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Sam-Bankman Fried: 25 anni di reclusione per il crollo di FTX

Sam-Bankman Fried: 25 anni di reclusione per il crollo di FTX

da Hardware Upgrade :

Sam Bankman-Fried, fondatore della fallita piattaforma di
criptovalute FTX, è stato condannato a 25 anni di reclusione per
sette capi di imputazione legati al crollo dell’exchange da lui stesso
creato. La pena decisa è stata più breve dei 40-50 anni richiesti dai
pubblici ministeri e della pena massima di 110 anni per tutti i
capi di imputazione: il giudice Lewis Kaplan, che ha emesso la sentenza,
ha affermato che la richiesta dei PM era maggiore del necessario,
decidendo però per un periodo di reclusione notevolmente più esteso
rispetto ai sei anni e mezzo richiesti dalla difesa.

“La pena deve essere adeguata alla gravità del crimine. E questo è stato
un crimine serio. Quando non mentiva, [Bankman-Fried] era evasivo,
pedante, cercando di convincere i pubblici ministeri a riformulare le
domande per lui. Faccio questo lavoro da quasi 30 anni. Non ho mai
visto uno spettacolo del genere
” ha dichiarato il giudice Kaplan,
come riporta
il Wall Street Journal
.



Bankman-Fried ha co-fondato FTX nel 2019: la piattaforma è diventata
rapidamente una delle più grandi nel mondo dedicata agli scambi di
criptovalute. SBF
è stato arrestato alle Bahamas nel dicembre del 2022
, dopo la crisi
di liquidità
che ha investito FTX per via di una gestione che
potremmo definire non solo criminale ma anche dilettantistica dei fondi
dei clienti, usati anche per effettuare operazioni di trading tramite la
società “sorella” Alameda Research.

Riassumendo il processo, Kaplan ha affermato che Bankman-Fried sapeva
che FTX era seriamente esposta al rischio
, che i fondi dei clienti
non erano a sua disposizione e che era ben consapevole che ciò che stava
facendo era sbagliato.

Nel corso del processo Bankman-Fried ha testimoniato in maniera
controproducente per i suoi interessi
. Nel corso del suo
interrogatorio diretto il giudce Kaplan è dovuto intervenire più volte per
chiedere a Bankman-Fried di rispondere alla domanda del suo stesso
avvocato. Nel controinterrogatorio, Bankman-Fried ha affermato di non
ricordare di aver rilasciato alcune dichiarazioni pubbliche
sull’affidabilità di FTX, venendo smentito dall’accusa che ha presentato
le sue stesse dichiarazioni davanti alla corte. Nulla di ciò che ha
dichiarato Bankman-Fried è risultato credibile, e la giuria ha deciso per
la sua condanna in appena quattro ore.

Il giudice ha spiegato che la pena è stata inoltre decisa “allo scopo di
inabilitare” Bankman-Fried “nella misura opportunamente consentita per un
periodo di tempo significativo”, ritenendolo “nella posizione di fare
qualcosa di molto brutto in futuro”. Al momento Bankman-Fried è già in
custodia presso il Metropolitan Detention Center (MDC) dall’11 agosto
2023, perché ha violato le condizioni della sua cauzione.

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Italia strategica per Oracle. Arriva la prima implementazione al mondo di Oracle Alloy

Italia strategica per Oracle. Arriva la prima implementazione al mondo di Oracle Alloy

da Hardware Upgrade :

Troppo spesso, da italiani, ci sottovalutiamo, siamo i primi critici di noi stessi. Atteggiamento portato quasi all’esaltazione, negativa, quando si parla di tecnologia, in particolare dell’adozione delle tecnologie più avanzate da parte del nostro settore produttivo, pubblico e privato. Poi arrivano dei segnali forti, chiari e incontrovertibili, che ci permettono di cambiare la prospettiva e di scoprire, dati alla mano, che non siamo messi così male.


I problemi esistono, sono sotto gli occhi tutti, ma attualmente possiamo dire che non sono strettamente legati alla tecnologia e quindi non è questa la sede per discuterne. Oggi, invece, possiamo raccontare, con soddisfazione, che Oracle ha organizzato una tappa del suo evento mondiale itinerante a Milano, che per un giorno ha ospitato alcuni dei manager più importanti dell’azienda e proposto le testimonianze di varie realtà, diverse per dimensione e settore d’appartenenza, che utilizzano gli strumenti più avanzati di Oracle, in alcuni casi mostrando dei casi d’uso unici al mondo.

Cos’è Oracle Cloud World Tour

Abbiamo chiesto a Michele Porcu, Vice President Business and Value Services & Strategy, EMEA, di spiegarci l’importanza di un evento come l’Oracle CloudWorld Tour. Inizialmente nato come evento mondiale, che negli ultimi anni si è svolto a Las Vegas, ha la finalità di fare un punto della situazione sulla strategia di Oracle e presentare le ultime innovazioni della piattaforma. Visto il successo dell’evento, che attraeva partecipanti da tutto il mondo, Oracle ha deciso di estendere la portata internazionale e di prevedere delle tappe in giro per il mondo, in località iconiche e importanti da un punto di vista strategico.

Nel 2024, per la prima volta, fra le sole otto tappe del Tour, Oracle ha scelto anche Milano. La valenza di questa scelta è duplice: da un lato testimonia l’importanza del mercato italiano per Oracle, dove l’azienda è presente da più di 30 anni, con continui investimenti, fra cui l’apertura della nuova sede milanese nel 2022 e la presenza di una Cloud Region a partire da fine 2021. L’altro aspetto molto significativo di questa scelta, sottolineato da Michele Porcu, è che l’Italia “sta adottando tecnologie innovative, come il cloud, a una velocità più elevata rispetto ad altre nazioni”.

Il PSN implementa la prima soluzione al mondo di Oracle Alloy

Sul palco dell’Oracle CloudWorld Tour si sono susseguiti diversi clienti dell’azienda che ha creato il database più famoso del mondo. Aziende private ed enti pubblici che, come diceva prima Michele Porcu, fanno un uso intensivo delle ultime tecnologie di Oracle.

Interessanti gli interventi di Reale Group e BPER, che sono in fasi diverse nell’implementazione di una strategia di migrazione sul cloud, ma entrambe hanno sottolineato come le caratteristiche uniche di Oracle Cloud Infrastructure e il supporto che hanno ottenuto dall’azienda siano elementi essenziali per garantire il successo della migrazione.

