Seleziona una pagina
mercoledì, Ott 07

Citroën AMI, l’oggetto di mobilità che si ricarica come uno smartphone



Da Wired.it :

Due posti, tanti scomparti portaoggetti, 45 chilometri all’ora di velocità, fino a 70 chilometri di autonomia e un design che ispira simpatia al primo sguardo: ecco come si presenta Citroën Ami – 100% ëlectric al pubblico della Milano Design City

Ami è qualcosa di nuovo. All’alba del suo 101° anno di vita, Citroën dichiara la sua modernità con un oggetto rivoluzionario di mobilità urbana. Non è una questione di genetica (viste le origini) o almeno non solo quella. Questo veicolo porta un cambiamento nello status quo della mobilità sotto molti punti di vista.

Una mobilità rivoluzionata

Ami rompe il classico paradigma del mezzo di trasporto. Non si tratta di un nuovo punto di vista, ma di un’autentica e nuova prospettiva di come intendere la mobilità. Innanzitutto, Ami si fregia di un’autonomia di circa 70 chilometri. È quindi un soggetto decisamente urbano. Si direbbe quasi un oggetto di arredo urbano dato che la sua vita è strettamente legata alle mura, seppur simboliche, della città. Poi, per continuare a muoversi deve essere messa in carica come si farebbe con un qualsiasi elettrodomestico. Bastano tre ore di corrente alternata fornita da una banalissima presa di corrente da 220 Volt. La stessa utilizzata per ricaricare lo smartphone. L’alternativa, nella necessità, sono le colonnine pubbliche o l’installazione di una wall-box casalinga. Ma non è necessario.

Gli esterni di Citroen Ami - 100% electric
Gli esterni di Citroën Ami – 100% electric

Ami è diversa. Un aggettivo che spaventa, ma che contemporaneamente comunica un carattere anticonformista. Merito del suo design dal linguaggio palindromo. La simmetria del frontale e del posteriore è talmente innovativa che quando la guardi devi riflette bene se sei tu a guardare lei oppure è lei a guardare te. Uno strumento di trasporto votato all’osservazione di chi e di ciò che lo circonda. Spiccano, infatti, le ampie superfici vetrate –tetto panoramico di serie compreso– con i finestrini che si aprono manualmente verso l’alto come sulla 2 CV.

Le prime impressioni di guida

Abbiamo provato Citroën Ami nel pieno del traffico milanese. Nei primi chilometri Ami si lascia guidare come una macchina tradizionale. Poi capisci che le sue dimensioni ultracompatte ti permettono di muoverti con la stessa agilità di uno scooter. A quel punto, scatta il divertimento. Aggirare più facilmente gli ingorghi e districarsi agevolmente tra vicoli e ostacoli stradali è insito nel suo DNA. Ami difatti tocca i 2,41 metri di lunghezza per 1,39 di larghezza e 1,52 di altezza. La stessa altezza di molte berline. Anche la seduta è equiparabile a quella di un’automobile.

Del resto, come afferma Pierre Leclercq, Direttore Stile Citroën, «il progetto di Ami parte proprio dall’abitacolo per poi svilupparsi verso l’esterno». Quindi, piccola sì, ma con le stesse sensazioni di un’automobile. Ami è un profondo esercizio di sottrazione. Tutto il superfluo è stato eliminato per ridurre il peso a 450 chilogrammi. I tasti R, N e D della marcia sono sul fianco sinistro del sedile di guida. Il mini-cockpit a cristalli liquidi mostra velocità, autonomia, marcia inserita e chilometri percorsi. L’impianto acustico è limitato a uno speaker mobile ideato da Logitech.

Il design del posteriore di Citroën Ami
Il design del posteriore di Citroën Ami

Il cruscotto è un grande tavolo da lavoro con tanti accessori per riporre ciò che si desidera. Al centro si trova lo spazio per agganciare il proprio smartphone che in Ami diventa il centro dell’infotainment. Il telaio del tetto è a vista. L’abitacolo è assolutamente luminoso. Anche l’idea del tettuccio trasparente è funzionale alla guida cittadina. Non serve più abbassarsi per capire il colore del semaforo. Ora si vede dal tetto. Un abitacolo chiuso che consente a due persone di stare una accanto all’altra. Anzi, il passeggero è leggermente indietreggiato per liberare lo spazio delle spalle. Entrambi sono ben riparati da pioggia e freddo. Senza contare i vani porta-oggetti, una nicchia ai piedi del passeggero per riporre un bagaglio dalle dimensioni da cabina e un’altra zona d’alloggiamento nella parte posteriore.

Trasversale ed ecologico

Ami è trasversale perché non ha un cliente tipo. Si guida senza patente. Un plus che rende questo strumento di mobilità adattabile tanto alla generazione Zeta quanto ai Baby Boomers. Non a caso, le sue possibilità di personalizzazione invitano a giocare con diversi look, grazie a 6 pack di accessori colorati disponibili. E questa varietà si trova anche nell’utilizzo. Ogni formula è valida. La prima possibilità per salire su Ami è il leasing. Grazie agli ecobonus, l’anticipo è di 1990 euro a cui segue un canone mensile di 19,99 euro per 35 mesi. In caso di rottamazione, l’anticipo scende a 1260 euro. Ma Citroën Ami si può anche acquistare; rigorosamente online e a partire da 5430 euro. Inoltre, sono allo studio per il mercato italiano delle formule per il noleggio breve a termine e il car-sharing.

Ami, difatti, è la risposta di Citroën alle necessità dei suoi clienti. Un’attenzione puntuale verso i nuovi stili di consumo. Lo scopo è duplice: vincere la sfida della mobilità in città e diminuire l’impatto ambientale. Ami ha una sensibilità ecologica perché rimane un mezzo divertente pur non cercando la performance. Velocità, accelerazione e potenza sono parametri che perdono di significato. Tranne forse la velocità. Ami corre a un massimo di 45 chilometri orari. Ciò lo rende un quadriciclo decisamente poco energivolo. Ecco perché si accontenta di una batteria da 5,5 kilowattora.

La particolare apertura delle portiere di Citroën Ami
La particolare apertura delle portiere di Citroën Ami

Ami è alla Milano Design City

Ami si può toccare con mano alla Milano Design City. Fino all’11 ottobre, sarà la protagonista del concept-space Time To Be My Ami presso lo Spazio Quattrocento di via Tortona 31 a Milano. Sarà un percorso immersivo all’interno del mondo di Ami – 100% ëlectric. Qui il provider di mobilità Citroën (come ama definirsi ora la casa francese) ha creato un percorso alla scoperta delle peculiarità di questo rivoluzionario oggetto di mobilità urbana, fra innovazione tecnologica, design, accessibilità e comfort. E chissà che da questa manifestazione, la casa del Double Chevron non trovi finalmente il nome a questo originale oggetto di mobilità urbana. Tu quale nome suggeriresti?

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]