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lunedì, Set 30

Cina-Stati Uniti, la guerra commerciale si sposta in Borsa


Il presidente americano Donald Trump ipotizza la possibilità di un delisting delle società cinesi da Wall Street se non seguono le regole stabilite dalle autorità di controllo

Donald Trump (foto: Drew Angerer/Getty Images)

Si fa sempre più intenso lo scontro economico tra Stati Uniti e Cina. Non sono più soltanto i dazi sulle importazioni a tenere banco, ma adesso ci si mette anche la finanza. Secondo quanto riportato da Reuters, il presidente americano Donald Trump, starebbe infatti considerando la possibilità di imporre d’ufficio un delisting, ovvero una revoca delle negoziazioni, alle principali società del Dragone quotate a Wall Street.

Contestualmente a questa misura, Trump vorrebbe anche imporre nuove barriere per limitare, o addirittura azzerare, gli investimenti di Pechino sul mercato americano. Al momento sono circa 156 le società cinesi quotate a New York, con una capitalizzazione di mercato complessiva di circa 1.200 miliardi di dollari. Inoltre, Washington ha già emanato una norma, il Foreign Investment Risk Review Modernization Act, per impedire che investitori stranieri possano acquisire quote azionarie di maggioranza all’interno di gruppi americani ritenuti strategici.

Con queste nuove azioni, la Casa Bianca punta forse a fare pressione sulla Cina in vista dei prossimi incontri bilaterali previsti per ottobre, e ancora non è del tutto chiaro se si tratti soltanto di minacce oppure di un piano concreto. La portavoce del Tesoro degli Stati Uniti, Monica Crowley, hadichiarato che “allo stato non ci sono operazioni di delisting di società cinesi dalla Borsa Usa”, come si legge ancora su Reuters.

Tuttavia lo scorso giugno, il Parlamento americano aveva introdotto una legge che prevede la possibilità di una revoca d’ufficio delle negoziazioni alle aziende cinesi che decidessero di non adeguarsi alla supervisione e ai controlli prescritti dalle autorità di regolamentazione della Borsa (Sec), in nome della garanzia a una totale trasparenza.

Immediate le ripercussioni sui titoli di alcuni dei principali colossi cinesi quotati negli Stati Uniti. Alibaba ha perso il 4%, Baidu il 2%, mentre calano rispettivamente del 2% e del 3% anche Tencent e Jd.com.

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