Seleziona una pagina
giovedì, Nov 11

Che cos’è il World Usability Day e l’importanza dell’usabilità per un web più inclusivo


Dopo l’edizione 2020 totalmente online, quest’anno oltre a proporre una formula ibrida e integrata, la Giornata mondiale dell’usabilità sarà un evento diffuso e dislocato tra Roma, Milano, Bari, Parma: 5 hub connessi tra loro per ripensare il futuro in modo inclusivo. Nell’anno in cui più che mai è emerso quanto un semplice algoritmo può condizionare il pensiero di massa andando a incidere sull’immaginario collettivo, la comunità che sta dietro a tutto ciò che per noi è internet, social network e app si pone una domanda: un altro web è possibile?

Che cosa significa “usabilità”

“Otto anni fa, quando abbiamo avviato la nostra agenzia, una necessità era quella di spiegare a chi ci commissionava dei lavori era come tenere in considerazione i bisogni delle persone che dovevano svolgere questi compiti in questi contesti” spiega Carlo Frinolli fondatore e amministratore delegato di “Nois3”. L’usabilità è la capacità di accesso per tutti a un mezzo digitale. Tutti: a prescindere dal genere, eppure – per quanto possa suonare strano – anche il mondo virtuale deve risolvere un problema di gender equality. Perché, sì, il web è un ambiente in cui c’è un forte divario di genere.

“Il web è un metaverso come abbiamo scoperto in questi giorni da Facebook che ha cambiato nome, ed è una rappresentazione del mondo reale”, spiega ancora Frinolli, “esiste un gender gap enorme in Italia soprattutto tra donne e uomini, ma in realtà in termini di diversity ed inclusion dappertutto. Dobbiamo tenere in considerazione tutti a prescindere dall’identità di genere perché è giusto, perché esistono e perché -per essere un filo più cinici – fanno anche parte di un mercato”.

Il rischio di “mercificazione dei dati”

Oggi fiducia, etica e integrità sono le parole chiave per chi lavora nell’ambiente. Obiettivi rivolti agli utilizzatori delle piattaforme che sempre di più condividono informazioni personali, talvolta senza nemmeno sapere quanto della loro privacy stanno rendendo pubblico. Ogni informazione diventa un tassello per costruire attorno all’utilizzatore-cliente-acquirente un mondo che risponda alle sue esigenze. Un’arma a doppio taglio, perché alla comodità fa da contraltare il rischio di rimanere ingabbiati in un perimetro di interessi (o anche anche idee) molto limitato e dal quale diventa impossibile uscire. E proprio evitare la mercificazione dei dati condivisi è la sfida più grande dei designer oggi.



fonte : skytg24