Seleziona una pagina
New York, perché ha denunciato i social

New York, perché ha denunciato i social



Da Wired.it :

La città di New York ha aperto una causa contro TikTok, Facebook, Instagram, YouTube e Snapchat ritenendoli responsabili di aver peggiorato la salute mentale di minori e adolescenti. Depressione, ansia e disturbi dell’apprendimento sono tra gli effetti principali riscontrati tra i più giovani a causa della dipendenza creata dai social media, a cui, secondo l’accusa, faticano a sottrarsi per colpa degli stessi algoritmi che fanno funzionare le piattaforme.

La denuncia insiste proprio sull’intenzionalità delle aziende nel progettare i social per manipolare e rendere dipendenti i minori e gli adolescenti. Questo accadrebbe attraverso l’uso di algoritmi per generare contenuti che trattengono gli utenti a lungo sulle piattaforme e ne “incoraggiano l’uso compulsivo”, meccaniche “simili al gioco d’azzardo” che creano il desiderio “di like e cuori” e il bombardamento di flussi continui e personalizzati di contenuti e pubblicità.

Inoltre le piattaforme manipolerebbero gli utenti attraverso “la reciprocità”, cioè quella spinta che ci fa sentire obbligati a rispondere a un’azione positiva con un’altra azione positiva. Secondo l’accusa, la reciprocità sarebbe una forza sociale particolarmente intensa tra gli adolescenti, che i social sfruttano dicendo al mittente quando un messaggio è stato visto o avvertendo quando viene consegnato, incoraggiando quindi le persone a tornare continuamente sulle piattaforme, perpetuando le interazioni online e le risposte immediate.

I più giovani sarebbero “particolarmente soggetti” a questi meccanismi, non avendo ancora completato lo sviluppo del proprio cervello, e anche se “un terzo delle persone tra 13 e i 17 anni riferisce di usare i social quasi costantemente e ammette che sia troppo”, secondo un sondaggio svolto nello stato di New York, più della metà di loro riferisce di “avere grandi difficoltà nel ridurre l’uso dei social”.

L’azione legale chiede quindi che la condotta delle aziende dietro alle piattaforme social, cioè Google, Meta, ByteDance e Snap, sia dichiarata un problema collettivo da eliminare e che queste paghino un grosso risarcimento in denaro ancora non quantificato. La città di New York spende ogni anno più di 100 milioni di dollari in programmi e servizi dedicati alla salute mentale dei più giovani, fornendo consulenza per ansia o depressione e sviluppare programmi sugli effetti dei social e su come evitare la dipendenza.



[Fonte Wired.it]

Nothing Phone 2a in arrivo il 5 marzo, ecco come sarà

Nothing Phone 2a in arrivo il 5 marzo, ecco come sarà



Da Wired.it :

Manca meno di un mese al lancio ufficiale di Nothing Phone (2a) che sarà ufficialmente svelato il prossimo 5 marzo posizionandosi in un range medio con una scheda tecnica e un design che dovrebbero risultare più semplici dell’ultimo modello uscito in commercio, ovvero Nothing Phone (2). Il titolo dell’evento è “Nothing: Fresh Eyes” che rimanda all’anticipazione sul vedere il mondo come coi propri occhi, che rivela uno spostamento della doppia fotocamera a un orientamento orizzontale invece che verticale come per i dispositivi usciti in questi anni.

Nothing Phone (2a) sarà dunque un modello di fascia media premium, con un hardware che è stato già in parte anticipato. Ci sarà un display da 6,7 pollici di tipo amoled, full hd+ e con 120 Hz di frequenza non variabile, un chip MediaTek Dimensity 7200 che manterrà il prezzo basso, 8 o 12 GB di ram e 128 o 256 GB di memoria interna e una batteria da 4300 mAh con ricarica veloce a 45 watt. Le due fotocamere saranno da 50 megapixel entrambe, con la seconda di tipo ultragrandangolare, mentre la selfie camera sarà da 32 megapixel. Infine, ci sarà l’interfaccia Nothing Os 2.5 basata su Android 14, che dovrebbe gestire le luci posteriori – marchio di fabbrica – con il glifo led per notifiche e animazioni. Sembra che il costo finale sarà di circa 350-400 euro, per piazzarsi in una fascia densamente popolata di alternative, senza pestare i piedi al top di gamma di casa che si posiziona a un prezzo di circa il 50% in più.