Paolo-Trevisan-PSN

L’intervento più significativo, questa volta, arriva però dal settore pubblico. Sul palco è intervenuto Paolo Trevisan, CTIO del Polo Strategico Nazionale, che nel fare un punto della situazione delle attività svolte in un anno e mezzo dalla nascita del PSN, ha anche fatto un annuncio che ha colto tutti un po’ di sorpresa, perché è una vera e propria notizia. PSN sta implementando la prima installazione al mondo di Oracle Alloy. Questa soluzione prevede l’installazione di una cloud region completa nel data center del partner, in questo caso PSN, che poi svolge la funzione di MSP nei confronti dei clienti, offrendo e gestendo i servizi di Oracle in white label. Ricordiamo che PSN ha come clienti le pubbliche amministrazioni, locali e centrali; quindi, grazie a Oracle Alloy, può costruire servizi personalizzati per le PA, sfruttando tutto lo stack di Oracle, e poi erogarli direttamente. La specificità del modello di deployment di PSN ha portato Oracle a sviluppare delle componenti originali di Alloy, soprattutto legate alla sovranità dei dati, elemento questo molto sensibile per numerosi enti pubblici come il Ministero della Difesa.

Il database Oracle al servizio dell’intelligenza artificiale

Çetin-Özbütün-Oracle

Non potevano mancare diversi riferimenti alla centralità che sempre di più sta assumendo l’intelligenza artificiale nei processi aziendali e come le soluzioni IA di Oracle siano all’avanguardia. Due mesi fa avevamo sottolineato come l’integrazione del database vettoriale in Oracle offrisse un vantaggio proprio in ambito intelligenza artificiale. Durante la tappa italiana di Oracle CloudWorld Tour abbiamo avuto la fortuna di incontrare Çetin Özbütün, EVP, Data Warehouse and Autonomous Database Technologies. Çetin è in azienda da ben 35 anni e quindi è uno dei maggiori esperti mondiali del database Oracle. La prima cosa che ha sottolineato è che già oggi in produzione c’è un componente, chiamato Select AI, che interpreta il linguaggio naturale, genera ed esegue una query SQL. È quindi già possibile, per tutti i clienti Oracle, interrogare un database partendo da una richiesta effettuata in linguaggio naturale. Il database vettoriale, ancora in preview, aggiunge un ulteriore elemento di affinamento perché permette di creare delle “rappresentazioni” numeriche di un qualsiasi oggetto, in un “formato” che poi i large language models riescono a interpretare. Un esempio fatto da Çetin riguarda una funzione dei database vettoriali chiamata “vector distance”, che misura la “distanza” fra un vettore e l’altro. Se trasformiamo due immagini in vettori, una maggiore distanza fra i vettori significherà che le due immagini sono diverse, una distanza minore che sono simili. Se stiamo cercando un determinato tipo di casa in una zona specifica, potremo utilizzare una foto del tipo di casa oggetto della ricerca, incrociare questo dato con la posizione, altro tipo di dato che è possibile archiviare nel database Oracle, e ottenere dei risultati rilevanti per la nostra ricerca.

Usciamo da Oracle CloudWorld Tour rinfrancati. L’Italia è all’avanguardia nell’implementazione del cloud e dell’intelligenza artificiale. Chi l’avrebbe mai detto.

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Mobility Analytics di WINDTRE Business per supportare le attività pubblicitarie di PTA Group

Mobility Analytics di WINDTRE Business per supportare le attività pubblicitarie di PTA Group

da Hardware Upgrade :

PTA Group e WINDTRE Business hanno annunciato l’avvio di un progetto per il monitoraggio dei flussi di mobilità in più di 65 centri commerciali in tutta Italia. Fulcro del progetto saranno le tecnologie di analisi dei dati Mobility Analytics di WINDTRE Business.

WINDTRE Business Mobility Analytics aiuta PTA Group

Mobility Analytics di WINDTRE Business è una soluzione che raccoglie dati dalla rete mobile in forma anonima e aggregata. Tali dati vengono poi usati per identificare il potenziale di vendita degli spazi pubblicitari gestiti da PTA Group all’interno dei centri commerciali, tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche e delle modalità di movimento dei clienti all’interno degli spazi.

Questa piattaforma consente a PTA di avere un’effettiva visibilità sui dati di frequentazione da parte delle persone che visitano gli spazi, con un cruscotto Web per accedere a tali dati.

“Grazie alla partnership con WINDTRE, l’obiettivo di PTA Group è quello di consolidare la leadership nel mercato di riferimento DOOH all’interno dei mall italiani e restituire ai clienti, nel più ampio spettro di quelli che sono i nostri servizi, un approccio data driven che possa essere di assoluto valore aggiunto in ogni singola attività che il Centro Commerciale oggi svolge”, afferma Cesare Pozzini, Responsabile divisione DOOH di PTA Group. “Lo strumento può essere, inoltre, utilizzato per tutte le attività di specialty leasing che ne avvalorano la bontà e lo rendono un valido strumento, facilmente consultabile dal gestore del mall stesso.”

“La tecnologia dei Big Data Analytics rappresenta una grande opportunità di trasformazione dei modelli Business. Essa consente di realizzare strategie commerciali efficaci, supportate da informazioni accurate e reali sulla base di algoritmi e indicatori che possono essere personalizzati per lo specifico cliente”, ha commentato Leonardo Cotronei, Head of Marketing 5G, M2M, IoT e Data Analytics di WINDTRE. “Nel caso di PTA Group possiamo contribuire alla definizione di campagne pubblicitarie mirate, basate sugli interessi dei potenziali clienti grazie all’enorme quantità di dati aggregati sulla mobilità e sulle abitudini di consumo a cui possiamo accedere, nel completo rispetto della privacy, come operatore leader del mercato mobile italiano.”

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Warframe conquista l’iPhone: senza soluzione di continuità da PC o console

Warframe conquista l’iPhone: senza soluzione di continuità da PC o console

da Hardware Upgrade :

La nuova versione di Warframe per dispositivi iOS evidenzia la tendenza dei giochi originariamente concepiti per console e PC a essere portati su smartphone senza perdita significativa di performance. Ci riferiamo a titoli come Resident Evil Village e Death Stranding, che sui recenti hardware iPhone sfoggiano prestazioni impeccabili, come abbiamo visto in altri approfondimenti.




Warframe per iOS: cross-saving e cross-play


Non è l’unica caratteristica rilevante di questa versione di Warframe, perché offre la possibilità di condividere la progressione tra l’esperienza su console e quella su smartphone, consentendo ai giocatori di scegliere la piattaforma con cui continuare il gioco. Con la funzione di cross-saving, il giocatore può scegliere se proseguire con il sistema domestico o con quello mobile, permettendo all’appassionato di progredire in maniera più agile e anche quando non è a casa.



Anche su dispositivo mobile si può utilizzare il gamepad per le attività più complesse, mentre il touchscreen è adeguato per le azioni più semplici. Non manca la possibilità di personalizzare i controlli, mentre la qualità visiva è buona anche sui dispositivi iOS, sebbene non raggiunga gli stessi dettagli grafici delle console o del PC.


