Alle elezioni legislative del 2023, vinte dall’estrema destra del Partito per la Libertà di Geert Wilders, i Democratici 66 hanno riportato un 6 per cento dei consensi considerato molto deludente. Ma è con le elezioni del 29 ottobre 2025, convocate dopo la caduta del governo Schoof provocata dal Partito per la Libertà, che per i Democratici 66 è arrivato l’exploit. Sorprendente, ma fino a un certo punto.
Le idee politiche di Rob Jetten
I Democratici 66 di Rob Jetten hanno ottenuto il 16,7 per cento dei consensi, al pari del Partito per la Libertà di Geert Wilders. Un risultato che non era previsto dai sondaggi e che è stato possibile per una serie di fattori contingenti: la personalità e la ficcante campagna elettorale di Jetten, ma anche il suo posizionamento su alcuni temi chiave come l’immigrazione e l’ambiente che ha permesso di attirare voti tanto da destra quando da sinistra.
Negli ultimi mesi la faccia sorridente di Jetten si è vista un po’ ovunque. Sulle copertine di giornali e riviste, dove si è anche svestito dei panni del politico per indossare quelli dell’atleta; in televisione, dove ha perfino partecipato come concorrente a un celebre programma di quiz; sui social network, dove è tornato anche a circolare un suo video di cinque anni fa in cui leggeva gli insulti omofobi ricevuti – Jetten è omosessuale e nei prossimi mesi si sposerà con il compagno, un giocatore argentino di hockey sul ghiaccio. Il messaggio scelto da Rob Jetten in questa campagna elettorale è stato una sorta di “Yes we can” che tanto aveva funzionato ai tempi di Barack Obama negli Stati Uniti, in contrapposizione alla dialettica aggressiva e reazionaria dell’estrema destra di Geert Wilders. Secondo gli analisti questa costante spinta all’ottimismo e alla positività è stato uno dei fattori che ha contribuito al suo successo. Ma anche le scelte programmatiche hanno pagato.
Sul tema molto sentito dell’immigrazione, Jetten si è posizionato a destra, pur senza abbandonare posizioni progressiste. Da una parte ha ribadito in più occasioni l’importanza dell’immigrazione per l’economia dei Paesi Bassi, dall’altra ha ventagliato deportazioni per le persone non integrate e oggetto di condanne, oltre che l’implementazione di un programma di richiesta di asilo prima di arrivare nel paese così da fare una sorta di selezione a distanza. Un altro tema molto forte in campagna elettorale è stato quello della crisi abitativa, in un paese dove la carenza di abitazioni è stimata in 400mila unità. Jetten ha proposto di costruire nuovi quartieri e dieci nuove città, bonificando per esempio i terreni nella zona di Almere. L’altro grande tema su cui si è concentrato il leader dei Democratici 66 è stato quello dell’ambiente, facendosi promotore di politiche di forte sostegno alle energie rinnovabili. A livello di politica estera Jetten ha sempre avuto posizioni molto chiare a favore dell’Ucraina e di una difesa comune europea più forte, oltre che di una stretta collaborazione con le istituzioni dell’Unione europea in materia economica, in contrapposizione alle idee reazionarie del Partito per la Libertà. Ha poi chiesto il riconoscimento dello Stato palestinese e l’interruzione degli accordi commerciali dell’Ue con Israele.
Verso la carica di premier dei Paesi Bassi
“Rob Jetten è il sogno di ogni federalista dell’Unione europea”, ha titolato il magazine Politico, mentre il giornalista Alexander Bakker del giornale dei Paesi Bassi De Telegraaf ha sottolineato che “sia elettori di sinistra sia elettori di destra sono stati attratti dalla sua campagna elettorale”.
Ora, dal momento che nessun partito ha intenzione di allearsi con gli estremisti di destra del Partito per la Libertà, toccherà ai Democratici 66 formare un governo di coalizione che potrebbe includere il Partito popolare per la libertà e democrazia (VVD), di centrodestra, e la Sinistra verde e Laburisti (GL-PvdA), di centrosinistra. Il premier designato sarebbe proprio Rob Jetten, il più giovane con i suoi 38 anni a ricoprire questa carica nella storia del paese.