X content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Appuntamento dunque il prossimo 5 marzo per un evento che sarà anticipato anche da una conferenza stampa in occasione del prossimo Mobile World Congress 2024 a Barcellona a fine mese in corso, ma non è chiaro se si rivelerà qualcosa o sarà dedicata ad altro. C’è la possibilità di registrarsi sul sito ufficiale di Nothing per ottenere poi uno sconto di 20 euro sull’eventuale futuro acquisto del mid-range.





[Fonte Wired.it]

Einstein e la bomba, una storia prismatica e intensa

Einstein e la bomba, una storia prismatica e intensa



Da Wired.it :

Einstein e la bomba, alternando filmati d’archivio e drammatizzazioni della vita di Albert Einstein, racconta non solo l’impatto del suo lavoro scientifico sul mondo ma si propone di delineare, attraverso lettere, discorsi e interviste, un ritratto commovente di uno dei più grandi pensatori del XX secolo. Abbinando sequenze della sua vita durante le due guerre mondiali, Einstein e la Bomba non è un semplice documentario, ma un’opera ibrida che combina immagini reali e ricostruzioni drammatiche per offrire una visione unica e coinvolgente della vita di Einstein. Il pubblico può così entrare in contatto con la sua storia in modo più emotivo e ravvicinato, apprezzando la personalità e il lavoro di Einstein.

Il risultato è una fotografia del suo rapporto ostile e sofferto con la sua terra natia, delle sue disillusioni politiche e prospettive utopiche, ed è un fermo immagine della sua fuga dalla Germania nazista prima di arrivare negli Stati Uniti, dove avrebbe aiutato a persuadere il presidente Franklin D. Roosevelt ad avviare un programma nucleare statunitense. Forse dentro Einstein, nascosto nelle campagne inglesi, isolato e determinato a orientare tutte le sue energie sulle transizioni atomiche, risuonavano le parole di Mefistofele del Faust di Goethe, di cui era profondamente appassionato, ovvero di quanto si è sempre parte di quella forza che eternamente vuole il Male ed eternamente opera il Bene. Non è un caso che, come viene mostrato nel documentario, fosse lo stesso fisico tedesco ad interrogarsi sul bene e sul male e di quanto percepisse se stesso al centro di un paradosso che lo incastrava nel suo ruolo di pacifista militante da un lato e di agente della dialettica storica dall’altro, proprio come Mefistofele era consapevole della sua funzione ambigua e contraddittoria, che lo rendeva al tempo stesso nemico e alleato di Dio.

Dal documentario a Christopher Nolan

Un paradosso che si intravede anche nel personaggio di Einstein ritratto nel film Oppenheimer di Christopher Nolan. In una delle scene centrali, Einstein si rivolge al giovane fisico approdato negli Stati Uniti, asserendo che la reazione a catena generata dai neutroni che si frantumano nel nucleo, rilasciando neutroni che si infrangono su altri nuclei, avrebbe condotto a un punto di non ritorno, a una forza esplosiva enorme. Una visione che avrebbe poi convinto lo stesso Einstein, come si osserva nel documentario, a firmare una lettera al presidente Roosevelt nel 1939, in cui lo esortava a finanziare le ricerche sulla fissione nucleare per anticipare i nazisti, che sospettava stessero lavorando a una bomba atomica.

Einstein, pur non partecipando direttamente al Progetto Manhattan, il programma segreto che portò alla costruzione delle prime bombe atomiche, guidato da Robert Oppenheimer, agì per motivi di sicurezza nazionale e di opposizione al regime di Hitler, non immaginando che la sua lettera avrebbe scatenato una corsa agli armamenti che avrebbe determinato la distruzione di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Einstein pochi mesi prima di morire ammise: “Ho fatto un grande errore nella mia vita, quando ho firmato la lettera al presidente Roosevelt, raccomandandogli la costruzione della bomba atomica”.