Warframe rimane un gioco ostico, dove il giocatore deve imparare a gestire un sistema di controllo complesso, coniugando abilità speciali all’esplorazione di complessi mondi di gioco e alla parte da sparatutto. Per quanto sia notevole l’adattamento del sistema di controllo ai dispositivi mobile, proprio la complessità di queste meccaniche di gioco indirizza a svolgere le attività più complesse con il gamepad e quelle più semplici su iPhone.


Warframe


I Warframe rappresentano l’anima del gioco Digital Extremes, che non a caso prende il nome proprio da questo elemento di gioco. Si differenziano tra di loro per le abilità di base e per le statistiche, e possono essere personalizzati in vari modi dai giocatori fino a individuare la build ideale per massimizzare l’efficacia in combattimento.
Con questa nuova versione del gioco, anche sui dispositivi basati su iOS si ha accesso alla versione completa del gioco, con tutte le espansioni, gli aggiornamenti e le caratteristiche esclusive per mobile.


Per quanto riguarda le caratteristiche di base di Warframe, è molto importante mantenere il passo rispetto ai compagni di team. Solo rimanendo in prossimità loro, infatti, acquisiremo il bonus affinità rispetto ai punti guadagnati e trarremo quindi giovamento dalla collaborazione. Bisogna innanzitutto apprendere come funziona la scivolata, mentre una meccanica molto importante prevede la concatenazione di scivolata con doppio salto.


Warframe: un’esperienza coinvolgente e free-to-play


Non perdete la guida con i suggerimenti per iniziare a giocare a Warframe

Un aspetto che necessariamente va padroneggiato subito è quello legato alle mod, che si ottengono portando a termine le quest e molte altre attività presenti in Warframe. Bisogna innanzitutto capire come funziona il processo di progressione di Warframe: c’è un Grado di Maestria che va fatto crescere facendo salire di grado compagni, armi, Archwing e Warframe usando Affinità. Questi punti si possono ottenere mettendo il corrispondente oggetto nel loadout nella parte cooperativa o competitiva. Come in un Elder Scrolls, infatti, potenziare un certo elemento di equipaggiamento porta al potenziamento di tutto il personaggio.

Warframe


Raggiungibile tramite il segmento centrale dell’Orbiter, la mappa stellare permette di scegliere le missioni da affrontare. Si può eseguire lo zoom out o lo zoom in che permette di navigare fra i vari pianeti attraverso la croce direzionale del gamepad. Non tutte le missioni sono subito affrontabili, perché bisogna prima risolvere il Raccordo tra un pianeta all’altro per poter accedere al pianeta successivo.


Warframe è un “live service”, e questo vuol dire che viene continuamente aggiornato ed espanso dalla sua software house, Digital Extremes (che realizzò anche il primo Unreal). Oggi costituisce un’esperienza di gioco enorme che abbraccia 5 espansioni separate e oltre 30 missioni basate sulla trama. Le armi del nostro Warframe, inoltre, rappresentano solo l’inizio, perché si possono migliorare e sperimentare all’interno di combinazioni di equipaggiamento che esaltano il proprio stile di gioco.


È proprio all’interno di questa struttura “senza soluzione di continuità” che l’esperimento di Digital Extremes acquisisce valore. Ora è sempre possibile portare con sé, anche in mobilità, il percorso fatto all’interno del gioco, frutto in alcuni casi di anni di dedizione e impegno continuo. La possibilità di fare accesso a un mondo così ampio anche dallo smartphone rappresenta un caso più unico che raro nel panorama attuale del mondo dei videogiochi.


Warframe è free-to-play in tutti i formati, sia su PC che su console e anche su App Store.

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Galaxy M55 ufficiale: la nuova fascia media secondo Samsung

Galaxy M55 ufficiale: la nuova fascia media secondo Samsung

da Hardware Upgrade :

Samsung ha recentemente ampliato la sua linea di smartphone di fascia media con l’introduzione del Galaxy M55, anche se attualmente solo in Brasile. Sebbene la serie Galaxy M abbia generalmente condiviso specifiche simili con la gamma Galaxy A, il nuovo arrivato si distingue con diversi miglioramenti convincenti rispetto al suo corrispettivo Galaxy A55.



Al centro dell’attenzione c’è un ottimo display Super AMOLED Plus da 6,7 pollici con risoluzione FHD+, frequenza di aggiornamento a 120Hz e luminosità di picco di 1.000 nit. Sotto la scocca, Galaxy M55 monta il chipset Snapdragon 7 Gen 1 di Qualcomm, abbinato a 8GB di RAM e 256GB di spazio di archiviazione espandibile.



Il comparto fotografico di questo device è altrettanto interessante, con una configurazione standard ma con una selfie cam di alto livello. La fotocamera frontale da 50MP cattura selfie nitidi e dettagliati, mentre sul retro troviamo un sistema a tripla fotocamera con un sensore principale da 50MP con stabilizzazione ottica dell’immagine (OIS), un obiettivo ultra-grandangolare da 8MP e una fotocamera macro da 2MP.



Samsung Galaxy M55 è alimentato da una generosa batteria da 5.000mAh che supporta la ricarica rapida Super Fast 2.0 da 45W. Questa combinazione promette un’autonomia eccellente e la possibilità di ricaricare rapidamente il dispositivo, con Samsung che afferma che è possibile ottenere il 70% di carica in soli 30 minuti.


Sul fronte software, il Galaxy M55 arriva con One UI 6.1 basata su Android 14. Inoltre, Samsung ha confermato che il dispositivo riceverà quattro anni di aggiornamenti Android e cinque anni di patch di sicurezza, garantendo che rimarrà aggiornato e sicuro per un periodo di tempo significativo.



Disponibilità e Prezzo

Il Samsung Galaxy M55 è attualmente disponibile per il preordine in Brasile nelle colorazioni Blu Scuro e Verde Chiaro, con un prezzo di 2.999 BRL (circa 600 dollari) per la variante da 256GB. Si prevede che il dispositivo verrà lanciato prossimamente anche in altri mercati, offrendo agli utenti un’opzione di fascia media premium con un buon rapporto qualità-prezzo.

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Apple MacBook Air M3: chi deve davvero comprarlo? La recensione

Apple MacBook Air M3: chi deve davvero comprarlo? La recensione

da Hardware Upgrade :

Il MacBook Air è la sistema più venduto tra i Mac.
È utile partire da qui per muoversi nell’analisi del nuovo laptop della
Mela che oggi si avvicina esteticamente di più ad un MacBook Pro che al
MacBook Air ideato da Jony Ive e Steve Jobs del 2008. Rispetto al passato
si tratta però di una macchina che a livello hardware punta
sempre più in alto
in quanto a prestazioni professionali e
sicuramente il suo cambiamento va di pari passo con quella che è
l’evoluzione degli ultimi anni di Apple soprattutto nel campo dei Mac e
dunque delle macchine da lavoro digitale. 

