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martedì, Nov 12

Chi sono i pirati (quelli veri, che attaccano le navi) nel 2019?


Una nave italiana è stata presa d’assalto da un gruppo di pirati nel golfo del Messico. Secondo il rapporto più recente, gli episodi di pirateria registrati sono in aumento nella maggior parte del mondo

(Foto: Getty Images)

La scorsa notte una nave battente bandiera italiana, la Remas di proprietà della Micoperi, azienda attiva nell’industria petrolifera e del gas con base a Ravenna, è stata attaccata da un gruppo di pirati nel golfo del Messico. A bordo si trovavano nove italiani su un totale di 35 persone. Nonostante l’equipaggio abbia respinto l’assalto, ci sarebbero almeno due feriti. I pirati hanno assediato la nave arrivando su due barchini veloci e, dopo essere saliti a bordo, hanno aperto il fuoco contro l’equipaggio, derubandolo di quanto possibile prima di fuggire.

Quest’episodio di cronaca può rimandare l’immaginario collettivo a un repertorio di libri e film, ma, di fatto, gli attacchi dei pirati sono ancora oggi una realtà: se ne parla poco ed è difficile tracciarne i contorni ma esiste, specie in alcune aree del mondo. Tra quelle oggetto del fenomeno figurano il mar dei Caraibi, il Sud-est asiatico, la Somalia e le coste del corno d’Africa, così come il golfo di Guinea. Lo svilupparsi di questi attacchi in alcune zone piuttosto che in altre evidenzia come questi fenomeni criminali si radicano in luoghi in cui il controllo marittimo e costiero è inferiore ad altri, e quindi è più facile agire indisturbati.

La pirateria contemporanea ha quindi una faccia diversa da quella che Hollywood ci ha restituito nel corso degli anni con la sua filmografia. I pirati di oggi infatti sono reti criminali e sanguinarie senza alcun scrupolo legate a traffici di armi, droga e prostituzione. Secondo quanto emerge da uno degli ultimi rapporti in merito – State of Piracy 2018, pubblicato a luglio 2019 – la pirateria sarebbe tutt’altro che scomparsa, anzi registrerebbe un aumento. L’obiettivo dello studio è proprio quello di quantificare l’entità dei crimini pirateschi, l’impatto sulle zone di riferimento e la tipologia degli attacchi.

Le aree più colpite

Dal rapporto emerge che la Guinea è la zona più colpita dalla pirateria in tutto il mondo: il numero degli incidenti infatti è aumentato del 15 per cento con un totale di 112 attacchi nel 2018. Precisamente la zona del Golfo, sulla costa meridionale, è l’area più infestata dai pirati, come riporta l’Economist, citando il report dell’International Maritime Bureau (Ibm), ci sono stati 72 attacchi in questa parte dell’Africa occidentale nel 2018 e 30 dall’inizio del 2019. Nel 2014 erano solo 28.

Non va meglio in America Latina e nel mar dei Caraibi, dove gli attacchi sarebbero aumentati del 20 per cento rispetto all’anno precedente, facendo registrare 85 episodi. Infatti, qui l’allarme era già scattato nel 2017, come riportava l’Agi, quando la situazione preoccupava proprio per la condizione del Venezuela che aveva portato di fatto a una mancanza di controlli, soprattutto nel tratto di mare che divide il paese da Trinidad e Tobago.

Dove il fenomeno è stato combattuto

Al momento, l’unica zona che registra un calo o quantomeno stabilità rispetto al 2017 è l’Asia, dove “sono state arrestate diverse persone per crimini associati alla piraterie e al furto di navi grazie a un’efficace cooperazione da parte delle forze dell’ordine regionali”, si legge nel rapporto. Qui gli episodi di pirateria sono 98, un numero che supera i Caraibi ma che per la zona, un tempo molto calda per questa tipologia di crimini, rappresenta una diminuzione. Basti pensare infatti che solo nel 2015 si erano registrati 199 attacchi, concentrati soprattutto nello stretto di Malacca, ma anche nelle Filippine.

Nessun episodio di sequestro è stato segnalato nell’Oceano Indiano occidentale nel 2018, inclusa la Somalia e il Mar Rosso, nonostante si rilevi la presenza di gruppi di pirati. Secondo lo studio, il risultato è dovuto alla combinazione degli sforzi su terra da parte di agenzie internazionali e comunità costiere che hanno frenato così l’avanzata di queste reti criminali. Anche la nostra Marina è direttamente coinvolta in questo tipo di operazioni. A differenza dell’Africa Occidentale, qui il fenomeno sembra esseri quasi sopito (già nel 2013 si parlava di soli 11 attacchi). Da non sottovalutare, infine, il legame che la pirateria ha avuto in queste zone con al-Shabaab, cioè i terroristi somali collegati ad al-Qaeda.

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