Albert Einstein durante tutta la sua vita ospitò dentro di sé la sua perpendicolarità più politica, laddove scienza, etica, potere e responsabilità sono intrinsecamente collegati. Il documentario Netflix in questo senso racconta una storia prismatica, come prismatico è stato l’uomo, che vive di scritti, appunti, ricordi, riflessi, in cui Einstein persona si confonde e si specchia con il personaggio, e il racconto ci trasporta su vari livelli narrativi e temporali, così fedele alla realtà ma al contempo così ostile.



[Fonte Wired.it]

Ponte sullo stretto di Messina, quanto costerà

Ponte sullo stretto di Messina, quanto costerà



Da Wired.it :

L’approvazione dell’aggiornamento del progetto definitivo, arrivata lo scorso 15 febbraio, ha dato il via al lungo percorso che potrebbe portare alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Come riporta Il Sole 24 Ore, questo passaggio era infatti propedeutico alla partenza dell’iter che, tra autorizzazioni e verifiche varie, dovrebbe permettere l’apertura del cantiere a giugno.

In particolare, in estate è previsto l’inizio delle bonifiche, delle indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche e della predisposizione dei campi base che solo in un secondo momento porteranno alla posa della prima pietra.

I numeri e i costi del progetto

Rispetto al progetto del 2011, accantonato in quella fase dal governo guidato dall’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, in occasione dei tagli operati sulla spesa pubblica, i costi previsti per la realizzazione del ponte sono aumentati, passando da 8,5 a 13,5 miliardi, ai quali va aggiunto un ulteriore miliardo di opere accessorie. Con la legge di bilancio, l’esecutivo ha stanziato 11,63 miliardi di euro fino al 2032, dei quali 9,3 saranno a carico dello Stato e 718 milioni graveranno sul fondo si sviluppo e coesione (Fsc). Altri 1,6 miliardi saranno invece investiti dalle due regioni, Sicilia e Calabria. Per il 2024 la cassa consta di 780 milioni.

In tutto, il ponte sullo stretto sarà lungo 3,6 chilometri, 3,3 dei quali per la sola campata. Tra le opere accessorie, ci sono 20,3 chilometri di raccordi stradali e 20,2 chilometri di raccordi ferroviari, l’80% dei quali sarà sviluppato in gallerie. All’infrastruttura saranno collegati dalla sponda calabrese l’autostrada del Mediterraneo e la stazione di Villa San Giovanni, su quella siciliana le autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo e la nuova stazione di Messina. Sull’isola saranno realizzate anche tre fermate ferroviarie sotterranee (Papardo, Annunziata, Europa) che daranno vita a un vero e proprio sistema metropolitano interregionale insieme a quelle già esistenti di Villa S. Giovanni, Reggio Calabria e Messina. In Calabria sorgerà anche un centro direzionale progettato dallo studio newyorkese Libeskind.



[Fonte Wired.it]

Corrente del Golfo: potrebbe collassare entro la fine del secolo

Corrente del Golfo: potrebbe collassare entro la fine del secolo



Da Wired.it :

Stiamo sottovalutando il rischio che la Corrente del Golfo collassi in un futuro non troppo lontano, già entro la fine del secolo. È quanto possiamo concludere da un nuovo studio, pubblicato su Science Advances, che non solo conferma alcune delle più pessimistiche previsioni, ma afferma anche di aver individuato un sistema di allarme che potrebbe almeno dare all’umanità la possibilità di prepararsi agli inevitabili stravolgimenti climatici.

Che cos’è la Corrente del Golfo

La Corrente del Golfo, che fa parte di un sistema di correnti più grande e complesso che prende il nome di Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Atlantic meridional overturning circulation, Amoc) ed è una corrente oceanica che porta acqua calda dal Golfo del Messico attraverso l’Atlantico fino alle coste dell’Europa. È grazie al rilascio di calore della Corrente del Golfo che il Mar di Norvegia non è completamente congelato e che il Nord Europa sperimenta temperature generalmente più miti di quelle di terre alla stessa latitudine ma dall’altra parte dell’Atlantico. L’acqua calda della Corrente del Golfo, poi, mentre viaggia verso Nord, si raffredda, diventa più pesante e nei pressi della Groenlandia comincia a sprofondare nell’oceano e devia il suo percorso verso Sud, ricominciando il ciclo.

