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Recensione tablet TCL NXTPAPER 10s con pennino: come funziona, caratteristiche, prezzi

Recensione tablet TCL NXTPAPER 10s con pennino: come funziona, caratteristiche, prezzi


Utilizzare il tablet come se fosse un libro, per lavorare, leggere e scrivere. È l’idea alla base di NXTPAPER 10s di TCL, un tablet con display da 10,1 pollici premiato con l’”Eye Protection Innovation Award of the Year” perché in grado di ridurre la luce blu, dannosa per i nostri occhi, di oltre il 50 per cento grazie a un display multistrato che sembra davvero “fatto di carta”. Dopo diverse settimane di prova ecco la nostra recensione.

Le caratteristiche principali

TCL NXTPAPER 10s è un tablet Android (versione installata è la 11) con un processore Octa-Core di Mediatek, 4 gigabyte di Ram, 64 di spazio di archiviazione espandibile con schedina microSD fino a 256 gigabyte. Molto leggero (pesa meno di 500 grammi), ha una batteria di lunga durata da ben 8.000 mAh che permette di utilizzarlo per la lettura e la consultazione di mail anche per diversi giorni; con app più impegnative, videochiamate, giochi la batteria ci porta certamente da mattina a sera. A bordo troviamo anche due fotocamere: una anteriore da 5 megapixel (buona la resa delle videochiamate), una posteriore per foto e scansione documenti da 8 megapixel. 

Il feeling della carta e l’utilizzo con la penna

Caratteristica principale di TCL NXTPAPER 10s è quella di offrire una protezione per gli occhi di chi lo utilizza: spiegano dalla casa madre che il display multistrato è in grado di ridurre di oltre il 50 per cento il livello di luce blu mantenendo allo stesso tempo i colori naturali. Abbiamo letto riviste e giornali per molte ore e effettivamente possiamo confermare che la vista non si affatica come accade invece con altri prodotti. Molto buona a nostro avviso anche la funzione anti-riflesso che permette di utilizzare senza problemi il tablet alla luce forte del sole. All’interno della confezione è presente anche un pennino (la T-Pen) elegante da mostrare e leggero e comodo da utilizzare. Permette di scrivere, prendere appunti, disegnare, e il feeling che ci offre è quello di una matita su un bloc notes. A differenza di altri marchi abbiamo, però, notato che la latenza in alcune situazioni è più alta (parliamo dei millisecondi che passano dal momento in cui tracciamo un segno sul display e il momento in cui effettivamente viene visualizzato sullo schermo).

Verdetto, disponibilità e prezzi

Molto comoda la lettura di libri e giornali, si tratta di un tablet ideale a nostro avviso per chi legge molto e vuole un prodotto su cui poter anche prendere appunti e allo stesso tempo utilizzare le normali app di Android. Stiamo pensando, ad esempio, agli anziani, agli studenti e in generale a chi non ha bisogno di usare app particolarmente potenti. Al contrario, non ci sentiamo di consigliare questo tablet a chi guarda molti video e ai videogiocatori in quanto la luminosità dello schermo certamente non è paragonabile a quella degli schermi tradizionali. TCL ha puntato anche a un utilizzo per bambini e ragazzi: attraverso l’app TCL Kids è possibile leggere storie interattive, guardare video informativi o trascorrere del tempo con giochi educativi (e c’è anche la possibilità di impostare un limite di utilizzo giornaliero da parte dei genitori). Prezzo di listino di TCL NXTPAPER 10s (la T-Pen è inclusa nella confezione) è di 249,90 euro: a nostro avviso in linea con le funzioni che offre il tablet. In Italia per il momento è disponibile una sola colorazione, il grigio chiaro Ethereal Sky.

