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venerdì, Apr 28

ChatGPT è tornato disponibile in Italia | Wired Italia



Da Wired.it :

Come si può leggere nella privacy policy, ChatGPT specifica che è possibile “che i contenuti che ci fornisci siano utilizzati per migliorare i nostri servizi, per esempio per allenare i modelli linguistici che alimentano ChatGPT”. In un post del blog aggiornato con le ultime funzioni in materia di privacy, il responsabile degli specialisti di Ai della società, Yaniv Markovski, spiega che l’azienda sta compiendo vari passi “per ridurre la quantità di dati personali nei nostri set di dati per l’allenamento degli algoritmi prima che siano utilizzati per migliorare i nostri modelli”.

Il commento del Garante

In una nota, il Garante della privacy riepiloga i passi avanti fatti con ChatGPT, che rispondono alle sue richieste. Quindi, numero uno: un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento. L’azienda ha anche “ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio”. L’informativa è ora anche un bella vista nel messaggio di benvenuto.

Ora le persone che vivono in Unione europea, anche se non sono utenti di ChatGPT, possono opporsi all’uso dei dati, anche attraverso un modulo di richiesta online. L’azienda “ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori”, scrive il Garante, e “ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse”. Inoltre OpenAi ha reso disponibile un modulo per esercitare il diritto di opposizione all’uso dei dati per allenare gli algoritmi, la schermata di dichiarazione dell’età e la richiesta della data di nascita per chi si registra, “prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e, nell’ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio”.

L’Autorità riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati – scrivono da piazzale Venezia, dove ora si attendono gli sviluppi sul fronte verifica dell’età e campagna di comunicazione -. L’Autorità proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAi e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea“.

ChatGPT

Dalla modalità “incognito” all’esportazione dei propri dati, le mosse di OpenAi vanno nella direzione indicata dal Garante della privacy. Ma non bastano a soddisfarle del tutto

Il blocco di ChatGPT

Il blocco di ChatGPT per gli utenti che si collegano dall’Italia è stato stabilito da OpenAi nella sera del 31 marzo scorso, a poche ore di distanza dal primo provvedimento del Garante della privacy per violazione del Gdpr (il regolamento europeo per il trattamento dei dati personali). Contestualmente l’azienda ha congelato gli abbonamenti di chi era iscritto al servizio e previsto un rimborso per le persone che avevano sottoscritto un’utenza a marzo. L’azione del Garante non prevedeva in automatico il blocco: se OpenAi fosse riuscita a esercitare il proprio chatbot senza il ricorso a dati personali, avrebbe potuto farlo. Uno scenario teorico, ça va sans dire. Con lo stop al servizio, inoltre, l’azienda si è cautelata da potenziali altre violazioni che si sarebbero potute verificare fintantoché non assolveva alle richieste del garante.



[Fonte Wired.it]