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venerdì, Lug 31

Che paese è quello che deve mettere sotto scorta un 28enne che fa cinema?



Da Wired.it :

Due agenti seguono il presidente dell’associazione Piccolo America, che da anni anima le piazze romane sfidando burocrazia, neofascisti e boicottaggi: la meglio gioventù che non riusciamo a difendere da soli

Valerio Carocci (Foto: Ernesto Ruscio/Getty)

Sotto scorta, con due agenti di polizia che dall’oggi al domani hanno iniziato a seguirlo in ogni suo spostamento. La vicenda di Valerio Carocci è emblematica di un paese che funziona al contrario: il presidente dell’associazione Piccolo America di Roma, che qualche anno fa dal salvataggio dell’omonima sala cinematografica di Trastevere ha inventato dal nulla la rassegna gratuita estiva Il cinema in piazza, le ha vissute tutte. Prima il grottesco ostracismo dell’amministrazione capitolina (che oggi, fortunatamente, non solo a parole sostiene le iniziative), poi le lungaggini burocratiche, lo scorso anno le botte dei soliti avanzi di galera neofascisti ad alcuni dei “ragazzi del Cinema America” e infine le minacce. La scorsa settimana di nuovo un’aggressione ai danni del volto più noto del gruppo  “da una persona vicina ad ambienti di estrema sinistra, poi denunciata dalla Digos” come scrive Repubblica.

Insomma, non è mancato nulla del sottosviluppo politico cittadino a quel gruppo di cui ha parlato tutto il mondo, dal New York Times al Guardian, e che ha portato in Italia – anzi, in piazza – grandi nomi del cinema internazionale. Fra l’altro, l’ultima richiesta di aiuto era arrivata poco prima dell’avvio della nuova stagione, quando all’inizio di giugno l’associazione aveva denunciato l’ennesima operazione di ostracismo ai suoi danni: “La lobby dei distributori e delle catene di multiplex sta bloccando le concessioni dei film perché da tre anni vuole costringerci a rendere l’evento a pagamento” avevano scritto. Mettendo nel mirino nomi precisi: Francesco Rutelli, presidente di Anica, e le associazioni di categoria del settore. Poi, come sempre fra mille fatiche, “Il cinema in piazza” va in scena anche quest’anno, fino al 30 agosto, a San Cosimato, a Ostia e al Casale della Cervelletta a Tor Cervara.

Per farla breve, un’esperienza che altrove si sarebbe consolidata, sarebbe cresciuta, avrebbe creato un sistema virtuoso, arricchito la vita culturale nel corso dell’anno e, perché no, creato posti di lavoro, finisce ogni estate sul crinale della miseria italiana. Sempre al limite: oggi per la consigliera che non vuole chiasso sotto casa, domani per le pellicole negate, ogni volta per le minacce di chi infesta la città.

Ma la scorta supera ogni limite: che paese è quel paese che è costretto a mettere sotto protezione un 28enne che organizza rassegne estive gratuite e si impegna per la cultura? Una persona che, con tutto il gruppo che gli sta intorno, non ha mai mollato ma oggi si sente addosso tutto il peso di questa assurda situazione: “Qualcosa non sembra funzionare in questo nostro paese. Non è giusto che io non debba sentirmi libero di camminare per la città dove sono nato e cresciuto o di prendere un caffè” spiega Carocci a Repubblica. Rivelando il disagio, quello di un ventenne che vorrebbe “girare libero, libero di incontrare i suoi amici, libero di innamorarsi e di dichiararsi, senza avere una scorta. Mi viene il gelo solo a pensarci, mi chiedo pure se ne è valsa la pena. È un momento difficile. Chi sono poi io per avere una scorta? Mi sento in colpa”.

Mi chiedo pure se ne è valsa la pena”, si domanda Carocci. La chiave della nostra sconfitta sta tutta scritta in quella frase. Dal 2012 i ragazzi del cinema America provano a fare qualcosa di buono per una città culturalmente abbandonata e messa in ginocchio da un’amministrazione impresentabile anche sotto quel punto di vista. Basti pensare all’impegno per recuperare la sala Troisi che pure dovrebbe riaprire nei prossimi mesi. Un lavoro preziosissimo, in tempi di brutalità culturale, di poche risorse, ancora di più di una fase di emergenza come questa che promette di lasciarci con una distanza ancora più ampia fra chi può vivere in un certo modo e chi non può permetterselo, e di impoverimento complessivo. E invece da anni non riusciamo a costruire intorno a loro una zona di sicurezza: aggressioni, minacce, continue difficoltà amministrative, ostacoli di ogni genere e ad ogni livello. Altro che i giovani che sputano sui citofoni delle allucinazioni di Ernesto Galli della Loggia: questa è la meglio gioventù che ci gira intorno. E l’abbiamo lasciata talmente sola al punto che non ci rimane che metterla sotto scorta.

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[Fonte Wired.it]