epica che celebra tutto ciò che è Star Wars. Non è la prima volta che la piccola della famiglia gialla più famosa della tv si cimenta con il mondo fantascientifico: due anni fa, infatti, sempre su Disney+ usciva il corto Maggie Simpson: Il risveglio della forza dopo il pisolino, in cui la bimba, affiancata dal droide rotolante BB-8, affronta la sua arcinemesi, il bambino monociglio Gerald, che assumeva per l’occasione le fattezze del malvagio (e redivivo) Darth Maul.

Non è l’unica novità, in ogni caso, che debutterà su Disney+ sempre per lo Star Wars Day: arriva infatti anche Star Wars: Young Jedi Adventures, una nuova serie animata ambientata 200 anni prima de La minaccia fantasma, durante l’epoca dell’Alta Repubblica, e che segue i giovani Jedi mentre studiano le vie della Forza, esplorano la galassia, aiutano chi in difficoltà. Imparare le preziose abilità necessarie per divenire dei veri e propri Jedi non sarà una cosa facile, ma sempre da affrontare col dovuto entusiasmo. Ancora una volta, insomma, Lucasfilm punta a conquistare il pubblico dei più piccoli, trasformandoli tutti in promettenti futuri Jedi.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, il primo corso universitario in cui il docente è l’AI

Intelligenza artificiale, il primo corso universitario in cui il docente è l’AI



Da Wired.it :

Anche AI e ChatGPT dipendono dall’uso che ne facciamo. Perché in Italia ChatGPT è stata vietata e il progettato Istituto per l’Intelligenza Artificiale di Torino è rimasto un progetto vuoto?

Durante il corso, gli studenti svilupperanno competenze nell’ambito dell’etica nell’intelligenza artificiale per comprendere rischi e opportunità di una tecnologia del genere su larga scala. Grazie ai contributi di studiosi di alto profilo intervistati da un chatbot, gli studenti potranno comprendere quali sono le questioni etiche maggiormente coinvolte nello sviluppo di intelligenze artificiali ma anche osservare l’attuale assetto legislativo di diversi paesi che stanno reagendo all’avvento, per alcuni versi inaspettato, di modelli LLM su larga scala.

Come intendi far riflettere gli studenti sul ruolo del docente e sul potenziale dell’AI nell’apprendimento?

Pur essendo un corso offerto tramite strumenti avanzati di AI, il vero obiettivo comprende la necessità di ripensare il ruolo del docente – e in generale dell’insegnamento – alla luce degli sviluppi dell’AI, ma soprattutto ri-mettere gli studenti al centro del processo di apprendimento. Pertanto, gli strumenti e le metodologie che utilizzeremo saranno funzionali a stimolare un approccio attivo da parte degli studenti perché pensiamo che quanto più uno studente è attivo tanto meglio questi si appassiona alla materia.

In termini di numeri, quanti studenti pensi si iscriveranno?

Il corso sarà aperto a un gruppo scelto di studenti che dovranno inviare una candidatura per essere ammessi: considerato il carattere sperimentale dell’iniziativa, ne verranno selezionati solo 20. Stiamo in realtà ricevendo tantissime richieste per frequentare il corso come uditore (studenti che partecipano alle lezioni ma senza ricevere un voto e quindi crediti formativi, ndr). Per venire incontro a queste richieste, alla fine del corso organizzeremo un seminario di un giorno dove saranno presentati i primi risultati sul fronte della sperimentazione pedagogica e le metodologie di insegnamento basate su AI utilizzate durante il corso. In aggiunta ai 20 studenti che saranno ammessi, ci saranno due dottorandi che svolgeranno un ruolo di osservatori finalizzato alla ricerca sull’argomento.

In passato con i tuoi studenti hai sviluppato un gioco da tavolo basato sulle leggi dei media di McLuhan; ora questo corso di e sull’AI. In futuro come continuerai la riflessione sui media?

