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giovedì, Dic 05

Cena con delitto rimette il divertimento al centro del giallo


Consapevole di tutte le regole del genere questo film finge di rispettarle per prendere continuamente alla sprovvista lo spettatore

Vivace, brioso, divertente e leggero ma mai superficiale. Cena con delitto (dal 5 dicembre nelle sale italiane) è un film che sembra prelevato dal mondo delle commedie sciocche degli anni ‘60 americani e passato attraverso una catena di montaggio tarantiniana, fatta di rielaborazione di vecchi classici in chiave moderna. A dirigere e scrivere (tutto originale, una rarità) è Rian Johnson, già regista di Star Wars – Gli ultimi jedi ma soprattutto di Looper.

È una storia di omicidio con colpevole da scoprire che ti svela quasi subito chi sia questo colpevole. Dopo un inizio estremamente canonico in cui illustra con abilità i molti personaggi (ognuno una star, da Toni Colette a Don Johnson, da Chris Evans a Jamie Lee Curtis fino a Daniel Craig e Michael Shannon, per non dire di Christopher Plummer illustre ucciso) subito sterza mostrando come sono andati effettivamente i fatti, cioè come sia morta la vittima e chi sia l’assassino. Tolto quest’ingombro rimane da godersi le interazioni tra i molti, cattivi e spietati, personaggi e la battaglia di un detective arguto e una infermiera personale (Ana de Armas, vera protagonista) ingenua vittima designata.

Il fine non è certo quello di un giallo canonico, non è la suspense né il piacere della cronaca nera (quella del pericolo, l’assassino dietro la porta e l’incolumità minacciata), semmai il piacere è quella di un grande appassionato di gialli che ne riveda i canoni divertendosi a sconvolgerli con eventi imprevedibili. Come se qualcuno malevolmente mettesse i bastoni fra le ruote ad Agatha Christie cambiandole di continuo le carte in tavole e costringendola sempre a nuove soluzioni. Così avviene e le molte pieghe diverse che il film sa prendere sono sempre divertenti e acute.

In questo cast nutrito spicca poi Jamie Lee Curtis, figlia curatrice di musei del grande romanziere defunto, donna indipendente che si è fatta da sé con i milioni del padre, non meno succube degli altri figli dell’importante eredità che il testamento affiderà. C’è il figlio che cura la casa editrice senza successo, quello che non vuole fare niente e tutta la pletora di nipoti che attingono ai beni del nonno. Sono volti noti perché, di nuovo, l’obiettivo è proprio il divertimento del mascheramento, il piacere della recitazione della star, il ritrovare un volto come Don Johnson in un ruolo che gli calzi a pennello.

Non è tuttavia una parodia questo film, ma qualcosa di molto più moderno. Se la parodia si diverte ad introdurre il caos nelle regole, cioè a prendere un genere molto conosciuto e a sconvolgerlo con personaggi scemi, eventi impossibili e continui sovvertimenti (il detective è incompetente invece che acuto, la bella non lo è per niente ecc. ecc.), la sua versione più moderna è fedele alle regole, presenta personaggi giusti in situazioni giuste ma trova l’ironia nelle pieghe. Come se fosse cosciente che il pubblico ormai sa di assistere ad uno spettacolo dotato di certi dettami, ride con lui delle piccole variazioni.

Così è Cena Con Delitto, un divertimento per appassionati di gialli, diretto da un regista che i generi li conosce bene e li manipola sempre con cura. Looper era stato un perfetto esempio della sua capacità di partire da una certa storia (quella di La Jetée e di L’esercito delle 12 scimmie) per poi esplorare il genere e andare in altre direzioni. Quando in Cena Con Delitto si arriva al gran finale, è ancora possibile vedere il classico svelamento conclusivo, le somme tirate dal detective e la spiegazione dei misteri rimasti insoluti, in mezzo però è accaduto di tutto abbiamo visto tutto quel che un giallo non ci mostra e ne abbiamo riso.

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