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lunedì, Lug 15

Cimiteri sovraffollati? C’è una nuova proposta per seppellire i morti lungo le strade


I cimiteri del futuro potrebbero trovarsi nei viali verdi lungo strade e ferrovie e nei boschetti ai margini delle città. Si punta alla eco-sostenibilità

cimiteri
(foto: Getty Images)

C’è poco da fare: la gente si ostina a morire. E per seppellirla aumentiamo il consumo di suolo e l’inquinamento. Un vero problema, specialmente in alcuni Paesi come il Regno Unito, che tra cinque anni potrebbe finire lo spazio disponibile nei cimiteri. Da tempo gli esperti stanno cercando soluzioni e proprio da Oltre Manica oggi arriva una nuova proposta, che qualcuno potrebbe ritenere bizzarra se non addirittura un po’ macabra: corridoi verdi di sepoltura lungo strade, ferrovie e marciapiedi, sfruttando anche quei terreni cuscinetto tra campagna e città che non trovano altra destinazione d’uso.

L’idea è del consulente per tematiche di salute pubblica John Ashton, che nel suo articolo, pubblicato sulle pagine del Journal of the Royal Society of Medicine, sottolinea come sia necessaria una nuova strategia per predisporre i luoghi di sepoltura. Una strategia che sia eco-compatibile, che guardi al pianeta che lasceremo alle generazioni future.

Per motivi culturali e religiosi in Occidente sono ancora moltissime le persone che scelgono la sepoltura anziché la cremazione, un sistema che sì permette di risparmiare spazio ma che non risolve il problema dell’inquinamento né del suolo (dato che a volte le urne vengono comunque seppellite) né dell’ambiente in genere (serve energia per bruciare i corpi e i prodotti di combustione vengono rilasciati in atmosfera). Occorre dunque trovare nuovi spazi, che magari, oltre a ospitare i nostri cari defunti, svolgano anche altre funzioni.

Così Ashton ha proposto di creare dei viali di sepoltura verdi che corrano lungo strade e ferrovie, oppure di assegnare una nuova destinazione d’uso a quei terreni che non possono essere utilizzati per altri scopi. Ancora, il consulente avanza l’idea di bloccare la cementificazione dei terreni agricoli ai margini delle città destinandoli invece a ospitare i defunti e trasformandoli in un cuscinetto verde.

Alla sepoltura tradizionale, poi, bisognerebbe preferire una sorta di inumazione, facendo ricorso a materiali che favoriscano il ciclo naturale di nascita e morte degli esseri viventi: le nostre bare oltre a occupare spazio inquinano, così come inquinano i trattamenti utilizzati nei processi di imbalsamazione. Meglio sarebbe invece prendere spunto da altre tradizioni, come quella musulmana che utilizza per la sepoltura dei cadaveri semplici teli di cotone naturale. Negli Stati Uniti, invece, l’ultima proposta in fatto di ecosostenibilità della morte è il ricorso al compostaggio dei cadaveri umani: i corpi vengono messi in recipienti di acciaio insieme a paglia, trucioli di legno e erba medica e lasciati decomporre. In circa un mese si ottiene una sorta di compost che può essere utilizzato per fertilizzare il terreno, nutrendo alberi o anche piante a uso alimentare.

In realtà al progetto di Ashton mancano un po’ di dettagli, ma l’esperto crede che con una strategia di questo tipo non solo si allenterebbe la pressione sui cimiteri, ma si aiuterebbe anche l’ambiente perché verrebbero creati diversi nuovi boschi e aree verdi urbane.

“In Inghilterra e Galles ci sono tra i 500mila e i 600 mila morti all’anno”, ha dichiarato Ashton al Guardian. “Se tutti scegliessero una sepoltura green – non sto dicendo che succederà – ma se tutti lo facessero, potremmo piantare mezzo milione di alberi all’anno”.

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