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Taxi aerei e intelligenza artificiale, come cambierà il nostro modo di viaggiare

Taxi aerei e intelligenza artificiale, come cambierà il nostro modo di viaggiare


Ve lo ricordate il Metaverso, quel mondo virtuale e parallelo che prometteva di rivoluzionare il nostro modo di vivere e di fare esperienze? Oggi possiamo dirlo: non è andata esattamente così. Nel futuro tutto può cambiare, ma per il momento la scena gli è stata completamente rubata da un’altra novità in campo tecnologico: l’intelligenza artificiale. Niente esplorazioni virtuali, dunque, né viaggi in universi paralleli stando seduti sul divano di casa: alla fine, la voglia di viaggiare (realmente) e di spostarci (fisicamente) non ci è affatto passata.

Il ruolo della Generative AI

Nell’ultimo anno, la Generative AI è salita in cima alle agende di aeroporti e compagnie aeree, con il 97% dei vettori che pianificano progetti per svilupparla. A rivelarlo è la seconda edizione del report di Sita, società di primo piano nel settore delle soluzioni IT per l’industria del trasporto aereo. “È un momento entusiasmante per i viaggi, con le nuove tecnologie che trasformano il nostro settore a ritmi mai visti prima – dichiara Sergio Colella, Presidente Europa di SITA L’intelligenza artificiale gioca un ruolo di primo piano, ma è incoraggiante vedere che stanno prendendo piede anche altre innovazioni, come la mobilità aerea urbana, il viaggio digitale e il viaggio intermodale. L’evoluzione chiara – prosegue Colella – è verso l’intermodalità dei mezzi di trasporto, con un viaggio sempre più connesso, dalla porta di casa all’entrata dell’hotel a destinazione”.

In viaggio senza carta d’identità

Secondo il rapporto Sita sull’evoluzione dei viaggi, entro la fine del 2026 l’82% delle compagnie aeree utilizzerà tecnologie biometriche per il riconoscimento dell’identità digitale. “In SITA immaginiamo un futuro in cui le identità digitali ci consentano di viaggiare da qualsiasi luogo a qualsiasi altro luogo, senza dover esibire i nostri documenti di viaggio fisici”, spiega Sergio Colella. Per quanto riguarda gli aeroporti, il 16% utilizza già l’intelligenza artificiale per migliorare i processi decisionali, mentre il 51% ha intenzione di implementare tali soluzioni entro il 2026. “Negli aeroporti lo sviluppo delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale vedranno il diffondersi di robot, di veicoli e attrezzatura di mobilità autonomi e connessi a supporto dei passeggeri e del personale”.

L’arrivo dei taxi aerei

C’è un’altra importante novità a cui guardano con attenzione compagnie aeree e aeroporti: i primi taxi aerei elettrici, il cui arrivo è previsto per la fine di quest’anno. Oltre un terzo delle compagnie e degli aeroporti sta avviando attività di ricerca in questo settore. Secondo Sergio Colella, i taxi aerei vedranno uno sviluppo e una diffusione molto rapida: “Pensiamo che entro il 2032 questo mezzo di trasporto potrebbe essere presente nei principali aeroporti internazionali”. 



fonte : skytg24

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Da Punto-Informatico.it :

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Fonte Punto Informatico Source link

Viaggio in Malesia: è qui il futuro delle startup asiatiche?

Viaggio in Malesia: è qui il futuro delle startup asiatiche?


Eric Lee, Managing Director del Digital District, è convinto che “Kuala Lumpur è uno degli hub tech più sottovalutati di tutta l’Asia”. Ed effettivamente i costi, oltre la metà più bassi che a Singapore, e la facilità di integrazione con una comunità che è molto accogliente, sono di aiuto. 