Pro e Contro

PRO

  • Il display riduce la luce blu dannosa per i nostri occhi
  • Con il pennino incluso nella confezione sembra di scrivere su carta

CONTRO

  • Con tante app aperte non è velocissimo
  • Schermo opaco a nostro avviso non ideale per videogames o visione di video e film



fonte : skytg24

Cani e gatti, arriva la tecnologia anti-peli per tenere pulita la casa

Cani e gatti, arriva la tecnologia anti-peli per tenere pulita la casa


Chi ama gli amici a quattro zampe lo sa: cani e gatti rendono la vita più felice e la casa… un po’ più sporca. Dopotutto, la loro compagnia non ha prezzo e vi farà dimenticare, o quantomeno sopportare, i numerosi peli che lasciano continuamente in giro per casa. Qualcosa però si può fare: ci pensa la tecnologia a venire incontro alle esigenze dei padroni e dei loro amici pelosi. Dyson ha rinnovato la sua celebre gamma di aspirapolveri senza filo introducendo delle speciali spazzole anti-groviglio.

Come funziona

Ispirata a un pettine districante, la spazzola ideata dagli ingegneri Dyson è dotata di palette angolate per rimuovere automaticamente tutti i tipi di peli. I dentini in policarbonato, combinati con una serie di setole di nylon a spirale, filamenti in fibra di carbonio antistatica e una forte potenza di aspirazione, catturano e affrontano i grovigli più ostinati. Un accessorio utile per offrire una soluzione di pulizia domestica pratica e alla portata di tutti. E in più c’è uno strumento per la toelettatura, progettato per rimuovere istantaneamente i peli morti e la forfora: si collega automaticamente all’aspirapolvere e, anche in questo caso, è compatibile con la gamma Dyson senza filo. Per arrivare al prodotto finale, una squadra di ingegneri e microbiologi Dyson ha studiato i peli di diversi animali: non solo cani e gatti, ma anche alpaca, asini, cavalli e conigli. “Il possesso di animali domestici negli ultimi tempi è esploso, soprattutto durante il Covid – spiega Luke Stitson, Dyson Senior Reasearch Engineer – Oggi nel mondo ci sono molte più persone che possiedono un animale ed è per questa ragione che stiamo iniziando a disegnare dei prodotti ad hoc che possano aiutare a fare pulizia eliminando al meglio i peli che i nostri amici a quattro zampe lasciano in giro per casa”.



fonte : skytg24

Mediaworld Tech Village Roma: com’è, dov’è, cosa vende, com’è fatto

Mediaworld Tech Village Roma: com’è, dov’è, cosa vende, com’è fatto


Un tempio della tecnologia volto all’innovazione, alla formazione, all’intrattenimento. Con questo slogan ha aperto a Roma Mediaworld Tech Village, spazio ideato da Mediaworld e disegnato dall’architetto Fabio Novembre e il suo studio, all’interno della Galleria commerciale Porta di Roma.

Dalla formazione agli acquisti

Mediaworld Tech Village, ci spiegano, è un “experience center” di oltre 6.500 mq volto all’innovazione, con 140 tra esperti e consulenti. I visitatori possono scoprire e testare in anteprima prodotti, chiedere consigli e ricevere formazione nell’ambito dei prodotti per la casa, per l’ufficio, per il tempo libero e le varie professioni. Presenti anche aree dedicate agli eventi e all’intrattenimento. 

Una piazza con le sue botteghe

Il Tech Village è organizzato come una piazza, con i porticati esterni che ospitano 18 botteghe tecnologiche dove si trovano le sezioni dedicate a ciascun ambito dell’elettronica gestite dai brand partner. L’area centrale è animata dal “mercato” mentre nel cuore della piazza prendono forma le aree eventi ed experience, “in uno spazio – spiega l’architetto Fabio Novembre – pensato per guidare le persone in un’esperienza emotiva e di incontro umano. Anche i materiali, gli arredi e i colori sono stati scelti per accompagnare verso la scoperta e la conoscenza, con il legno naturale che domina l’area delle botteghe e il rosso tipico dell’insegna delle pareti e delle pavimentazioni”. “Il Tech Village – racconta Luca Bradaschia, amministratore delegato di Mediaworld Italia – è stato ideato come un hub esperienziale, poliedrico e contemporaneo, format innovativo che permette di rispondere a diversi obiettivi, dall’entertainment alla formazione, per rendere semplice e alla portata di tutti la tecnologia e allo stesso tempo – prosegue – soddisfare le nuove esigenze dei clienti”. Il Tech Village è il terzo aperto in Europa dal gruppo dopo quelli di Milano e Rotterdam, con l’impegno, insieme ad altre aperture nel corso dell’anno e alle modernizzazioni di 40 punti vendita già attivi, “di creare valore e mantenere una connessione con l’intero territorio, continuando ad introdurre format innovativi, in sinergia con l’e-commerce”, spiegano dal gruppo.