 

Il MacBook Air di Steve Jobs era un portatile sottile e
leggero
, spingendosi verso nuovi orizzonti, in termini di
estetica e portabilità, dove altri ancora avevano solo timidamente osato.
Il nome faceva subito capire di che pasta fosse fatto: un notebook
ultraleggero, da poco meno di 1,5kg di peso,  con una forma iconica a
cuneo ma soprattutto con uno spessore di appena 4 millimetri nel
punto più sottile
e di 19 millimetri nella zona più spessa.
Uno stile che lo rese assolutamente inconfondibile nel tempo rispetto alla
concorrenza che solo in seguito (a parte alcune eccezioni rappresentate
dai modelli VAIO di Sony) è riuscita ad avvicinarsi a soluzioni in qualche
modo confrontabili.



L’arrivo di Apple Silicon M1 fu storico.
Inizialmente Apple decise di approcciare il cambiamento solo a livello
hardware posizionando il chip proprietario sullo stesso identico chassis
dei MacBook Air con processore Intel visto fino ad allora. La
rivoluzione stilistica arrivò con il chip M2
che non solo portò
miglioramenti hardware ma cambiò completamente l’aspetto di quello che
oggi è il MacBook Air di Tim Cook. Un’evoluzione voluta e forse necessaria
per rafforzare la volontà di mantenere MacBook Air un sistema estremamente
portatile, sottile e leggero, e al contempo completo dal punto di vista
hardware. Tutto ciò con l’obiettivo di ampliare la platea dei potenziali
utenti, andando inoltre a proporre un modello con display da 15 pollici,
lungamente atteso ma mai arrivato prima d’ora.

Il passaggio ai nuovi chip M3 è indolore a livello
estetico
: il MacBook Air da 15”, in questa nostra prova,
possiede tutto quanto visto con il precedente ossia uno schermo importante
da 15.3” di diagonale, linee tondeggianti, un chassis
in alluminio resistente con uno spessore
costante
e altre caratteristiche che rimandano ai modelli Pro
più costosi come la notch sullo schermo con la webcam FaceTime HD,
il Touch ID sul pulsante di accensione sulla tastiera,
il MagSafe magnetico, un sistema audio con 6
altoparlanti e supporto all’audio spaziale e ancora due porte
Thunderbolt
di ultima generazione per collegare ogni tipo di
accessorio e dulcis in fundo un alimentatore compatto da 35W con
due porte USB-C
per la ricarica di due device
insieme.    

Di fatto però le novità ci sono e sono praticamente
tutte hardware
: in primis la presenza del nuovo processore
M3
, introdotto già con i MacBook Pro qualche mese fa, e che ora
vede qui la possibilità di migliorare le prestazioni sul campo anche per
un portatile come questo votato più per l’intrattenimento che per il duro
lavoro. L’upgrade al modulo Wi-Fi 6E che garantisce non
solo maggiori velocità ma anche maggiore stabilità di connessione. E poi
ancora la possibilità di collegare fino a due monitor in
contemporanea
, cosa non possibile precedentemente. MacBook Air
15” con M3 è insomma un portatile tutto da scoprire soprattutto in questa
versione ”extralarge”. 

MacBook Air M3: prezzi 

Il nuovo MacBook Air con M3 è disponibile in vendita dallo
scorso 8 marzo in quattro diverse colorazioni quali
mezzanotte (con un innovativo sigillo di anodizzazione per ridurre le
impronte digitali), galassia, argento e grigio siderale e il suo prezzo
varia in base alle versioni:

  • MacBook Air 13” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 8-core | 8GB di memoria
    | 256 SSD) a 1.349€
  • MacBook Air 13” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 10-core | 8GB di
    memoria | 512 SSD) a 1.579€
  • MacBook Air 13” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 10-core | 16GB di
    memoria | 512 SSD) a 1.809€
  • MacBook Air 15” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 10-core | 8GB di
    memoria | 256 SSD) a 1.649€
  • MacBook Air 15” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 10-core | 8GB di
    memoria | 512 SSD) a 1.879€
  • MacBook Air 15” con chip M3 (CPU 8-core | GPU 10-core | 16GB di
    memoria | 512 SSD) a 2.109€

Un MacBook Air che sente di essere un MacBook Pro

Non è facile trovare nel mondo Windows un notebook che sia
capace di integrare tutte le caratteristiche che il MacBook Air di Apple
possiede oggi, rimanendo chiaramente nella sua fascia di prezzo. L’idea
di Apple
è quella di proporre un portatile compatto che sia
esteticamente accattivante, resistente, sottile, leggero, potente e che
possa venire utilizzato dalla stragrande maggioranza degli utenti
che oggi sono sempre più spesso in movimento e desiderano uno
strumento tuttofare
da portarsi sempre dietro. Certamente la
versione da 13” pollici è quella più azzeccata se ci si vuole muovere il
più possibile leggeri ma di contro questa versione da 15”
da noi provata permette di avere qualcosa in più proprio grazie
allo schermo maggiorato. 

Andremo abbastanza spediti e veloci sull’estetica perché Apple
non cambia nulla sul design di questo MacBook Air con M3
rispetto
a quello precedente. Addio alla forma a cuneo dell’era Jobs e benvenuto ad
un corpo unibody in alluminio a spessore costante che rimane comunque uno
tra i più sottili MacBook presenti a catalogo seppur con display da 15,3
pollici. Le dimensioni sono di 23,76 x 34,04 cm contro i 21,05 x 30,41 cm
del Macbook Air da 13 pollici o i 31,26 x 22,12 cm del MacBook Pro 14”.
Come detto con questa versione maggiorata potremo perdere qualcosa sulla
portabilità che abbiamo conosciuto in passato con gli Air da 11 e 13
pollici soprattutto perché il peso sale a 1,51 kg e si
farà sentire in borsa o nello zaino. È altrettanto vero che avere uno
schermo così grande non può che tradursi in vantaggi nell’uso multitasking
quotidiano. Oltretutto sulle gambe c’è un ottimo equilibrio
complessivo
e in generale lo si può usare davvero in qualsiasi
posizione pur non trovandosi mai scomodi o affaticati anche dopo ore di
sessioni di lavoro. 

