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martedì, Ago 18

Chi è stato Cesare Romiti, storico manager di Fiat e Rcs



Da Wired.it :

È scomparso a quasi 100 anni, dopo una lunga malattia. Il nome di Romiti è legato a eventi cruciali della storia dell’imprenditoria in come la Marcia dei quarantamila o gli affari della Fiat con Gheddafi

(foto: Silvia Lore/NurPhoto/Getty Images)

In quasi un secolo di vita, è stato uno dei manager più importanti della storia italiana del Novecento: è morto all’età di 97 anni, dopo una lunga malattia, Cesare Romiti, ex amministratore delegato della Fiat e presidente di Rcs. Il suo nome è strettamente legato ai principali successi imprenditoriali dell’azienda automobilistica di Torino, ma anche ai duri scontri con sindacati e operai negli anni ’80. È stato coinvolto anche nelle vicende di Mani pulite per cui, nel 2000, è stato condannato dalla Corte di Cassazione per finanziamento illecito ai partiti, frode fiscale e falso in bilancio, con una revoca stabilita 3 anni dopo dalla Corte d’Appello di Torino. Tra gli incarichi assunti da Romiti nel suo lungo percorso lavorativo, ci sono stati la presidenza di Impregilo, uno dei principali gruppi italiani nel settore delle costruzioni (2005-2006) e quella dell’Accademia di Belle Arti di Roma (dal 2006 al 2013). Nel 2003 ha creato la Fondazione Italia-Cina ed è stato uno dei presidente onorari e membro del comitato esecutivo dell’Istituto Aspen, fondazione no profit che ospita il gotha dell’economia e politica mondiale.

Dalla Bombrini Parodi Delfino alla Fiat

La carriera di Romita è iniziata nel 1947 quando viene assunto dalla Bombrini Parodi Delfino, azienda di Colleferro (in provincia di Frosinone) specializzata in produzione di materiale militare. Nella società ha ricoperto prima il ruolo di direttore finanziario – lavorando con Mario Schimberni, futuro presidente della Montedison – poi quello di direttore generale. È di questo periodo l’amicizia con Enrico Cuccia, patron di Mediobanca, figura fondamentale della sua vita lavorativa poiché, grazie a lui, Romiti sarebbe riuscito a ricucirsi un ruolo di primo piano all’interno della Fiat, di cui è stato amministratore delegato per 24 anni, dal 1974 al 1988.

A capo dell’azienda torinese, dopo un breve periodo di collaborazione con Umberto Agnelli e Carlo De Benedetti, è diventato uno degli uomini chiave non solo della Fiat ma anche dell’imprenditoria italiana. In questi anni ha condotto tra le altre due importanti operazioni finanziarie: nel 1976 ha permesso al governo libico del dittatore Muammar Gheddafi di entrare nel capitale del gruppo; nel 1980, nell’ottica di una riorganizzazione aziendale, ha annunciato invece il licenziamento di massa di almeno 14mila dipendenti.

Un evento cruciale perché la sede di Mirafiori, bloccata dagli scioperi, è rimasta ferma per quasi un mese, per via anche dell’aspra battaglia intrapresa da Romiti con Cgil e il Partito comunista italiano che, per bocca del suo segretario Enrico Berlinguer, si era schierato con gli operai. Il 14 ottobre di quell’anno, in Torino sono scesi in piazza oltre 40mila impiegati della Fiat (l’evento è passato alla storia col nome Marcia dei quarantamila) che hanno chiesto di tornare a lavorare e di bloccare i picchetti degli operai. La manifestazione riuscì a sbloccare l’impasse tra operai e dirigenza, ma si trasformò in una delle vertenze sindacali più dure del Dopoguerra, favorendo l’azienda torinese.

Gli anni ’80, prima della crisi petrolifera degli ‘anni 90, sono stati anche il momento di maggior successo di Romiti: ha diversificato le attività dell’azienda, acquisendo Alfa Romeo, Toro Assicurazioni e alcune quote di Montedison. Cesare Romiti è rimasto in Fiat fino al 1998, diventando subito dopo presidente, fino al 2004, della società editoriale Rcs Editori (l’attuale Rcs Mediagroup).

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[Fonte Wired.it]