“Mi è semblato di vedele un gatto”, e questa volta è in streaming. Eh sì, perché i Looney Tunes, i popolarissimi cartoni animati con protagonisti animali parlanti che ne combinano di tutti i colori, continuano a ritagliarsi la loro fetta di pubblico anche quasi un secolo dopo il loro debutto e soprattutto in un panorama mediatico, quello dello streaming, che li faceva considerare praticamente anacronistici. Invece Bugs Bunny, Daffy Duck, Titti, Silvestro e Wile E. Coyote e tutti gli altri della band sembrano tener duro e ritagliarsi un successo in sostanza senza tempo. Lo dimostrano i dati che provengono dalla piattaforma streaming gratuita americana Tubi: lo scorso Agosto Warner Bros. – che detiene i diritti di questa serie – ha messo a disposizione più di 800 corti, che sono finiti costantemente nella Top 10 dei contenuti visti più a lungo, e con un pubblico piuttosto trasversale in termini di età e demografica.
Nati negli anni Trenta, i Looney Tunes, assieme alla serie sorella Merry Melodies più focalizzata sulla musica, sono appunto una serie di cortometraggi animati inizialmente pensati per accompagnare l’uscita dei film nelle sale, trasferendosi progressivamente poi anche sul piccolo schermo e diventando un cult di diverse generazioni, anche grazie a un primo reboot negli anni Settanta. Nel corso dei decenni attorno ai corti originali si è creato un media franchise con merchandising di ogni tipo, ma anche svariati adattamenti televisivi e persino nel 1996 il rivoluzionario film Space Jam, a metà tra live-action e animazione. Col tempo però il loro successo e la loro rilevanza sembrava appannata, un po’ per il loro umorismo apparentemente datato (e quasi 200 dei corti ormai non sono più pubblicabili perché contengono battute e rappresentazioni di stampo razzista) e un po’ per la concorrenza di molti altri prodotti d’animazione.
Un futuro dopo Space Jam: News Legends e Coyote vs. Acme?
La stessa Warner Bros. Discovery, l’azienda che si tiene strettissimi i diritti di questa saga (lucrosi soprattutto nelle varie declinazioni commerciali e merceologiche, appunto), negli ultimi anni sembra un po’ aver bistrattato i poveri Looney Tunes. Del resto il sequel Space Jam: News Legends, molto atteso, nel 2021 è stato un mezzo flop. Dopo aver realizzato e concluso un altro film misto tra live-action e animazione, Coyote vs. Acme, nel 2023 Warner aveva deciso di cancellarlo senza dargli la possibilità di vedere la luce, cosa che invece succederà l’anno prossimo grazie a un’acquisizione da parte di un’azienda terza. Infine, lo scorso marzo la stessa società aveva deciso di rimuovere dalla sua piattaforma streaming proprietaria Hbo Max i corti classici per focalizzarsi su titoli appetibili più per un pubblico adulto.
Un mezzo passo falso, dunque, se non fosse che anche le attività di licensing (cioè concedere pezzi del proprio catalogo a piattaforme di proprietà altrui) stanno diventando altrettanto redditizie e la stessa strategia è stata infatti messa in atto anche con altre produzioni come quelle legate a Dc Comics. Il successo che i Looney Tunes stanno avendo su Tubi, in ogni caso, potrebbe aprire nuove potenzialità per Bugs Bunny & co. anche all’interno della stessa Warner Bros. (che però al momento si trova a sua volta in un mare di incertezza per via della possibile fusione con Paramount Skydance). E in Italia? Dopo decenni di repliche estensive sui canali Rai e soprattutto su Rai2 – spesso anche come tappabucchi in caso di programmi saltati o problemi di palinsesto -, ora le varie serie, quelle più classiche ma anche le produzioni più recenti, sono sparpagliate tra canali come Boing e Boomerang e streaming come Netflix e Now. Anche qui, rimanendo un appuntamento fisso delle varie offerte televisive, a cui difficilmente anche il pubblico italiano è disposto a rinunciare.



