Gli Internati Militari Italiani (IMI) – schiavizzati e privati dei diritti che la convenzione di Ginevra nel 1929 garantiva ai prigionieri di guerra – pagarono un prezzo altissimo per quel “No”: costretti – col consenso di Benito Mussolini – ai lavori forzati per far funzionare l’apparato produttivo nazista, trascorsero quasi due anni nei lager del Reich. Oltre 50.000 morirono, assassinati o uccisi da freddo, fame, fatica e malattie. Chi riuscì a tornare in patria, fu segnato per sempre. Purtroppo la storia degli IMI – per ragioni politiche, storiche e culturali – è stata dimenticata per decenni. Soltanto nel 2025 è stata istituita una Giornata nazionale dedicata alla loro memoria, che d’ora in poi si celebrerà ogni 20 settembre.
La storia di questa Resistenza silenziosa, combattuta senza armi eppure straordinariamente coraggiosa, rivive grazie al documentario C’è chi disse no nei racconti dei figli di alcuni celebri internati militari: come Giovannino Guareschi, Mario Rigoni Stern, Gianrico Tedeschi, Luciano Salce. E nel ricordo di figli noti di IMI, come Vasco Rossi e Luca Bottura, e in quelli di Giuseppe Pagnoni, ex soldato milanese, oggi 101enne.
Il documentario è una produzione 3D Produzioni, in collaborazione con Associazione Chiamale storie, con il contributo del Comune di Milano e il patrocinio della sezione milanese di A.N.E.I (Associazione nazionale ex internati nei lager nazisti). Regia di Marialuisa Miraglia, Voce narrante Gioele Dix. Prodotto da Didi Gnocchi per 3D PRODUZIONI, Soggetto: Marco Brando,Sceneggiatura: Marialuisa Miraglia Montaggio: Stefania Calatroni Direttore della fotografia: Lorenzo Giromini Produttore esecutivo: Gloria Bogi



