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sabato, Ott 26

Codici sorgente, a Bologna c’è l’archivio universale


Il centro ricerche Enea del capoluogo emiliano ospiterà il Software Heritage, il progetto creato in Francia da Inria per raccoglie e rendere accessibile il codice sorgente di tutti i software del mondo, tra cui anche quello dell’Apollo 11 e del primo browser.

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(Foto: Pixabay/Pexels)

Oltre 6 miliardi di file conservati e da cui sono stati realizzati più di 90 milioni di software in tutto il mondo da 25 milioni di programmatori. Sono questi i numeri del primo archivio universale di codici sorgente che verrà conservato al centro ricerche Enea di Bologna, nell’ambito del progetto “Software Heritage”, l’archivio fondato da Inria, l’Istituto nazionale francese per la ricerca nel campo dell’informatica e dell’automazione nel 2016 con la collaborazione dell’Unesco e di partner del calibro di Microsoft, Intel e Goolge.

Quella conservata a Bologna sarà una copia (o mirror software) della libreria dei codici, che rappresenta uno dei più importanti patrimoni digitali dell’umanità. E il compito del centro sarà soprattutto quello di garantire la sicurezza ma anche l’accessibilità a questo patrimonio, che sarà a disposizione di studiosi in grado di sviluppare nuove conoscenze a partire dall’analisi di codici e di algoritmi.

Si tratta quindi di una enorme biblioteca del software che, sul modello dello studio dei big data, consentirà l’analisi di “big code”, fanno sapere da Enea. Soltanto per dare un’idea dell’importanza della libreria, nell’archivio saranno conservati i codici che sono serviti a realizzare il software dell’Apollo 11, scritto da Don Eyles, a Mosaic, il primo programma per navigare su web e antenato del browser Netscape Navigator.

Grande soddisfazione per la collaborazione è espressa anche da parte di Roberto Di Cosmo, direttore e fondatore insieme a Stefano Zacchiroli del progetto “Software Heritage”, che commenta: “Siamo orgogliosi di accogliere Enea come primo mirror istituzionale europeo di Software Heritage e siamo impazienti di esplorare insieme le opportunità aperte da questa collaborazione”.

La scelta di Bologna non è causale. L’enorme archivio, infatti, andrà a collocarsi in un ecosistema che già vede la presenza del Big Data Technopole all’ex Manifattura Tabacchi, dove oltre all’Enea troveranno la loro sede anche Leonardo, il nuovo supercomputer europeo, e il Centro dati meteo europeo. Tutto ciò contribuisce a fare dell’Emilia Romagna “un avamposto del super calcolo e della scienza dei dati”, ha dichiarato il responsabile della divisione Ict di Enea, Silvio Migliori.

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