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lunedì, Feb 07

Cinque film action per tutti i gusti



Da Wired.it :

Questa volta vogliamo concentrarsi su un genere, l’action, perfetto per una serata senza pensieri ma ben lontana dall’essere rilassante o soporifera, da godersi sdraiati sul divano di casa da soli o con gli amici. Che siano polizieschi, spy story, film di arti marziali o di fantascienza, hanno tutti una cosa un comune: sono Made in China. Ecco quelli che vi consigliamo.

Hand Rolled Cigarette

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L’opera dell’esordiente Chan Kin-long presentata al Far East Film Festival è il revenge movie (ma solo alla fine) di Hong Kong di cui sentivamo la mancanza. Un ex soldato campa facendo lavoretti per le Triadi fino a quando piomba nel suo appartamento fatiscente un giovane immigrato a cui la mafia dà la caccia. Spiazzato, inizialmente Chiu (Gordon Lam, Firestorm) accoglie il nuovo inquilino impiccione che farà compagnia a una tartaruga, esemplare usato da Chiu per concludere un affare di contrabbando finito male che lo riempie di debiti. Hand Rolled Cigarette parte con un film di critica sociale sulla stentata integrazione degli immigrati e sul senso di abbandono percepito dai cittadini di Hong Kong dopo il 1997 e finisce come un ottimo neo-noir con tanto di bromance alla John Woo. Violentissimo e coronato da un piano sequenza di un pestaggio furibondo che vale la visione del film da solo. 

Blind Detective

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L’inossidabile Andy Lau è passato alla storia per pietre miliari del cinema asiatico come Days of Being e Infernal Affairs. ma qui lo ritroviamo in veste comica, diretto da Johnnie To in questo buddy cop movie del 2013 incentrato sulla bizzarra coppia di poliziotti formata dal detective cieco interpretato da Lau e dalla imbranata  (ma ricchissima) neo-agente interpretata da Sammi Cheng. Il primo ha perso la vista solo pochi anni prima, ha imparato a essere più ricettivo con gli altri sensi ed è diventando un investigatore infallibile; la seconda è entrata nelle forse dell’ordine per risolvere il mistero della scomparsa di Minnie, un’amica d’infanzia. I due cercheranno di scoprire cosa le sia successo, imbattendosi in un serial killer orribile e demente, dando vita a un buffo incrocio tra slapstick comedy e poliziesco costruito intorno ai terribili eppure esilaranti abusi a cui Johnston sottopone Goldie per ricostruire le scene del crimine. Su Netflix, del regista di Election si trovano anche Don’t Go Breaking My Heart e Life Without Principle. 

Shanghai Fortress

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Se Independence Day fosse stato prodotto dai cinesi. Una bellicosa razza aliena attacca il pianeta Terra spedendo sulla superficie velocissimi lanciati da una gigantesca astronave madre. Questa è appostata nei cieli di Shanghai, la metropoli protetta da uno scudo invisibile che fino a quel momento gli extraterrestri non sono riusciti a penetrare. Le forze militari cinesi sono l’ultimo avamposto di difesa della Terra e un gruppetto di giovanissimi soldati abili nel comando dei droni (probabilmente grazie un’infanzia passata a smanettare sui videogiochi) sono il baluardo di difesa della “fortezza”. Quattro di loro – tre ragazzi e una ragazza – salveranno il mondo con l’aiuto di un’ufficiale rigida e introversa interpretata dalla bellissima Shu Qi. Graziata da effetti speciali di Cgi ben sopra la media dell’obbrobrio a cui ci hanno abituato i fantasy cinesi, Shanghai Fortress fonde fantascienza e action ed è piacevole finché, proprio come facevano Independence Day e suoi emuli, la storia non comincia a sbrodola retorica patriottica sulla grande paese e il suo popolo paladini della libertà.

Rise of the Legend – La nascita di una leggenda

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Non può mancare tra gli action cinesi da guardare su Netflix un kung fu movie in costume. Degno precedessore di Ip Man, il maestro di arti marziali Wong Fei-hung ha vissuto – proprio come l’esperto di arti marziali che secondo il cinema cinese diede filo da torcere agli invasori giapponesi – lottando contro i cattivi in un periodo storico contraddistinto da guerre e ingiustizie. Fei cresce a ridosso del crollo della Dinastia Qing, nella seconda metà del XIX secolo, figlio di un artista marziale e medico devoto alla cura degli orfani (Tony Leung Ka-fai, Ashes of Time); ventenne, diventa il pupillo di Master Lei (Sammo Hung, Project A), boss criminale della gang delle Tigre nera e nemico giurato dei mafiosi del Mare del nord. Rise of the Legend vanta un Hung cattivissimo e belle coreografie (la decapitazione del capo avversario, la fuga “verticale”). Nei panni di Fei c’è il cantante taiwanese Eddie Peng che l’anno precedente, per il ruolo dell’esperto di arti marziali miste di Unbeatable si era allenato duramente nel pugilato, e che per Rise of the Legend ha praticato il kung fu dieci ore al giorno per mesi. Il motivo? Sbaragliare la concorrenza di altri attori già abili nella disciplina, perché voleva a tutti i costi il ruolo dell’eroe popolare del Foshan (da dove provengono sia Wong sia suo padre, sia Ip Man sia il suo mentore Leung Jan).

S Storm 

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Il primo sequel degli “Storm” – Z Storm (2014), L Storm (2018), P Storm (2019) e G Storm (2021) – saga poliziesca incentrata sulle gesta della fantomatica (no, non è vero, esiste veramente) Icac – Independent Commission Against Corruption – di Hong Kong, è migliore del primo capitolo precedente e segue il caso di un giro di scommesse sportive illegali su scala internazionale. L’insondabile volto di Louis Koo, il boss dell’unità anticorruzione della polizia di Hong Kong, resta impassibile di fronte a una trama sconquassata corredata da un detective della Omicidi che cerca di salvar la sorella dai cattivi e un sicario che – guarda caso – ha una relazione proprio con quest’ultima. S Storm si riprende egregiamente nel finale, considerevolmente tragico e violento rispetto all’andamento generale della storia. Co-protagonisti di Koo, l’idol Vic Chou (Meteor Garden) della boy band taiwanese F4 e Julian Cheung (The Grandmaster).
 



[Fonte Wired.it]