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mercoledì, Set 09

C’è un macchinario che trasforma il pomodoro in passata direttamente nel campo



Da Wired.it :

Si chiama Instafactory il nuovo impianto industriale trasportabile ideato da Mutti, che punta a lavorare il pomodoro direttamente sul luogo della raccolta. Per accorciare i tempi e migliorare la qualità del prodotto finale

Foto: Mutti – Ansa, Max Cavallari

“Non è più il pomodoro che deve raggiungere l’azienda, è l’azienda che raggiunge direttamente il pomodoro”. È partendo da questo radicale cambio di prospettiva che Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima industria emiliana di conserve alimentari, introduce l’ultimissima novità che l’azienda ha deciso di mettere in campo – nel senso più letterale del termine – in questa complessa estate 2020: Instafactory, ovvero un impianto industriale mobile pensato per portare la trasformazione del pomodoro direttamente sul luogo della raccolta.

Il sistema in questione, composto da due moduli trasportabili con una base di 9 x 2,5 metri, è parte integrante del progetto Mutti sul campo. L’obiettivo dichiarato è quello di accorciare in modo netto la filiera, azzerando i costi e soprattutto i tempi necessari per il trasporto della materia prima in fabbrica. Questo, come sottolinea lo stesso Francesco Mutti, permetterà di raccogliere il pomodoro nel momento stesso della perfetta maturazione, e di lavorarlo nell’arco di qualche ora, trasformandolo in un prodotto di qualità superiore, già pronto per la grande distribuzione.

Foto: Mutti – Ansa, Max Cavallari

“Tutto è nato dalla volontà di fare qualcosa di completamente nuovo: il settore agricolo, infatti, è tendenzialmente molto conservativo e il processo è lo stesso che viene tramandato da decenni”, commenta Giorgio Lecchi, direttore industriale di Mutti Spa. “Ne è nata InstaFactory, mini-fabbrica mobile che ci consente di tornare alle origini e di produrre vicini al luogo di raccolta. Azzerare le distanze ci consente di catturare il gusto e il profumo del pomodoro direttamente sul campo. Sarà quindi possibile un domani, per esempio, avere un pomodoro coltivato in territori come Sicilia o Sardegna, e lavorarlo appena raccolto”.

La sperimentazione è partita in particolare in collaborazione con tre agricoltori conferitori, che hanno deciso di ospitare i macchinari miniaturizzati dell’Instafactory direttamente nei propri campi. Continua Lecchi: “In questi moduli il pomodoro viene lavato, selezionato, sminuzzato, sottoposto alla raffinatrice e dunque all’evaporatore”. Da questo primo esperimento nascerà così una passata premium in edizione limitata, che porterà con sé la firma del suo campo di raccolta e di lavorazione.

(foto: Mutti – Max Cavallari/Ansa)

Un’innovazione che va a impattare sul triplice fronte della sicurezza, della tracciabilità e della tipicità del prodotto, come ribadisce il direttore agricolo di Mutti Spa, Ugo Peruch: “Questo progetto permette di fare un passo in avanti, anche in termini di precisione e velocità, per quanto riguarda la tracciabilità inequivocabile di ogni singolo pomodoro, dove la sua storia e provenienza, la cura del campo e le caratteristiche di coltivazione sono protagonisti. Questo ci aiuta a rispondere alla sempre maggiore attenzione che il consumatore finale presta alla provenienza delle materie prime che acquista e porta in tavola”. Nel futuro, dunque, questi impianti mobili, gestibili da una squadra di sei persone e monitorabili anche da remoto, potrebbero andare a sostituire in toto le grandi fabbriche di trasformazione? Ai posteri e, in questo caso, ai maccheroni, l’ardua sentenza.

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[Fonte Wired.it]