I colori sono gli stessi: il classico Grigio
Siderale
e Argento, il Galassia
(quello in prova) e lo scuro Mezzanotte che però cambia
il suo chassis con un innovativo sigillo di anodizzazione per ridurre le
impronte digitali che Apple aveva già introdotto con il MacBook Pro nero
siderale. E parlando di materiali non possiamo sottolineare
l’importante impegno di Apple in tema di emissioni ad impatto zero. Il
nuovo MacBook Air è il primo prodotto Apple ad essere realizzato con il
50% di contenuto riciclato
, tra cui il 100% di alluminio
riciclato nell’involucro, il 100% di terre rare riciclate in tutti i
magneti e, un’altra novità assoluta per Apple, il 100% di rame riciclato
nella scheda logica principale. Abbiamo visto come lo scorso anno Apple
sia riuscita ad avere un impatto climatico pari a zero per l’intera
attività dalle catene di approvvigionamento, di produzione e tutti i cicli
di vita dei device. E come la stessa azienda entro il 2030 prevede di
essere a zero emissioni di carbonio nell’intera catena di fornitura
produttiva e nel ciclo di vita di ogni prodotto.

Guardando il MacBook Air 15” si percepisce immediatamente la
volontà di uniformare le linee e tutto ciò che riguarda il suo design a
ciò che Apple ha realizzato da qualche anno a questa parte con i MacBook
Pro. Questo Air è moderno e attuale rispetto a quello
degli anni passati e la volontà di avere uno stile unico su tutti i
MacBook è un plus che forse solo l’azienda di Cupertino può mettere in
pratica oggi. Tutto è al suo solito posto. C’è il sempre ottimo
trackpad
, decisamente grande, molto silenzioso e con una
superficie in vetro estremamente scorrevole che agevola l’esecuzione di
ogni tipo di gesture. Il confronto con soluzioni Windows è senza dubbio
impietoso per queste ultime che mancano ancora di immediate risposte ai
movimenti delle dita o di una perfetta implementazione con le molteplici
funzionalità del sistema operativo che rimangono ancora un plus importante
sui MacBook. 

La tastiera è quella introdotta con il primo
MacBook Air 13” con M2 e dunque niente più problematiche verificatesi con
quella a farfalla. Qui c’è una buona corsa dei tasti, interspazi giusti
per non incorrere in errori di digitazione e davvero poco rumore durante
l’utilizzo. Comodo chiaramente il tasto con Touch ID posto
in alto a destra che permette di accedere non solo al MacBook Air ma anche
di poter acquistare online senza preoccupazioni.

Infine il MagSafe
che scongiura la possibilità di vedere il MacBook cadere a terra
rovinosamente a causa di qualche accidentale strattone del cavo che invece
si staccherà in totale sicurezza oltre a permettere alle due porte
Thunderbolt presenti di rimanere libere per essere utilizzate per lavorare
e non per ricaricare il notebook, anche se comunque possono farlo. 

Parlando di ricarica vale la pena sottolineare che Apple
mantiene la presenza dell’alimentatore a doppia porta USB-C da 35W

per la ricarica veloce, anche simultanea con altro. Il cavo di ricarica in
dotazione, come da prassi da qualche tempo a questa parte, vede un
rivestimento con una particolare guaina intrecciata in tinta con il colore
della scocca del portatile e identica a quella che avevamo visto con i
MacBook Pro, con gli iMac o anche con gli HomePod.  

E rimaniamo sempre sorpresi dalla bontà dell’impianto
audio di un MacBook
. Con questo MacBook Air 15” troviamo un
sistema a 6 altoparlanti posizionato tra tastiera e display e già provato
con la precedente generazione. Questo sistema, coadiuvato da 2 tweeter e 2
coppie di woofer, garantisce non solo il supporto all’Audio Spaziale di
Apple ma anche di rendere il tutto molto corposo, forte e chiaro a chi
ascolta soprattutto grazie alla capacità di ”allargarsi” intorno
all’utente. 

Anche il display non sembra cambiare i suoi connotati su
questo nuovo Macbook Air 15’’ con M3. Lo abbiamo analizzato e i risultati
sono sostanzialmente i medesimi visti otto mesi fa con la versione con M2.
Velocemente a livello tecnico c’è un ottimo schermo Liquid Retina
a cui Apple ci ha ormai abituati: è un retroilluminato a
LED con tecnologia IPS
e con una risoluzione pari a 2880 x 1864
pixel e densità di 224 pixel per pollice. C’è il supporto alla gamma
cromatica P3
e c’è anche la tecnologia True Tone
che permette di adattare la luce in base all’ambiente circostante. Quello
che manca qui è una luminosità ad altissimi livelli come quella delle
versioni Pro da 14 e 16 pollici anche se comunque il pannello si comporta
bene.

C’è invece da sottolineare la mancanza dell’HDR, o
XDR come ama chiamarlo Apple e soprattutto manca il ProMotion
ossia quella tecnologia che spinge la frequenza di aggiornamento a livelli
tali da permettere di avere a schermo uno scorrimento estremamente fluido
dei contenuti. Da sottolineare il fatto che chi acquista un MacBook Air
anche se con display da 15” non cerca sicuramente le medesime prestazioni
di un acquirente di un MacBook Pro che probabilmente è un vero
professionista e questo comporta di conseguenza anche di non volere a
tutti i costi le tecnologie più costose per il display. 

C’è la possibilità di aumentare al massimo la risoluzione per
avere maggiore spazio a schermo e la diagonale da 15 pollici permette di
avere una superficie talmente elevata da poter lavorare comodamente nella
quasi totalità delle situazioni quotidiane. C’è anche qui l’ormai
onnipresente tacca posta nella parte alta e centrale dello schermo.
Il fatto che sia presente, lo sappiamo, è dovuto alla necessità, secondo
Apple, di posizionare la webcam ad alta risoluzione ossia da 1080p che
garantisce ora videocall di qualità anche in situazioni di bassa
luminosità. Di certo rimaniamo su quanto detto in passato ossia che la
notch sui MacBook è un aspetto molto soggettivo e dunque può piacere o non
piacere ma di fatto Apple forse avrebbe potuto evitarla con una qualche
soluzione alternativa proponendo un aspetto estetico sicuramente più
gradevole.  

Abbiamo sottoposto il display di MacBook Air 15” alla consueta
analisi per verificare il comportamento tonale e cromatico.

. Luminanza misurata
. Gamma standard 2.2
Rapporto di contrasto: 1,426 : 1

. Gamut misurato Copertura Rapporto
. REC BT.709 99.93% 135.09%
. DCI P3 D65 99.07% 99.59%
. Adobe RGB 87.53% 100.15%
. BT.2020 71.45% 71.45%

Il colorimetro conferma un comportamento di fatto perfettamente
sovrapponibile a quanto riscontrato con il predecessore, sintomo di un
pannello identico. Non si registra alcuna particolare differenza con il
MacBook Air 15 M2 di precedente generazione, ritrovando qui un display di
elevata qualità, che consente di impiegare questo portatile anche per
attività di editing foto/video di stampo prosumer o professionale.