fonte : skytg24

Che cos’è e come funziona Wine Protocol, primo NFT legato al vino: intervista al fondatore

Che cos’è e come funziona Wine Protocol, primo NFT legato al vino: intervista al fondatore


La Wine Protocol è nata da 5 mesi, impiega una ventina di persone, è capitalizzata per un milione di franchi svizzeri e ha una valutazione di 18 milioni di franchi. L’hanno creata Tommaso Selicorni, Ceo della Società, appassionato di vino e studente alla Statale di Milano in viticoltura ed enologia e il suo sodale Andrea Montalbano; con loro un piccolo gruppo di fidati amici.

Che cos’è Wine Protocol

“Wine Protocol è il primo eno-business che mira a creare un’interazione diretta e reale tra mondo vitivinicolo e mondo criptovalute e blockchain”, ci dice Tommaso Selicorni, poco più che ventenne, ha la sicurezza del manager navigato. “L’idea di dare vita a Wine Protocol è nata durante la noia del primo lockdown”, spiegaTommaso. “Abbiamo deciso di sfruttare tutto il tempo che avevamo in più a disposizione – per le restrizioni dovute al Covid – per creare una realtà e creare un nostro progetto perché ci siamo accorti che nell’ambito vitivinicolo non c’è innovazione da parecchi anni e nell’ambito blockchain nessuno aveva creato ancora un token o una realtà, un ecosistema che interagisse realmente col mondo reale, con un’economia reale come quella del vino”.

Com’è nata l’idea e come funziona

Da qui è nato il primo NFT legato alle bottiglie di vino. “Quelle bottiglie sono la nostra prima collezione NFT creata da Wine Protocol. Sono state vendute all’asta per 68mila dollari, a tanto ammontava la raccolta totale. Queste bottiglie sono pezzi unici, abbiamo voluto iniziare a far capire alle persone che cos’è il nostro ecosistema, utilizzando questo metodo di vendita all’asta di queste bottiglie di vino. Ogni bottiglia di vino, ogni etichetta delle bottiglie, creata dal nostro NFT artist Luca Grisoni, racconta effettivamente ogni passaggio della produzione vinicola, partendo dalla vendemmia e arrivando fino all’imbottigliamento”.

Perché sono state vendute a questoprezzo e perché sono uniche? “Ogni etichetta rappresenta l’NFT che certifica la veridicità del prodotto e certifica l’autenticità per il possessore. I possessori possono decidere di riscattare e tenere la bottiglia fisica a casa propria, solamente se decidono di bruciare l’NFT. Perché questo è l’unico meccanismo per certificare. Ovviamente, quando una persona deterrà la bottiglia, noi non saremo più in grado di sapere che non la stiano contraffacendo, facendo un falso di essa. Quindi, le teniamo nei nostri magazzini per preservarne l’autenticità e soprattutto il loro valore”, continua Tommaso.

Un prodotto e un senso di community

“Questo è stato pensato perché questi NFT, oltre a raccontare la storia della produzione del vino, al loro interno hanno degli “uses case” reali che si vedranno all’interno del nostro ecosistema, perché ogni persona avrà delle esperienze uniche avendo la possibilità all’interno dell’NFT. Quindi le persone hanno comprato non soltanto il prodotto, ma un senso di community. Non solamente compro la bottiglia e ho l’NFT per speculare, ma dietro l’NFT c’è di più. Non soltanto l’autenticità ma anche un’esclusività all’interno della partecipazione e dell’interazione con l’ecosistema WineProtocol.

