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mercoledì, Ott 30

Caterina la Grande indaga il cuore ma ignora la mente di una donna che ha fatto la storia


Dal 1° novembre su Sky Atlantic e Now Tv, la miniserie storica con Helen Mirren è un period sontuoso che parla tanto delle ragioni dell’amore e poco di quelle di Stato

Caterina la Grande ha dominato la Russia del XVIII secolo diventando una delle imperatrici più potenti e ammirate dell’epoca; l’hanno impersonata sul grande schermo “divine” del calibro di Marlene Dietrich e Bette Davis e adesso tocca a un’altra eccezionale interprete come Helen Mirren. Caterina la Grande, la nuova produzione Sky / Hbo  che debutta il 1° novembre su Sky Atlantic e Now Tv, si rifà al trend dei period drama declinati in biografie di regine e principesse. La regnante di origini tedesche che detronizzò e costrinse ad abdicare il marito (e ne ordinò, forse, l’omicidio) – il debole e meschino Pietro III – dopo appena sei mesi dalla sua incoronazione è un personaggio intrigante, la figura di una donna consegnata appena sedicenne a un Paese straniero di cui non conosceva la lingua e data in sposa a un uomo aggressivo e inetto. Quella presentata nella miniserie in quattro parti è, tuttavia, già la Caterina della maturità, una donna investita di un enorme potere circondata da uomini – amanti e non – che di quel potere bramano una fetta.

La Storia ci informa che Caterina, negli anni del suo regno, si propose come una dittatrice illuminata. Seguace degli scritti di Voltaire, è stata la prima ad aprire un collegio di istruzione femminile in Europa. Desiderosa di espandere i territori del suo impero, mosse guerra varie volte durante la propria esistenza, sempre supportata dall’amante di turno. Tutto questo, sebbene la miniserie si concentri sugli anni della maturità della regina, si evince facilmente grazie a una narrazione ponderata e didattica. Non serve documentarsi prima sulla Storia per seguire l’evoluzione degli ultimi anni di vita della regnante, perché Caterina la Grande più che un dramma storico incentrato su un impero è la cronaca dell’ultimo amore della protagonista, quello con  il generale Grigorij Potemkin. Erano tutti militari gli uomini che la sostennero nel colpo di Stato, come lo era il conte Orlov, l’uomo che ne fu amante e consigliere politico a lungo e che vediamo in veste di “fidanzato uscente” nei primi episodi della serie.

Potemkin era uomo passionale, eccentrico e follemente innamorato che condivise i propri ultimi anni di vita con Caterina. La storia d’amore tra Caterina e Potemkin è il fulcro della narrazione della serie: sono poco frequenti le produzioni che scelgono di concentrarsi sulle relazioni tra persone di mezz’età, che siano reali o meno. Il fascino della miniserie sta proprio lì, in quella disamina delle relazioni quando si sono già vissuti altri amori, quando si è diventati più diffidenti, più guardinghi e disillusi. Caterina si ritrova a un’età avanzata in balia delle emozioni dell’amore più grande, quello che si vive solo una volta nella vita, e questa messa in scena è affascinante e coinvolgente.

Mentre lei applica le strategie messe a punto in tanti anni di esperienza per avventurarsi cautamente in un nuovo rapporto, il suo amante è spontaneo e scapestrato. La loro unione, nell’arco degli episodi che compongono la storia, mostra le difficoltà di essere una donna dall’infinito potere ammirata, amata ma anche odiata dai partner che ne riconoscevano con disagio la superiorità. La serie suggerisce che l’autorità di qualsiasi donna, non solo Caterina, è un fattore imperdonabile anche per gli uomini più illuminati.

Helen Mirren regge tutta la produzione sulle proprie spalle con mostruosa bravura. Nei panni dell’imperatrice è immensa, ma anche Jason Clarke, che interpreta il focoso amante, è a una delle sue interpretazioni migliori. Tutto quello c’è li circonda – la messa in scena sfarzosa, i costumi sontuosi, le scenografie da togliere il fiato – è solo l’ennesimo contorno senza particolare guizzi artistici. Una confezione di maniera: da una coproduzione del genere ci potevamo aspettare di più. Bastano davvero la Mirren e Clarke e una storia d’amore unica a rendere la serie memorabile?

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