Apple M3: sempre più ”Pro” ma non a lungo

La nuova generazione dei chip M3 di Apple è
arrivata sul mercato lo scorso novembre e ha permesso ad Apple di
intraprendere una nuova strada nel mondo dei SoC potente ed efficienti.
Sono stati i primi processori ad utilizzare un processo
produttivo a 3nm
e questo, come vedremo, comporterà delle
differenze importanti in seno proprio al risparmio energetico pur
mantenendo ottime e migliori performance. In questo caso sappiate che il
SoC M3 è sostanzialmente il sostituto diretto di M2
e questo
senza grossi stravolgimenti di cui tenere in conto mentre M3 Pro e M3 Max,
abbiamo visto, presentano delle particolari differenze a livello visivo
rispetto ad M2 Pro e M2 Max. 

Tecnicamente il nuovo M3 non ha core aggiuntivi, quindi si
affida esclusivamente a miglioramenti dell’architettura e aumenti della
velocità di clock per aumentare le prestazioni. Possiede 25 miliardi di
transistor, 5 miliardi in più dell’M2, quindi c’è ancora un bel po’ di
nuovo hardware in questo SoC. È ancora una CPU a 8 core,
divisa equamente tra core di prestazioni ed efficienza,
e una GPU a 10 core (con una GPU a 8 core concessa
esclusivamente al modello da 13 pollici entry-level). La memoria di
sistema integrata inizia ancora una volta da 8 GB e raggiunge il
massimo a 24 GB
, come l’M2.  M3 supporta i codec
H.264 e HEVC oltre a quello AV1
e include l’accelerazione
ProRes per la codifica e la decodifica, consentendo di riprodurre più
flussi di video 4K e 8K ProRes, preservando la potenza della CPU e della
GPU per attività come la gradazione del colore o il rendering di titoli e
animazioni in tempo reale.  

Tuttavia, c’è una novità. Finora, il MacBook
Air 15” con M2 poteva controllare solo un monitor esterno oltre al
pannello interno. Con l’avvento di questo nuovo MacBook Air con
SoC M3  è possibile controllare due display
(1x fino a
6K/60 Hz, 1x fino a 5K/60 Hz) anche se con l’accortezza di dover chiudere
quello interno quindi con il coperchio del display chiuso. Naturalmente
non è ancora perfetto, ma è sicuramente un miglioramento e può fare la
differenza se desidera utilizzare due monitor.

Apple considera questo MacBook Air M3 come un laptop
già pronto per l’Intelligenza Artificiale.
Effettivamente il
chip M3 include un motore neurale a 16 core più veloce
ed efficiente, insieme ad acceleratori nella CPU e nella GPU per
potenziare l’apprendimento automatico sul dispositivo. Ecco che con tutto
questo macOS offre funzionalità intelligenti che migliorano produttività e
creatività, in modo da poter abilitare fotocamera, traduzione, previsioni
del testo, comprensione visiva, funzionalità di accessibilità e molto
altro ancora. Effettivamente mettendolo sotto sforzo con ecosistemi di app
che offrono funzionalità AI avanzate, è possibile fare un po’ tutto dal
controllare i compiti con AI Math Assistance in Goodnotes 6, migliorare
automaticamente le foto in Pixelmator Pro, rimuovere il rumore di fondo da
un video utilizzando CapCut. Non c’è ancora l’integrazione
diretta che ci aspettiamo da Apple e che probabilmente
arriverà con macOS 15 alla prossima WWDC 2024 ma di fatto è chiaro che le
app con Intelligenza Artificiale integrata possono già tranquillamente
girare su di un MacBook Air M3 senza fare assolutamente fatica. 

Analisi prestazioni con benchmark sintetici

Per capire effettivamente di che pasta è fatto questo
nuovo MacBook Air 15” con M3
, procediamo a saggiare il livello
prestazionale della piattaforma. Intanto consideriamo il fatto di aver
registrato tramite la consueta suite di benchmark le prestazioni del SoC
M3, andando a confrontarle con quelle degli altri sistemi portatili Apple
equipaggiati con le altre serie di processori M1 e M2 che abbiamo avuto
modo di provare in precedenza, che siano essi MacBook Pro o anche Mac mini
e Mac Studio, i quali però attenzione possiedono raffreddamento attivo e
che dunque ci ha permesso di capire il comportamento nelle due situazioni
anche con thermal throttling per la gestione della dissipazione termica.
Tutti i test sono stati condotti con il portatile alimentato a batteria
(allo stesso modo di quanto fatto anche con gli altri portatili a
confronto), dal momento che abbiamo già riscontrato anche in altre
occasioni che il livello prestazionale di queste macchine non cambia a
seconda dell’alimentazione utilizzata. La nostra prova ha visto
una macchina equipaggiata con la CPU a 8 Core, GPU a 10 Core,
16GB
di RAM e SSD da 512GB. 

I risultati dei test mostrano un guadagno prestazionale interessante già
con il diretto predecessore (siamo nell’ordine del 20% circa in molti
casi), ma il confronto con i SoC M1 di prima generazione è quasi
impietoso, con prestazioni in alcuni casi addirittura doppie. Quel che
vale la pena indagare, però, è il comportamento del SoC in situazioni di
carichi di lavoro continuativi, che è tipicamente uno scenario sfavorevole
per i sistemi fanless, com’è il caso di questo MacBook Air 15. Per farlo
abbiamo condotto uno stress test di circa mezz’ora con l’esecuzione
continuativa di Cinebench in multicore e Handbrake.

Il comportamento rilevato è simile a quello dei modelli di precedente
generazione: per il primo minuto di esecuzione a pieno carico il sistema
manitene le massime frequenze operative possibili, che vengono poi
progressivamente ridotte per consentire alle temperature di rientrare in
una soglia che il sistema stesso ritiene accettabili, e che comunque non
si discostano particolarmente dai 100 gradi. In questa sede abbiamo
indagato anche i consumi:
la sola componente CPU del SoC arriva a lambire
i 25W quando operativa a piena frequenza, per poi assestarsi attorno ai
12W-13W con il passare del tempo, sia per via della riduzione della
frequenza operativa, sia a scopo di preservare l’autonomia operativa in
relazione all’impegno computazionale richiesto.

Nelle situazioni quotidiane, il ”vecchio” MacBook Air 15 M2
era già un dispositivo veloce e lo stesso vale per il SoC M3. Soprattutto
nelle applicazioni native, le prestazioni sono molto buone e, nei
benchmark sintetici, il nuovo MacBook Air 15” M3 riesce a raggiungere
ottimi risultati. Le applicazioni per i Mac basate su Intel possono essere
emulate tramite Rosetta 2 e questo non fa perdere reattività al MacBook
che continua a funzionare molto bene. Sebbene ci sia una differenza di
velocità (soprattutto quando si tratta di applicazioni complesse), anche
questo funziona in modo impeccabile. A differenza dei modelli Pro, Apple
ha scelto le SSD PCIe 3.0 per il suo Air. Il nostro dispositivo di
recensione viene fornito con una versione da 512 GB installata e le sue
velocità di trasferimento sono al livello previsto di un massimo di 3,5
GB/s. Nell’uso quotidiano, questo significa che non ci sono limitazioni.
Dopo il primo avvio, l’utente ha a disposizione 465 GB e il MacBook Air M3
può venire configurato con un SSD dalla capacità massima di 2 TB. 