Il primo “drink to earn” al mondo

Tommaso Selicorni parla con grande entusiasmo della società che ha fondato.

“All’inizio eravamo soltanto io e Andrea, abbiamo lavorato otto mesi da soli per creare tutto il progetto, per essere pronti a livello personale e imprenditoriale per presentarci al pubblico, ma soprattutto bisogna avere tanta forza di volontà, non abbattersi mai. Abbiamo avuto anche noi in questo anno e mezzo di lavoro tante sconfitte, tanti momenti brutti, ma bisogna sempre pensare positivo e puntare l’obiettivo; a testa bassa lavorare e quando arrivano i primi successi non perdere la testa, ma rimanere ancora più umili e pensare al prossimo passo. Quest’azienda attualmente è capitalizzata per un milione di franchi, perché abbiamo avuto un investimento da un investitore privato svizzero: siamo una società svizzera.

Per chi fosse digiuno di certi argomenti nel nostro sito – ci racconta Tommaso – è possibile trovare le spiegazioni dell’ecosistema, che sarà un ecosistema che interagirà con la realtà, con tutta la parte della filiera vitivinicola in vari step e l’app è pensata per ogni step, che a sua volta è stato pensato per uno scopo preciso.

Il primo step che uscirà dopo l’estate è stato pensato per diventare più virali possibili. Sarà il primo “drink to earn” al mondo, ovvero le persone saranno pagate per degustare del vino. Quindi, scattando foto mentre degustano le proprie bottiglie, verranno pagate col nostro “Wine”. In realtà, in maniera molto sottile, il concetto è: tu sei pagato per i tuoi dati di consumo, i tuoi dati di gusto del vino, che a noi servono per allargare il nostro ecosistema e diffonderci sempre di più in tutte le cantine, in tutto l’ecosistema vitivinicolo. Tutte le realtà e i social che conosciamo ad oggi utilizzano i nostri dati senza darci nulla in cambio. Noi usiamo questo concetto: tu sei pagato per i tuoi dati del gusto del vino e questo è un concetto che è molto importante, perché sensibilizza le persone a far capire che i dati sono una cosa importante. I metadati, qualsiasi metadato, attualmente è l’oro digitale. Quindi noi abbiamo deciso di creare l’ecosistema partendo dall’interazione con la persona, facendo capire perché sono importanti i loro dati del gusto del vino”.



fonte : skytg24

Che cos’è e come funziona Cortilia: abbiamo visitato la nuova sede hi-tech

Che cos’è e come funziona Cortilia: abbiamo visitato la nuova sede hi-tech


Una nuova sede operativa avanzata dal punto di vista tecnologico e ambientale e importanti traguardi raggiunti e da raggiungere entro fine 2022. Come funziona e cosa c’è dietro Cortilia, e-commerce nato nel 2011 che mette in contatto consumatori con agricoltori, allevatori e produttori artigianali e che consente “di fare la spesa come in campagna”? Lo scopriamo visitando la nuova sede dell’azienda, alle porte di Milano, inaugurata lo scorso maggio. 

Una food-tech company

Il funzionamento di Cortilia è semplice: tramite sito o app si sceglie la spesa tra oltre 2.500 prodotti (dalla frutta alla verdura fresca di stagione, dal pesce alla carne, dai salumi ai latticini fino anche a una varietà di altri prodotti come vino e birra artigianale, prodotti di bellezza o per la pulizia della casa). Sempre sul’app si sceglie la fascia oraria di consegna preferita, si paga (con carta di credito, Paypal, Apple Pay, Google Pay, buoni pasto Edenred) e il gioco è fatto. Cortilia – presente in 800 comuni del nord Italia tra cui Milano, Torino e Bologna – si auto-definisce una “food-tech company”, ci spiega Marco Porcaro, fondatore e Ceo, perché “è un’azienda che coniuga tecnologia, servizio, qualità dei prodotti e artigianalità, con un fattore tech fondamentale che permette sia di proporre ai clienti alimenti in linea con i propri stili di vita, sia di salvaguardare l’ambiente, evitare l’approvvigionamento con prodotti in eccesso e avere un basso impatto ambientale, organizzando in automatico anche i mezzi, molti dei quali elettrici, che fanno le consegne a domicilio”. 

