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venerdì, Mar 26

C’è poco da scusarsi sui disegni ingiuriosi per la studentessa che ha abortito: bisogna crescere



Da Wired.it :

Una 18enne trova a scuola biglietti osceni che alludono all’interruzione di gravidanza praticata poche settimane prima. Poi salta fuori una lettera di scuse. Perché non possiamo permetterci questi vagiti di abuso

Anche se quell’odio non lo capisco, non sono arrabbiata con chi ha appeso quei disegni. Semmai con lui vorrei potermici confrontare. Se una conclusione può trarsi, è che la gente deve imparare a riflettere prima di emettere giudizi”. Così risponde al Corriere della Sera la 18enne di Piacenza che nei giorni scorsi, a scuola, ha trovato una serie di osceni bigliettini appesi fra la porta della sua aula e il corridoio. Disegni di feti e frasi fra il grottesco, l’ingiurioso e l’accusatorio. Un mese fa aveva effettuato un’interruzione volontaria di gravidanza e si era confidata con qualcuno.

Tutto questo è accaduto lo scorso mercoledì, dopo la prima ora di lezione a lei consentita nonostante l’Emilia-Romagna si trovi in zona rossa e con gli istituti chiusi perché seguita da un’insegnante di sostegno. Cinque o sei foglietti sulle porte d’ingresso delle aule con una serie di frasi che non vale la pena ripetere. E che fortunatamente hanno innescato subito un’ondata di solidarietà e rispetto, col preside che ha annunciato dei “controlli interni”, con la vicinanza degli insegnanti e degli amici, con l’intervento delle istituzioni come Jonathan Papamarenghi, assessore alla Scuola della città emiliana.

A seguire, nei giorni successivi, è apparsa nell’istituto – dove evidentemente nonostante le chiusure si gira e si affigge qualsiasi cosa, indisturbati – una presunta lettera di scuse. Sulla quale, ovviamente, nulla si può dire. Se non che il contenuto colpisce per la sua pochezza: “Quelle immagini e i relativi messaggi erano ironici – si legge sul foglietto – e non erano riferiti a nessuna persona in particolare, per quanto fuori luogo lo scopo non era certo quello di offendere o criticare qualcuno”. No, certo: l’aborto è una pratica quotidiana su cui fare liberamente ironia e chissà a chi potesse essere riferita, quella raggelante via crucis della stupidità. “Mi dispiace tantissimo per la situazione che si è creata, soprattutto per le persone che si sono sentite ferite. Chiedo scusa a tutti”.

C’è un contrasto insanabile fra l’incredibile maturità della giovane e chi ha messo in piedi questa piccola-grande operazione di violenza. “Una persona ingenua e che probabilmente ha capito quello che ha fatto” la definisce la 18enne. Ma questo è esattamente il punto: di quale cultura e sensibilità dispongono i ragazzi su questi temi? Possono permettersi, al passaggio della maggiore età, di non capire ciò che scrivono su questi aspetti delicati della vita personale che fanno il gioco dei peggiori avvelenatori di menti? D’altronde, viene da pensare, in un paese in cui il diritto all’aborto non è uniformemente garantito su tutto il territorio anzitutto per l’assurdità dell’obiezione di coscienza garantita al personale sanitario, non solo ai ginecologi, non c’è purtroppo da stupirsi.

Nell’ultimo rapporto sulla legge 194 del ministero della Salute consegnato in Parlamento e firmato lo scorso anno dal ministro della Salute Roberto Speranza si segnalava infatti un ulteriore lieve aumento degli obiettori: il 69% dei ginecologi, il 46,3% degli anestesisti e il 42,2% del personale non medico, valori in leggero aumento rispetto a quelli riportati per il 2017 con forti differenze regionali.

Tornando al caso piacentino: per una persona che la affronta in questo modo, lasciando scorrere, quante altre si sentirebbero o sarebbero potute sentire toccate, condizionate, ferite e violentate da quegli stupidi vagiti di abuso, rimettendo in discussione e confondendo una scelta che dev’essere il più possibile lineare e consapevole? C’è solo da sperare che queste (presunte, di nuovo, perché nulla sappiamo sul punto) miserie adolescenziali possano evolvere, maturare, muoversi da un approccio mortificante anzitutto per chi lo sfoggia. E poi per il paese in cui vive. Altro che ironia, altro che scuse anonime.

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[Fonte Wired.it]