L’esempio di Mindvalley

Mindvalley, ed-tech che fornisce corsi di formazione, ha in questa città il suo quartier generale, ispirato alla Sagrada Familia di Gaudì, e in parte ai super eroi della Marvel, con tanto di sale meditazioni e spazi multilivello. Lo spazio è un esercizio architettonico basato su quel fenomeno ottico in cui il colore cambia se osservato da una diversa angolazione. L’ufficio però è abitato da neanche un terzo dei dipendenti perché per attrarre i talenti globali, il suo founder, Vishen Lakhiani, ha scelto di puntare sulla flessibilità: ognuno può lavorare da ogni parte del mondo, ma dispone di una scrivania in ufficio.

Anche lo Slush è arrivato in Malesia

La città ospita eventi tech, di caratura internazionale, quasi ogni settimana; noi abbiamo partecipato allo Slush, il noto evento finlandese che organizza qui uno dei suoi appuntamenti laterali, nella turistica Chinatown, dove abbiamo provato a capire che cosa sta accadendo in Malesia con Damon Grow, investitore americano che si è trasferito qui dalla California. Ci racconta che per lui l’unico ostacolo qui è la mentalità. “Credo che molti startupper siano troppo concentrati sul business a livello locale – ci dice -. Ma quello che sto cercando di fare e per cui c’è anche Slush è pensare in grande, in modo più ambizioso”.

Il polo di attrazione di Cyberjaya 

Creare i prossimi unicorni tecnologici malesi, si intende le società del valore di un miliardo di dollari, è la missione della Malaysia Digital Economy Corporation, braccio operativo del governo nel settore, che sta riorientando l’economia verso l’innovazione piuttosto che dipendere dalle sue ingenti risorse naturali; e ha la sede nel primo edificio costruito a Cyberjaya, cittadina a circa una ora da Kuala Lumpur, una sorta di Silicon Valley, con università e centri ricerca. A Cyberjaya hanno aperto colossi come Tesla e più di recente Nvidia, una delle aziende tech di maggior valore al mondo, che ha inaugurato qui il suo nuovo data center. Alla fine del nostro viaggio possiamo dire che anche se Cyberjaya è ancora lontana dall’essere una Silicon Valley, ha però acquisito la fama di centro dove le grandi aziende tecnologiche globali stabiliscono le proprie infrastrutture cloud nel sud-est asiatico. E anche se gli startupper segnalano divari tra le politiche finanziarie per l’imprenditorialità e il modo in cui tali politiche vengono messe in pratica, gli organizzatori dello Slush a Kuala Lumpur confermano che si è a buon punto per competere con Singapore.



fonte : skytg24

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Da Punto-Informatico.it :

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Fonte Punto Informatico Source link

Sport, salute e benessere: ecco le startup tech italiane più promettenti

Sport, salute e benessere: ecco le startup tech italiane più promettenti


Quali sono le idee italiane più geniali nel campo del fitness? Come fanno le aziende e gli imprenditori a scegliere su quali puntare? Come si accompagna al successo un’idea allo stato embrionale? Scopritelo in un’interessante chiacchierata con Federico Smanio, CEO di Wylab e Program Director di WeSportUp, e i founder di tre interessanti startup che hanno portato nel mondo dello sport e della salute idee innovative

Quali sono alcune tra le startup più promettenti che lavorano nell’ambito sportivo e del benessere? E come lavorano le società che si occupano di finanziare e promuovere queste startup? Per scoprirlo abbiamo ospitato in redazione Federico Smanio, Ceo di Wylab e Program director di WeSportUp e i founder di tre interessanti startup.