La nuova sede

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La nuova sede di Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, è distribuita su 17mila metri quadri e si trova al’interno di uno spazio multifunzionale di 50mila mq, parte di un importante progetto di riqualificazione dell’area in cui sorge, e in linea con i più alti standard di sostenibilità ambientale. Tanti gli accorgimenti strutturali – ci spiegano – adottati nella progettazione, volti a efficientare i consumi energetici, compresa una gestione responsabile delle risorse idriche garantita da un innovativo impianto di raccolta delle acque piovane. Il magazzino semi-automatizzato gestisce una movimentazione di decine di migliaia di pezzi giornalieri ed è composto da tre zone di stoccaggio con differenti temperature. All’interno del magazzino un macchinario crea le scatole, un altro stampa etichette tramite inchiostro ad acqua mentre nastri trasportano le scatole da un settore all’altro per il caricamento dei prodotti. I pannelli fotovoltaici presenti sul tetto coprono la metà del consumo di energia, il resto viene da energia da fonti rinnovabili, e proprio grazie a questo tipo di approccio al rispetto ambientale, al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni la sede è certificata LEED (“il riconoscimento più diffuso a livello mondiale per quanto riguarda l’edilizia sostenibile”) di livello massimo, Gold.

Il metodo di lavoro di Cortilia

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Gli approvvigionamenti, la scelta dei prodotti, l’organizzazione dell’app: tutto è stato sviluppato internamente dal team tecnologico. Il metodo utilizzato è quello della filiera corta, dal produttore al consumatore, e grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, ci raccontano i dipendenti, Cortilia è in grado di ridurre al minimo gli sprechi ambientali, prevedendo la vendita giorno dopo giorno di ogni singolo prodotto evitando, dunque, di ordinare quello che non è necessario e in linea con le vendite che si prevedono; di conseguenza gli sprechi alimentari sono ridotti a circa l’uno per cento. I prodotti invenduti sono donati al Banco Alimentare Lombardia. “Abbiamo decine di migliaia di clienti che fanno la spesa con noi tutte le settimane – racconta ancora Porcaro – e abbiamo chiuso il 2021 con una crescita di oltre il 20 per cento, con più di 40 milioni di fatturato”. La prossima sfida? L’apertura, nella seconda parte dell’anno, a Roma.



fonte : skytg24

Moulinex, la recensione dei robot da cucina Cookeo e I-Companion: ecco come funzionano

Moulinex, la recensione dei robot da cucina Cookeo e I-Companion: ecco come funzionano


Cookeo e I-Companion sono le due soluzioni pensate da Moulinex per rendere più facile il modo cucinare ma con gusto. Noi di Now abbiamo seguito la presentazione con lo chef Bruno Barbieri e poi lo abbiamo provato in casa nella realizzazione di alcuni piatti. Ecco com’è andata

Moulinex lancia due nuovi arrivati nella gamma di soluzioni pensate appositamente per rivoluzionare il modo di cucinare, intuitivo e interattivo e seguendo tutti i gusti, dai più semplici ai più elaborati: I-Companion Touch XL, la versione più hi-tech del robot  multifunzione ideale per i perfezionisti in cucina, e Cookeo Touch Wi-Fi, il multicooker pratico, facile e veloce, per chi desidera ottenere ottimi risultati in poco tempo. Stefano Cau, Amministratore delegato Groupe SEB: “Con uno chef abbiamo sviluppato anche dei ricettari e ricette specifiche che sono installate all’interno dell’app e del prodotto stesso in cui l’utente può interagire e ottenere risultati veramente da chef”.