Essendo il corso di laurea che dirigo focalizzato sulla cultura dei media, di fatto cerchiamo di stare sempre al passo con in tempi. Per esempio, durante la pandemia, abbiamo utilizzato le tecnologie di realtà virtuale per favorire l’apprendimento esperienziale in remoto. Il gioco da tavolo invece è stato creato per trasformare una euristica – le leggi dei media di McLuhan – in un’attività ludica. Il nuovo corso su AI Literacy si colloca lungo la stessa linea, ovvero sperimentare in tempo reale i cambiamenti tecnologici della società contemporanea. Seguiamo quasi alla lettera il motto di Marshall McLuhan, che per quasi l’intera sua carriera ha insegnato all’Università di Toronto: “I don’t explain, I explore”. Quindi, invece che limitarci a spiegare, tentiamo di esplorare le aree di maggiore interesse nel campo dei media. In fin dei conti, tentiamo di continuare a esplorare sia l’eredità intellettuale di McLuhan, sia il ruolo che i media giocano nella cultura contemporanea, facendo nostro l’invito, a tratti visionario, di una pedagogia della esplorazione.



[Fonte Wired.it]

3 cose della saga che per la scienza non hanno senso
| Wired Italia

3 cose della saga che per la scienza non hanno senso | Wired Italia



Da Wired.it :

Se un corpo vibra attraverso il cosiddetto mezzo di trasmissione, causa una vibrazione delle particelle del mezzo stesso e questa vibrazione si propaga come un’onda sonora. Quando parliamo, per esempio, facciamo vibrare le corde vocali, inducendo una vibrazione alle particelle dell’aria circostante. Questa vibrazione può propagarsi fino a disperdersi oppure, per esempio, urtare contro il timpano di un’altra persona. Ecco, inutile dire che nello spazio interplanetario c’è perlopiù il vuoto: qualche particella qui e là ma nulla che possa permettere la propagazione del suono. Nel vuoto il suono non si propaga e gli abitanti di Alderaan sarebbero morti in un silenzio assordante.

Credit: Lucasfilm Ltd. & TM

Le spade laser

L’unica cosa certa, è che la lama delle spade laser non può essere fatta di laser. Il laser è luce (del resto il nome originale è light saber) estremamente concentrata e coerente, in cui cioè l’onda elettromagnetica mantiene in tutti i punti un’ampiezza ben definita. Ci sono però dei requisiti fondamentali che le spade che vediamo in Star Wars non rispettano. Innanzitutto per confinare il laser dovrebbe esserci una superficie riflettente al termine della lama, superficie che evidentemente manca – e sarebbe anche un po’ antiestetica. Inoltre l’impugnatura della spada dovrebbe custodire una sorgente energetica molto compatta e leggera, soprattutto se vogliamo che il laser sia così potente da tagliare con facilità qualunque materiale, compresi molteplici strati di porte blindate. Se per quest’ultimo problema possiamo invocare uno sviluppo tecnologico come tanti che vediamo nella fantascienza, al primo problema difficilmente sembrerebbe esserci soluzione. Ma non finisce qui: dimentichiamoci gli swish swosh kipssssh tipici di quando i jedi agitano le spade laser o quando le fanno scontrare. Le spade laser sarebbero silenziose e si passerebbero attraverso senza alcun tipo di impatto e senza alcun suono. Insomma, le spade laser dovrebbero essere fatte di altro, altrimenti sarebbero solo dei puntatori molto luminosi.



[Fonte Wired.it]

Google, come cancellare i vostri dati personali dai risultati

Google, come cancellare i vostri dati personali dai risultati



Da Wired.it :

L’anno scorso Google ha ampliato le modalità per inviare una richiesta di rimozione dei risultati che contengono informazioni personali. Prima di questa modifica, gli utenti dovevano soddisfare dei requisiti molto stringenti per ottenere la cancellazione dei risultati del motore di ricerca che avevano al loro interno dati sensibili. Anche se trovare le proprie informazioni personali, come l’indirizzo di casa o il numero di telefono, in una ricerca su Google può comprensibilmente spaventare, esistono dei metodi per proteggere la propria privacy.

Oltre alla rimozione delle informazioni personali, Google valuta anche le richieste di cancellazione di immagini di minori, deepfake pornografici e altri contenuti espliciti. Anche se la rimozione dei risultati da Google Search non eliminerà le pagine web da internet, devierà perlomeno uno dei maggiori motori di traffico verso i portali.

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Tuttavia, non c’è garanzia che i risultati di ricerca indesiderati scompaiano del tutto. In risposta alla vostra richiesta, la pagina web incriminata potrebbe essere rimossa da tutte le ricerche su Google, solo da quelle che includono il vostro nome oppure da nessuna di queste.