Cosa fa Wylab e che cos’è WeSportUp

Ci spiega Smanio, tra le altre cose ex-calciatore professionista, che l’azienda che presiede è il primo incubatore di tecnologie sportive in Italia, un’organizzazione “che offre servizi a 360 gradi per potenziali imprenditori che hanno idee interessanti e vogliono renderle di successo”. La storia di Wylab ha inizio quando Matteo Campodonico, a capo di una startup che allora si chiamava Wyscout, aveva inventato uno strumento per fare scouting di calciatori nel mondo professionistico, strumento che poi è diventato la piattaforma dati e video più importante del settore. Wyscout è stata acquisita da un’azienda americana ma il gruppo di imprenditori che ci lavoravano ha deciso di lanciare un’altra iniziativa che offrisse supporto professionale a tutti quegli imprenditori che volevano ripetere la storia di Wyscout. Da allora l’azienda ha valutato startup e fatto investimenti cercando di costruire un ponte tra innovatori e aziende o organizzazioni sportive che avevano bisogno di quegli innovatori. Wylab è uno degli operatori tecnici di WeSportUp, un acceleratore in grado di selezionare le startup italiane più innovative in ambito di sport e benessere che ha, tra i promotori, CdP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione, Sport e Salute e Startupbootcamp, e che lavora in tre ambiti: le performance degli atleti e delle persone, il coinvolgimento e l’esperienza dei tifosi, il management dello sport.

Caresport
Caresport

Le startup più promettenti: Caresport

In redazione a Milano è arrivata, lo scrivevamo, una selezione di tre interessanti startup che hanno partecipato ai programmi di accelerazione. La prima che incontriamo è Caresport, che si occupa, ci spiegano i due founder, di “portare la sharing economy nel mondo dello sport con un presidio phygital”, quindi metà fisico e metà digitale. Caresport installa degli armadietti intelligenti (i cosiddetti smart locker) all’interno dei circoli sportivi o in generale ovunque si faccia sport, e al cui interno è possibile trovare attrezzi specifici per diverse discipline. Caresport si è specializzata, nel tempo, nel mondo del padel, dove porta la prova della racchetta direttamente al campo. Ma la startup è attiva anche nel mondo dello sci, del surf, dei sup, solo per fare alcuni esempi. Caresport ha partecipato al primo programma di accelerazione di WeSportUp ed è presente in una cinquantina di circoli in tutta Italia.

Trainect
Trainect

Le startup più promettenti: Trainect

Trainect è una startup completamente differente perché si concentra sull’ambito del benessere all’interno delle aziende. Trainect cerca, infatti, di rendere misurabile e un fattore di business il benessere, provando a risolvere il problema del benessere aziendale attraverso una piattaforma che lo rende misurabile, aumentando allo stesso tempo la partecipazione e la soddisfazione dei lavoratori. Alle aziende viene proposto di creare percorsi personalizzati (ad esempio con allenatori, nutrizionisti ma anche con podcast o video) e di misurarli attraverso cinque aree di benessere, che indicano come la popolazione aziendale effettivamente si senta. Attivi dal 2020, lavorano con oltre 20 aziende corporate e più di 10mila dipendenti. Anche Trainect ha partecipato alla prima selezione di WeSportUp.

Athleticae
Athleticae

Le startup più promettenti: Athleticae

L’azienda Athleticae si occupa di sviluppare attrezzatura sportiva attraverso tecniche di ingegneria avanzata e metamateriali, materiali cioè creati in maniera artificiale. Ha creato un prodotto chiamato AMbelievable per l’assorbimento delle vibrazioni della racchetta da tennis realizzato in stampa 3D in grado di migliorare notevolmente le prestazioni dell’atleta. Si tratta di bottoncini colorati altamente personalizzabili che si applicano alla racchetta ma che, rispetto ad altri in commercio, ci spiegano, riescono ad essere più leggeri e performanti in termini di assorbimento di vibrazioni. Athleticae attraverso una rete di distributori lavora in 14 paesi e tre continenti ed è stata selezionata nel secondo gruppo di startup di WeSportUp.