Stefano Cau (AD delegato Groupe SEB) e lo chef Bruno Barbieri
Stefano Cau (AD Groupe SEB) e lo chef Bruno Barbieri

Con Cookeo piatti pronti in poco tempo

Cookeo Touch WiFi grazie al suo design sembra venuto dallo spazio, ha delle linee molto moderne. È pensato per chi ha poco tempo per cucinare ma non rinuncia a mangiare sano ma con gusto. Dotato di 13 modalità di cottura tra pressione, vapore, slowcooking, stufatura, rosolatura, riscaldamento, mantenimento al caldo. Novità assoluta è la modalità di cottura a pressione espressa: in pochi minuti verdure cotte a puntino. Noi abbiamo provato a cucinare una caponata alla trapanese. Una volta scelta la ricetta da app o direttamente dal display del cookeo, basta seguire tutti i passaggi. In 25 minuti il piatto è super riuscito. Piccolo neo è che nell’esecuzione della ricetta alcuni passaggi tecnici si danno per scontati. Il recipiente con capacità da 6 litri, permette pranzi e cene fino a 6 commensali. Secondo noi è ideale sia in cucina ma anche fuori, per esempio in vacanza o in campeggio. Il prezzo di listino è di 569,99 euro (ma online si trova anche scontato).

Cookeo, Pro e Contro

Pro

  • Cottura a vapore
  • Facile da pulire
  • Design

 

Contro

  • Bilancia non integrata
  • Alcuni passaggi nell’esecuzione delle ricette si danno per scontati
Caponata alla trapanese con Cookeo
Caponata alla trapanese con Cookeo

I-Companion, robot tuttofare

I-Companion Touch XL è il robot da cucina a 360 gradi. Trita, mescola, impasta, monta, rosola e cuoce. Ha 13 regolazioni di velocità e 14 programmi automatici.

Ha 7 accessori dedicati: Tritatutto, Lama per Impastare/Macinare, Frusta, Mixer, Accessorio XL per la Base e Cestello Vapore e Bilancia Connessa. Quest’ultima rappresenta una novità assoluta per il robot di Moulinex e consente di essere ancora più precisi durante le diverse fasi di preparazione degli ingredienti, trasmettendo le misurazioni tramite Bluetooth e offrendo anche nuove idee sulla base del peso degli alimenti a disposizione. Per i più esigenti sono inoltre disponibili ulteriori accessori compatibili: tagliaverdure, vaporiera, mini recipiente e vasetti per pappe e kit pasticceria. Si connette al WiFi di casa e anche qui abbiamo un display touch dove possiamo consultare le ricette e metterle in pratica. Si possono cucinare moltissimi tipi di piatti, dall’antipasto al dolce. Noi abbiamo provato una ricetta semplice che piace molto ai bambini: il purè. In pochi semplici passi, tutti spiegati passo dopo passo sul display, il piatto è ben riuscito. I-Companion Touch XL costa 1.199,99  euro.

I-Companion, Pro e Contro

Pro

  • Design
  • Facile da usare
  • Ottimi piatti

 

Contro

  • Bilancia non integrata
  • Alcuni passaggi nell’esecuzione delle ricette si danno per scontati
Purè con I-Companion Touch Wifi XL
Purè con I-Companion Touch Wifi XL

Parola di Chef Bruno Barbieri

Abbiamo chiesto allo chef stellato Bruno Barbieri se è vero che con Cookeo e I-Companion c’è uno chef dentro e se si può aspirare magari a diventarlo. Lui ha risposto così: “La tecnologia è importante però dentro a questi macchinari c’è veramente uno chef e per diventarlo servono delle idee, perchè attenzione le macchine fanno la loro parte ma dentro ci devi mettere delle idee e degli ingredienti soprattutto buoni”.

Chef Bruno Barbieri (7 stelle Michelin)
Chef Bruno Barbieri (7 stelle Michelin)



fonte : skytg24