Ricordiamo che il sistema è dotato di raffreddamento
passivo
ossia senza alcuna ventola per il ricircolo dell’aria.
Ciò non permette, come su sistemi dotati di raffreddamento attivo con le
ventole, di mantenere le temperature d’esercizio entro i limiti di guardia
e dunque l’unico modo per non raggiungere temperature proibitive è quello
di regolare le frequenze di esercizio e di conseguenza anche le
prestazioni della macchina. L’idea di questa macchina è quella di
essere utilizzata per fare di tutto ma senza esagerare
proprio
per l’assenza di un sistema di ventole capace di lasciar spingere al
massimo la CPU per lungo periodo. È chiaro che non siamo di fronte ad un
prodotto votato al lavoro pesante, anche se in caso di necessità non
avrebbe molti problemi ad affrontarlo sempre nei suoi limiti, ma di un
ultrabook capace di ampliare l’uso di tutti i giorni con uno schermo molto
più grande, garantendo soprattutto una forte autonomia che non è ancora
oggi cosa per molti a questi livelli. Non solo perché l’enorme vantaggio
del MacBook Air è quello di risultare una macchina completamente fanless e
questo comporta sempre e comunque l’avere un ultrabook
silenzioso.  

Il Mac non è mai stato una valida alternativa ai PC assemblati
o ad altri device per quanto concerne il gaming. I
giochi AAA sviluppati per Mac si contano davvero sulle dita di una mano e
soprattutto i giochi in porting da altre piattaforme sono davvero ancora
molto risicati. Apple però ci sta provando e sta accelerando anche da
questo punto di vista. Il porting di Resident Evil Village ma
anche l’arrivo di Death Stranding o ancora la presenza di Baldurs
Gate
e Lies of Pi fanno capire che l’intenzione c’è.
Chiaramente i giochi nativi per Mac funzionano con la massima fluidità e
qui su MacBook Air lasciano sul campo le impostazioni grafiche al massimo
che possono dare qualche fastidio alla macchina. Il punto in questo caso è
l’assenza di un catalogo nutrito di giochi per Mac. Ok, c’è la possibilità
di realizzare del porting con software o toolkit che lo permettono anche
abbastanza bene e ci viene in mente sicuramente Crossover che garantisce
l’installazione di giochi nativi su Windows anche sul Mac. Di fatto rimane
una vera e propria emulazione e questo potrebbe far storcere il naso ai
puristi del gioco che forse non sarebbero così ingolositi dal cambiare
piattaforma considerando appunto quella di un Mac. Di fatto Apple con la
nuova serie di chip M3 ha fatto un passo in avanti importante anche sul
gaming. Il MacBook Air 15” con M3 non è certamente la macchina da gaming
per eccellenza ma è palese che il SoC può permettersi il lusso di far
giocare chi vuole farlo senza problemi anche se con qualche limitazione
grafica che comunque ci può stare soprattutto in una macchina come
questa. 

Per quanto riguarda la batteria ma
soprattutto l’autonomia, il nuovo MacBook Air 15” con M3 viene
equipaggiato da Apple con una batteria da 66,5Wh
e questo
significa precisamente 13,9 wattora in più rispetto a quella della
versione di Air 13” che è invece da 52,6Wh. La differenza è quella di
poter raggiungere tranquillamente le medesime autonomie del MacBook Air
più piccolo pur avendo un upgrade importante a livello di display che
consuma più energia. I test in questo caso ci hanno permesso di superare
tranquillamente le 15 ore di utilizzo con navigazione web ma anche di
riprodurre continuamente contenuti in streaming per quasi 18 ore proprio
come promesso da Apple e come visto con i consumi dell’Air 13”. 

In soldoni dunque il vantaggio di avere uno schermo
molto più grande su questo nuovo MacBook Air 15” non pregiudica quella
che è l’autonomia elevata
per un notebook di questa caratura
grazie ad un chipset M3 efficiente ma anche ad un’ottimizzazione di macOS
puntigliosa e capace di far raggiungere risultati insperati con le
precedenti CPU Intel. Nota di margine sappiate che con il MacBook Air 15”
potrete viaggiare tranquillamente in aereo portando con voi in cabina il
portatile visto che la capacità della batteria rispetta i valori limite
impostati con i regolamenti FAA e EASA per il trasporto delle batterie al
litio a bordo di aerei.

Prezzi e scelte di configurazione

Come fatto anche con altri Mac, Apple propone agli
utenti varie configurazioni anche per questo nuovo MacBook Air 15” con
M3
durante la fase di acquisto sul sito ufficiale. Nello
specifico sappiate che è possibile acquistare le versioni proposte
dall’azienda di Cupertino così come sono state configurate oppure
aggiungere memorie, CPU diverse o anche spazio con SSD più grandi.

I prezzi delle tre versioni ‘’standard’’
preconfigurate
son:

  • MacBook Air 15’’ M3 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 8GB di RAM e 256GB
    di SSD a 1.649€
  • MacBook Air 15” M3 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 8GB di RAM e 512GB
    di SSD a 1.879€
  • MacBook Air 15” M3 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 16GB di RAM e 512GB
    di SSD a 2.109€

I prezzi sono di fatto i medesimi di quello del lancio di un MacBook Air
con M2 otto mesi fa ma con la novità della versione da 16GB standard che
non c’era.

Come per le altre volte dobbiamo sottolineare quanto
sia importante la decisione in fase di acquisto
sulla versione
del MacBook Air 15” perché sarà definitiva in quanto tutte le componenti
vengono integrate direttamente sulla scheda logica e non sarà dunque
possibile a posteriori effettuare alcun tipo di upgrade. Fondamentale
dunque scegliere in questo frangente la versione in base alle esigenze
lavorative e soprattutto pensando al futuro cercando di non ritrovarsi
dopo qualche anno con una macchina non prestante come la si voleva.
Andando dunque nel listino sul sito ufficiale Apple si può scegliere,
dalla prima configurazione, di effettuare un upgrade al processore,
memoria o storage considerando che gli upgrade sono sempre
costosi
(anche troppo) come con il precedente modello di
Air: 

  • Aumentare la memoria da 8GB a 16GB costerà +230€, da 8GB a 24GB (il
    massimo) invece costerà +460€
  • Aumentare l’unità di archiviazione SSD da 256GB a 512GB costerà +230€,
    da 256GB a 1TB costerà +460€ e ancora da 256GB a 2TB costerà 920€

Se volessimo dunque arrivare ad avere un MacBook Air 15” con
M3 al massimo delle sue potenzialità con una configurazione con CPU a
8-Core, GPU a 10-core e Neural Engine a 16-Core a cui aggiungere 24GB di
memoria unificata e ancora un’unità SSD da 2TB potremmo raggiungere un
prezzo di 3.029€ totali. 