Il punto critico

Succede però che col riscaldamento globale i ghiacci continentali della Groenlandia si stiano sciogliendo troppo e troppo velocemente riversando acqua dolce nell’oceano e diluendo la salinità delle acque della Corrente del Golfo. La diminuzione della salinità rende l’acqua meno densa e meno incline a inabissarsi, col risultato che da decenni la Corrente del Golfo sta rallentando.

Confermando uno studio dello scorso anno (ve ne avevamo parlato qui), il modello dell’Università di Utrecht appena pubblicato ha studiato l’andamento della salinità dell’acqua al confine meridionale dell’Atlantico e prevede che siamo più vicini al punto critico di quanto pensato finora. Superata questa soglia, la Corrente del Golfo è destinata a fermarsi del tutto entro 4 decenni.

Le possibili conseguenze

Anche se non si può dire quando il punto critico verrà effettivamente superato (dato che registriamo la velocità del sistema di correnti solo da pochi decenni, non siamo in grado di produrre previsioni abbastanza affidabili), è possibile comunque accennare le eventuali conseguenze del collasso dell’Amoc.

Le regioni che oggi sono lambite dalla Corrente del Golfo, Nord Europa in primis, diventeranno decisamente più fredde: il modello prevede che le temperature diminuiranno di 3°C ogni decennio (molto più velocemente di quanto il riscaldamento globale odierno riesca ad alzarle). “Alcune parti della Norvegia – commentano i ricercatori parlando del loro studio su The Conversation – potrebbero subire cali di temperatura superiori a 36°F (20°C). Dall’altra parte, le regioni dell’emisfero meridionale si riscalderebbero di alcuni gradi”.

Anche il livello dei mari e le precipitazioni risentirebbero del collasso dell’Amoc. Il rischio è che in un lasso di tempo relativamente breve la foresta amazzonica scompaia, trasformandosi in una prateria: verrebbe così meno un importantissimo serbatoio di carbonio, aggravando l’effetto serra e il riscaldamento globale.



[Fonte Wired.it]

Web app addio, via da iPhone e iPad in Europa

Web app addio, via da iPhone e iPad in Europa



Da Wired.it :

Nelle versioni beta europee di iOS 17.4 e iPadOs 17.4 sono state eliminate le web app: un ulteriore adeguamento deciso da Apple per conformarsi alle richieste del Dma (Digital markets act) promosso dalla Commissione europea. Dopo la separazione della versione europea dell’App store rispetto al resto del mondo, per garantire funzioni come il sideloading di app, assieme all’apertura di pagamenti nfc e ai browser alternativi, Apple disabilita anche le cosiddette Progressive web apps (Pwa). Ecco perché e cosa cambierà.

La funzionalità di Progressive web app consente agli utenti di aggiungere siti alla schermata principale di iPhone e iPad così da lanciarli in modo rapido e semplice proprio come se fossero delle normali applicazioni web. Le Pwa possono anche mandare notifiche e creare badge come per esempio il numero di messaggi non letti sull’icona. Tuttavia come anticipato dalle versioni beta, da inizio marzo questa capacità sarà disabilitata sul territorio dell’Unione europea e le web app perderanno molte delle loro potenzialità diventando di fatto soltanto un segnalibro per aprire velocemente un sito web e null’altro. Il cambiamento diventerà realtà in corrispondenza del lancio dell’importante aggiornamento iOS 17.4 per iPhone (e iPadOS 17.4) che apporterà i tante modifiche all’insegna di una maggiore apertura e competizione richiesti dalla Commissione europea. Aggiornamento che dovrebbe avvenire i primi di marzo, non oltre la fine del 6 marzo 2024 (data di entrata in vigore delle nuove regole).

La disabilitazione della funzione dipende dal fatto che le web app sono infatti costruite direttamente sul motore di rendering di Safari chiamato WebKit, che da marzo non sarà più obbligatoriamente l’unico da utilizzare per tutti i browser sull’ecosistema Apple. Di conseguenza, per continuare a supportare le web app, Apple avrebbe dovuto realizzareUn’architettura di integrazione completamente nuova che attualmente non esiste in iOS, così da gestire i complessi problemi di sicurezza e privacy associati alle app Web che utilizzano motori di browser alternativi”. Una via complessa e dispendiosa che Apple non ha ritenuto necessario percorrere anche perché a quanto pare le web app non hanno riscontrato un’adozione così diffusa.



[Fonte Wired.it]