Federico Smanio (al centro) con i rappresentanti delle startup
Federico Smanio (al centro) con i rappresentanti delle startup

Accompagnare al successo l’innovazione nello sport

WeSportUp ha ricevuto, in due anni di attività, 800 candidature e ha in database 1.100 realtà innovative. Fino ad ora sono state selezionate 43 startup e 17 di queste sono state “accelerate” grazie a un programma che dura 14 settimane e che aiuta i futuri imprenditori a migliorare strategie, modelli di business, accesso ai mercati ma anche nelle relazioni con gli investitori, grazie anche a una community di oltre 60 mentor attivi. Il programma si conclude poi con un Demo Day, che permette di presentare i risultati raggiunti da ognuna delle startup.

 

Ma come si fa, chiediamo a Federico Smanio, a capire quali sono le idee vincenti? “Noi cerchiamo innanzitutto l’imprenditore che abbia talento, cosa non facile. Poi cerchiamo di capire se il prodotto o la tecnologia che sta dietro al prodotto possono fare la differenza, possono risolvere un problema nell’ambito sportivo, abbiano un mercato importante. Questi sono gli elementi che ci fanno decidere se fare o meno l’investimento in una startup”. “Il nostro approccio – continua Smanio, spiegandoci come vengono accompagnati gli imprenditori al successo – è sempre stato più industriale che finanziario: noi sediamo a fianco dell’imprenditore e diamo una mano nello sviluppo industriale, nell’accesso al mercato, nell’accesso ai capitali, negli investimenti”. Una formula, dunque, che ha un approccio molto pratico. WeSportUp vede la partecipazione, tra le altre, di aziende come BNL BNP Paribas, Fastweb, Renault, Snaitech e Juventus FC.



fonte : skytg24

l’addio a WordPad è ufficiale

l’addio a WordPad è ufficiale

Da Punto-Informatico.it :

Microsoft ha reso nota già lo scorso anno l’intenzione di voler eliminare WordPad dall’elenco dei software preinstallati su Windows 11. Ora sappiamo con quale tempistica lo farà: l’addio avverrà entro fine anno, con l’arrivo della versione 24H2. Il sistema operativo perderà l’applicazione dopo ben 29 anni.

WordPad non farà più parte di Windows 11

È quanto si legge in un documento del supporto ufficiale, appena aggiornato. La software house scrive: WordPad sarà rimosso da tutte le edizioni di Windows a partire dalla versione 24H2 di Windows 11 e da Windows Server 2025. Dall’autunno, dunque, la piattaforma sarà priva del programma dedicato alla scrittura e all’editing dei file di testo.

L'interfaccia di WordPad su Windows 11

Già le build di anteprima rilasciate agli Insider non includono più l’applicazione. Come riportato dal sito Windows Latest, sono stati eliminati sia i riferimenti all’interno del menu Start sia i file wordpad.exe e wordpadFilter.dll. Risulta invece ancora disponibile su 23H2 e 22H2, il cui supporto sarà garantito rispettivamente fino a novembre 2025 e ottobre 2024.

Nel documento si legge che WordPad non è più aggiornato e verrà rimosso da una futura release di Windows, consigliamo Microsoft Word per i documenti come .doc e .rtf oppure Notepad (Blocco note) per i .txt. Se per quest’ultimo, il Blocco note, di recente sono state introdotte molte nuove funzionalità, Word non è gratuito se non nella sua incarnazione Web che comunque richiede l’autenticazione tramite account e non può essere eseguita in locale.

Come continuare a utilizzare WordPad

Chi vuol continuare a utilizzarlo anche dopo questo termine può ricorrere a un workaround piuttosto semplice: non deve far altro che copiare e salvare i due file appena citati (wordpad.exe e wordpadFilter.dll) che si trovano all’interno della cartella C:\Program Files\Windows NT\Accessories, come mostrato dallo screenshot qui sotto.

I file da copiare per continuare a utilizzare WordPad su Windows 11

La prima versione di WordPad è stata distribuita nell’ormai lontano 1995, come parte di Windows 95. È stata introdotta con l’obiettivo di rimpiazzare Microsoft Write, un altro programma per la scrittura in circolazione fin dal 1985.



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