Al momento dell’annuncio delle nuove funzioni, Michelle Chang, responsabile delle politiche globali di Google per la ricerca, ha scritto: “L’accesso aperto alle informazioni è un obiettivo fondamentale della ricerca, ma lo è anche mettere le persone in condizione di avere gli strumenti necessari per proteggersi e mantenere private le proprie informazioni sensibili e di identificazione personale“. Le nuove procedure, quindi, vi possono aiutare a tutelarvi da minacce come il doxxing e le fughe di informazioni.

Per iniziare il processo d rimozione, visitate la pagina dedicata dell’assistenza di Google, scorrete a metà pagina e fate clic sul pulsante blu Avviare la richiesta di rimozione. Inizialmente vi verrà chiesto se avete contattato i proprietari del sito web che ha pubblicato i dati che volete cancellare. Dal momento che non è necessario, potete semplicemente selezionare No, preferisco non farlo. Quando Google vi chiede cosa desiderate eliminare, cliccate su: Informazioni personali, come numeri di documenti d’identità e documenti privati.





[Fonte Wired.it]

Andrew Lambrou, chi è il cantante che rappresenta Cipro all’Eurovision Song Contest 2023
| Wired Italia

Andrew Lambrou, chi è il cantante che rappresenta Cipro all’Eurovision Song Contest 2023 | Wired Italia



Da Wired.it :

Nato a Sydney il 25 maggio 1998 da genitori greco-ciprioti, Andrew Lambrou ha frequentato la Ams Music School e a soli 5 anni si è aggiudicato la vittoria in una competizione scolastica eseguendo Do-Re-Mi di The Sound of Music. Ha iniziato a farsi conoscere nel 2013 con la cover di My Immortal degli Evanescence e nel 2015 ha partecipato a X Factor, nel corso della settima edizione australiana. Nel 2021 ha partecipato a Eurovision – Australia Decides 2022 per essere scelto come rappresentante all’Eurovision con Electrify, ma si è classificato solo settimo con 51 punti. È stato selezionato per partecipare all’Eurovision Song Contest 2023 a Liverpool dalla CyBc, l’emittente radiotelevisiva cipriota con il brano Break a Broken Heart.

La sua è la sesta performance della seconda serata della competizione europea, che quest’anno si tiene nel Regno Unito. Tra i maggiori successi, oltre a Electrify e Break a Broken Heart, scritta e prodotta da Jimmy Jansson, Jimmy “Joker” Thörnfeldt, Marcus Wintehr-John e Thomas Stengaard, ricordiamo Throne, Lemonade e Confidence, i tre singoli usciti nel 2021. Appena 17enne, l’artista ha firmato con la Sony Music Publishing, mentre ora è con Panik Records. È possibile vedere il video e trovare il testo della canzone sul sito dell’Eurovision Song Contest 2023.



[Fonte Wired.it]

Iru, chi è la cantante della Georgia all’Eurovision Song Contest 2023

Iru, chi è la cantante della Georgia all’Eurovision Song Contest 2023



Da Wired.it :

Si chiama Irina “Iru” Khechanovi, è nata il 3 dicembre 2000 a Tbilisi, la capitale della Georgia, e partecipa all’Eurovision Song Contest 2023 con il brano Echo, scritto in collaborazione con Beni Kadagidze e prodotto da George Kukjianidze. Nel 2011 Iru ha partecipato a soli 11 anni al Junior Eurovision Song Contest con la sua band Candy che si è aggiudicata la vittoria. Nel 2019 ha partecipato a Georgian Idol e nel 2021 ha pubblicato il suo primo singolo, No Jerk Around Me.

È stata scelta per partecipare alla sessantasettesima edizione dell’Eurovision nel corso di The Voice Georgia, durante il quale ha vinto con il singolo Echo, pubblicato il 16 marzo 2023. Tra i suoi successi, ricordiamo i singoli** Not Like Today**, del 2021, Tu Mama, uscito nel 2022 e Idea, del 2023. La sua esibizione è l’undicesima della seconda semifinale della competizione europea. Il testo e il video di Echo si trovano sul sito dell’Eurovision Song Contest 2023.



[Fonte Wired.it]