Il consiglio, anche se fa aumentare il prezzo,
è quello di fare la scelta migliore in fase di configurazione aumentando
la RAM ad almeno 16GB
(se non a 24GB). Meglio la versione con
meno capienza SSD, i 256GB potrebbero già risultare un buon compromesso,
ma più memoria unificata per dare un boost giusto anche a lungo termine.
Oltretutto rimane a catalogo il modello precedente ossia il
MacBook Air 13” con M2
che può essere acquistato in due
versioni preconfigurate ma con possibilità di poter incrementare in tutto
(tranne che per la dimensione del display):

  • MacBook Air 13’’ M2 con CPU 8 Core – GPU 8 Core – 8GB di RAM e 256GB
    di SSD a 1.249€
  • MacBook Air 13’’ M2 con CPU 8 Core – GPU 10 Core – 8GB di RAM e 512GB
    di SSD a 1.479€

CONCLUSIONI: per chi è questo MacBook Air 15” con M3?

Il nuovo MacBook Air 15” con M3 riserva chiaramente poche
sorprese e tutte indirizzate specificatamente sull’hardware che si
rinnova in molti aspetti da non sottovalutare
. A livello
estetico il design non si discosta da quell’importante cambiamento
avvenuto qualche tempo fa e che ha in qualche modo fatto capire la linea
futura di Apple per i suoi MacBook: linee rotondeggianti, spessore
costante, chassis completamente in alluminio robusto in diverse
colorazioni e ancora il ritorno al passato per alcune caratteristiche come
il MagSafe. 

Da considerare qui c’è un nuovo processore M3 che
Apple aveva introdotto con il MacBook Pro 14’’ qualche mese fa ma che
viene ora posto su di una macchina fanless ossia senza alcun tipo di
sistema di raffreddamento. C’è la novità del Wi-Fi 6E
che permette di avere maggiori velocità di navigazione ma anche una
migliore stabilità di segnale. E c’è ora la possibilità di utilizzarlo con
due monitor simultaneamente, cosa non possibile prima, e che garantisce a
chi lo desidera di avere un plus come primordiale workstation. Oltretutto,
l’avevamo già ribadito con la prima prova qualche mese fa, il
display da 15.3 pollici è capace di accontentare i tanti utenti
che
da tempo chiedevano a gran voce la necessità di un portatile
dimensionalmente più grande ma non costoso come i MacBook Pro. Apple con
un MacBook Air 15” è riuscita a realizzare un notebook migliore in alcuni
aspetti come l’audio, ora decisamente più potente e corposo di prima o
anche l’autonomia che si mantiene ancora sulle 15 o 18 ore (in base
all’uso) pur aumentando la richiesta energetica con il display più
ampio. 

A chi è allora destinato questo MacBook Air 15” con
M3?
La risposta a questa domanda va di pari passo come sempre
con le richieste dell’utente. Di fatto però possiamo asserire che per
coloro in possesso di un MacBook Air 13” o 15” con M2 sia praticamente
inutile passare a questo nuovo portatile con M3
perché sì, le
differenze hardware ci sono e sono com,unque importanti anche nei confronti del penultimo processorei di Apple, ma non sono poi così eclatanti da richiedere
un cambio di macchina soprattutto dopo pochi mesi dal lancio
precedente. 

Diverso invece il discorso per tutti coloro che sono ad oggi in
possesso di un MacBook Air con M1 o addirittura con
processore Intel. Nel primo caso i vantaggi prestazionali
che abbiamo ottenuto con il nuovo SoC M3 sono importanti in particolar
modo in scenari multi-core e per quelle attività che richiedono la potenza
elaborativa di una GPU. Nel secondo caso il distacco tra un MacBook Air
Intel e uno con M3 non riguarda solo ed esclusivamente la prestazione pura
ma anche e soprattutto l’efficienza di un portatile ultrabook che può
permettersi decine di ore di autonomia, cosa impensabile con il chip
Intel. Per entrambi il passaggio ad un MacBook Air M3 è
sicuramente consigliato soprattutto in una visione a lungo
termine. 

E’ bene inquadrare correttamente anche l’ambito di
impiego di un MacBook Air attuale
: come dimostrato dai test – e
come la stessa Apple sottolinea – questo tipo di notebook resta una
proposta destinata a chi nelle proprie abitudini di impiego non si trova
ad affrontare carichi di lavoro che saturino il sistema e si prolunghino
nel tempo: più il task si protrae nel tempo, più proporzionalmente MacBook
Air paga pegno per via del design completamente fanless. Apple in questo
sembra sempre chiara nel creare distacchi tra gli Air e i Pro: i primi
vengono corredati da display con alcune mancanze (vedi il ProMotion e la
luminosità di picco maggiore), seppur migliorati e ottimi nel quotidiano.
Stessa cosa per la connettività vista la presenza di sole due porte USB-C
4.0 (Thunderbolt 3) ma l’assenza di un ulteriore USB-C, slot di memoria
SDXC UHS-II e la porta HDMI che sono sicuramente più utili ad un
utilizzatore professionale. 

Il nuovo MacBook Air 15” con M3 porta
sicuramente novità anche se meno impattanti per tutti ma di fatto ci
è sembrata una macchina molto interessante perché brillante in quello
che fa, ancora di più di quanto visto con M2
. Continuiamo a
pensare che lo schermo maggiorato da 15 pollici sia una soluzione più
azzeccata rispetto a quello da 13 pollici che sì, potrebbe risultare
veramente più portatile ma che dalla sua a volte non consente di avere una
superficie di display adeguata. Utilizzare lo schermo da 15 pollici per
alcuni giorni garantisce di avere l’idea di sfruttare meglio flussi di
lavoro impensabili su di uno schermo più piccolo. MacBook Air 15” con M2
rimane una soluzione imprescindibile per chi vuole sfruttare la potenza e
l’elasticità del processore M3 di Apple e godere di uno schermo più grande
senza però aver bisogno di un MacBook Pro da 14” o 16” con M3 Max o M3
Pro che sono decisamente più costosi. Peccato forse vedere ancora
a catalogo una versione con 8GB di RAM
che, non
fraintendeteci, possono bastare per chi non ha molte pretese e svolge
compiti poco onerosi, ma di fatto sembra non essere più al passo con i
tempi soprattutto se rapportato al prezzo di vendita di 1.479€.

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