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martedì, Set 15

C’è vita su Venere? Abbiamo trovato il gas fosfina, forse prodotto da microrganismi



Da Wired.it :

Un gruppo di astronomi ha scoperto tracce del gas fosfina nell’atmosfera di Venere. Gli scienziati non hanno ancora scoperto la sorgente, ma fra le varie ipotesi c’è anche l’idea che il gas possa essere prodotto da forme di vita microbiche, come avviene sulla Terra. Tuttavia la cautela è d’obbligo

Venere
(foto: Sciepro via Getty Images)

Non solo Marte è al centro della nostra attenzione per la ricerca di tracce di vita presente o passata. Oggi i riflettori sono puntati su Venere: un gruppo di ricerca dell’università di Cardiff ha rintracciato la presenza di un gas, chiamato fosfina, nell’atmosfera del pianeta Venere. Questo gas è solitamente prodotto da sorgenti biologiche e si accompagna a processi fotochimici e geochimici: per questo i ricercatori, che hanno appena pubblicato i risultati su Nature Astronomy, ritengono che, fra le varie ipotesi, potrebbe anche essere un primo indizio – ma ancora non è certo – della presenza di vita microbica, come batteri o funghi, nell’atmosfera di Venere.

L’osservazione di Venere

Se in futuro il risultato sarà confermato da ulteriori ricerche, questa scoperta potrebbe essere importante per conoscere meglio Venere, il secondo pianeta del Sistema Solare per distanza dal Sole, simile per dimensioni e massa alla Terra – ma non per molti altri aspetti, inclusa la temperatura sulla superficie, che in media è pari a 464 °C. A causa di queste temperature e di altre condizioni inospitali non è possibile che ci sia vita sulla superficie di Venere. Tuttavia in questo caso i ricercatori hanno individuato la fosfina nell’atmosfera, a 52-63 chilometri dalla superficie, in una zona che al contrario è temperata.

La ricerca, guidata dall’astronoma Jane Greaves dell’università di Cardiff, è stata condotta con il telescopio James Clerk Maxwell, situato all’Osservatorio di Mauna Kea alle Hawaii, il più grande telescopio che opera alle lunghezze d’onda submillimetriche. Oltre al James Clerk Maxwell è stato utilizzato l’Atacama Large Millimeter Array – Alma Radio Telescope, nelle Ande cilene, una rete di 66 radiotelescopi con diametro di 12 e 7 metri, che osservano alle lunghezze d’onda millimetriche e sub-millimetriche. Il gruppo ha svolto osservazioni dettagliate dal 2017 al 2019. Dalle analisi dello spettro elettromagnetico (della luce) proveniente da Venere, hanno rilevato la firma della fosfina, stimando un’abbondanza di 20 parti per milione nelle nuvole del pianeta.

Dalla fosfina alla vita su Venere?

Ma come si arriva dal gas fosfina alla presenza di eventuali tracce di vita? La fosfina (PH3 in formula) è un gas incolore e infiammabile, tossico e utilizzato in ambito agricolo e industriale come antiparassitario. Sulla Terra la presenza di fosfina in atmosfera (alcune parti per milioni di milioni) la presenza di fosfina è legata ad attività antropiche oppure alla presenza di vita microbica. Prove recenti sostengono che la presenza di questo gas nell’atmosfera di pianeti rocciosi sia un promettente indizio della presenza di vita. Ma bisogna andarci cauti.

La cautela è d’obbligo

Gli autori hanno studiato diverse modalità con cui il gas può essere stato prodotto, ad esempio da sorgenti sulla superficie del pianeta come micrometeoriti, da fulmini o da processi chimici nelle nubi in atmosfera. Dall’analisi non sono riusciti a capire quale fonte può averlo generato. Nel testo si legge che “la fosfina potrebbe avere origine da processi fotochimici o geochimici sconosciuti oppure, per analogia con la produzione biologica di PH3 sulla Terra, dalla presenza di vita”. Tuttavia questa è ancora soltanto un’ipotesi, come specificano nella discussione, e potrebbero esserci molte altre spiegazioni che non chiamano in causa esseri viventi.

Ci teniamo a sottolineare che anche se le tracce di fosfina saranno confermate, il loro rilievo non rappresenta una prova solida della presenza di vita, ma soltanto di processi chimici non spiegati. E aggiungono: “Per comprendere meglio quali processi fotochimici e/o geologici siano alla base della produzione di PH3 o per determinare se c’è vita nelle nuvole di venere, studi significativi basati sulla modellizzazione e sulle sperimentazioni saranno importanti”. Insomma, meglio rimanere con i piedi per terra, ma sempre con un occhio a possibili sviluppi inediti e sorprendenti che potrebbero cambiare la nostra conoscenza di Venere e del Sistema Solare.

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[Fonte Wired.it]